martedì 21 giugno 2016

Ti sta sfuggendo qualcosa.

Origine e sviluppo...
Nulla è mai vissuto qui. Nulla è mai morto qui. Forse vivrò per sempre…”.
Approaching the Unknown
Immagina un antico astronauta, che è venuto a morire su una “giovane Terra”, ancora senza vita (intesa come la percepisce un visitatore esterno).
Ora, immagina quello stesso astronauta, morire e progettarsi ricettacolo (portatore) di vita… umana (e non solo).
Invece di cedere alla morte, nella sua tuta spaziale, l’astronauta si spoglia di tutto e si lascia “andare”, adagiandosi nel suolo, fungendo da “agente fertilizzante (principio vitale, divino, ‘ad immagine e somiglianza’)”.
Funzionerebbe?
Certamente, sì… se dietro/prima di un simile gesto, ci fosse tutta la conoscenza scientifica e l’abilità ingegneristica (che in ogni film di “fantascienza”, si riconosce al personaggio principale).
Ora, la scienza deviata è subito pronta ad intervenire, smentendo una simile provocazione, in base a leggi di parte, dominanti e derivanti da conoscenze scientifiche “valide per tutte le stagioni, ma sempre a bocce ferme ‘qua così’”.
Eppure, sostenere che la vita sulla Terra sia stata portata da una cometa (o da un qualsiasi altro “pezzo di roccia”), viene giudicato come “possibile”.
S’interrogano su “come è iniziato tutto”, ma… non sul fatto che la Terra sia, essa stessa, un progetto senza Dio” (se non nella relativa decantazione dominante e conseguente):
  • un substrato
  • una… scenografia
  • adatta (di più… prevista)
  • ospitare
  • una rappresentazione vitale (scena).
Come può iniziare tutto seè previsto?
Certo. C’è sempre un inizio, ma non è la stessa cosa del ritenerlo “casuale” o frutto dell’opera di un misterioso Dio Creatore.
L’umano è troppo egocentrico, per rappresentare un simile atto di divina compresenza, non manifesta.
   

Come sia iniziata la vita sulla Terra è un mistero, ma sostenerla è un problema di ingegneria”.
Approaching the Unknown
Che cosa ha lasciato al caso, l’operato umano sulla Terra?
Visto che intere specie viventi si sono estinte, si può forse sostenere che una simile “fine” non sia stata il frutto, perlomeno per l’opera maggioritaria (ispirante, in leva), dell’azione “ingegneristica” umana?
La “spinta ispiratrice”, per la morte di miliardi e miliardi di esseri viventi animali e vegetali, è qualcosa di umano “qua, così”; e non sempre, una simile causa è diretta, ossia, operata fisicamente dall’umano stesso. 
Molto spesso, la causa è differita come, ad esempio, l’inquinamento.
Tutto quello che è inerente alla vicenda umana, ha a che fare – in un certo senso – con la “tecnologia”:
  • a partire dalla lavorazione della pietra, del legno e della… mente dei propri simili.
Qualcosa che si diparte dalla presunta lotta per la sopravvivenza, su un pianeta giudicato come “ostile (dunque)”.
Come puoi pensare di dover, per forza di cose, sopravvivere in un “eden”?
La Terra di “un’era fa” era lussureggiante, così come la puoi immaginare a partire da com’è ancora oggi. Quando il tutto precipitò?
Quando l’umano iniziò a pensare di dover sopravvivere?
Quando la situazione glielo fece chiaramente intendere?
Quando, nella “sua” mente, iniziò a condensarsi una simile rilettura del presente e ad abbozzarsi sempre di più la paura per il futuro o, meglio, la paura delfuturo (a partire da un eterno compresente)?
Quando, l'umano, iniziò a fare... "economia", sfruttando tutto, di conseguenza...
Il caso non esiste…” nel momento in cui “nulla si lascia, al caso”.
  
 
Ora, ciò che ti raggiunge dall’antichità più remota è qualcosa di assolutamente simbolico
Eco di un passato, che si è codificato nel tutto, persino “qua, così”, essendo l’ambiente stesso un “codice”.
La programmazione ambientale è una realtà, che puoi ricordare a partire dal come, la scienza deviata ha “scoperto” le particelle invisibili all’occhio umano che, in un certo senso, continuano in eterno a sprofondare dentro alla struttura della materia.
Come… sono state “scoperte” simili realtà?
Attraverso modelli teorici e relativa costruzione di dispositivi ad hoc, per “aguzzare la vista”. 
Ossia?
Intensificando la propria "cecità" (divenendo sempre più "ciechi").
Osservando per mezzo delle macchine, programmate a "vedere"... in un modo derivante dalla teoria (che s'intende comprovare, unilateralmente, ossia, forzando la realtà manifesta stessa... riprogrammandola in una maniera valida per la comunitù umana, abituata a "pendere da labbra altrui" ed ivi contenuta).
Dietro ad “ispirazione (immaginazione)”. 
Di più… giungendo su ali frattali espanse, mossi da qualcosa “che non c’è, ma esiste”.
Dio? No. Anche quello è solo un simbolo.


Se “il caso non esiste (e non esiste 'qua così')”… allora, la rivelazione della profondità costituente la materia, significa che è – nella sostanza – allo stesso tempo, decodifica “lato tuo, centrale” e “lato tuo, dominato”, essendo la dominante una caratteristica del “qua, così” analoga a te, ma… in costante vantaggio, rispetto a te (per via di ciò che “è già successo” e rimosso dalla tua memoria, nel passato).
Allargare al massimo (espandere) la consapevolezza, significa “osare” (per questo, "una volta" ti bruciavano in piazza, con la Massa a divertirsi nel vedere lo spettacolo).
Significa approfondire sempre di più il contesto “lato proprio, centrale”, attraverso la lente frattale espansa by prospettiva ottica “tua, centrale”, in coerenza, lungimiranza, tenacia e perspicacia.
Una questione di “epicità”. Qualcosa d’altri tempi. Vero? Perlomeno, così sembra.
Ecco, allora, la codifica simbolica proveniente dal passato (leggenda). Qualcosa di autenticamente “già accaduto”, di “è già successo”, di verità assoluta “lato umano, centrale”.
Che cosa ti è rimasto, di ciò che è ancora codificato tutto attorno e dentro a te?
Ciò che vedi, ma non solo.
Di più… ciò che non vedi, ma percepisci.
Alias:
ciò a cui, proprio la mentalità “moderna”, ti nega l’accesso, spingendoti a “non credere (se qualcosa risiede al di là della giurisdizione del “metodo scientifico”).
Una trovata intelligente e strategica per auto contenerti da te, disinnescando il potenziale... dal parziale “qua, così”.
Un giogo in... prospettiva.
  


È come il cadere in un labirinto, senza più aver nemmeno la speranza di poterne riuscire, anzi… senza più nemmeno sapere di esserein un labirinto, scambiandolo per l’unica realtà manifesta, volente o nolente, da farti andare bene sempre e comunque, sviluppando così quell’appuntito senso di sopravvivenza, misto a disagio ambientale avio diffuso ovunque.
   
A chi giova tutto ciò?
A quelle specie che avvizziscono all’interno di qualcosa, che sembra non avere nulla da "coprire"?
Che sembra “un cielo aperto”.
Che sembra “tutto alla luce del Sole”.



Oppure, il “tuo malessere (solo apparentemente e sterilmente controbilanciato dal “benessere moderno”)” ha un senso compiuto, altro (lato umano, dominato)? Certo che sì.
È persino logico, alla “tua” maniera rigorosamente analitica, scientifica, razional andante.
No? “Tra i due litiganti, il terzo gode…”. Certo, ma... chi/cosa è "il terzo (che) gode", se non la compresenza, non manifesta, dominante?
“Qua, così” il top della strategia è (appunto):
essere compresente, ma non manifesto/a (qualità attribuite a Dio).
Qua… tutto ciò che ti raggiunge è a carattere simbolico (frattale espanso).
Ergo, puoi sempre (sempre) risalire la “corrente”, da qualsiasi “punto (momento)” ti ritrovi. Anche e persino se… senza memoria; solo confidando sulla “bontà” dell’informazione frattale espansa “lato tuo, centrale”.
SPS lo sa
  • non te ne fai (ancora) nulla, di tutto questo.
Perché, non gli dai “corda”.
Sai, la condizione frattale espansa è qualcosa che si affina, man mano che la “consulti (che, credendo in lei, credi in te e viceversa)”.
Come qualsiasi altra “cosa”, non solo “qua, così”.
L’allenamento irrobustisce qualsiasi “muscolo”.
Accorgiti.
   
 
L’ambiente (dominato) umano e quello (dominante) umano, ti sono “contro (sostanzialmente) e a favore (apparentemente)”.
A tuo favore, c’è la corrente informazionale di memoria frattale espansa “lato tuo, centrale”.
Qualcosa che fa la differenza… ma, sulla quale devi come sintonizzarti (accorgerti) e, poi, rimanere sintonizzato/a (coerenza).
Come (forse) puoi notare, anche in questo ambito (descritto da/in SPS) valgono le stesse regole di “buon senso (raziocinio, logica, metodo scientifico)”, che t’insegna la società scolastica, accademica, industriale, finanziaria, religiosa, etc. (AntiSistema).
Le stesse “cose”, dipende da come le “orienti”:
  1. lato tuo, centrale
  2. lato tuo, dominato
  3. lato dominante, centrale…
È come muovere il sintonizzatore:
  • un po’ più in qua o in là
e
  • la stazione radio non si sente più (ma non sparisce).
Allora, fai sì che la “stazione radio” sia la tua e non la “tua”.
 Perché, la “tua”, corrisponde alla condizione di lavoro (dipendenza da… “lato dominante, centrale”, “lato tuo, dominato”).
Mentre, la tua, corrisponde alla condizione di sovranità (“lato tuo, centrale”).
Ciò, non ti rende un ribelle, un rivoluzionario, un terrorista o un despota (a tua volta):
  • il “lato tuo, centrale” ti rende… te stesso/a.
Ossia?
Fai attenzione:
  • ti rende quello che “sei”.
E… chi/che cosa, sei?
Non lo sai? Non lo "senti"?
Di più:
  • una volta risalito/a alla condizione di sovranità “lato tuo, centrale”, la dominante verrà da te, nella sua caratteristica più autentica (nudità d’animo frattale espansa)
  • quella virale (un disequilibrio “lato tuo, centrale”, molto simile a ciò da cui si degenera la “malattia”)
e
  • seducente, tentatrice, ammaliatrice, etc. (il genere femminile è solo riferito, lessicalmente, all’orientamento convenzionale della particella “dominante”).
La condizione virale è trasversale ad ogni regno. La ritrovi sempre, ogni volta che “ti muovi”, sino a quando?
Sino a quel “momento” in cui si rende, per intero, esposta (manifesta). Ossia, sino all’apice dell’esperimento in corso d’opera…
La sua evocazione è il “target”.
Una neuro simulazione veritiera, effettiva, sempre valida… poiché, si dispiega dalla verità cardinale, derivante dalla conoscenza della caratteristica frattale espansa, a capo dell’intero spettro infrastrutturale (potenziale).
Per oggi va bene così.
  
Un breve appunto:
tutto quello che è raccolto
è contenuto
ed è
il… contenuto.
Lo è
da una certa prospettiva
e
da quella prospettiva

è (in un dato “momento”)
tutto.
Non identificarti mai con nessuna "conclusione (teoria). SPS è utile per ricordare questo, ricordandoti da te...
Sii conscio/a che:
  • ti sta sfuggendo qualcosa.
“Afferra” dunque, l’unico appiglio che hai:
  • ciò che “già sei”
  • anche se non sai chi/cosa “sei”
ma
  • lo “senti” lato tuo, centrale.
Qualcosa che necessita di “consapevolezza”.
Qualcosa che necessità di un “punto fermo”:
  • la condizione di memoria frattale espansa.
Il “è già successo” è inciso ovunque, anche “qua, così”.
   
E… ricordando, non hai più alcun dubbio.
   
“È già successo” tutto:
  • anche
che
  • hai già ricordato e dimenticato (ciclicità by dominante)
per cui
  • sai già come… “fare/essere
e
  • chi/cosa "sei".
SPS funge da “chiodo”, per la tua memoria e consapevolezza:
  • una puntina infilata sulla “lavagna”
  • con un breve messaggio
  • descritto per te…
Accorgiti.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2016/Prospettivavita@gmail.com
Bollettino SPS numero 1845
   

Nessun commento:

Posta un commento