giovedì 30 giugno 2016

La persecuzione del Falun Gong, Falun Dafa, (Qi gong) ... continua.

 Alcune donne meditano durante un gruppo di pratica del Falun Gong a San Francisco, il 15 ottobre. (Dai Bing/Epoch Times)

Ancora arresti e torture, a volte fino alla morte, per i praticanti della tradizionale pratica di meditazione cinese del Falun Gong. Alcune statistiche incomplete rivelano centinaia di incarcerazioni illegali da parte del regime e dozzine di morti come risultato dei maltrattamenti subiti sotto custodia.

Alcuni tra i maltrattamenti più comuni includono il lavaggio del cervello, gravi percosse, scosse elettriche, bruciature, rimozione delle unghie, iniezione forzata di droghe altamente dannose, privazione del sonno, esposizione a climi estremi e lavoro forzato.

Il Falun Gong viene perseguitato in Cina sin dal 1999 sulla base di dubbie motivazioni legali.

Minghui.org, un sito internet gestito dai praticanti del Falun Gong che testimonia la repressione del regime comunista, ha scoperto che 867 praticanti sono stati imprigionati dalle autorità cinesi a partire da gennaio fino a marzo. Di questa cifra 405 sono state formalmente arrestati in 17 province diverse e 123 sono state processati. I tribunali hanno condannato 81 praticanti alla prigione.

Come è già avvenuto negli anni passati, la persecuzione del Falun Gong è stata più dura nelle province settentrionali e nord-orientali.

I maltrattamenti delle autorità del regime hanno portato ad almeno 30 morti nel periodo di gennaio-marzo, secondo Minghui. Le persone uccise - 18 donne e 12 uomini - avevano tra i 26 e i 79 anni. La maggior parte dei praticanti è morta dopo essere stata condannata.

Le vittime svolgevano diversi impieghi nei settori dell'educazione, dell'ingegneria, dell'economia, dell'agricoltura. Le informazioni raccolte da Minghui vengono dai familiari delle vittime.

Per ogni caso di morte Minghui registra il nome della vittima, l'occupazione, la città e la data di morte, in quale istituzione erano prigionieri, la condanna (se esistente) e i maltrattamenti sofferti per mano delle autorità. Minghui ha confermato 3859 morti dall'inizio della persecuzione fino a marzo.

È risaputo che la portata reale della persecuzione è molto più grande, ma a causa della difficoltà riscontrata per ottenere informazioni in Cina i dati concreti scarseggiano.

L'ufficio stampa ufficiale del Falun Gong, il Centro di Informazione della Falun Dafa, ritiene che le persone imprigionate sin dall'inizio della persecuzione nel 1999 si contino in milioni.

I praticanti del Falun Gong e altri prigionieri di coscienza sono inoltre stati identificati dai ricercatori come una banca vivente di donatori di organi: i prigionieri vengono sistematicamente uccisi per interventi di trapianto degli organi. Si ritiene che decine di migliaia di praticanti siano stati uccisi per prelevarne gli organi.

Articolo orginale in inglese: Persecution of Falun Gong Continues Into 2015
http://epochtimes.it/n2/news/la-persecuzione-del-faun-gong-continua-nel-2015-839.html 


La persecuzione del Falun Gong vissuta da una praticante cinese

Il 20 luglio del 1999 Jiang Zemin ha lanciato in Cina la persecuzione contro il Falun Gong, una disciplina spirituale che insegna i principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Da 16 anni i praticanti del Falun Gong, o Falun Dafa, rischiano l'arresto, il lavoro forzato, le torture e il prelievo forzato di organi.

Secondo il Falun Dafa Information Center sono morte 3800 persone, ma il numero reale potrebbe essere molto più grande. Abbiamo raccolto la testimonianza di L.X., una praticante del Falun Gong che ha subito la persecuzione e che è fuggita dalla Cina qualche anno fa. Ora è residente in Italia.

Come hai conosciuto la pratica del Falun Gong?
«Nel marzo del 1997 nella mia università. Ho visto un poster in cui c’era scritto: Nove giorni d’insegnamento della Falun Dafa [diffuso tramite videoregistrazione, ndr]. Ero curiosa di sapere cosa fosse. Poi, con una mia compagna di università, abbiamo partecipato. Durante la prima lezione facevo fatica a comprendere, e non sapevo se restare ma avevo la sensazione di aver già visto il Maestro, era molto familiare. Dopo aver ascoltato gli insegnamenti abbiamo fatto gli esercizi seguendo il video, in università c’erano tanti studenti che avevano partecipato. Era una situazione molto piacevole, c’erano praticanti che praticavano da tempo che erano molto amichevoli e ci aiutavano. Ho pensato che il Falun Gong fosse qualcosa di speciale. 
«Con il tempo ho compreso che gli insegnamenti servivano davvero a migliorare una persona. Guardarsi dentro, è una frase semplice, ma magica, perché ho potuto risolvere tanti problemi e sentirmi leggera come mai, ero più felice». 
E poi cos’è successo?
«Dopo essermi laureata ho iniziato a lavorare. Lavoravo tanto quindi non avevo tempo per informarmi. Il 20 luglio del 1999 è iniziata la persecuzione e io non lo sapevo. Il giorno dopo il mio capo è arrivato da me con un’espressione preoccupata, io gli ho chiesto: “Perché mi guardi così?” E lui mi ha detto: “Adesso il Falun Gong è vietato dal Partito Comunista Cinese (Pcc), non hai letto il giornale?” Tutti i miei colleghi sapevano che praticavo il Falun Gong, sapevano che seguivo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza, sapevano che un praticante del Falun Gong è buono. Anche il mio capo si fidava molto di me: se c’era un lavoro importante da fare, chiedeva sempre a me. Così lui mi ha detto: “Se il Pcc vuole fare qualcosa contro il Falun Gong, io starò dalla tua parte”. Sentita la notizia, pensavo non fosse vero, perché io sapevo che il Falun Gong è buono. Una mia collega mi ha detto che questa persecuzione sembrava quella fatta ai cristiani tanto tempo fa». 
Dopo l’inizio della persecuzione del Falun Gong, sei stata arrestata?
«Si, nel dicembre del 1999 sono andata nella città di Guangzhou – ero solita andare lì durante i weekend per vedermi con altri praticanti – ho incontrato altri praticanti al parco per mangiare assieme e condividere i nostri pensieri, e poco dopo è arrivata la polizia e ci ha arrestato con l’accusa di 'disturbo all’ordine sociale'». 
Dove sei stata rinchiusa?
«Sono stata portata nel centro di detenzione Tianhe di Guangzhou». 
C’erano altri praticanti con te? In che condizioni stavate?
«Sì, se ricordo bene eravamo più o meno 30 nella stanza, di cui otto erano praticanti del Falun Gong. Lì dentro mangiavamo, dormivamo e lavoravamo: facevamo dei fiori essiccati e di plastica, destinati all’esportazione. Le mie mani erano spesso sanguinanti per le piccole ferite a causa delle spine. Ogni giorno ricevevamo solo due pasti, con riso bollito nell’acqua con della sabbia, e delle verdure marce lesse, senza sale. 
«Io e alcuni praticanti ci alzavamo presto per praticare gli esercizi, e alcuni sono stati ammanettati e picchiati. Abbiamo fatto lo sciopero della fame per protestare contro la persecuzione. In risposta un ufficiale poliziotto, molto vile, ha condotto l’alimentazione forzata con l’aiuto di alcuni detenuti criminali maschi. Essi tenevano fermi le mani e i piedi di una praticante, hanno aperto la sua bocca con la forza e hanno versato una soluzione  salina satura nella sua gola. In seguito, ho saputo che un praticante maschio, il signor Gao Xianmin fu ucciso in questo modo per soffocamento». 
Quanto tempo sei rimasta lì? Cos’è successo dopo?
«Sono rimasta nel centro di detenzione Tianhe per 15 giorni.
«Mentre ero in quel centro di detenzione la polizia è andata dal mio capo per chiedergli se aveva le chiavi del mio appartamento. Il mio capo gli ha detto di no, così la polizia se ne è andata dicendo che sarebbero tornati. Una volta uscita la polizia mi ha mandata a lavorare a Shangai per la stessa agenzia.
      Per saperne di più:
«In quel momento la persecuzione era molto grave. Sempre più praticanti del Falun Gong venivano arrestati ogni giorno e persino torturati e uccisi. Tanti cinesi non sapevano la verità riguardo alla persecuzione. I media statali cinesi avevano portato a grandi incomprensioni sul Falun Gong. Quindi ritenevo giusto distribuire del materiale per chiarire la verità allo scopo di fermare la persecuzione e per far comprendere ai Cinesi che il Falun Gong è buono. 
«A ottobre 2001 sono stata arrestata dall’ufficio 610 di Shanghai [un ufficio extralegale istituito per perseguitare i praticanti del Falun Gong, ndr] e portata in un centro di detenzione. C’erano altri praticanti con me. Ogni tanto provavamo a fare gli esercizi, ma per punizione la polizia ci legava le mani dietro alla schiena. Una volta ho subito questa punizione per due giorni e una notte. Per protesta facevamo lo sciopero della fame». 
Poi ti hanno rilasciata?
«No, dopo un anno mi hanno portata al carcere femminile di Shangai. Anche lì ho lavorato tantissimo: producevo vari tipi di pantaloni, magliette e maglie di lana, ho fatto delle bandierine nazionali del Regno Unito, ho cucito a mano i vestiti tradizionali coreani, le gonnelline per le bambole, lenzuola e copriletto, piccoli cuscini e così via. Tutto questo veniva poi esportato all’estero. Il profitto di produzione è collegato direttamente al bonus dei poliziotti, per cui i detenuti sono diventati uno strumento per la loro fonte di guadagno. 
«Per i praticanti del Falun Gong, è riservato anche un 'trattamento speciale', cioè la sorveglianza incessante di altri detenuti. Loro scrivevano dei rapporti giornalieri sulla mia situazione e di notte facevano i turni per tenermi sotto controllo, per impedirmi di praticare gli esercizi, per impedire le conversazioni tra me e altri. A causa del fatto che volevo fare gli esercizi, mi hanno picchiata più volte con bastoni elettrici, su tutto il corpo, e il viso era la parte più colpita». 
Hai subito altre torture?
«Si, dato che non volevo rinunciare alla pratica del Falun Gong, sono stata inviata alla squadra speciale dove ho subito il lavaggio di cervello e l'abuso psicologico. Il loro scopo era di utilizzare ogni possibile mezzo ingannevole per costringere i praticanti del Falun Gong a rinnegare la loro fede. Sono stata rinchiusa in una cella d’isolamento, con 3-4 detenuti come guardia. Questi detenuti sono stati selezionati e istruiti con le teorie di lavaggio del cervello del Pcc. 
«La tattica più usata era quella di punire gli altri, per colpire i praticanti. Per esempio, se un praticante insiste nella sua fede e si rifiuta di 'trasformarsi', allora i poliziotti non lasciano dormire tutti i detenuti della cella, punendoli e costringendoli a stare in piedi e a fare l’esercitazione militare. In questo modo, incitavano all’odio gli altri detenuti contro il praticante. 
«Organizzavano anche vari tipi d'iniziativa per la 'trasformazione'. Ad esempio un corso legale, un corso psicologico e di salute mentale, un concorso di canto, dove veniva permesso di cantare solo le canzoni propagandistiche del Pcc, più varie sessioni di 'critiche' contro il Falun Gong. 
«Questa è stata la cosa peggiore, era terribile. È difficile da spiegare, sembrava che volessero farmi pensare che il nero era bianco, e il bianco era nero». 
Hai altre cose da aggiungere riguardo al sistema persecutorio del Partito?
«Sì, mi ricordo che nel 2003 tutti i praticanti sono stati radunati per un controllo del sangue, inclusi coloro che erano rinchiusi nelle celle di isolamento. Il campione del nostro sangue veniva numerato e sigillato. Una volta, siamo stati portati in una grande ambulanza, dove siamo stati sottoposti a delle radiografie per controllare i nostri organi interni con una macchina sofisticata. Tutti i praticanti del Falun Gong sono stati sottoposti a questo controllo. Ma gli altri detenuti non sono stati sottoposti. Non sapevamo lo scopo di questo esame. 
«Da quando è stato reso pubblico che il Pcc effettuava il prelievo forzato di organi ai praticanti del Falun Gong, mi sono resa conto della perversità di quell’atto. Ho capito, con terrore e ripugnanza, che il controllo era legato al 'raccogliere organi vivi'. Molti praticanti del Falun Gong, io inclusa, siamo stati minacciati dai poliziotti, che se non “ci trasformavamo”, dovevamo essere mandati in un luogo molto remoto. Adesso capisco che “quel luogo molto remoto” si riferiva al campo di concentramento dei praticanti del Falun Gong, i cui organi sarebbero stati prelevati e venduti!».
Com'era l'ambiente in Cina prima della persecuzione? Potevi praticare liberamente?
«Sì, era molto sereno. Tutti sapevano che i praticanti del Falun Gong sono un gruppo di brave persone. I principi del Falun Gong sono Zhen, Shan, Ren [tradotto in italiano con Verità, Compassione e Tolleranza, ndr]: Zhen significa essere sinceri con sé stessi e gli altri. Se si segue Shan si cerca il bene degli altri e si aiuta il più possibile. Ren significa essere una persona tollerante e di larghe vedute. Se una persona segue questi principi la moralità della società si eleverà. 
«Tutte le mattine si facevano gli esercizi assieme, in piazza o nei parchi e poi ognuno andava al lavoro. Anche il pomeriggio, dopo il lavoro, c’erano molte persone che praticavano. Anche i giornali scrivevano degli articoli che mostravano quanto fosse positivo. 
«Ogni weekend andavo a fare gli esercizi nello stadio di Guangzhou Tianhe. C’erano migliaia di praticanti che facevano gli esercizi tutti assieme. Durante la settimana invece facevo gli esercizi o a casa o nell’area verde della mia agenzia. Anche i miei colleghi a volte facevano gli esercizi con me». 
Come sei riuscita a raggiungere l'Italia?  Da quanto tempo sei qui?
«Dopo che sono uscita dal carcere femminile di Shanghai, sono rimasta in città per poco tempo a chiarire la verità ai cinesi. Però avevo notato che la polizia mi seguiva spesso. Così ho deciso di andare via: sono andata a Pechino e ho preso un volo per l’Italia. Ormai vivo qui da sette anni». 
Hai ottenuto lo status di rifugiato?
«Sì, dopo che ho raccontato la mia storia al Consiglio Italiano per i Rifugiati loro hanno capito la gravità della persecuzione, così mi hanno voluta aiutare. Ho ottenuto lo status nel 2008». 

Da quanti anni non torni più in Cina? Puoi ritornarci?
«Più o meno da sette anni. No, non posso perché c’è ancora la persecuzione. Penso che sia importante che sempre più persone vengano a sapere e aiutino a fermare tutto questo, soprattutto il prelievo forzato di organi, perché secondo me questa persecuzione non va solo contro i praticanti del Falun Gong ma contro i principi della moralità umana – contro Verità, Compassione e Tolleranza. Spero che finisca il prima possibile».

Davide Giannotti , Epoch Times
http://epochtimes.it/n2/news/la-persecuzione-del-falun-gong-vissuta-da-un-praticante-cinese-1987.html 

IL PERICOLOSO (?) FALUN GONG

 

A Londra, in molte parti d'Europa e recentemente anche in Italia, si sta parlando del Falun Gong. Una pratica di Qi gong ma anche un credo forte che ha creato diverse tensioni in Cina

L'interesse era già nato quando una persona molto attenta a antiche e nuove forme di lavoro sull'energia e sulla meditazione mi aveva sottoposto il sito ufficiale del Falung Gong. Poi, qui a Londra, trovandomi in un centro di ricerca della salute, ecco che leggo queste parole: "Il Falun Gong è un sistema di pensiero totalmente pacifico che innalza la qualità del livello di comportamento morale.", Lord Avebury, UK Parliamentary Human Rights Group. 

Incuriosita, mi sono andata a cercare altre quotes. Pare che un certo David Kilgour, primo Segretario di Stato del Canada, abbia dichiarato che "Il regime in Cina, senza reali motivi se non dovuti alla paranoia, nel Falung Gong vede e ha visto una minaccia sin dal luglio 1999, anno in cui furono avviate azioni di massa per eliminare questi gruppi di praticanti." L'interesse è salito immediatamente e la voglia di documentarsi anche.

Cos'è il Falun Gong

Non so se avete mai provato alcuni esercizi energetici cinesi conosciuti con il nome di Qi Gong. Curano il corpo, riscaldano e massaggiano organi interni e creano un contatto profondo tra la persona e il suo respiro. Pratico con un acerta regolarità questi esercizi, ma del Falun Gong non avevo mai sentito parlare. Pare che sia una pratica costituita di movimenti molto lenti che derivi dalla stessa tradizione di altri esercizi di Qi gong più conosciuti. Vengono descritte come pratiche che migliorano la salute, la vitalità e l'armonia.

Questi esercizi traghettano i principi di una filosofia che non ha un nome specifico ma poggia su tre pilastri: Verità, Gentilezza, Tolleranza. (In tutti i siti e le brochures che ho trovato, i valori sono indicati con la maiuscola, quindi mi attengo).

In sintesi, chi li pratica dovrebbe diventare più onesto, sviluppare una certa umiltà e un senso di pace interiore da spargere nel mondo.

Falun Gong o Falun Dafa?

Cercando e ricercando, ecco che oltre al Falun Gong, rintraccio un altro nome Falun Dafa. Dopo una breve ricerca capisco che si tratta della medesima pratica. Reso pubblico nel 1992 da Mr. Li Hongzi, si dice che nel 1998 i praticanti eran già cresciuti fino a raggiungere il numero di 100 milioni.

Chi è questo Mr. Li Hongzi? Il fondatore di un metodo che lui stesso afferma possa favorire the assimilation to the highest qualities of the universeZhen 真 Shan 善 Ren 忍. Questo sembra sia proprio il punto della pratica: conoscere profondamente, equindi, in qualche modo, arrivare a "somigliare nello spirito" a quelle che sono le qualità che appartengono all'universo: le sopracitate Verità, Gentilezza, Tolleranza. Nel sito di riferimento si trovano anche esercizi in serie eseguiti dallo stesso Li Hongzi.

Lo scopo finale è molto simile all'illuminazione, e con il termine è da intendere quella forma vicina alla non-forma del Tao, ovvero un modo di "farsi Tao", diventare "la Via". Si tratta di tutta una serie di riferimenti che appartengono alla tradizione taoista.

Il Falun Gong e il Partito Cinese Comunista

In tutti i volantini che ho trovato a Londra relativi al Falun Gong  - che, a come si dichiara, sono stati creati, stampati e pagati dai volontari - si parla di un attacco diretto ai praticanti del sistema da parte del Partito Cinese Comunista. Il sostantivo che ricorre è proprio "persecuzioni", quella che il Partito avrebbe avviato contro i praticanti, prima in maniera più blanda e poi, dal 1999, in modo più deciso e risoluto. Si riportano dati generici relativi a un documento dell'ONU del 2005 in cui si indicherebbe che tra i casi di tortura almeno il 66% riportava i nomi dei praticanti del metodo Falun Gong.

Questi volantini riportano i nomi e i volti di praticanti massacrati o sfigurati. Viene riferito anche della diffusa pratica di recuperare gli organi dei praticanti uccisi per destinarli poi ai trapianti.

Sul crimine e sulla natura terapeutica di questi esercizi continueremo a cercare informazioni...

Elisa Cappelli
 
http://www.cure-naturali.it/qi-gong/2054/qi-gong-falun-gong/3273/a

Immagine | Falun Gong Practicioners 

Il membro del Falun Gong fuggito dalle persecuzioni del governo cinese


"Zhuqiang" non ha voluto farsi fotografare o rendere pubblico il suo vero nome, perché pensa che l'ambasciata cinese dell'Aia lo tenga sotto controllo. Questi sono i volantini che mi ha lasciato. 
Qualche settimana fa ho incontrato “Zhuqiang” in un parco vicino casa mia, mentre stava attaccando agli alberi poster con immagini di gente che meditava. Gli ho chiesto il motivo e lui, mescolando un inglese traballante a un olandese ancora più stentato, mi ha spiegato che stava per mettersi a meditare.

Non capivo come circondarsi di foto di persone che meditano potesse aiutarlo a raggiungere uno stato di piena consapevolezza di sé, così ci siamo messi a parlare. Mi ha detto di essere scappato dalla Cina ormai più di cinque anni fa e di essersi trasferito nei Paesi Bassi perché era un membro del Falun Gong, una setta religiosa e movimento spirituale cinese fondato da Li Hongzhi nel 1992.

Falun Gong non è un'organizzazione violenta, mi ha spiegato, ma essendo gestita in modo centralizzato e avendo raccolto milioni di seguaci in un periodo molto breve, il governo cinese ha iniziato ad avvertirla come una minaccia. Così, ha messo in atto una campagna denigratoria e dal 1999 ha iniziato a perseguire penalmente e imprigionare quanti ne facessero parte.

Zhuqiang ci teneva molto a raccontarmi la sua storia, quindi l’ho incontrato un paio di giorni dopo nello stesso posto in cui ci siamo visti la prima volta. Subito dopo avermi stretto la mano si è tirato giù il colletto e mi ha mostrato le cicatrici—testimonianze, ha detto, delle varie torture subite in un campo di lavoro dove ha dovuto scontare la sua pena. “Sono stato arrestato nel 2002, dopo che la polizia mi ha visto fare qigong—una serie di pratiche ed esercizi della tradizione cinese fatti propri dal Falun Gong,” ha detto. “Credo negli insegnamenti del Falun Gong, e stavo eseguendo quegli esercizi perché stavo male. Il qigong può riportarti in salute ma, senza chiedermi nulla, la polizia mi ha portato via e mi ha imprigionato. "

I ritmi di vita del campo di lavoro lo sfinivano al punto che aveva perso il senso del tempo. Non è sicuro di quanto a lungo ci sia rimasto, e ipotizza un periodo minimo di due anni. Quando è entrato nel campo l'hanno costretto a firmare un contratto in cui dichiarava che non avrebbe mai più avuto a che fare con il Falun Gong. Zhuqiang si è rifiutato di firmarlo. “Non ho mangiato, bevuto e dormito per giorni—e ogni volta che mi addormentavo, mi prendevano a calci finché mi svegliavo,” mi ha raccontato. “Non mi lasciavano parlare con nessuno. Dopo un mese mi sono ammalato, ero pieno di ascessi. A quel punto ho firmato il contratto.”

Subito dopo la firma, Zhuqiang è stato costretto a cominciare a lavorare. Lo faceva per circa 20 ore al giorno, anche se non è sicuro nemmeno di questo. Insieme ad altri membri del Falun Gong aveva il compito di assemblare dei fiori finti.


Attivisti protestano contro la persecuzione dei membri del Falun Gong (foto via)

“Dovevamo lavorare duramente,” mi ha detto. “Quando parlavo con gli altri, le guardie mi picchiavano. A volte cadevo a terra perché ero troppo stanco per stare in piedi, e allora mi picchiavano ancora di più o mi davano delle scosse elettriche.” Dopo una giornata lavorativa di 20 ore, i prigionieri venivano spesso costretti a correre. “Non so quanto ci impiegassimo a correre, ma se non correvi abbastanza veloce ti picchiavano con una mazza. Finita la corsa ricevevamo del cibo, del mantou [panini cinesi al vapore], ma era sempre stantio e ammuffito. Poi andavamo a dormire in cella con altre 12 persone. "

Dopo due anni passati nel campo di lavoro, Zhuqiang non riusciva più a camminare. Non era più utile, quindi gli hanno fatto scontare il resto della pena a casa sua. “Mia mamma veniva davanti al cancello della prigione ogni giorno per chiedere il mio rilascio. Ha speso quasi tutti i suoi risparmi per assicurarsi che tornassi a casa,” ha ricordato Zhuqiang. Mentre stava a casa della madre, veniva sorvegliato costantemente. “C’era una macchina parcheggiata davanti a casa nostra, 24 ore al giorno, tutti i giorni. Non potevo mai lasciare casa e le tende dovevano rimanere sempre aperte,” mi ha detto.

Dopo qualche mese, Zhuqiang ha inziato a sentirsi meglio e a ideare un piano per riguadagnarsi la libertà. Aveva capito qual era la routine delle sue guardie, e aveva preso nota degli orari in cui si stancavano e si addormentavano. “Un giorno li ho visti addormentarsi, così ho colto l’attimo,” mi ha raccontato. “Ho chiesto a mia madre di comprarmi dei vestiti da donna, un rossetto e una parrucca.

Ho indossato il tutto in fretta e furia e sono scappato di casa, per raggiungere un amico che poteva aiutarmi a lasciare il paese.”

Da allora, Zhuqiang non ha più rivisto sua madre. La chiama una volta al mese, prestando sempre attenzione a quello che si dicono, perché è possibile che i telefoni di casa siano tuttora sorvegliati. Per fortuna, la polizia non le ha ancora creato problemi.

Dopo essere riuscito a scappare da casa sua grazie al travestimento, Zhuqiang si è diretto a Hong Kong. Ha vissuto là, in un rifugio, per un po’ di settimane, prima di riuscire a raggiungere Bangkok con l’aiuto di altri membri Falun Gong. “Poi il governo olandese mi ha fatto avere un biglietto per venire qui,“ mi ha detto. “Gli sono stato molto grato.”

Son passati quasi cinque anni da quando Zhuqiang è atterrato in Olanda ed è stato portato al centro per richiedenti asilo di Amersfoort, vicino Utrecht. Un anno dopo aveva una casa ad Amsterdam, vicino a Westerpark, il parco dove l’ho incontrato. Ha un permesso di soggiorno e parla sempre di quanto sia felice di vivere qui, ma mentirebbe se dicesse che tutti i suoi problemi sono acqua passata.

Ha difficoltà a trovare lavoro perché non conosce la lingua, ed è malato, conseguenza dei due anni trascorsi nel campo di lavoro. A volte, mentre parlavamo, ci siamo dovuti interrompere perché avvertiva un forte dolore alla testa.

“Il mal di testa costante è dovuto alle scosse elettriche che ricevevo nel campo. E poi non riesco a dormire,” si è lamentato. In più, a volte al mattino trova del sangue nelle urine o sulle lenzuola; dovrebbe consultare un medico, ma non ha soldi per farlo. Dovrebbe anche ottenere la cittadinanza, cosa in cui finora non ha avuto successo.

Quando è andato al municipio con i suoi documenti cinesi gli hanno detto che doveva farli tradurre da un’agenzia. Secondo l'impiegata del municipio, senza il timbro di un’agenzia ufficiale la traduzione non sarebbe stata valida, e Zhuqiang non avrebbe potuto chiedere la cittadinanza. “Mi hanno dato il numero di telefono di tre agenzie. Le ho chiamate tutte, ma una aveva chiuso, l’altra faceva traduzioni solo dall’inglese all’olandese e la terza non potevo permettermela,” ha sospirato.


Una manifestazione indetta per fermare la persecuzione dei Falun Gong a New York, nel 2007 (foto via)

Quando ho chiamato il comune di Amsterdam per chiedere cosa dovesse fare Zhuqiang, una donna mi ha detto che c'era la possibilità di consegnare alcuni documenti rilasciati dal Centro di Immigrazione e Naturalizzazione (IND), come le copie del colloquio fatto al suo arrivo nei Paesi Bassi e una copia del passaporto del padrone di casa. La trafila di procedure mi è sembrata intenzionalmente complessa, anche per uno del posto come me, il che mi ha fatto riflettere. Come fa un rifugiato che non parla la lingua a stare dietro a questa burocrazia?

Ho detto a Zhuqiang che potevamo andare insieme al comune e cercare una via più semplice, ma non ha voluto. “L’uomo al municipio mi ha detto che potevo tornare solo con i timbri di un’agenzia di traduzione, e io non ce li ho,” ha detto. “Non voglio che si arrabbi con me. Magari poi mi cacciano.”

Non sono stato in grado di convincerlo del fatto che un impiegato incazzato non avesse il potere di fargli lasciare il paese, ma lui ha insistito e non è voluto tornare senza i timbri. Ho chiamato la donna un’altra volta e mi ha detto che sarebbe stato “più facile se i documenti fossero stati certificati all’ambasciata olandese in Cina.” Le ho risposto che Zhuqiang non aveva avuto tempo per farlo, mentre scappava dalle guardie appostate sotto casa di sua madre e lasciava di nascosto il paese.
Aggiornamento: dopo che questo articolo è stato pubblicato dalla redazione olandese di VICE, una persona si è offerta di aiutare Zhuqiang a tradurre i documenti e a certificarli senza chiedere niente in cambio. 

Sander Roks 

fonte: https://www.vice.com/it/read/intervista-membro-falun-gong-cina-persecuzione
  

Voci da tutta l'Australia: "Fermate la persecuzione del Falun Gong"


(Minghui.org) Il 19 marzo 2016, nel centro di Canberra, in Australia, una donna ben vestita si è avvicinata ad un praticante e gli ha espresso un suo desiderio: "Oggi mi piacerebbe fare qualcosa di insolito. Vorrei aiutare a raccogliere firme contro la persecuzione del Falun Gong ".

Il praticante stava raccogliendo le firme sulle cartoline indirizzate al Primo Ministro Malcolm Turnbull, con la richiesta di intervenire per fermare la persecuzione del Falun Gong durante la sua visita in Cina del 14 e 15 aprile.

La donna ha inoltre preso alcuni materiali informativi sul Falun Gong, dicendo che li avrebbe distribuiti ai suoi colleghi ai quali avrebbe anche chiesto di firmare le cartoline. Lei non aveva mai firmato una petizione a un evento del genere.

La signora, che lavora al Ministero degli Affari Esteri e del Commercio, stava passando davanti allo stand informativo del Falun Gong nel centro di Canberra. Ha chiesto a Xuan Tieu, un praticante, la seguente domanda: "Mi scusi. Vorrei delle risposte ad alcune domande sul Falun Gong. Ho letto il libro di David Kilgour sul prelievo di organi dai prigionieri ancora in vita e credo rispecchi la realtà. Vorrei sapere però, cos'è il Falun Gong e il motivo per cui subisce una tale persecuzione".

Questa donna è andata spesso in Cina per accordi commerciali e, in passato, aveva ascoltato la propaganda del Partito Comunista Cinese contro il Falun Gong ma ora voleva conoscere il punto di vista di un praticante.

Dopo aver ascoltato Xuan parlare della persecuzione in Cina, così come delle proprie esperienze personali con la pratica, è rimasta visibilmente toccata.

Xuan le ha donato il libro ‘Organi di Stato’ e la signora ha detto che lo avrebbe letto e che avrebbe chiesto ai suoi colleghi di fare lo stesso.

 Melbourne, la gente firma le cartoline che invitano il Primo ministro australiano a intervenire per fermare la persecuzione del Falun Gong

I praticanti del Falun Gong, dopo un mese, erano ancora per le strade di varie città australiane per chiedere alle persone di firmare a sostegno della fine della persecuzione.

Politico dell’Australia occidentale sollecita il Primo ministro, durante la sua visita in Cina, a sollevare la questione dei diritti umani 

Il Dr Thor Kerr, candidato del Partito dei Verdi, ha firmato la cartolina per sostenere gli sforzi contro la persecuzione
 
 Il 3 aprile, sia alla Fiera Rotary Willetton sia alla fiera della Comunità di Padbury, nell’Australia occidentale, i praticanti del Falun Gong hanno allestito uno stand.

Hanno mostrato gli esercizi del Falun Gong sollevando la questione della consapevolezza sulla persecuzione in Cina. Il Dr. Thor Kerr, candidato al Distretto Tangney del Partito dei Verdi, ha chiesto informazioni dettagliate sulle atrocità del prelievo forzato di organi e ha firmato una cartolina.
Spera che il Primo ministro sollevi la questione dei diritti umani durante la sua prossima visita in Cina. Ha chiesto ai praticanti del Falun Gong, inoltre, di informarlo su nuovi sviluppi del prelievo forzato di organi dai praticanti vivi.

Attività organizzate anche ad Adelaide, Perth, Melbourne e sulla Gold Coast
A Melbourne, i residenti si sono fermati di fronte allo stand del Falun Gong e, dopo aver appreso della persecuzione, hanno firmato le cartoline.

 Musaad Alshuliwi firma una cartolina e dice che gli piacerebbe imparare il Falun Gong
Musaad Alshuliwi, si è fermato e ha detto: "Le persone vengono uccise per la loro fede. È terribile! Sostengo gli sforzi dei praticanti del Falun Gong contro la persecuzione. Ho visto alcuni filmati sui cambiamenti positivi che si ottengono dopo aver praticato il Falun Gong. Non capisco il motivo per cui il Partito Comunista lo perseguiti. Il regime vuole controllare completamente la mente delle persone".

Ha poi continuato: "I paesi occidentali, tra cui l'Australia, devono prestare attenzione ai diritti umani quando fanno affari con la Cina. La situazione sarebbe diversa se lo facessimo".

Demyan Golushinsdy firma una cartolina

Il 12 aprile, a Bondi Junction Mall, Demyan Golushinsdy, un passante, si è fatto avanti per chiedere ai praticanti se facessero la meditazione. Ha raccontato di lavorare nel settore immobiliare e che ha fatto affidamento sulla meditazione per ridurre lo stress. Aveva già sentito parlare del Falun Gong e stava tenendolo in considerazione; era contento di aver incontrato i praticanti e di aver potuto conoscere meglio questa pratica. Ha continuato dicendo che avrebbe cercato lo Zhuan Falun on-line, il libro principale del Falun Gong, e che avrebbe iniziato a praticare il Falun Gong da solo.

Jim impara a conoscere i benefici scaturiti dalla pratica del Falun Gong
Un altro passante di nome Jim, era alla ricerca di una pratica di meditazione per ridurre lo stress accumulato con il lavoro e per mantenersi in forma. Un uomo che pratica da quasi vent'anni, gli ha parlato dei benefici del Falun Gong vissuti nella sua esperienza personale. Jim, ispirato dalla vitalità di quest’uomo più anziano, ha detto che avrebbe anche lui iniziato la pratica.

John, un praticante, insegna ad Alex gli esercizi
Alex, un altro passante, ha detto di sentirsi bene nel vedere che così tante persone praticano il Falun Gong. Ha subito firmato una cartolina ed ha iniziato a imparare gli esercizi sul posto.
Versione inglese
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Li Zheng, corrispondente Minghui
fonte: http://it.clearharmony.net/articles/a115441-Voci-da-tutta-l-Australia-Fermate-la-persecuzione-del-Falun-Gong.html
 
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1 commento:

  1. buongiorno solo una precisazione importante, il Faluun Gong non è ne una setta come invece ha scritto, ma è un semplice disciplina di coltivazione spirituale nulla a che fare con cerimonie , imposizioni religioge o di sette. grazie

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