Solo diciotto mesi fa erano in corso negoziati tra il presidente russo Putin e quello della Turchia Erdogan per la progettazione di un importante gasdotto in Europa meridionale che partisse dai giacimenti di gas russi, attraversasse il Mar Nero, passasse attraverso la Turchia e arrivasse al confine Greco-Turco. Il Turkish Stream, come era stato chiamato, venne proposto nei colloqui ad Ankara tra Putin e Recep Tayyip Erdogan nel Dicembre 2014 dopo il sabotaggio economico dell’UE che aveva costretto la Russia a cancellare i piani per il suo gasdotto South Stream in Bulgaria e negli stati dell’Europa Sudorientale e Meridionale. 

Ora la Grecia ha deciso stupidamente di unirsi alla “guerra del gas” della NATO contro la Russia, firmando un accordo di gran lunga più costoso per costruire il cosiddetto Gasdotto Trans-Adriatico per trasportare gas dal giacimento offshore di Baku Shah Deniz II attraverso la Grecia, l’Albania e poi sul fondo dell’Adriatico fino all’Italia. La geopolitica europea del gas sta rapidamente diventando rischiosa quanto la sua geopolitica del petrolio.

Il 17 Maggio Alexis Tsipras, opportunista in capo e Primo Ministro Greco, ha firmato un accordo a Salonicco per inaugurare l’inizio della costruzione attraverso la Grecia del Gasdotto Trans-Adriatico (TAP), lungo 550 Km. Tsipras ha pubblicizzato ai media il progetto da 1,5 miliardi di dollari stimati come “uno dei più grandi progetti stranieri di investimento diretto mai eseguito in Grecia”. Erano presenti alla cerimonia i burocrati dell’Unione Europea, così come politici di alto rango provenienti da Grecia, Turchia, Albania, Italia e Bulgaria.

Cosa abbastanza curiosa, era presente anche il Dipartimento di Stato americano, anche se non ha avuto una parte diretta negli accordi energetici interni dell’UE. Ma, indirettamente, fin dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nei primi anni ’90, Washington è stata al centro delle strategie energetiche dell’UE, tentando di sabotare la russa Gazprom ad ogni occasione. L’essenza della “guerra del gas” dell’UE è lo sforzo americano, in modo diretto attraverso la pressione di Washington e della NATO, e indirettamente attraverso gli “amici” nella Commissione europea, per indebolire o sabotare completamente le esportazioni della russa Gazprom verso i mercati dell’UE.

A causa dei regolamenti europei sui “gas serra”, e dell’eliminazione graduale dell’energia nucleare da parte della Germania, la richiesta di gas naturale per rimpiazzare il carbone e altri carburanti nei paesi dell’Unione Europea aumenterà drammaticamente, così come la necessità di importare il gas. Nei prossimi quattro anni le importazioni di gas aumenteranno dall’attuale 45% del consumo totale di gas nell’UE, a circa il 65% entro il 2020.

Lo stupido TAP
Il Gasdotto Trans-Adriatico è una porzione di una catena di gasdotti molto più costosa e lunga che dovrebbe collegare il giacimento offshore azero Shah Deniz II all’UE, bypassando l’opzione russa. Il TAP porterà il gas azero dallo Shah Deniz II ai mercati europei attraverso la Grecia e l’Albania. Gli azionisti del TAP includono il gruppo energetico statale dell’Azerbaigian SOCAR (20%), la BP (20%), l’italiana Snam (20%), la Fluxys (19%), l’Enagás (16%) e la Axpo (5%). Della lunghezza totale del TAP, 878 Km, solo 550 Km passeranno attraverso la parte settentrionale della Grecia, 215 Km attraverso l’Albania, 105 Km attraverso il Mar Adriatico e 8 Km attraverso l’Italia. L’impoverito dai debiti, economicamente depresso governo greco è stato costretto a concedere alle compagnie che compongono il consorzio TAP AG agevolazioni fiscali per 25 anni.

Il TAP trasporterà il gas azero per mezzo di un gasdotto molto più lungo chiamato Gasdotto Trans-Anatolico (TANAP). Il TANAP è un gasdotto lungo 1850 Km che si suppone trasporterà 16 miliardi di metri cubi di gas all’anno dal giacimento Shah Deniz II nel Mar Caspio, gestito dalla BP, per un enorme costo stimato in 10 miliardi di dollari. Partirà dal confine Georgia-Turchia e arriverà al confine turco con la Grecia. Lì si unirà al TAP, che corre attraverso la Grecia, l’Albania e sul fondo del Mar Adriatico per arrivare ad un hub nell’Italia meridionale.

TAP e TANAP fanno parte del cosiddetto Corridoio Meridionale del Gas della Commissione europea, la catena del valore del gas più complessa mai sviluppata al mondo, secondo il consorzio TAP AG che costruirà la sezione greca. Si estende per oltre 3500 chilometri, attraversando sette paesi, e coinvolgendo più di una dozzina di importanti compagnie energetiche. Se completato entro il 2020 dovrebbe consegnare all’UE circa 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas azero.

Il Poseidon della Gazprom
Lo scorso Febbraio 2016, lo stesso Alexis Tsipras ha preso parte a tutt’altra cerimonia. Il 24 Febbraio è stato firmato un “Memorandum d’Intesa” per sviluppare un progetto di gasdotto tra la Grecia e l’Italia, permettendo la potenziale realizzazione di un percorso meridionale per la fornitura di gas russo all’Europa. L’accordo è stato firmato da Aleksej Miller, Amministratore Delegato di Gazprom, da Marc Benayoun, AD dell’italiana Edison e da Theodoros Kitsakos, l’Amministratore Delegato della società pubblica greca per la fornitura di gas DEPA.

Il Poseidon Gazprom-Greco-Italiano è stato progettato per offrire un’altra opzione per portare il gas russo negli stati dell’Europa meridionale, dopo che la pressione di Washington sulla Commissione Europea di Bruxelles ha costretto la Bulgaria ad abbandonare nel Dicembre 2014 i piani per procurarsi il gas russo con un progetto chiamato South Stream, un gasdotto molto più economico del TAP-TANAP-Corridoio Meridionale per il Gas.

Il gasdotto South Stream è stato progettato per trasportare 63 miliardi di metri cubi all’anno di gas russo in Bulgaria e, via Serbia, Ungheria e Slovenia, in Italia. Per contrasto, l’alternativa europea del TAP trasporterà solo 10 miliardi di metri cubi all’anno, e anche questo è incerto. Una strana scelta economica per un’UE che è nel mezzo di una grave crisi economica. Le alternative russe proposte sarebbero costate 15,5 miliardi di euro e avrebbero trasportato circa 63 miliardi di metri cubi all’anno, e il TAP-Corridoio Meridionale per il Gas appoggiato dagli USA trasporterà solo 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno per un costo di costruzione di 45 miliardi di dollari.

Lo stesso mese in cui la Russia ha annunciato l’abbandono del South Stream, il Dicembre 2014, Putin ed Erdogan hanno accettato di discutere un’altra alternativa della Gazprom per soddisfare le richieste di gas dell’Europa sudorientale e dell’Italia. È stato chiamato Turkish Stream, e avrebbe trasportato il gas russo sul fondo del Mar Nero, attraverso un breve tratto in Turchia fino ai confini della Grecia. 

L’abbattimento da parte dell’Aeronautica turca di un jet russo nello spazio aereo siriano nel Novembre 2015 ha condotto ad un raffreddamento delle relazioni russe con la Turchia e alla fine, almeno per il momento, del Turkish Stream.

Il costo stimato del South Stream proposto dalla Russia, che Washington ha sabotato, e della sua alternativa, il Turkish Stream, era intorno ai 15,5 miliardi di euro, un terzo dell’enorme costo di 45 miliardi di dollari stimato per il TAP-Corridoio Meridionale per il Gas. Per gli strateghi di guerra economica di Washington, inclusa la neoconservatrice residente del Dipartimento di Stato, Victoria Nuland, il costo non è un problema fino a quando a dover pagare saranno i paesi dell’UE.

Il progetto Poseidon della Gazprom del Febbraio 2016 ha previsto una nuova opzione per il gas russo in Grecia ed Europa meridionale. Secondo i rapporti della stampa russa, il Poseidon potrebbe portare ad un nuovo accordo con la Bulgaria per trasportare il gas della Gazprom attraverso quel paese.
Sergej Pravosudov, direttore dell’Istituto russo per l’Energetica Nazionale, ha detto che il percorso bulgaro era l’opzione più avanzata per il trasporto del gas russo.

Il nuovo “bailout” greco per bloccare il Poseidon
Washington è stata rapida a reagire alla nuova minaccia di importazione di gas russo, iniziando il round successivo della guerra del gas. Dietro la tenda della politica europea, il posto dove viene presa la maggior parte degli accordi, Washington ha fatto un’enorme pressione sul governo Merkel e gli altri stati dell’UE per organizzare una nuova tranche di aiuti economici per la Grecia.

Il 25 Maggio la Germania e altri governi europei hanno reso pubblica la decisione di concedere alla Grecia una nuova tranche di aiuti di 10,3 miliardi di euro. Il popolo greco, che sotto il regime di Tsipras ha ottenuto solo più austerity e tagli ai suoi standard di vita, non vedrà un centesimo di quel denaro. Andrà al servizio del debito pubblico greco nei confronti della Banca Centrale Europea e di altri creditori stranieri. Secondo le notizie di stampa tedesche, Washington ha spinto l’UE ad eseguire il bailout per impedire alla Grecia di avvicinarsi a Mosca col progetto russo Poseidon.

Pare che abbia funzionato. Il giorno dopo la firma dell’accordo sul TAP appoggiato dagli USA, Tsipras ha annunciato che stava fermando i colloqui con la Russia riguardo alla sua alternativa Poseidon. Washington sembra felice. Il Segretario di Stato americano John Kerry, congratulandosi col Primo Ministro Tsipras, ha definito il TAP un “primo esempio di infrastruttura che intensifica la sicurezza energetica europea”. Con questo intende la sicurezza dal gas russo. 

L’unico problema è che il gas dai giacimenti offshore dell’Azerbaigian non c’è. Le gravi carenze di scorte al largo dell’Azerbaigian stanno costringendo il governo azero e il suo gruppo petrolifero statale, la SOCAR, a cercare possibili importazioni di gas dalla… Gazprom russa. La principale fonte dell’Azerbaigian di gas per l’esportazione dal gigantesco giacimento offshore gestito dalla BP Shah Deniz è stata già messa sotto contratto per l’esportazione in Turchia e Georgia. La BP dice che la produzione di gas sarà stagnante per diversi anni a venire. Niente gas per la Grecia e l’Italia.

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Articolo di F. William Engdahl pubblicato su New Eastern Outlook il 10 Giugno 2016.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.it.