“In questo mondo mutevole
c’è frenesia anche
nella vita delle farfalle.”
(Kobayashi Issa)
Un
giorno Gurdjeff chiese se qualcuno avesse mai riflettuto sul lato
qualitativo e quantitativo, nell’universo. Notò che la matematica ci
permette di calcolare l’aspetto quantitativo, ma se vivessimo in un
universo fatto soltanto di aspetti quantitativi non sarebbe possibile
nessun tipo di trasformazione. La trasformazione è una questione che
riguarda la qualità, infatti la trasformazione consiste nel fatto che
una cosa si possa trasformare in un’altra cosa. Il “Lavoro” insegna che
viviamo in un mondo che ha delle grandi differenze qualitative perciò
questa è la dimostrazione concreta del fatto che la trasformazione è
insita nella natura delle cose.
In
conseguenza di questo ragionamento, tutto quello che chiamiamo “vita”
possiede il potere della trasformazione ovvero ha la capacità di
“convertire” ciò che è inferiore in qualcosa che è superiore. Nel corpo
fisico lo vediamo bene nell’Ottava del Nutrimento che trasforma i cibi
in energia. Se non accettiamo il fatto che viviamo in un mondo mutevole
in cui, in ogni istante, c’è qualcosa che muore, il nostro Centro
emozionale non saprà ridestarsi. E dobbiamo accettare anche il fatto
che, tutte le cose che non affrontano lo sviluppo producono una
degenerazione, perciò il Lavoro vuole contrastare la degenerazione della
vita.
Ma
questo fine così elevato diventa molto difficile da perseguire se
restiamo addormentati, perché la vita eserciterà il suo potere e avrà un
corso contrario al nostro destino. Nel fenomeno della reincarnazione
vediamo che la vita -per mezzo di esistenze successive- sviluppa
migliori capacità di pensiero e di sentimento e una maggiore nobiltà
d’animo. Nell’evoluzione che si compie tramite le reincarnazioni vediamo
che le forme che la vita assume si perfezionano sempre più diventando
delle strutture sempre più complesse.
L’aspetto
qualitativo e quantitativo coesistono e scorrono insieme, perché
l’universo è in grado di svilupparsi rispettando entrambi gli aspetti;
in effetti questi aspetti sono complementari e avanzano di pari passo.
Questo fatto si nota poco perché - di solito - si pensa che la
reincarnazione valga solo per le anime umane. Ma, in realtà, il fenomeno
della rinascita riguarda tutte le forme di vita e tutti gli organismi.
Ad esempio, la morte di una rosa, vede l’anima della rosa che ritorna
all’interno dell’anima di gruppo delle rose, e la sua rinascita avviene
come rosa. La morte del gatto vede l’anima del gatto ritornare
nell’anima di gruppo dei gatti, e lo vede rinascere come gatto.
Nell’uomo
avviene una cosa diversa, perché l’uomo che muore non ritorna a
fondersi con l’anima di gruppo perché l’uomo è dotato di una coscienza
individuale che resta separata. Per questo, nel momento in cui l’uomo si
reincarna, ritorna a vivere avendo a sua disposizione le qualità che ha
acquisito nelle sue vite passate. E ritrova che le sue qualità non sono
diminuite, perché non sono state condivise con altri individui.
Solitamente non si notano tutti gli aspetti di questo fenomeno, perché
questa dottrina è interpretata in modo diverso da varie concezioni che
spiegano diversamente le successive nascite dell’anima.
Nella
prima dottrina si dice che, alla nascita di un individuo, Dio non lo
crea in quell’istante, perché l’anima esiste fin dall’origine e aspetta
di incarnarsi. Quando l’anima vive nel corpo fisico dicono che nasce per
la prima volta e l’unica volta. Questo è detto nella dottrina che crede
nella pre-esistenza dell’anima. E c’è anche una dottrina in cui si dice
che l’anima umana è già vissuta in forma di pianta, di animale e di
uomo, e che torna a rivivere molte volte in forma di pianta, animale o
umana. E anche dopo che l’anima si è individualizzata può rinascere come
animale, che pianta o come essere umano. Questo fenomeno è chiamato
trasmigrazione o metempsicosi.
Poi
c’è una dottrina in cui si insegna che l’anima prima di diventare umana
è vissuta in forma di pianta oppure di animale. Ma, una volta che
l’anima è diventata un’entità individuale permanente cosciente non
rinasce più in forma vegetale o animale, ma rinasce sempre come essere
umano. Dopo la morte, l’anima vive il tempo che passa tra le sue
incarnazioni, in una dimensione spirituale. Quando rinasce ritorna come
uomo o donna, ma non ritorna mai più a rinascere come pianta o animale.
Questo viene insegnato nella “Dottrina Segreta” di Madame Blavatsky.
Per
capire che sia l'aspetto qualitativo che quello quantitativo sono
presenti nell’universo è necessario sapere cos’è quello che si evolve e
si reincarna. In effetti bisogna sapere cos’è l’anima umana e quali sono
gli strumenti di coscienza di cui l'anima umana dispone. Nella dottrina
teosofica si dice che l’anima è “una
coscienza individuale permanente” che vive in un corpo o in una forma
fatta di materia invisibile. Il corpo dell’anima è fatto di materia
mentale superiore e viene detto “corpo causale”. La sua forma è umana, ma appare priva di caratteristiche maschili o femminili, e viene detto “augoide.”
L’augoide
è circondato da un alone di materia calda, luminosa e delicata che
forma la veste permanente dell’anima. Questo veicolo è chiamato corpo causale perché
è il principale impulso del pensiero, del sentimento e dell’azione in
tutti i livelli su cui agisce l’anima. Tutte le tendenze più profonde
dell’anima provengono dagli impulsi del corpo causale. Perciò l’anima
vive nel corpo causale mentre viene accrescendo la sua capacità di
amare, di pensare, di sentire e di agire sviluppandosi nel corso di
varie esistenze.
Così
accade per millenni, mentre l’anima si rende efficiente e maggiormente
abile per qualche capacità. E nel corso delle varie vite vissute nel
mondo fisico, l’anima usa alcuni veicoli temporanei. In effetti, quando
l’anima sta per rinascere, raduna la materia del piano mentale inferiore
e plasma un corpo mentale con cui può percepire pensieri e leggi.
L’anima raduna anche la materia astrale per plasmare il corpo astrale
con cui potrà percepire desideri, emozioni e sentimenti. Il corpo fisico
ci viene attribuito dalle entità spirituali che ci soprintendono che
decidono il corpo fisico adatto per vivere le esperienze utili
all'evoluzione dell'anima.
L’anima
assume degli involucri temporanei per vivere una vita durante la quale
ogni vibrazione che percepirà il suo sistema sensoriale avrà un effetto
sul sistema nervoso producendo una reazione nel suo cervello. La
reazione viene prodotta dalla reazione del corpo astrale che riconosce
la realtà solo se la percepisce in termini di “piacevole” o
“spiacevole.” Il corpo mentale accetta la classificazione che viene
attribuita a quella esperienza e trasformerà quella impressione
sensoriale in un pensiero.
L’anima
acquisisce il pensiero tramite il corpo causale e risponde al mondo
fisico per mezzo del corpo mentale cioè tramite il corpo mentale. E,
tramite esso comunica con il cervello fisico. Ogni volta che pensiamo si
attivano questi scambi tra i diversi involucri usati dall’anima.
L’anima distilla le informazioni, i pensieri, i sentimenti che vive nel
mondo dei fenomeni, e li trasforma in idee che entrano a far parte di se
stessa. Il ritorno cioè la morte non è un fatto importante per l’entità
che vive nel corpo causale, perché lasciando i corpi temporanei,
l’anima si ritrova nel corpo causale perciò la morte la libera dai
veicoli inferiori.
L’anima
è ritornata a casa dopo avere usato tre involucri che esistono per una
sola incarnazione perciò questi corpi sono transitori e mortali. Invece
il corpo causale è immortale, perché vive per tutte le incarnazioni
perciò questo corpo va considerato “relativamente” immortale. E
l’aspetto relativo della sua immortalità va messo in evidenza, perché
anche il corpo causale scomparirà quando l’entità trascenderà
l’evoluzione umana “normale” e ascenderà all’evoluzione “super-normale”
perché il corpo causale occupa un livello che è superiore a quello della
personalità.
Il
corpo causale è collocato ad un livello che trascende la personalità.
Se vediamo la questione dal livello superiore vediamo che l’entità usa i
veicoli della personalità, e sa che usa dei strumenti temporanei. Quei
veicoli verranno scartati e abbandonati nel momento in cui diverranno
inutili. Il corpo causale fu creato all’inizio e avrà una fine, infatti
esisterà finché non avverrà lo sviluppo di uno stato di coscienza più
elevato. Questo tipo di coscienza saprà usare il corpo causale come fa
l’ego del corpo causale quando usa la personalità: questo è lo sviluppo
attua la monade umana.
Buona erranza
Sharatan
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