La
Turchia è scossa dagli attacchi del PKK curdo, rifugiatosi nel
territorio occupato nel nord della Siria. Da quando un F-16 turco ha
abbattuto il bombardiere russo Su-24 in Siria, la Turchia non può più
compiere attacchi con aerei sulle posizioni dei curdi in Siria, per
paura dei sistemi di difesa aerea a lungo raggio S-400 russi schierati
Siria.
Inoltre, il Pentagono ha deciso di utilizzare il gruppo curdo YPG
per combattere lo Stato islamico e conquistare la città di Raqqa,
capitale dello SIIL. 500 forze speciali del Pentagono, con insegne delle
YPG (scudo verde con stella rossa al centro), combattono a fianco del
gruppo curdo. Gli aerei della coalizione anti-Stato islamico guidato
dagli Stati Uniti e basati in Turchia, forniscono il supporto aereo ai
combattenti curdi. Ciò rappresenta una sfida di Washington alla Turchia,
membro della NATO, dato che i curdi sono nemici mortali dei turchi.
Secondo la Convenzione di Montreux del 1936 sul Bosforo e i Dardanelli, le navi da guerra dei Paesi non rivieraschi sul Mar Nero, dal dislocamento superiore alle 10000 tonnellate, non possono entrare. Se diverse navi dei Paesi della NATO entrano nel Mar Nero, il tonnellaggio totale non deve superare le 45000 tonnellate e i sottomarini devono navigare solo in superficie. Tutti i vascelli non costieri possono stazionare fino a 21 giorni nel Mar Nero.
Citando una possibile
“aggressione” russa, il presidente tedesco della Romania (Klaus
Johannis) ha chiesto, in violazione della Convenzione di Montreux, la
presenza permanente nel Mar Nero di un potente gruppo navale della NATO
formato da navi appartenenti a Stati non rivieraschi (USA, Italia,
Francia, Germania, Regno Unito, Canada). Un gruppo navale d’attacco
della NATO nel Mar Nero consisterebbe in una portaerei o nave d’assalto
anfibio (portaelicotteri) o nave da trasporto anfibia (LPD), o nave da
sbarco (LSD) statunitense, 2 incrociatori lanciamissili AEGIS
statunitensi, 4 cacciatorpediniere AEGIS statunitensi, 4 fregate, 3
sottomarini d’attacco e 4 navi da rifornimento incluse le petroliere.
Dato che la Turchia è il Paese che dipende in larga misura dalla
Convenzione di Montreux, Recep Tayyip Erdogan ha inviato al Presidente
Vladimir Putin un messaggio conciliante chiedendogli di riprendere i
rapporti con la Turchia.
Il messaggio nascondeva problemi gravi, cioè la
continuazione dei lavori del gasdotto Turkish Stream da parte
di Gazprom, la revoca dei divieti all’esportazione dei prodotti turchi
in Russia, e il permesso di bombardare i curdi nel nord della Siria,
nonostante il sostegno degli Stati Uniti di cui godono. Quando il
gasdotto Turkish Stream, sul fondale del Mar Nero, sarà
completato, la Turchia avrà il monopolio della distribuzione del gas
russo in Europa centrale e orientale. Solo che Erdogan si è dimostrato
troppo imprevedibile e, una volta ricevuta l’approvazione per operare
nello spazio aereo siriano, gli aerei turchi colpirebbero l’Esercito
arabo siriano e la base aerea russa in Siria.
Se la Russia risponde
incondizionatamente alla proposta, la Turchia si opporrebbe, col veto,
alla violazione della Convenzione di Montreux, come proposto dalla
Romania. La Russia è rimasta ferma, rispondendo che la ripresa delle
relazioni tra i due Paesi dipende dalle pubbliche scuse per
l’abbattimento dell’aereo russo sulla Siria e dalla consegna ai russi
del cittadino turco Alpaslan Celik per processarlo. Alpaslan Celik è il
capo della brigata turcomanna attiva in Siria che ha ucciso uno dei due
piloti russi del Su-24 dopo l’abbattimento. Attualmente è detenuto in
Turchia per contrabbando di armi. Le condizioni della Russia sono state
respinte dalla Turchia.
E’ più interessante che la proposta del presidente della Romania, l’annullamento ad hoc della Convenzione di Montreux, sia ignorata dalla Bulgaria, Paese membro della NATO che si affaccia sul Mar Nero. Presidente, primo ministro e classe politica bulgara dimostrano più responsabilità dei capi rumeni, perché la flotta della NATO nel Mar Nero ha un solo obiettivo: la guerra alla Russia. Ciò conferma che gli Stati Uniti cercano a tutti i costi d’invadere la Russia, e che l’imminente attacco russo agli Stati membri della NATO generato dall’isteria di Washington è solo disinformazione [1].
La Bulgaria ha la possibilità di
ripagare certe politiche della Romania, a causa delle quali è stata
sospesa la costruzione del reattore nucleare bulgaro di Koslodui e del
gasdotto South Stream nel Mar Nero. South Stream permetterebbe alla Bulgaria di fornire gas ad Europa centrale e orientale per conto di Gazprom,
che ogni anno porterebbe all’economia bulgara quasi un miliardo di
dollari. Invece, a causa della Romania, la Bulgaria ha pagato alla
società russa Rosatom 620 milioni di dollari, per i lavori sul
reattore nucleare Koslodui, rimasto incompiuto. Per ora, grazie alla
Bulgaria, i giochi di Turchia e Romania, probabilmente concepiti nel
retrobottega della NATO, sono falliti.
Valentin Vasilescu, Reseau International 21 giugno 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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