Ascoltando i media imperiali si potrebbe quasi essere giustificati nel pensare che in Ucraina non stia succedendo nulla di drammatico e che la crisi si sia in qualche modo praticamente stabilizzata. Beh, perché no? Ci sono state recentemente delle elezioni e, apparentemente, sono andata bene, la Russia continua con il suo solito atteggiamento malevolo e minaccioso nei confronti dell’Europa, ma almeno Putin è stato costretto a rilasciare la Giovanna d’Arco ucraina (alias Nadezdha Savchenko) e c’è la speranza che il fronte unito di UE e NATO possa obbligare alla fine Putin a cessare la sua aggressione all’Ucraina e ad osservare gli Accordi di Minsk. E la Banca Nazionale Ucraina ha annunciato, e non sto scherzando, che l’economia è nuovamente in crescita (+ 0,1%) nel primo trimestre dell’anno.
Ahimè, lo scollamento fra questo genere
di assurdità e la realtà è totale. Certo, le elezioni ci sono state, ma
sono state tutt’altro che libere, i Neonazisti sono ora più influenti
che mai e il fatto che Putin abbia acconsentito a scambiare la Savchenko
per due cittadini Russi accusati di essere, e lo dico sul serio, due
agenti dello Spetsnaz GRU, è stato solo un modo molto furbo per far si
che la Savchenko cessasse di essere un suo problema e lo diventasse per
Poroshenko (ed anche per la Timoshenko). Per quanto riguarda poi gli
Accordi di Minsk, la Russia non è parte in causa, è solo un garante,
insieme a Germania e Francia. Ma certo, Poroshenko è ancora al governo,
le gente trova ancora roba nei negozi e non c’è stato nessun nuovo
“Maidan”. Per cui, da fuori, le cose non vanno troppo male.
Il problema di questo quadretto roseo è che nessuno a Langley ci crede veramente.
Quelli di Langley sanno che l’economia
ucraina è praticamente morta e sta andando per inerzia verso un collasso
inevitabile. Sanno che i servizi essenziali dello stato riescono a
sopravvivere alla meglio grazie agli aiuti occidentali, e che anche
questo non è sufficiente per mantenere l’autorità del governo centrale,
che diventa sempre più marginale ed è sostituita dalle “autorità” locali
(oligarchi e malavita). Cosa assai più importante, hanno ormai perso la
speranza di trascinare la Russia in questo conflitto e ci sono chiari
segnali di come il “fronte europeo” si stia frantumando: Francia, Italia
ed altri fanno già capire di non essere contenti della situazione
attuale, come ha già fatto la Germania (tutte queste nazioni hanno le
loro “Langley” che fanno le stesse, crude, previsioni). Così, la vera
domanda per gli Stati Uniti è: che cosa fare dopo?
Il piano iniziale era quello di rendere
l’Ucraina una sorta di “buco nero”, che avrebbe risucchiato tutte la
risorse economiche, politiche e militari della Russia, possibilmente
dopo l’occupazione russa del Donbass. Ma, visto che la Russia non ha
accettato l’invito a farsi risucchiare, è ora l’Europa ad essere
minacciata dal buco nero ucraino.
Gli Americani ora avranno già capito che
è troppo tardi per rimettere insieme i pezzi di Humpty Dumpty [1], ed
hanno ragione. Anche se, in teoria, con uno sforzo congiunto di UE, USA e
Russia si potrebbe, con costi enormi, tentare una ricostruzione
dell’Ucraina, la realtà politica rende impossibile questa azione
comunitaria, almeno per il prossimo futuro. Sanno anche che, grazie alle
sincere parole della Signora Nuland, la colpa del disastroso risultato
ucraino verrà data agli Stati Uniti (il che non è completamente esatto,
anche gli Europei sono colpevoli come l’inferno, ma così è la vita). E,
se “perdere la Siria” è stato abbastanza brutto,“perdere l’Ucraina”
danneggerà irreparabilmente gli Stati Uniti, demolendo semplicemente il
mito dell’onnipotenza americana. Questo è molto grave, specialmente per
un Impero che ha praticamente rinunciato ai negoziati e alla diplomazia e
che si limita solo a dettare ultimatum.
E allora, quali sono qui le opzioni americane?
A questo punto, è difficile prevedere
che cosa potrebbero tentare gli Stati Uniti. Il comportamento normale
degli Americani in una situazione del genere sarebbe semplicemente
quello di proclamare la vittoria e andarsene. Questo potrebbe funzionare
in Africa o in Asia, ma, proprio nel bel mezzo del continente europeo,
questa non è certo un’opzione, dal momento che porterebbe ad un disastro
nelle pubbliche relazioni (con gli alleati).
La seconda opzione potrebbe in pratica
essere quella di incolpare di ogni cosa gli stessi Ucraini e cercare di
proteggere Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Moldova dalle
inevitabili conseguenze del caos dilagante. Il rischio qui, almeno dal
punto di vista degli Stati Uniti, è che la Russia e i suoi alleati
novorussi sarebbero più o meno liberi di muoversi nel vuoto che si
verrebbe a creare, e questo è qualcosa che gli Stati Uniti non possono
assolutamente accettare. Il pensiero di Zakharchenko a Kiev o di
manifestazioni filorusse ad Odessa è per gli Americani qualcosa che va
oltre ogni concetto di accettazione.
Il che lascia solo l’opzione n° 3: far saltare deliberatamente l’Ucraina.
Rostislav Ishchenko, secondo me il miglior specialista di affari ucraini di tutto il pianeta, ha di recente avvertito come un tale meccanismo sia già in movimento:
trasformare la guerra civile in una guerra di religione, non mettendo i
Latini (“Cattolici Romani”) contro gli Ortodossi, ma i diversi gruppi ortodossi gli uni contro gli altri. Lasciate che mi spieghi.
Come ogni cosa in Ucraina, la storia
delle varie giurisdizioni ortodosse ucraine è molto complessa e risale
ai secoli passati. Non posso addentrarmi ora in una discussione
dettagliata di questo argomento assai interessante, ma voglio indicare
alcuni punti chiave.
Ci sono tre gruppi principali che si
autodefiniscono come la “vera” o “canonica” Chiesa Ortodossa Ucraina;
quello più numeroso è la Chiesa Ortodossa Autonoma Ucraina del Patriarcato di Mosca (AUOC-MP), seguito dalla Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Kiev (UOC-KP) e, infine, la Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina (UAOC). Naturalmente, tutte e tre queste Chiese affermano di essere i veri depositari della legittima ortodossia ucraina.
[Ad essere sincero, non considero
nessuna di queste come legittima o veramente ortodossa, per cui non ho
un interesse personale in questa trattazione].
Esse sono:
La AUOC-MP è la più
grande delle tre. E’ auto-gestita, ma non è completamente indipendente.
E’ probabilmente la più rappresentativa delle tre chiese ed è in
completo accordo con le altre Chiese Ortodosse locali “ufficiali” (cioè
“approvate dallo stato”). La AUOC-MP è considerata dai nazionalisti come
la “mano del Cremlino”.
La UOC-KP è stata fondata dall’ex vescovo del Patriarcato di Mosca Filaret Denisenko,
che ha operato uno “scisma” (una separazione unilaterale in
contraddizione ai Canoni della Chiesa) dal Patriarcato di Mosca (il che è
ironico, dal momento che Filaret era un ex “vice” (locum tenens) del Patriarca Pimen I del
Patriarcato di Mosca ed era considerato il favorito destinato alla
successione).
Anche per gli standard sovietici, Filaret era conosciuto
per essere un uomo eccezionalmente immorale, corrotto e sregolato, ma il
Patriarcato di Mosca lo aveva scomunicato solo dopo che se era andato
dal MP per creare la sua “Chiesa” personale.
L’UAOC è una creazione,
risalente al 1921, della Repubblica Nazionale Ucraina del 1917 (così
come il Patriarcato di Mosca è una creazione del 1937 dello stato
bolscevico del 1917) e rappresenta la versione “non-sovietica” della
cristianità ucraina e molti dei suoi preti sono stati perseguitati dallo
stato sovietico.
Ciò che rende la situazione veramente unica sono due fattori:
- Dal punto di vista storico, il territorio conosciuto oggi come Ucraina faceva quasi completamente parte, fra il 10° e il 17° secolo, del Patriarcato di Costantinopoli (questa è una semplificazione grossolana, ma, tutto sommato, corretta).
- Il moderno Patriarcato di Costantinopoli è alla disperata ricerca di notorietà (è di per sé stesso molto piccolo e soggetto all’autorità turca) ed è in pessimi rapporti con Mosca.
C’è perciò il rischio molto
serio che le autorità di Kiev decidano di dichiarare l’AUOC-MP “Chiesa
di uno stato aggressore” e che ordinino il trasferimento forzoso delle
parrocchie, dei monasteri e di tutti gli edifici attualmente posseduti
dal clero della AUOC-MP all’UOC-KP o all’UAOC. C’è anche la possibilità
che il Patriarca di Costantinopoli possa decidere di “ascoltare le
lamentazioni dei credenti” e riconoscere sia la UOC-KP che la UAOC come
parti autonome del Patriarcato di Costantinopoli, prendendo praticamente
tutta l’Ucraina sotto il suo controllo. E, anche se le autorità di Kiev
non dichiarassero ufficialmente l’AUOC-MP selvaggina da Pogrom e
saccheggio, potrebbero anche solo guardare dall’altra parte e lasciare
che gli squadroni della morte neonazisti (come l’infame “Aidar”)
facciano il lavoro sporco per loro.
Quanto è grande il rischio?
Direi che è alto. Creare disordini
civili è il modo ideale per il regime di Kiev di dare la colpa alla
“mano di Mosca” per tutti i problemi. Gli Europei smidollati sarebbero
costretti a seguire il copione (americano) e accusare Putin di
“fomentare l’etnia russa in Ucraina” e di “usare la minoranza russa
favorevole a Mosca per iniziare una nuova fase nella guerra ibrida
contro lo stato sovrano dell’Ucraina”. Uno scontro del genere
consentirebbe anche di avvicinare le varie fazioni politiche controllate
dagli oligarchi ai neonazisti, che attualmente sono in modalità
“opposizione moderata”. Per gli oligarchi questa sarebbe l’occasione
perfetta per liberarsi dell’opposizione neonazista (la Savchenko, per
esempio) ed incolpare di questo gli “agenti di Mosca”. Ultimo, ma non
meno importante, l’insorgere di scontri intra-ortodossi sarebbe la scusa
perfetta per scatenare lo SBU (il KGB ucraino) contro tutti i partiti
di opposizione.
Proprio come nella guerra del Donbass,
Putin andrebbe incontro in Russia ad una grande pressione “affinché
faccia qualcosa” e alcuni arriverebbero anche al punto di chiedere di
mandare i carri armati russi fino a Kiev. Naturalmente Putin non
acconsentirebbe mai ad una simile follia, ma il rifiuto lo indebolirebbe
agli occhi dell’opinione pubblica russa, un altro buon risultato di un
tale conflitto intra-ortodosso in Ucraina.
Per adesso, l’Impero sta limitando la
sua guerra di informazione contro la Russia ad azioni insignificanti,
come bandire gli atleti russi dai Giochi Olimpici in Brasile,
concentrarsi solo sugli hooligans russi in Francia, e premiare
a Eurovision una cantante politicizzata, contro tutte le regole di
Eurovision. Sono cose fastidiose, certamente, ma molto limitate negli
effetti: certo, fanno apparire la Russia come “l’incivile cattivo” agli
occhi dei tele-idioti occidentali, ma molta gente non si fa
infinocchiare e guarda oltre, e tutto questo non fa altro che rafforzare
il sostegno popolare per Vladimir Putin. Alla fine della fiera, cercare
di mettere l’opinione pubblica occidentale contro Putin è inutile.
Quello che l’Impero vuole veramente è rivoltare l’opinione pubblica russa contro Putin, questo è il vero premio, almeno per quelli di Langley.
E allora, qual’è modo migliore per
infiammare (ulteriormente) l’Ucraina, dando ai Russi l’impressione che
“Putin ha tradito il popolo ortodosso”, se non scatenando una guerra di
religione?
Conosciamo tutti le famose parole di un
ufficiale americano in Vietnam: “E’ stato necessario distruggere la
città per salvarla”. Ora c’è il rischio reale che gli Stati Uniti
possano decidere di distruggere l’Ucraina allo scopo di “salvarla”,
specialmente se i Neoconservatori riprenderanno il pieno controllo
dell’Esecutivo con Hillary.
The Saker
[1] Spesso il personaggio di Humpty
Dumpty viene accostato al libro Alice nel Paese delle Meraviglie, visto
che l’uovo dalle sembianze umane si chiama proprio cosi’, e di
conseguenza viene usato per indicare una persona particolarmente
tondeggiante, con qualche chilo di troppo.
In realtà Humpty Dumpty era un cannone di artiglieria usato ai tempi la guerra civile inglese, durante l’assedio della città di Colchester. La filastrocca si riferisce ad un episodio del 1648: l’arma era stata posizionata al di sopra di un muro, che a sua volta era stato colpito da una cannonata ed era crollato. Humpty Dumpty era talmente pesante che non era stato più possibile rialzarlo e rimetterlo in funzione e la battaglia era stata persa con conseguenze disastrose per l’esercito del Re. [NdT]
*****
Pubblicato da Thesaker.is il 25 Giugno 2016
Tradotto in Italiano da Mario per SakerItalia.it
Nessun commento:
Posta un commento