Prima di tutto, una breve
avvertenza o, dovrei dire, un chiarimento. Quando parlo di minoranze,
come farò nel seguito, lo faccio da persona che appartiene ad una lunga
lista di minoranze. Sono nato in una famiglia di rifugiati russi.
Questo, per l’appunto, mi rende esponente di una minoranza (piuttosto
esigua). In seguito, ho vissuto gran parte della mia vita nella Svizzera
francofona, il che mi rendeva (di nuovo) parte di una minoranza.
Ancora: sono un Cristiano Ortodosso. Si tratta di nuovo di una minoranza
nel cosiddetto mondo “Cristiano” (in realtà un mondo post-cristiano,
naturalmente). Oltre tutto, sono un Cristiano Ortodosso tradizionalista,
una piccola minoranza all’interno di un “mondo ortodosso” molto più
grande.
In questo contesto, sono un russo in una Chiesa a maggioranza
greca. Ho vissuto cinque anni anche a Washington DC, che era abitata
circa al 70% da neri e, al contempo, apertamente e spesso rudemente
ostile ai bianchi (non ho mai pensato a me stesso come ad un “colore”,
ma di certo mi sono sentito tale in quei 5 anni). Ed ora sono un
“straniero legale” che vive negli USA.
In ogni caso, nonostante sia un
“bianco” (che categoria senza senso!) suppongo che difficilmente ciò mi
renda un tipico WASP [in italiano].
Così, sono abituato ad “essere una minoranza” (e mi piace abbastanza,
aggiungerei). Ho pensato che questo possa essere un utile chiarimento
prima di invischiarmi nei seguenti psicoreati.
Domanda: perché la politica
estera degli Stati Uniti sostiene sempre le varie minoranze? È per una
sorta di gentilezza? O per un senso di equità? Potrebbe venire da un
profondo senso di colpa per aver commesso l’unico “pan-genocidio” della
storia umana (il genocidio di tutti i gruppi etnici di un intero
continente)? O forse da un profondo senso di colpa per lo schiavismo? La
politica estera degli Stati Uniti è davvero ispirata dalle meravigliose
parole della Dichiarazione di Indipendenza “consideriamo auto evidenti
queste verità, che tutti gli uomini sono creati uguali”?
Difficile.
Ritengo che la verità autentica sia totalmente diversa. La mia tesi è molto semplice: “la
ragione per cui gli Stati Uniti sostengono sempre le minoranze
all’estero per sovvertire gli stati ed usano le minoranze interne per
reprimere la maggioranza della popolazione statunitense è che le
minoranze sono molto facili da manipolare, e perché le minoranze non costituiscono una minaccia per i veri padroni dell’Impero AngloSionista.” E’ tutto qui.
Credo che le minoranze
spesso, ma non sempre, agiscano e percepiscano le cose in maniera molto
diversa da quanto facciano i gruppi maggioritari. Questo è ciò che ho
notato:
Per prima cosa esaminiamo le minoranze dentro agli USA:
1. Sono tipicamente molto più consce della loro identità/condizione minoritaria di quanto non lo sia la maggioranza. Voglio dire che se vi è una maggioranza con il colore della pelle A e una minoranza con il colore della pelle B, la minoranza sarà molto più fortemente cosciente del suo colore della pelle.
2. Sono tipicamente molto più motivati ed attivi della maggioranza. Ciò è probabilmente dovuto alla loro percezione, più acuta, del fatto di essere una minoranza.
3. Si preoccupano solo di politiche mono-tematiche: il tema unico è, ovviamente, la loro condizione di minoranza.
4. Visto che le minoranze sono spesso insoddisfatte della loro condizione di minoranza, nutrono altrettanto spesso risentimento nei confronti della maggioranza.
5. Visto che le minoranze sono per lo più preoccupate delle problematiche connesse alla loro condizione di minoranze, raramente fanno attenzione al “quadro d’insieme” e questo, di conseguenza, comporta che l’agenda politica delle minoranze tipicamente non minaccia i poteri costituiti.
6. Le minoranze nutrono spesso un complesso di inferiorità profondamente radicato verso le maggioranze, teoricamente premiate da maggior successo.
7. Le minoranze spesso cercano di identificare altre minoranze con le quali allearsi contro la maggioranza.
A questa lista di
caratteristiche ne aggiungerò una, che appartiene unicamente alle
minoranze straniere, quelle fuori dagli Stati Uniti: visto che non hanno
prospettive di prevalere contro la maggioranza (o ne hanno assai
poche), queste minoranze sono molto disposte ad allearsi con l’Impero AngloSionista e questo, di rimando, li rende dipendenti da esso, spesso per la loro stessa sopravvivenza fisica.
Quelle sopra esposte sono,
naturalmente, schematizzazioni molto generali. Non tutte le minoranze
presentano queste caratteristiche, e molte ne presentano solo poche. Ma a
prescindere del grado al quale ogni singola minoranza si attaglia alla
lista di caratteristiche, ciò che è ovvio è che le minoranze sono
estremamente facili da manipolare, e che non rappresentano una minaccia
credibile (ad ampio spettro) per l’Impero.
Il Partito Democratico degli
Stati Uniti è l’esempio perfetto di un partito che si fonda ampiamente
sulla manipolazione delle minoranze per massimizzare il suo potere.
Mentre il Partito Repubblicano è per lo più il partito degli elettori
bianchi, anglosassoni, cristiani e benestanti, i Democratici cercano di
offrire i propri servigi a neri, donne, progressisti, omosessuali,
immigrati, pensionati, e a tutti quelli che sentono di non avere una
giusta porzione della proverbiale torta.
Inutile dirlo, in realtà c’è un
solo partito negli USA, potete chiamarlo Partito Unico, Republicratici o
Demoblicani, ma in realtà entrambe le correnti del Partito della Grande
Finanza mirano agli stessi, identici, obiettivi. Ciò che cerco qui non è
qualche ipotetica differenza reale, ma il modo in cui i partiti presentano
sé stessi. È l’azione combinata di questi due partiti fondamentalmente
identici che garantisce lo status quo nella politica USA, quello che mi
piace riassumere con “sempre più dello stesso, solo peggio”.
Vorrei menzionare un
importante corollario della mia tesi secondo cui le minoranze
tipicamente sono più zelanti delle maggioranze. Se accettiamo che le
minoranze siano più attive della maggioranza della popolazione, possiamo
immediatamente apprezzare come la loro influenza sulla società sia
spesso non proporzionale alla “consistenza” numerica demografica. Ciò
non ha nulla a che fare con il fatto che queste minoranze siano più
intelligenti o creative, e tutto a che fare con la loro disposizione a
spendere molto più tempo ed energie in vista del conseguimento dei loro
obiettivi rispetto a quanto faccia la maggior parte della gente.
E dunque abbiamo piccoli
gruppi facili da manipolare, la cui agenda non minaccia l’1% (in realtà,
molti meno!), a cui piace coalizzarsi con altre, simili, minoranze,
contro la maggioranza. Vi fa già paura? C’è di peggio.
Le “democrazie” occidentali
sono per lo più democrazie solo di nome. Nella maggior parte non vale il
principio “un uomo un voto” ma solo “un dollaro un voto”, il che
significa che decidono i grandi capitali, non “la gente”. Quelli che
detengono il potere reale hanno immense risorse finanziarie che
utilizzano cinicamente per accrescere il potere, già totalmente
sproporzionato, delle varie minoranze. Ora, questo mette davvero paura:
Piccoli gruppi, facili da
manipolare, molto zelanti, le cui priorità non minacciano la plutocrazia
al potere, che si coalizzano volentieri con altre minoranze simili
contro la maggioranza, e la cui influenza è ampiamente accresciuta da
immense disponibilità finanziarie investite dalla plutocrazia.
Vi basta
come minaccia al vero potere del popolo, agli ideali della democrazia?
La spaventosa verità è che la
miscela di minoranze e grandi quantità di denaro può facilmente
dirottare un paese presumibilmente “democratico e sottomettere la
maggioranza della sua popolazione alla regola dei “pochi sopra i più
numerosi”.
Una volta che guardiamo in
faccia la realtà dobbiamo anche renderci conto di un fatto menzionato
molto raramente: mentre ci insegnano che le democrazie dovrebbero
mantenere il diritto delle minoranze, è vero il contrario: le vere democrazie dovrebbero battersi per proteggere la maggioranza contro l’abuso di potere da parte delle minoranze!
Lo so, ho commesso una lunga lista di crimini mentali!
Risponderò con una singola
frase a coloro che potrebbero essere arrabbiati con me: per favore
nominatemi un singolo paese occidentale dove il punto di vista della
maggioranza della sua popolazione è realmente rappresentato nelle
politiche dei loro governi. E se fallissero nel propormi un buon
esempio, allora dovrò chiedere loro: se chiaramente la maggioranza non è
al potere, allora chi lo è?
Sostengo che le élite
plutocratiche che governano l’Occidente ci hanno ingannato in un modo
molto semplice: sono riusciti a concentrare la nostra attenzione su
molti casi storici dove le minoranze erano oppresse dalla maggioranza,
ma hanno completamente offuscato i casi numerosi dove le minoranze hanno
oppresso la maggioranza.
Parlando di oppressione: le
minoranze sono molto più inclini della maggioranza a trarre benefici e
utilizzare quindi la violenza, semplicemente perché la loro visione del
mondo spesso è incentrata su profondi risentimenti repressi. Per dirla
diversamente, le minoranze sono molto più inclini a vendicarsi per i
torti passati (che siano veri o immaginari) rispetto alla maggioranza che solitamente non pensa nemmeno a categorie di minoranza contro maggioranza.
Non che le maggioranze siano
sempre benigne e gentili nei confronti delle minoranze, affatto; gli
essere umani sono simili pressoché ovunque, ma poiché sono meno guidati,
meno offesi e a mio avviso anche meno consapevoli del loro status di
“maggioranza”, sono meno inclini ad agire su tali categorie.
Le minoranze straniere
giocano un ruolo cruciale nella politica estera degli Stati Uniti. Da
tempi immemorabili i potenti sono consapevoli della regola del “divide et impera”,
qui non c’è niente di nuovo. Ma gli Stati Uniti sono divenuti il leader
incontrastato nell’arte dell’impiego delle minoranze nazionali per
creare conflitto e rovesciare un regime disobbediente.
La guerra
anglo-sionista contro la nazione serba è un esempio calzante di come
questo venga realizzato: gli Stati Uniti hanno sostenuto qualsiasi
minoranza contro i serbi, anche gruppi classificati da loro stessi come
terroristi, per mettere i serbi in cattiva luce. E, nonostante si
trattasse di slavi ortodossi e alleati tradizionali della Russia, quale
fu il vero crimine commesso dai serbi?
Essere la maggioranza ovviamente!
I serbi non avevano alcun bisogno degli anglo-sionisti per prevalere
contro le varie minoranze etniche e religiose, croati e musulmani, con
cui convivevano. Ciò rese i serbi inutili all’Impero.
Tuttavia, ora che gli Stati
Uniti hanno creato la finzione di un Kosovo indipendente, gli albanesi
del Kosovo hanno eretto a Pristina una statua dedicata a Bill Clinton e, molto più rilevante, hanno permesso all’Impero di costruire Camp Bondsteel,
un’enorme base nel mezzo del loro odioso staterello, direttamente sul
territorio della popolazione serba che fu etnicamente sterminata durante
la guerra del Kosovo. Proprio il meglio da parte dei costruttori
statunitensi di democrazia…
Lo stesso si può dire per la
Russia (e l’Unione Sovietica), a proposito della quale gli USA sono
arrivati persino a sostenere il diritto all’autodeterminazione per inesistenti “nazioni prigioniere” come gli “Idel-Ural” e la “Cossakia” [in inglese]. Mi spingerei ad affermare anche che l’Impero ha creato svariate nazioni dal nulla (che diavolo è un “bielorusso”?).
Sono pienamente cosciente
che, nel tipico spettatore televisivo occidentale, ogni discussione
sulle minoranze si esplica immediatamente in visioni di falci e
martelli, camini di forni crematori fumanti, lavori forzati, linciaggi
di piazza, eccetera. Questo è condizionamento primitivo elementare.
Eventi minuziosamente costruiti come le recenti rivolte di
Charlottesville non fanno che rafforzare questo tipo di condizionamento
di massa. Questa è una scelta deliberata e, aggiungerei, molto efficace.
Come risultato, ogni critica di una minoranza, anche quelle soltanto
percepite, fa scattare immediatamente proteste indignate e
sbandieramenti frenetici della propria virtù (non io! guardate quanto
sono buono!)
Ovviamente, la manipolazione
delle minoranze è solo una delle tattiche usate dalla plutocrazia
regnante. Un altro dei loro trucchi preferiti è quello di creare
conflitti dal nulla, o ingigantire ridicolmente la visibilità di un
argomento secondario (esempio: i matrimoni omosessuali). La regola
principale rimane la stessa: creare tensioni, conflitti, caos,
sovvertire l’ordine costituito (non necessariamente in quest’ordine), e
in pratica far combattere i servi tra di loro mentre noi governiamo.
In Svizzera, un’espressione
molto usata per descrivere “il popolo” è “il sovrano”. È una descrizione
molto accurata dello status del popolo in una vera democrazia: è
“sovrano” nel senso che nessuno ha potere su di esso. In questo senso,
la questione negli Stati Uniti gira intorno alla sovranità: allo stato
attuale, il vero sovrano degli USA sono le multinazionali, lo Stato
Profondo, i Neocon, la plutocrazia, i finanzieri, la lobby israeliana – e
via dicendo; chiunque ECCETTO il popolo.
In questo sistema oppressivo,
le minoranze giocano un ruolo cruciale, anche se ne sono totalmente
ignare e anche se, alla fine della fiera, non ne traggono beneficio. La
loro percezione della mancanza di risultati raggiunti non attenua in
alcun modo il ruolo che giocano nelle pseudo-democrazie occidentali.
Come affrontiamo questa minaccia?
Penso che la soluzione sia
nelle stesse minoranze: hanno bisogno di conoscere le tecniche usate per
manipolarle, devono convincersi che il loro status minoritario non li
pone realmente in opposizione alla maggioranza e che, sia le minoranze
che le maggioranze, hanno un interesse comune nell’opporsi contro chi
cerca di dominarle.
Cercando di rimanere fedele alla mia reputazione di
“Putin fanboy”, credo che la Russia di Putin stia facendo esattamente la
cosa giusta, dando alle numerose minoranze russe un ruolo nel futuro
dello Stato, e convincendole che i loro interessi coincidono con
l’interesse collettivo: essere minoranza non vuol dire essere in
opposizione con la maggioranza. È giusto che le minoranze siano
pienamente integrate nel tessuto sociale, e questo accade raramente nel
mondo reale. Non è di sicuro ciò che si osserva oggi in Europa e negli
USA.
Lo scrittore francese Alain
Soral ha proposto un motto, credo molto brillante, per affrontare questa
situazione in Francia. Lui ha chiamato il suo movimento “Uguaglianza e
Riconciliazione” e, finora, questo è l’unico movimento politico in
Francia che non voglia favorire un gruppo a scapito di un altro.
Tutti
gli altri vogliono opprimere il “ceppo francese” (i nativi, la
maggioranza bianca e cattolico-romana) a favore del “ramo francese”
(immigrati, cittadini naturalizzati, minoranze), oppure vogliono
opprimere il “ramo francese” a favore del “ceppo francese”.
Non c’è
bisogno di dire che gli unici ad avvantaggiarsi della situazione sono
gli appartenenti alla élite sionista al potere (rappresentati al meglio
dall’infame CRIF [in inglese]
che, al confronto, rende lo statunitense AIPAC onorevole e debole). Per
quanto riguarda Soral, lui è vilipeso dai media ufficiali francesi con
non meno astio dei media sionisti statunitensi nei confronti di Trump.
Eppure, uguaglianza e riconciliazione sono due cose che le maggioranze devono assolutamente
offrire alle minoranze, se le vogliono difendere dal diventare preda
della tecniche manipolatorie usate dalle forze che vogliono ridurre
tutti in schiavi obbedienti e all’oscuro di tutto. Le maggioranze,
quelle che si illudono di poter risolvere semplicemente il “problema
della minoranza” espellendola o facendola sparire in qualche modo, si
stanno solo prendendo in giro.
Risolvere “semplicemente” il “problema
della minoranza” reprimendola, non fa altro che spingerla nel caldo
abbraccio dei grandi manipolatori, il che le rende un arma potente
contro la maggioranza.
Questo è il grosso pericolo di movimenti come Alt-Right [in italiano] o il Fronte Nazionale in Francia, le loro azioni servono solo a “trasformare in arma” la minoranza.
Intendiamoci, ciò non vuole assolutamente dire che le preoccupazioni e
le rimostranze di questi movimenti siano senza nessun merito, sono
soltanto le loro (pseudo) soluzioni ad essere pericolose.
C’è un solo modo per disinnescare il potenziale esplosivo delle minoranze:
- Educare le minoranze, e spiegar loro che sono manipolate
- Educare quelli che entrano nei movimenti anti-minoranza che anche loro sono manipolati
- Offrire alle minoranze un futuro basato sull’uguaglianza e la riconciliazione
- Puntare i riflettori su quelli che attizzano le fiamme del conflitto e cercano di mettere maggioranza e minoranze una contro l’altra
Alla fin fine, questo è un
problema di identità. Mentre tutti noi abbiamo tipicamente diverse
identità coesistenti dentro di noi (diciamo, tedesco, pensionato,
laureato, femmina, buddista, vegetariano, esiliato, residente in
Brasile, eccetera, al contrario della sola identità di “bianco”), nelle
minoranze manipolate tale identità (colore della pelle, religione,
eccetera) diventa sovradimensionata e si impone su tutte le altre.
Ripristinando un sano bilancio identitario dentro le sue varie minoranze
e coltivando quelle identità che la maggior parte dei residenti hanno
in comune, una società può controbattere agli effetti tossici di quelli
che aspirano al conflitto, al caos e alla confusione. In verità,
quest’ultimi sono i nostri veri nemici e meriterebbero di esser trattati
come tali.
The Saker
*****
Articolo di The Saker apparso su TheSaker il 25 agosto 2017
Traduzione in italiano di Marco Bordoni, Sascha Picciotto, Barg, Fabio_San per SakerItalia
Traduzione in italiano di Marco Bordoni, Sascha Picciotto, Barg, Fabio_San per SakerItalia
[le note in questo formato sono dei traduttori]
Nessun commento:
Posta un commento