giovedì 14 settembre 2017

Macron va in Grecia: l’esponente della “sinistra radicale” Tsipras dà il benvenuto all’ex banchiere diventato presidente


La scorsa settimana Emmanuel Macron ha viaggiato in Grecia per lodare le misure di austerità imposte dal governo di Syriza (“Coalizione della Sinistra Radicale”) e per discutere del futuro dell’Unione Europea.

La visita in Grecia dimostra chiaramente che cosa ha in serbo Macron per la classe operaia francese. 

Dopo le elezioni generali tedesche del 24 settembre, Berlino e Parigi intendono utilizzare l’UE per imporre la distruzione dei diritti sociali acquisiti dalla classe operaia in Francia e in Europa nel corso del XX secolo. Nel suo assalto alla classe operaia, l’aristocrazia finanziaria intende utilizzare la “sinistra radicale” piccolo-borghese come uno strumento politico chiave.

Tsipras celebra la partnership con Macron su Twitter – “Sosteniamo le iniziative per una nuova struttura economica e monetaria della UE, verso un’Europa più democratica e sociale”.

L’incontro cordiale tra l’ex banchiere Macron e il primo ministro greco Alexis Tsipras smaschera anche la presunta opposizione a Macron della pseudo-sinistra francese. Jean-Luc Mélenchon e il Nuovo Partito Anticapitalista (NPA), che sostengono di opporsi a Macron, hanno acclamato la salita al potere di Tsipras. Se avessero preso il potere sotto Macron, come Mélenchon ha proposto di fare, la loro linea non sarebbe stata significativamente diversa da quella di Tsipras.

Nel suo primo incontro con il presidente greco Prokopīs Paulopoulos, Macron ha applaudito il diktat di austerità dell’UE in Grecia: “Vorrei rendere onore alle riforme condotte dai vostri governi, e tra breve avrò l’opportunità di uno scambio con il primo ministro Tsipras su questo argomento. Ma queste riforme devono andare di pari passo con un impegno collettivo che deve continuare a consentire la riscrittura del debito del vostro paese”.

Macron ha acclamato il “coraggio” che Syriza e la classe dirigente greca hanno mostrato nell’imposizione dell’austerità al popolo greco: “La resistenza che avete mostrato, il coraggio che avete avuto nel compiere diverse riforme, la volontà di non dimenticare i vostri principi, questa volontà di far rimanere la Grecia in Europa che avete sempre dimostrato voi, il vostro governo e il vostro Primo Ministro, mentre intorno a voi molti estremisti spingevano per abbandonarla, ci obbliga ad avere ancora più ambizione per questa Europa che continuiamo a tenere cara”.

In realtà, l’unico “coraggio” avuto da Tsipras e Syriza è stato quello di infrangere le promesse di opporsi alle misure di austerità, e di eseguire come se fossero degli schiavi le richieste delle banche, sperando che l’esercito e la polizia potessero proteggerli dalla rabbia delle masse.

L’impatto cumulativo dei tagli alle pensioni e ai salari minimi da parte di una serie di governi greci a partire dal 2008 è stato un calo medio del 40 per cento delle pensioni e degli stipendi. I fallimenti e i licenziamenti da parte delle piccole imprese, e un’ondata di smantellamenti di massa nella forza lavoro del settore pubblico hanno portato il tasso di disoccupazione al 25% (60% tra i giovani).

Atene e l’UE hanno utilizzato la catastrofe sociale creata da loro – il PIL greco è diminuito di un quarto, come nei paesi più colpiti dalla depressione degli anni ‘30 – per distruggere i diritti sociali fondamentali dei lavoratori. Tra gli attacchi c’è stato un taglio della pensione minima a dei miseri 382 Euro al mese, e l’eliminazione delle cure sanitarie pubbliche per i disoccupati.

Syriza è stata eletta nel gennaio del 2015 sulla base di false promesse, rapidamente ripudiate, di porre fine all’austerità dell’UE. Ha anche organizzato un referendum sull’austerità il 25 luglio, sperando di ottenere un “sì” che gli consentisse di dimettersi, accusando la popolazione di sostenere l’UE. Di fronte a uno schiacciante 62 per cento di “no”, in gran parte provenienti dai lavoratori, Syriza ha calpestato l’opinione pubblica e ha imposto il più ampio pacchetto di misure di austerità dall’inizio della crisi.

Come Mélenchon e l’NPA in Francia oggi, Tsipras si è rifiutato di invitare i lavoratori europei a difendere i lavoratori del suo paese dall’austerità. Come ha ammonito il WSWS, il rifiuto di Syriza dell’unica strategia praticabile per opporsi all’Unione Europea è derivato dalla sua essenziale approvazione del programma sociale reazionario dell’UE, condiviso dai suoi alleati in tutta l’UE.

Macron ha viaggiato in Grecia non solo per legittimare gli attacchi alla classe operaia, ma anche per promuovere gli interessi strategici e commerciali dell’imperialismo francese. La sua visita era strettamente legata al crescente pericolo di guerra mondiale. Mentre aumentano le divisioni tra Washington e Berlino dopo l’elezione di Trump, e rischia di scoppiare una guerra tra Stati Uniti, Cina e Russia sulla Corea, la Grecia sta diventando un campo di battaglia in una lotta per l’influenza tra le maggiori potenze.

“Per non essere governati da potenze più grandi, come i cinesi e gli americani, io credo in una sovranità europea che ci permetta di difenderci ed esistere”, ha detto Macron in un successivo discorso sulla collina della Pnice, vicino al Partenone di Atene.

Come la sua politica interna, la politica estera di Macron è squallidamente reazionaria. Ha promesso di spingere l’UE ad aiutare Tsipras ad impedire che i rifugiati fuggano verso la Grecia dalla guerra in Medio Oriente causata dalla NATO: “Per questo motivo dobbiamo promuovere una cooperazione permanente pianificata che ci permetta di proteggerci dalle grandi migrazioni che il vostro paese ha affrontato in anni recenti”.

La politica principale sui rifugiati dell’Unione Europea è stata quella di negare loro il diritto d’asilo e limitare le operazioni di soccorso nel Mediterraneo, portando a migliaia di morti per annegamento, rafforzando al contempo le pattuglie navali nella regione.

Inoltre, Macron ha brevemente alluso a conflitti all’interno dell’UE provocati dalla crisi greca, dicendo: “La nostra zona euro deve rinunciare ad una sorta di guerra civile interna su piccole divergenze”. Ha poi proposto politiche finanziarie alle quali Berlino si oppone da tempo: non solo ha proposto di ristrutturare il debito della Grecia, ma anche di impedire che l’FMI svolga un ruolo nella formulazione delle politiche di austerità imposte alla Grecia.

Quello che è in gioco non sono divergenze riguardanti l’austerità, visto che le politiche dell’UE sono brutali tanto quanto quelle dell’FMI, ma esplosive rivalità inter-imperialiste. Mentre Washington e l’UE sono sempre più in aperto conflitto, Macron intende limitare l’influenza dell’FMI, con sede a Washington, chiedendo a Berlino concessioni finanziarie sulla Grecia in cambio del sostegno francese contro gli Stati Uniti.

Durante il suo viaggio, Macron ha portato al suo seguito una grande delegazione di amministratori delegati e dirigenti di grandi aziende francesi. Tra le aziende rappresentate c’era l’operatore portuale Terminal-Link, che partecipa ai negoziati per la privatizzazione del porto di Salonicco. Ci sono rivalità crescenti con la Cina, la cui compagnia di spedizioni COSCO ha acquisito una quota di maggioranza del porto del Pireo ad Atene, e vuole renderlo un nodo importante nella rete di infrastrutture del regime cinese “Nuova Via della Seta”, che collega la Cina all’Europa.

Il New York Times ha citato il commentatore greco Coastas Iordanidis, che ha detto che Atene spera che Macron riaffermerà il suo sostegno alla posizione della Grecia nell’Unione Europea e spingerà gli investitori francesi a “controbilanciare” gli investimenti tedeschi e cinesi in Grecia.

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Articolo di Alex Lantier pubblicato su World Socialist Web Site il 12 settembre 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

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