La scorsa settimana Emmanuel Macron ha
viaggiato in Grecia per lodare le misure di austerità imposte dal
governo di Syriza (“Coalizione della Sinistra Radicale”) e per discutere
del futuro dell’Unione Europea.
La visita in Grecia dimostra chiaramente
che cosa ha in serbo Macron per la classe operaia francese.
Dopo le
elezioni generali tedesche del 24 settembre, Berlino e Parigi intendono
utilizzare l’UE per imporre la distruzione dei diritti sociali acquisiti
dalla classe operaia in Francia e in Europa nel corso del XX secolo.
Nel suo assalto alla classe operaia, l’aristocrazia finanziaria intende
utilizzare la “sinistra radicale” piccolo-borghese come uno strumento
politico chiave.
L’incontro cordiale tra l’ex banchiere
Macron e il primo ministro greco Alexis Tsipras smaschera anche la
presunta opposizione a Macron della pseudo-sinistra francese. Jean-Luc
Mélenchon e il Nuovo Partito Anticapitalista (NPA), che sostengono di
opporsi a Macron, hanno acclamato la salita al potere di Tsipras. Se
avessero preso il potere sotto Macron, come Mélenchon ha proposto di
fare, la loro linea non sarebbe stata significativamente diversa da
quella di Tsipras.
Nel suo primo incontro con il presidente
greco Prokopīs Paulopoulos, Macron ha applaudito il diktat di austerità
dell’UE in Grecia: “Vorrei rendere onore alle riforme condotte dai
vostri governi, e tra breve avrò l’opportunità di uno scambio con il
primo ministro Tsipras su questo argomento. Ma queste riforme devono
andare di pari passo con un impegno collettivo che deve continuare a
consentire la riscrittura del debito del vostro paese”.
Macron ha acclamato il “coraggio” che
Syriza e la classe dirigente greca hanno mostrato nell’imposizione
dell’austerità al popolo greco: “La resistenza che avete mostrato, il
coraggio che avete avuto nel compiere diverse riforme, la volontà di non
dimenticare i vostri principi, questa volontà di far rimanere la Grecia
in Europa che avete sempre dimostrato voi, il vostro governo e il
vostro Primo Ministro, mentre intorno a voi molti estremisti spingevano
per abbandonarla, ci obbliga ad avere ancora più ambizione per questa
Europa che continuiamo a tenere cara”.
In realtà, l’unico “coraggio” avuto da
Tsipras e Syriza è stato quello di infrangere le promesse di opporsi
alle misure di austerità, e di eseguire come se fossero degli schiavi le
richieste delle banche, sperando che l’esercito e la polizia potessero
proteggerli dalla rabbia delle masse.
L’impatto cumulativo dei tagli alle
pensioni e ai salari minimi da parte di una serie di governi greci a
partire dal 2008 è stato un calo medio del 40 per cento delle pensioni e
degli stipendi. I fallimenti e i licenziamenti da parte delle piccole
imprese, e un’ondata di smantellamenti di massa nella forza lavoro del
settore pubblico hanno portato il tasso di disoccupazione al 25% (60%
tra i giovani).
Atene e l’UE hanno utilizzato la
catastrofe sociale creata da loro – il PIL greco è diminuito di un
quarto, come nei paesi più colpiti dalla depressione degli anni ‘30 –
per distruggere i diritti sociali fondamentali dei lavoratori. Tra gli
attacchi c’è stato un taglio della pensione minima a dei miseri 382 Euro
al mese, e l’eliminazione delle cure sanitarie pubbliche per i
disoccupati.
Syriza è stata eletta nel gennaio del
2015 sulla base di false promesse, rapidamente ripudiate, di porre fine
all’austerità dell’UE. Ha anche organizzato un referendum sull’austerità
il 25 luglio, sperando di ottenere un “sì” che gli consentisse di
dimettersi, accusando la popolazione di sostenere l’UE. Di fronte a uno
schiacciante 62 per cento di “no”, in gran parte provenienti dai
lavoratori, Syriza ha calpestato l’opinione pubblica e ha imposto il più
ampio pacchetto di misure di austerità dall’inizio della crisi.
Come Mélenchon e l’NPA in Francia oggi,
Tsipras si è rifiutato di invitare i lavoratori europei a difendere i
lavoratori del suo paese dall’austerità. Come ha ammonito il WSWS, il
rifiuto di Syriza dell’unica strategia praticabile per opporsi
all’Unione Europea è derivato dalla sua essenziale approvazione del
programma sociale reazionario dell’UE, condiviso dai suoi alleati in
tutta l’UE.
Macron ha viaggiato in Grecia non solo
per legittimare gli attacchi alla classe operaia, ma anche per
promuovere gli interessi strategici e commerciali dell’imperialismo
francese. La sua visita era strettamente legata al crescente pericolo di
guerra mondiale. Mentre aumentano le divisioni tra Washington e Berlino
dopo l’elezione di Trump, e rischia di scoppiare una guerra tra Stati
Uniti, Cina e Russia sulla Corea, la Grecia sta diventando un campo di
battaglia in una lotta per l’influenza tra le maggiori potenze.
“Per non essere governati da potenze più
grandi, come i cinesi e gli americani, io credo in una sovranità
europea che ci permetta di difenderci ed esistere”, ha detto Macron in
un successivo discorso sulla collina della Pnice, vicino al Partenone di
Atene.
Come la sua politica interna, la
politica estera di Macron è squallidamente reazionaria. Ha promesso di
spingere l’UE ad aiutare Tsipras ad impedire che i rifugiati fuggano
verso la Grecia dalla guerra in Medio Oriente causata dalla NATO: “Per
questo motivo dobbiamo promuovere una cooperazione permanente
pianificata che ci permetta di proteggerci dalle grandi migrazioni che
il vostro paese ha affrontato in anni recenti”.
La politica principale sui rifugiati
dell’Unione Europea è stata quella di negare loro il diritto d’asilo e
limitare le operazioni di soccorso nel Mediterraneo, portando a migliaia
di morti per annegamento, rafforzando al contempo le pattuglie navali
nella regione.
Inoltre, Macron ha brevemente alluso a
conflitti all’interno dell’UE provocati dalla crisi greca, dicendo: “La
nostra zona euro deve rinunciare ad una sorta di guerra civile interna
su piccole divergenze”. Ha poi proposto politiche finanziarie alle quali
Berlino si oppone da tempo: non solo ha proposto di ristrutturare il
debito della Grecia, ma anche di impedire che l’FMI svolga un ruolo
nella formulazione delle politiche di austerità imposte alla Grecia.
Quello che è in gioco non sono
divergenze riguardanti l’austerità, visto che le politiche dell’UE sono
brutali tanto quanto quelle dell’FMI, ma esplosive rivalità
inter-imperialiste. Mentre Washington e l’UE sono sempre più in aperto
conflitto, Macron intende limitare l’influenza dell’FMI, con sede a
Washington, chiedendo a Berlino concessioni finanziarie sulla Grecia in
cambio del sostegno francese contro gli Stati Uniti.
Durante il suo viaggio, Macron ha
portato al suo seguito una grande delegazione di amministratori delegati
e dirigenti di grandi aziende francesi. Tra le aziende rappresentate
c’era l’operatore portuale Terminal-Link, che partecipa ai
negoziati per la privatizzazione del porto di Salonicco. Ci sono
rivalità crescenti con la Cina, la cui compagnia di spedizioni COSCO ha
acquisito una quota di maggioranza del porto del Pireo ad Atene, e vuole
renderlo un nodo importante nella rete di infrastrutture del regime
cinese “Nuova Via della Seta”, che collega la Cina all’Europa.
Il New York Times ha citato il
commentatore greco Coastas Iordanidis, che ha detto che Atene spera che
Macron riaffermerà il suo sostegno alla posizione della Grecia
nell’Unione Europea e spingerà gli investitori francesi a
“controbilanciare” gli investimenti tedeschi e cinesi in Grecia.
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Articolo di Alex Lantier pubblicato su World Socialist Web Site il 12 settembre 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
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