lunedì 11 settembre 2017

Smettere di pensare - ESSERE SENZA MENTE


Come posso essere senza mente visto che ne ho una? E poi che accidenti vuol dire?

Le prime volte facevo fatica a stare senza mente, durava pochi minuti e poi tornavano i pensieri, li mettevo in un angolino e poi ritornavano e li sentivo parlare attraverso la nostra vocina interna che ci ripete tutto quello che facciamo, vediamo e pensiamo; quanto rumore dentro la nostra mente.

Facevo fatica, quindi c’era qualcosa che sbagliavo perché quando le cose sono fatte bene non si fa fatica, tutto deve avvenire con semplicità a prescindere dalla complessità; questa è una legge universale.

Poi mi è arrivata l’informazione attraverso una domanda: ma cosa vuol dire, in concreto, stare senza mente? Perché il problema è che per la nostra mente è difficile comprendere un concetto astratto, ha sempre bisogno di associarlo ad un’immagine; quindi dovevo trovare l’immagine del senza mente.

Uno di quei giorni avevo appuntamento con un rigattiere per sgombrare la cantina dei miei genitori: era stracolma di roba, vecchia di una vita, ormai inutile e ammuffita, era così piena che quasi non si riusciva ad entrare, tutto accatastato in modo così fitto che non si distinguevano più le forme di quelle vecchie cose, inutili ricordi del passato che non avevano più niente a che vedere col presente; così dissi al rigattiere di portarsi via tutto, volevo spazio, perché dovevo metterci le cose che mi servivano adesso.

Tornato a casa mi sono seduto sulla poltrona del mio studio e mi sono guardato attorno; era tutto normale, non so perché guardavo con così tanta attenzione gli oggetti che mi circondavano: c’era il solito tavolo con lo schermo del pc, la libreria piena di libri, i soliti soprammobili, li vedevo ognuno distintamente, in tutti loro dettagli, i colori, le ombre…… un momento! Attorno ad ogni oggetto c’era una cosa che non avevo mai visto: c’era uno spazio, l’unica cosa che mancava in quella cantina polverosa.

Allora è lo spazio che dà significato alle cose, il niente che circonda ogni cosa ci permette di distinguere fra l’una e l’altra.

Per vedere l’oggetto dobbiamo prima vedere il niente che lo circonda; per arrivare a qualcosa dobbiamo partire dal suo opposto.

Eccola l’immagine: lo spazio. E sì, è lo spazio che crea le cose, le parole, i pensieri.
Rileggo la frase di prima senza spazio fra le parole:
“Alloraèlospaziochedàsignificatoallecoseilnientechecircondaognicosacipermettedidistinguerefra lunaelaltra….:…”
Non è più comprensibile questa frase.

Quello che noi consideriamo il niente è in realtà il tutto, senza il vuoto non esiste altro.
Lo schermo del nostro pc, il tavolo su cui è appoggiato, ogni cosa è definita dallo spazio che la circonda, e così avviene anche per i nostri pensieri.

Lo spazio è energia, le cose materiali che conosciamo non sono altro che energia cristallizzata circondata da altra energia che fluisce come un’onda nel vuoto che le circonda.

Quindi lo spazio è tutto, nasce tutto da lì, da quello che crediamo sia niente.

Ora che so cos’è lo spazio, ho la sua immagine e crearlo è diventato semplice.

Ogni volta che leggiamo, guardiamo qualcosa o pensiamo a qualcosa, sentiamo dentro di noi una vocina che ripete ciò che leggiamo, guardiamo e pensiamo; si dice ripetere mentalmente, ce l’hanno insegnato a scuola, una delle tante cose sbagliate.

Questa vocina non si sente all’esterno ma nella nostra mente si sente eccome, a volte è addirittura fastidiosa se non rumorosa; allora se lo spazio è quello che sta fra una parola e l’altra, basta smettere di ripetere mentalmente ciò che leggiamo, guardiamo, pensiamo o facciamo e creiamo spazio.

Se leggo quello che sto scrivendo senza ripetermelo nella mente sto creando spazio, sono già senza mente; se osservo le immagini della mia mente mentre ho gli occhi chiusi, i pensieri che si presentano e non li ripeto mentalmente con la vocina interna, sto creando spazio. Eccoli i pensieri, ecco le loro immagini, non mi disturbano più, le sto semplicemente guardando come se fossi al cinema, non sono più parte di me perché non fanno rumore, non li sento; arrivano e si dissolvono nel silenzio.

Io sono nello spazio, in quello che sembrava essere niente e invece sento il calore dell’energia di cui il niente è pieno, navigo su di essa e mi lascio trasportare, mi appaiono immagini silenziose a cui rimango indifferente, trattengo quelle che mi piacciono e scarto quelle negative, incontro le informazioni che fluttuano in questo campo del niente che invece è tutto e sono proprio quelle di cui ho bisogno: le chiamiamo intuizioni credendo siano informazioni casuali, invece sono il nostro vero pensiero che si libera e ci raggiunge, perché finalmente ha lo spazio per fluire.


Alessandro Sartori


fonte: https://www.facebook.com/groups/684187031724240/permalink/985376261605314/ 

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