La trasmissione genetica, a cui la
scienza ha sempre riconosciuto il ruolo primario nella trasmissione
delle malattie, è responsabile della nostra salute e malattia soltanto
marginalmente, per il 5%. Ciò che assorbiamo giorno per giorno nella
prima infanzia sotto forma di programmi inconsci è la principale fonte
del nostro profilo biologico ed è direttamente responsabile di come ci
sentiamo e della nostra esperienza del mondo. I nostri geni sono sotto
il controllo del sistema di credenze e convinzioni trasmesso dal sistema
familiare e dalle influenze ambientali principalmente nei primi 6 anni
di vita. I segnali ambientali a volte sono diretti, a volte sono
interpretazioni; è allora che le percezioni si trasformano in sistemi di
credenze e convinzioni. Per esempio, se in seguito a una percezione ho
sviluppato una convinzione inconscia, la mia biologia si “aggiusta” su
quella particolare convinzione. Credenze e programmi inconsci sono
quindi responsabili della nostra salute, di come ci sentiamo e
percepiamo il mondo. In altre parole sperimentiamo ciò che crediamo.
Bruce Lipton, il biologo della cellula a cui dobbiamo queste scoperte, è molto esplicito e afferma: “Non siamo vittime dei nostri geni, ma maestri del nostro destino” (27).
Nel suo libro Biologia delle credenze: liberare il potere della consapevolezza, della materia e dei miracoli (28), Lipton dice inoltre che il corpo/mente è progettato per autoguarirsi, ma noi occidentali in particolar modo possiamo accedere in modo molto limitato a questo potenziale, perché abbiamo sviluppato e consolidato credenze che cedono ai medici, gli “esperti”, il nostro potere. Per riprogrammare le nostre cellule Lipton parla degli strumenti di sempre: le tecniche di lavoro sull'inconscio per modificare le strutture di riferimento interne, la meditazione e tutto ciò che può favorire la consapevolezza e la presenza.
“I pensieri sono cose”, affermava il grande guaritore e mistico Edgar Cayce, e si sta oggi precisando sempre di più la comprensione di come i pensieri siano in grado di creare realtà. Questo lo possiamo verificare anche da soli nel quotidiano notando come, per esempio, quando siamo innamorati stiamo bene, tendiamo al positivo, siamo in apertura verso la vita e le esperienze; quando siamo invece preda della paura, la nostra energia si paralizza, ci chiudiamo e ci predisponiamo al peggio.
Altre recenti scoperte provano quello che le antiche discipline mediche e spirituali affermano da sempre: le parole hanno il potere di modificare il DNA , quindi attenzione ai pensieri, parole interiori con le quali commentiamo costantemente le esperienze. Grazie alle informazioni più recenti della neuroscienza e dell'epigenetica, ora risulta più facile capire perché la meditazione abbia un'influenza così positiva sugli individui. La meditazione, aiutando pensieri, emozioni e sensazioni rimossi e sepolti a riaffacciarsi alla coscienza fa sì che i peptidi si rimettano in circolazione e favorisce così il riequilibrio.
Coltivare la presenza, la capacità di osservare i pensieri e comprendere che non siamo la mente, non siamo le emozioni e non siamo nemmeno il corpo che può ammalarsi e morire, permette inoltre a nuovi circuiti di venire creati nel cervello. Questi nuovi percorsi neuronali vanno a sostenere abitudini più sane e consapevoli e potenziano i lobi frontali. Questi ultimi possono così acquisire sempre di più la capacità di gestire le pulsioni istintive legate alla sopravvivenza dei cervelli più antichi, di dare una miglior valutazione del contesto per uscire dallo schema della paura. Modificare con la consapevolezza il nostro sistema di convinzioni e credenze, così che la mente possa svolgere un ruolo positivo e creativo di sostegno alla persona che vogliamo essere oggi, può influenzare addirittura la nostra intera biologia e il DNA!
Bruce Lipton, il biologo della cellula a cui dobbiamo queste scoperte, è molto esplicito e afferma: “Non siamo vittime dei nostri geni, ma maestri del nostro destino” (27).
Nel suo libro Biologia delle credenze: liberare il potere della consapevolezza, della materia e dei miracoli (28), Lipton dice inoltre che il corpo/mente è progettato per autoguarirsi, ma noi occidentali in particolar modo possiamo accedere in modo molto limitato a questo potenziale, perché abbiamo sviluppato e consolidato credenze che cedono ai medici, gli “esperti”, il nostro potere. Per riprogrammare le nostre cellule Lipton parla degli strumenti di sempre: le tecniche di lavoro sull'inconscio per modificare le strutture di riferimento interne, la meditazione e tutto ciò che può favorire la consapevolezza e la presenza.
“I pensieri sono cose”, affermava il grande guaritore e mistico Edgar Cayce, e si sta oggi precisando sempre di più la comprensione di come i pensieri siano in grado di creare realtà. Questo lo possiamo verificare anche da soli nel quotidiano notando come, per esempio, quando siamo innamorati stiamo bene, tendiamo al positivo, siamo in apertura verso la vita e le esperienze; quando siamo invece preda della paura, la nostra energia si paralizza, ci chiudiamo e ci predisponiamo al peggio.
Altre recenti scoperte provano quello che le antiche discipline mediche e spirituali affermano da sempre: le parole hanno il potere di modificare il DNA , quindi attenzione ai pensieri, parole interiori con le quali commentiamo costantemente le esperienze. Grazie alle informazioni più recenti della neuroscienza e dell'epigenetica, ora risulta più facile capire perché la meditazione abbia un'influenza così positiva sugli individui. La meditazione, aiutando pensieri, emozioni e sensazioni rimossi e sepolti a riaffacciarsi alla coscienza fa sì che i peptidi si rimettano in circolazione e favorisce così il riequilibrio.
Coltivare la presenza, la capacità di osservare i pensieri e comprendere che non siamo la mente, non siamo le emozioni e non siamo nemmeno il corpo che può ammalarsi e morire, permette inoltre a nuovi circuiti di venire creati nel cervello. Questi nuovi percorsi neuronali vanno a sostenere abitudini più sane e consapevoli e potenziano i lobi frontali. Questi ultimi possono così acquisire sempre di più la capacità di gestire le pulsioni istintive legate alla sopravvivenza dei cervelli più antichi, di dare una miglior valutazione del contesto per uscire dallo schema della paura. Modificare con la consapevolezza il nostro sistema di convinzioni e credenze, così che la mente possa svolgere un ruolo positivo e creativo di sostegno alla persona che vogliamo essere oggi, può influenzare addirittura la nostra intera biologia e il DNA!
by Annalisi Faliva
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