Infuso di erbe spontanee
Buone e belle, ma sempre più rare. La maggior parte delle piante officinali utilizzate in prodotti farmaceutici e parafarmaceutici per le loro proprietà benefiche, scarseggiano sempre più in natura. A lanciare l’allarme è il Botanic Gardens Conservation International che parla di 15-50 mila specie di piante officinali in via di estinzione.
Secondo gli esperti, infatti, alcune preziosissime erbe starebbero letteralmente scomparendo mettendo a serio rischio la ricerca e la cura di malattie gravi come il cancro e l’HIV.
Qualche esempio? Il tasso, la cui corteccia è ricca di paclitaxel (principio attivo antitumorale); l’Hoodia, nota per la capacità di bloccare l’appetito che la rendono l’ingrediente fondamentale di tantissimi prodotti dimagranti; la magnolia, il cui principio attivo, l’honokiolo, è efficace nella cura del cancro, di alcune malattie cardiache e della demenza senile.
Tra le varietà a rischio, anche il ciliegio africano (Prunus africana) dal quale si estrae una molecola per curare malattie della prostata.
I responsabili di tutto questo sono, manco a dirlo, le coltivazioni intensive e l’inquinamento che inevitabilmente comportano la distruzione degli habitat naturali e la prolificazione di specie invasive ‘competitive’. Oltre al largo impiego di queste estratti vegetali in medicina e cosmesi, il fattore principale alla base della loro sparizione è l’alto tasso di deforestazione che interessa l’intero Pianeta. E vista l’incidenza negativa che questo fenomeno potrebbe comportare sulla ricerca e sul destino della sanità mondiale, l’allarmismo degli scienziati sembra essere più che fondato.
Una minaccia per la ricerca, per l’umanità, per la biodiversità e soprattutto per la salute di milioni di persone che, nel solco di una tradizione (ormai millenaria) divenuta scienza, ripongono le loro speranze nella medicina tradizionale la cui linfa vitale è rappresentata proprio da queste preziose piante.
Fonte: http://www.tuttogreen.it/
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