lunedì 5 agosto 2013

DSM V – L’inganno dello squilibrio biochimico


DSM VLa principale ragione alla base della creazione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali [DSM] fu quella di dare alla psichiatria un sistema di compensi da fatturare alle compagnie assicurative, simile a quello usato dalla medicina.

Invece di vere malattie, nel DSM ci sono semplici “disturbi” votati per alzata di mano da un comitato di “pseudo esperti”. Il DSM è dedito ad elencare una serie di sintomi senza conoscerne la causa e nessuna delle diagnosi che ne risultano è supportata da evidenze scientifiche ed oggettive.

La teoria sulla base dei “modelli di malattia” della psichiatria di oggi è quella che sostiene che le malattie mentali sarebbero causate da squilibri biochimici del cervello.

Il medico australiano Jon Jureidini afferma che “la teoria dello squilibrio biochimico non ha senso“. La dottoressa Joanna Moncrieff, docente universitaria di psichiatria sociale e comunitaria all’Università di Londra, nel Regno Unito, aggiunge:
Le emozioni umane non saranno mai posizionate in una semplice formula biochimica. Non ci sono prove che qualsiasi farmaco agisca in particolare per contrastare la depressione. E’ più accurato capire che gli psicofarmaci inducono a stati anormali, allo stesso modo in cui noi usiamo le droghe ricreative per creare euforia o stati disinibiti.
Nel 2005, di fronte ad una pressione nazionale dei media, il dottor Steven Sharfstein, allora presidente dell’APA [American Psychiatric Association], ammise:
Non ci sono test di laboratorio per dimostrare l’esistenza di uno squilibrio biochimico.
Altri esperti sono d’accordo. Ron Leifer, psichiatra di New York, ha affermato:
Non esistono squilibri biochimici. Quando le persone vengono da me e mi dicono che hanno “uno squilibrio biochimico” gli chiedo di mostrarmi i “loro test di laboratorio”. Non esistono test di laboratorio.
Lo psichiatra David Kaiser sostiene:
La psichiatria moderna non ha ancora provato in modo convincente le cause biologiche/genetiche di una singola malattia mentale. I pazienti sono stati diagnosticati con “squilibri biochimici” malgrado il fatto che non esiste alcun test di laboratorio o strumentale per sostenere un tale titolo. Non c’è una reale concezione di un corretto equilibrio biochimico.
Il diabete è uno squilibrio biochimico del corpo e le evidenze oggettive sono un livello troppo alto di zucchero nel sangue e nelle urine, e altri fattori legati all’insulina. Il trattamento in alcuni casi gravi è un’iniezione di insulina che ripristina il livello appropriato di zucchero. I test mostrano che successivamente il livello di zucchero torna normale.

Il dottor Joseph Glenmullen convalida tale tesi affermando che:
Non esiste uno squilibrio dello zucchero o del sodio nel sangue o di qualsiasi altra sostanza nel sangue o nel cervello, che causa la depressione o qualche altra sindrome psichiatrica.
Nonostante l’abbondanza di spiegazioni basate sulla teoria biochimica per le supposte condizioni psichiatriche, non ne è stata provata neanche una. In ogni caso in cui si pensava di trovare un particolare tipo di squilibrio, la cosa si è poi dimostrata falsa.

Inoltre, le tesi o le allusioni che la tecnologia per la rappresentazione tramite immagini del cervello possa diagnosticare e provare l’esistenza di disturbi mentali non sono che finzioni psichiatriche. Non ci sono basi scientifiche per questi tesi, a tal punto da giustificare scansioni del cervello per effettuare diagnosi psichiatriche.

Bruce Levine, lo psicologo autore di Commonsense Rebellion è concorde nell’affermare:
Nessun marker biochimico, neurologico o genetico è stato trovato per l’ADHD [Sindrome da deficit di attenzione e iperattività], l’ADD [disturbo da deficit di attenzione], l’ODD [Disturbo oppositivo provocatorio], la depressione, la schizofrenia, l’ansietà, l’abuso compulsivo di droga e di alcool, l’alimentazione eccessiva, il gioco d’azzardo o qualunque altra cosa chiamata malattia mentale, disturbo o problema.
Il modo in cui le cose vengono inserite nel DSM non è basato su analisi di laboratorio, analisi strumentali o esami fisici. E’ basato su una descrizione del comportamento, una etichetta. E queste etichette sono quello su cui si basa tutto il sistema psichiatrico. Un castello di carte.

A differenza delle diagnosi mediche che conducono a probabili cause, ad una cura appropriata e ad una probabile prognosi, i disturbi elencati nel DSM sono termini che provengono da un consenso di persone simili. Letteralmente un voto per alzata di mano da parte dei membri del comitato dell’APA. Non c’è scienza dietro ad esso. E’ solo una questione di opinione. Se abbastanza dottori pensano che qualcosa è una malattia, allora diventa una malattia.

In sostanza, l’intera creazione delle categorie psichiatriche di “malattie”, formalizzandole con il consenso e scrivendo in seguito dei codici diagnostici per esse, che successivamente conduce al loro uso per fatturare alle assicurazioni, non è niente di più che un esteso racket che fornisce agli psichiatri un’aurea pseudoscientifica. Gli esecutori stanno, ovviamente, imponendo tutto ciò al pubblico e stanno colpendo pesantemente i bambini approfittando di genitori addormentati.

La teoria dello squilibrio biochimico è stata definitivamente sbugiardata il 18 ottobre 2005, quando il New York Times rivelò al mondo intero che, nonostante i 30 anni di ricerche tramite scansioni per immagini del cervello, gli psichiatri non potevano determinare alcuna causa biologica per i disturbi mentali.

Le teorie sono mantenute non soltanto perché non c’è nient’altro che possa sostituirle, ma anche perché sono utili nel promuovere i trattamenti farmacologici.

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