La
stampa attualmente prosegue a bombardare con articoli sulle
presunte epidemie di morbillo, sulla presunta epidemia di epatite A da
ingordigia di frutti di bosco, sulla produzione in laboratorio di super
virus letali e tanti altri manifesti pubblicitari sul tema.
Il primo risultato di tutto questa macchina mediatica è visibile richiamando la data del prossimo 22 settembre per la vicina Svizzera, dove sarà revisionata la Legge Federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell’essere umano: Legge sulle Epidemie [LEp] .
Tutto questo avviene talmente in modo
unilaterale da contribuire a far litigare un’intera nazione, nella quale
l’esecuzione delle misure è ancora affidata ai singoli Cantoni, e
contribuisce a formulare numerosi interrogativi su chi commissiona gli
articoli e quanto obnubilati, o asserviti, sono coloro che si prestano a
scriverli e pubblicarli.
La professione del giornalista è al
servizio della comunità, del cittadino in primis, ma regolarmente in
campo vaccinale quest’ultimo è raramente consultato. Le argomentazioni
sono volutamente ignorate.
Tutti noi dovremmo essere terrorizzati
dalla natura totalitaria esercitata dai produttori di vaccini. Molti
chiedono apertamente non solo l’aumento o la reintroduzione delle vaccinazioni obbligatorie, ma anche di nascondere al pubblico i dati critici di sicurezza in modo da dare l’impressione di sicurezza dei vaccini.
Le attuali politiche vaccinali sono entrate di diritto nell’ambito della Eugenetica [disciplina
che si occuperebbe del miglioramento della razza umana attraverso la
manipolazione dei suoi geni o attraverso l’incrocio selettivo delle
razze migliori] e detengono il potenziale per distruggere in modo irreversibile la vita di milioni dei nostri bambini.
Leggete il Programma di Controllo delle Pandemie dell’OMS.
Tutto ciò che serve in un paese “evoluto/industrializzato” per istituire una vaccinazione forzata, anche sotto la minaccia delle armi, è la dichiarazione di un’emergenza sanitaria a discrezione dell’Autorità Sanitaria Nazionale, simile alla “pandemia bufala” dell’influenza suina dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2009.
Tutto ciò causerebbe la sospensione di tutti i diritti personali e lascerebbe ai Governi l’autorità per forzare le vaccinazioni “nell’interesse della salute pubblica e della sicurezza“. Non importa poi che qualcuno [adulto, bambino, donna gravida] ci rimette la propria vita, oppure riporta danni permanenti più o meno gravi.
Se voi credete veramente che non può accadere in un qualunque Stato o paese, basta fare una ricerca su Google per la preparazione alle “emergenze sanitarie“.
Controllate le regole e leggi già in vigore per la vostra posizione.
Sarete voi a decidere, in completa autonomia, se il vostro Governo ha
oltrepassato i suoi limiti oppure no.
Ogni persona nata in questo mondo – uomo, donna o bambino – è un individuo unico!
Di tutti i miliardi di individui che
costituiscono la popolazione del pianeta Terra, non ci sono due persone
che sono esattamente uguali. Fattori quali le caratteristiche fisiche,
mentali e spirituali, DNA, impronte digitali, personalità, alberi
genealogici, i geni e l’ambiente, per citarne solo alcuni, sono tutti
fattori che contribuiscono a rendere ciascuno di noi l’essere umano
speciale che noi siamo. Più ci pensiamo e più è sbalorditivo questo
fatto. Le prove e le implicazioni che ne derivano sono schiaccianti.
I sistemi vaccinali non
sono generalmente progettati per soddisfare differenze individuali. Essi
dipendono dal numero di persone; più grandi sono i numeri e meglio
funzionano, perché allora diventa possibile raggruppare le differenti
persone secondo criteri di logica industriale. Questo produrrà categorie
che assumono caratteristiche/esigenze/problemi comuni e si assisterà a
processi di conformità e controllo. Basti pensare come i computer
rendono tutto questo molto più facile e hanno la capacità di spremere la
gente in un hard disk.
Coloro che svolgono una professione
sanitaria a stretto contatto col pubblico sono ben consapevoli del
rapporto ideale di un individuo con il suo interlocutore. Le differenze
individuali devono essere soddisfatte in modo da ottenere i migliori
risultati, per aiutare l’individuo a raggiungere il suo potenziale. Più
grande diventa il gruppo o la dimensione in cui si presta assistenza,
maggiori saranno i problemi e gli effetti collaterali da affrontare.
Una sola terapia non va bene per tutti. E’
un fatto indiscutibile. Basta recarsi in un qualsiasi pronto soccorso,
terapia intensiva, sala operatoria o corsia d’ospedale per rendersene
conto di persona.
I governi – che significa i politici –
hanno il compito di attuare politiche che dovrebbero essere
formulate nel migliore interesse del “popolo”! Essi esistono per aiutare
a mantenere la sicurezza nella comunità, per fornire servizi educativi,
per fornire servizi sanitari di buon livello, adeguate prestazioni
sociali per affrontare le preoccupazioni socio-economiche e degli
standard di vita ragionevolmente appropriati. Sappiamo tutti cosa accade
nella realtà – alcuni gruppi di persone ne potranno beneficiare, molti
gruppi invece non ne beneficeranno affatto, e sempre troverete una vasta
gamma di esigenze specifiche che non hanno e non possono essere
adeguatamente soddisfatte.
Il denaro dei contribuenti contribuisce
all’attuazione legislativa, ma come parte integrante di questo sistema
vi sono anche gli interessi commerciali e la concorrenza che ne
scaturisce. Tutti i tipi di regolamenti saranno redatti per proteggere
presumibilmente la corretta ricezione dei sistemi.
Uno di questi sistemi è particolarmente
importante in quanto è visto come essenziale per mantenere in salute
ogni singolo individuo - il sistema sanitario. Di
come ognuno si prende cura del proprio corpo e di ciò che mangia
dovrebbe essere una questione molto personale. Nessuna decisione
andrebbe presa senza un’attenta valutazione dei fatti.
Il sistema sanitario si
basa molto sui prodotti provenienti dai produttori dell’industria
farmaceutica e dei produttori di vaccini. Naturalmente costoro, tramite
“interessi acquisiti”, vogliono convincere i potenziali “clienti” che
quello che i medici usano, e ciò che consigliano e sovvenzionano
i dipartimenti della salute, sono prodotti tutti accuratamente testati e
hanno l’approvazione degli enti istituzionali preposti a livello
nazionale e planetario [FDA].
E qui, per utilizzare un termine caro a un venditore di vaccini ben descritto in questo articolo del Dott. Stefano Montanari, casca il “vero asino” perché si svelano gli interessi coinvolti nel guadagnare la necessaria “certificazione”.
Seguite attentamente i seguenti fatti.
Le prove di sicurezza [trial] di un vaccino attraversano di solito almeno tre fasi.
La prima fase [a
seconda del vaccino] è solitamente effettuata su individui sani, a meno
che il processo è molto raro e specifico per sperimentare un vaccino in
un sottoinsieme [es. vaccini influenzali testati nei bambini asmatici].
Ogni prova per il vaccino ha un elenco di “esclusioni” o “inclusioni”, e
se qualche partecipante al test ha un problema di salute identificabile
è escluso immediatamente dal processo.
Se il vaccino è destinato ai bambini, la seconda fase potrebbe utilizzare 100 bambini sani, che si adattano anche ai criteri molto rigorosi. La terza fase,
potrebbe essere un numero maggiore di bambini e neonati, che hanno le
caratteristiche per soddisfare altri criteri molto rigorosi. Non è insolito che, in un processo, oltre la metà dei candidati sia respinta.
Un adulto, potrebbe essere respinto alla partecipazione a un trial se:
- ha preso un farmaco che sopprime il sistema immunitario nei tre mesi precedenti;
- ha effettuato donazione di sangue o piastrine;
- ha avuto un’infezione debilitante il sistema immunitario;
- ha il diabete;
- ha immunodeficienza primaria e/o un membro della sua famiglia ha un sistema immunitario che non funziona normalmente;
- assume qualunque genere di farmaco che potrebbe contrastare con l’esito positivo della prova;
- qualsiasi altro genere di problema medico che sia di ostacolo all’esito positivo della prova.
Un bambino, potrebbe essere respinto alla partecipazione a un trial se:
- è nato prima delle 37 settimane;
- ha avuto problemi durante il parto;
- ha ricevuto un punteggio di Apgar inferiore a 9;
- riceve farmaci endovena o antibiotici
- ha una qualsiasi condizione congenita, di sviluppo o immunologica, che contrasta con l’esito positivo della prova;
- ha problemi del sistema nervoso centrale, convulsioni o disfunzioni di organi;
- qualsiasi altro evento medico che sia causa di contrasto con l’esito positivo della prova.
Curiosamente tutte le motivazioni qui elencate sono poi ribaltate a piacimento e definite come “false indicazioni“ per la controindicazione alla vaccinazione da parte della nostrana Guida alle Controindicazioni e da parte di qualche altro imbonitore alle promozioni vaccinali di cui riportiamo, a titolo ludico informativo, un esempio di Vademecum che mistifica la realtà.
In altre parole, ogni minimo problemino
comporta l’esclusione dal trial vaccinale ma diventa improvvisamente
irrilevante quando si tratta di promuovere sulla massa la pratica
vaccinale: come distorsione del concetto e del metodo scientifico non fa
una piega!
C’è anche poi un gruppo a cui
somministrano qualcosa di inerte. Un gruppo di persone, similari al
gruppo di “sanissimi” arruolati per la sperimentazione, riceve un
farmaco precedentemente concesso in licenza, con le ipotetiche
caratteristiche di sicurezza, così da fungere da “gruppo di controllo“. Talvolta, al posto del farmaco, viene somministrato un “placebo”
[acqua fisiologica] e tutto ciò che dovrebbe trovarsi nel vaccino
tranne gli antigeni, l’alluminio, la formaldeide, la glutaraldeide, la
neomicina, le proteine del terreno di coltura, o altri sottoprodotti
di fabbricazione [Thimerosal - mercurio - ancora presente nella filiera
produttiva] che non sono certamente inerti e possono causare reazioni.
Il gruppo placebo può anche arrivare ad avere reazioni molto
significative, ma a patto che le reazioni siano uguali o inferiori al
vaccino in fase di sperimentazione, in modo che non sia quest’ultimo ad
essere considerato un problema.
Tradotto in termini scientifici, i risultati di questi tre studi di fase su persone molto sane dovrebbero applicarsi esclusivamente
alle persone in cui i vaccini sono stati testati, ma in pratica, una
volta che un farmaco o un vaccino è concesso in licenza, i criteri di
inclusione sono allargati e adattati a molti altri gruppi potenziali.
La realtà dei fatti quindi dimostra che i
medici, quando si tratta di vaccini, sottolineano
erroneamente l’importanza della pratica vaccinale ai genitori e non
prestano attenzione alle condizioni di bambini che sarebbero esclusi
sistematicamente dal processo di sicurezza. Proprio per questo motivo
andrebbero condotti obbligatoriamente una serie di
approfonditi accertamenti pre-vaccinali sulle condizioni di salute di
ogni singolo vaccinando. In questo senso, anche se è ancora presto per
averne la certezza, vanno considerate le analisi dei geni HLA condotte da una coraggiosa, o per lo meno mentalmente aperta, équipe dell’Università di Siena.
Ma se non è accettabile
somministrare un vaccino ai bambini o agli adulti con i problemi di
salute elencati, perché poi diventa accettabile concedere la licenza di
vendita a quel vaccino?
L’esclusione dei malati e l’uso
fraudolento del “placebo” sono due ragioni per le quali farmaci e
vaccini sono sempre così perfetti.
Se entrambi sono sperimentati utilizzando un vero e proprio placebo e i
gruppi rappresentativi sono quelli ai quali viene destinato
effettivamente il prodotto, i risultati assumono un aspetto molto
diverso. Tutt’altro che sicuro: non esistono vaccini sicuri.
Quando un vaccino o un farmaco è
certificato come sicuro, il singolo individuo con tutta l’unicità di
tutte le variabili applicabili a circostanze e situazioni quotidiane non
sarà MAI rappresentativo del gruppo selezionato per le prove.
Non appena il farmaco o il vaccino riceve il timbro di approvazione
dagli enti regolatori [FDA, EMEA, AIFA] sarà offerto al pubblico e
inizierà l’immancabile braccio di ferro tra tutti coloro che sono
ipoteticamente considerati “idonei” e “non idonei” a riceverlo.
Pensate alle variabili che si applicano a ogni singolo individuo in questo uso pubblico. Per esempio, fattori come:
- stati fisici ed emozionali di salute;
- gli effetti di esposizione ai problemi di salute delle altre persone;
- eventi stressanti di vario genere;
- la dieta;
- aria fresca e sole;
- le condizioni di vita;
- le reazioni uniche del proprio corpo a sostanze ingerite e/o iniettate;
- l’importanza della gestione di una gravidanza per la madre e per il nascituro;
- la stessa nascita;
- i problemi legati al parto;
- la gestione del cordone ombelicale;
- l’allattamento;
- e molto altro ancora.
Quante di queste variabili sono considerate nell’elenco delle condizioni applicabili al gruppo di studio?
Il fatto evidente è che non si può
MAI essere sicuri degli effetti a breve – medio – e lungo termine
dell’uso di un vaccino [o di un farmaco] quando la ricerca deve essere
condotta sulla base del singolo, del ”tu” e “io”. Anche per questo
motivo un medico vaccinatore si rifiuterà sempre di firmare una
dichiarazione di responsabilità all’atto della vaccinazione del singolo
bambino. Voi genitori avete l’obbligo etico nel proseguire a utilizzare
questo ottimo strumento di difesa, d fronte al quale nessun medico
vaccinatore potrà MAI imporre alcun trattamento.
I fatti di cui sopra dovrebbero
consegnare un messaggio molto chiaro per coloro che sono disposti a
pensare. Le tattiche e le strategie utilizzate dal “sistema vaccinale”
tendono ad ignorare questi fatti. Ciò è evidenziato dalla prepotenza
delle dichiarazioni con le quali si sostiene che le vaccinazioni sono
completamente sicure ed efficaci.
Il sistema medico ed i produttori
di vaccini non garantiranno MAI una garanzia incondizionata che un
vaccino fornirà l’immunità assoluta, e che non ci saranno effetti
collaterali in coloro ai quali sarà somministrato.
Una scelta responsabile e informata dovrebbe essere sacrosanta e rispettata!
Per introdurre una qualsiasi
forma di costrizione alla luce di questi fatti, che si prenda gioco
della libertà e dei diritti fondamentali, equivarrebbe a legalizzare e
promuovere un atto che potrebbe portare a lesioni personali gravi, e
anche la morte.
I fatti di cui sopra sono semplici da capire e sono inconfutabili, ma per alcune persone possono risultare sgradevoli. Inoltre, questi fatti rappresentano la conferma che il sistema medico ha standard differenti dal sistema giudiziario.
Le prove a sostegno
comportano chiaramente un verdetto di colpevolezza. Una
persona colpevole di aver cagionato un grave danno fisico [che può
portare alla morte] sarebbe condannata di conseguenza. Nessun Giudice
elogerà il colpevole, a maggior ragione se quest’ultimo ha ignorato i
fatti affermando che quello che è successo era nel miglior interesse
della “vittima”. Questa attività ”criminale” è del tutto inaccettabile!
Il problema è che, in realtà, questa
“attività criminale” sta acquisendo campo sempre più in diversi paesi
del mondo. La forza trainante degli “interessi acquisiti” garantisce
questa impunità ai colossi farmaceutici. La semplicità di base e fatti
innegabili sono ridotti in polvere, e quelli che hanno il coraggio di
insistere su questi fatti sono presi di mira con le solite strategie
intimidatorie volte a eliminare chiunque si metta in mezzo. Gli “atti
criminali” saranno giustificati da un comportamento che può essere
descritto soltanto come il cieco che guida il cieco.
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