L’Ucraina intende questa cifra come pagamento
anticipato per le consegne future, ma Mosca fa ricordare: sull’Ucraina
continua a pendere il vecchio debito di alcuni miliardi.
Il
nuovo round delle trattative sul gas si è tenuto a Berlino. Vi hanno
partecipato i ministri dell’Energia di Russia e Ucraina, Aleksandr Novak
e Yuti Prodan, e il Commissario europeo per l’energia Gunther
Oettinger. Alla fine l’Ucraina ha accettato di pagare alla Russia parte
del suo debito, poco più di 3 miliardi di dollari, entro la fine
dell’anno in corso.
L’Ucraina ha accettato il prezzo
proposto dalla Russia di 385 dollari per 1000 metri cubi, ma come sempre
Kiev interpreta gli accordi a modo proprio. Il ministro dell’Energia
ucraino, Yuri Prodan, si è affrettato a precisare che Kiev considera
questo prezzo “provvisorio, valido soltanto per il prossimo inverno”.
Inoltre, la somma che sarà pagata dall’Ucraina deve essere considerata
come pagamento anticipato per le consegne future. Mosca dice invece che
questi soldi saranno conteggiati nel debito dell’Ucraina per le
forniture già ricevute. Quindi, le parti continuano a non intendersi e
non si sa ancora se le forniture del gas russo all’Ucraina saranno
ripristinate, sottolinea il direttore del Centro di politica estera
Boris Shmelyov
Probabilmente il risultato di queste trattative può essere così riassunto: la Russia ha confermato la disponibilità a fornire all’Europa le quantità di gas che sono state richieste in precedenza. I segnali che arrivano da parte dell’Ucraina non sono assolutamente chiari. Ora dicono che il debito non esiste, poi vogliono comprare il gas ai prezzi di mercato. Evidentemente a Kiev continua la lotta e c’è chi non è contento per gli accordi che sono stati raggiunti. Penso che la decisione finale sarà presa da Kiev dopo le prime giornate fredde.
L’Europa
comincia pian piano a capire che cooperare con l’Ucraina non è una cosa
allegra. Sono recenti i casi di prelievo non autorizzato o, in altre
parole, di furto del gas. Quanto al gas già consumato e ai prestiti
ricevuti, Kiev non è abituata a pagare i suoi debiti, pertanto Bruxelles
dovrebbe avere da Kiev delle garanzie di ferro, perché altrimenti
l’Europa rischia di patire il freddo, sottolinea Nikolay Kaveshnikov
dell’Università delle relazioni internazionali (MGIMO).
Gli europei non sono pronti a pagare i debiti dell’Ucraina, ma sono disposti a darle un prestito con il quale potrà pagare le quantità del gas di cui ha bisogno. Naturalmente l’Europa vuole riavere questo prestito, o con soldi, o con altri asset. L’Europa saprà farlo.
Eppure,
il principale risultato delle trattative di Berlino è il fatto che le
parti sono comunque riuscite a raggiungere l’accordo prima dell’inizio
della stagione fredda, dice l’esperto del Centro di analisi situazionale
Serghey Utkin.
Si tratta sia di forniture verso l’Unione Europea, sia di forniture all’Ucraina. Cioè, le parti hanno constatato che l’interruzione delle forniture nell’uno e nell’altro caso non gioverà a nessuno. Quindi, occorre semplicemente trovare degli schemi tecnici che consentiranno di raggiungere il risultato desiderato.
Degli
aspetti tecnici si parlerà il 2 e il 3 ottobre, sempre a Berlino.
Naturalmente, se entro allora Kiev non troverà un altro modo per non
pagare i suoi debiti almeno di tanto in tanto. Ma anche se questa volta
tutto andrà bene, la disputa del gas sarà riesumata dopo la fine della
stagione fredda. Questa disputa è diventata ormai annuale, ma Bruxelles,
stranamente, non vuole fare le debite conclusioni, e continua a puntare
sull’Ucraina. Se però continuerà a menare per le lunghe con le
trattative, i consumatori in Europa cominceranno a chiedere alternativa.
La Russia è pronta a darla. Per finire la costruzione del gasdotto
South Stream occorre soltanto che Bruxelles decida a favore della
stabilità, rinunciando ai giochi politici. Allora la parola “inverno”
non farà più innervosire gli abitanti d’Europa.
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