mercoledì 1 ottobre 2014

Guerra del gas sospesa fino alla primavera?

Guerra del gas sospesa fino alla primavera?

L’Ucraina comprerà il gas russo al prezzo di 385 dollari per mille metri cubi, ma questo prezzo è da considerarsi provvisorio, valido soltanto fino alla primavera. Entro la fine dell’anno Kiev pagherà a Gazprom 3 miliardi di dollari.
 
L’Ucraina intende questa cifra come pagamento anticipato per le consegne future, ma Mosca fa ricordare: sull’Ucraina continua a pendere il vecchio debito di alcuni miliardi.

Il nuovo round delle trattative sul gas si è tenuto a Berlino. Vi hanno partecipato i ministri dell’Energia di Russia e Ucraina, Aleksandr Novak e Yuti Prodan, e il Commissario europeo per l’energia Gunther Oettinger. Alla fine l’Ucraina ha accettato di pagare alla Russia parte del suo debito, poco più di 3 miliardi di dollari, entro la fine dell’anno in corso.

L’Ucraina ha accettato il prezzo proposto dalla Russia di 385 dollari per 1000 metri cubi, ma come sempre Kiev interpreta gli accordi a modo proprio. Il ministro dell’Energia ucraino, Yuri Prodan, si è affrettato a precisare che Kiev considera questo prezzo “provvisorio, valido soltanto per il prossimo inverno”. Inoltre, la somma che sarà pagata dall’Ucraina deve essere considerata come pagamento anticipato per le consegne future. Mosca dice invece che questi soldi saranno conteggiati nel debito dell’Ucraina per le forniture già ricevute. Quindi, le parti continuano a non intendersi e non si sa ancora se le forniture del gas russo all’Ucraina saranno ripristinate, sottolinea il direttore del Centro di politica estera Boris Shmelyov
Probabilmente il risultato di queste trattative può essere così riassunto: la Russia ha confermato la disponibilità a fornire all’Europa le quantità di gas che sono state richieste in precedenza. I segnali che arrivano da parte dell’Ucraina non sono assolutamente chiari. Ora dicono che il debito non esiste, poi vogliono comprare il gas ai prezzi di mercato. Evidentemente a Kiev continua la lotta e c’è chi non è contento per gli accordi che sono stati raggiunti. Penso che la decisione finale sarà presa da Kiev dopo le prime giornate fredde.
L’Europa comincia pian piano a capire che cooperare con l’Ucraina non è una cosa allegra. Sono recenti i casi di prelievo non autorizzato o, in altre parole, di furto del gas. Quanto al gas già consumato e ai prestiti ricevuti, Kiev non è abituata a pagare i suoi debiti, pertanto Bruxelles dovrebbe avere da Kiev delle garanzie di ferro, perché altrimenti l’Europa rischia di patire il freddo, sottolinea Nikolay Kaveshnikov dell’Università delle relazioni internazionali (MGIMO).
Gli europei non sono pronti a pagare i debiti dell’Ucraina, ma sono disposti a darle un prestito con il quale potrà pagare le quantità del gas di cui ha bisogno. Naturalmente l’Europa vuole riavere questo prestito, o con soldi, o con altri asset. L’Europa saprà farlo.
Eppure, il principale risultato delle trattative di Berlino è il fatto che le parti sono comunque riuscite a raggiungere l’accordo prima dell’inizio della stagione fredda, dice l’esperto del Centro di analisi situazionale Serghey Utkin.
Si tratta sia di forniture verso l’Unione Europea, sia di forniture all’Ucraina. Cioè, le parti hanno constatato che l’interruzione delle forniture nell’uno e nell’altro caso non gioverà a nessuno. Quindi, occorre semplicemente trovare degli schemi tecnici che consentiranno di raggiungere il risultato desiderato.
Degli aspetti tecnici si parlerà il 2 e il 3 ottobre, sempre a Berlino. Naturalmente, se entro allora Kiev non troverà un altro modo per non pagare i suoi debiti almeno di tanto in tanto. Ma anche se questa volta tutto andrà bene, la disputa del gas sarà riesumata dopo la fine della stagione fredda. Questa disputa è diventata ormai annuale, ma Bruxelles, stranamente, non vuole fare le debite conclusioni, e continua a puntare sull’Ucraina. Se però continuerà a menare per le lunghe con le trattative, i consumatori in Europa cominceranno a chiedere alternativa. La Russia è pronta a darla. Per finire la costruzione del gasdotto South Stream occorre soltanto che Bruxelles decida a favore della stabilità, rinunciando ai giochi politici. Allora la parola “inverno” non farà più innervosire gli abitanti d’Europa.


Igor Siletskij 


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