Come i videogiochi, e in generale l'esposizione prolungata agli schermi, influenzano e modificano il comportamento dei nostri bambini: ecco i consigli da seguire per non abusarne
Tuo figlio gioca col tablet o con la console?
Fai attenzione, potrebbe non essere una buona idea.
Sapevi infatti che un bambino abituato a usare il PC modifica inconsapevolmente il proprio modo di pensare?
Se hai un figlio, leggi attentamente quanto segue…
IL PENSIERO VIENE INIBITO E SUBENTRANO GLI AUTOMATISMI
Prendiamo in considerazione quelli che si definiscono “giochi di apprendimento”.
Cosa accade quando il bimbo si intrattiene con questi giochi? Si può facilmente pensare che il piccolo stia imparando qualcosa, dal momento che associa una figura/un suono alla risposta esatta.
Il realtà il bambino si abitua a non pensare.
Chi ha dimestichezza con l’informatica sa bene che i giochi interattivi si basano su percorsi “stimolo-reazione” prestabiliti che si basano sugli automatismi. Allora il bambino, una volta creata l'associazione “immagine/suono-risposta esatta” comincia procedere in automatico, abituandosi a non riflettere su quello che fa. È noto come gli automatismi limitino il pensiero cosciente e quello creativo e aumentino invece l’attività istintiva del subconscio.
CONCENTRAZIONE O FASCINAZIONE?
Cosa significa concentrarsi? Vuol dire convergere su un pensiero o su un oggetto la propria attività mentale. Si tratta quindi di un tipo di attenzione svolta grazie a un lavoro interiore.
Cosa succede invece quando un bambino guarda uno schermo artificiale?
Avviene in lui una sollecitazione ipnotica chiamata in psicologia fascinazione. Il richiamo agli stimoli visivi “cattura” il bambino che spesso viene imprigionato in un susseguirsi di stimoli visivi passivi.
L'esperienza del bambino rimane limitata allo schermo e non si arricchisce di tutte le esperienze cinestetiche, olfattive e uditive che si possono sperimentare ad esempio giocando all'aperto.
LA CREATIVITA’ E LE EMOZIONI SI AFFIEVOLISCONO
Abbiamo detto che i computer ragionano secondo il nesso causa-effetto. Quindi un bambino che usa spesso i giochi interattivi plasma il proprio cervello secondo un modo di pensare causale. Con il tempo il piccolo tende a perdere alcune tra le facoltà più preziose e importanti del periodo infantile: la creatività e l’immaginazione.
Esiste uno studio, condotto da Robert Babner, che ha voluto verificare se l'uso del PC possa in qualche modo condizionare il modo in cui si pensa.
Sai quali sono le conclusioni della ricerca?
- I sentimenti e i bisogni sociali vengono notevolmente affievoliti.
- Desideri e ideali vengono gradualmente perduti.
- Tutto ciò che è concreto viene messo in secondo piano.
- Le interazioni sociali diminuiscono.
Non c’è da meravigliarsi quindi se le nuove generazioni dimostrano di avere meno sensibilità e di esprimere meno emozioni rispetto a quelle di qualche lustro fa.
GLI STUDI SUL RAPPORTO TRA VIDEOGIOCHI E BAMBINI DICONO CHE…
➢ La risonanza magnetica funzionale ha dimostrato che dopo 10 ore di videogioco violento (quindi solo 5 giorni se si usa 2 ore al giorno) vengono inibite le aree del cervello che controllano l'aggressività.
➢ La saliva di chi usa frequentemente questi giochi contiene valori più elevati di adrenalina. Non è un caso che i giovani che devono partire per una guerra siano addestrati mediante i giochi interattivi: questo aiuta a diminuire l’empatia e ad aumentare l’aggressività.
➢ I giocatori più assidui hanno nel cervello il corpo striato spostato più a sinistra e si attiva maggiormente quando si perde una partita, proprio come accade in chi fa uso di cocaina, anfetamine o alcol. Il motivo deriva dall'alterata produzione di dopamina che, saturando i meccanismi di gratificazione, i videogiochi provocano per una saturazione dei meccanismi di gratificazione e di compenso.
QUALI REGOLE APPLICARE?
Lo psichiatra e psicoanalista infantile Serge Tisseron ha elaborato una serie di linee guida relative all’età più appropriata per esporre i bambini alle nuove tecnologie. Il metodo è stato denominato “regola del 3-6-9-12” e si basa sui seguenti principi:
- Non esporre un bambino ad alcun tipo di schermo prima dei 3 anni. Esistono numerosi studi (vedi articolo precedente) che dimostrano quali conseguenze possa avere la precoce esposizione agli schermi artificiali e/o un abuso di queste tecnologie.
- Evitare qualsiasi gioco interattivo prima dei 6 anni. In realtà sarebbe meglio aspettare il primo cambio dei denti (attorno ai 7 anni), periodo nel quale non solo si verifica un cambiamento fisico, ma anche lo sviluppo di alcune facoltà intellettive legate al pensiero logico.
- Non permettere la navigazione in internet prima dei 9 anni. L’accesso alla rete deve avvenire comunque in presenza di un genitore, che deve impartire le 3 regole essenziali della navigazione:
1) tutto ciò che viene pubblicato diventa di pubblico dominio;
2) tutto ciò che viene pubblicato potrebbe rimanervi per sempre;
3) non tutto quello che si legge o si vede su internet è reale.
- Dopo i 12 anni il bambino può essere lasciato solo. Tuttavia rimane essenziale stabilire limiti sugli orari di permanenza e applicare sempre i mezzi di controllo parentale per la navigazione sicura.
Marco Medeot
fonte: http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/videogiochi-e-comportamento-dei-bambini.php
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