Anche se le prove della NATO e del Dipartimento di
Stato degli Stati Uniti, come sempre, sono formate da alcuni "documenti"
ottenuti dalle reti sociali. La parte russa consiglia a Kiev di non
infiammare le relazioni o meglio ancora, di smettere di accumulare
truppe nel sud-est.
La Russia mantiene una presenza
militare sul territorio dell'Ucraina dalla data di entrata in vigore
dell’accordo sul cessate il fuoco. Si è espressa con tale certezza
Samantha Power ambasciatrice USA al Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite. Ritiene che a Washington ci siano prove per cui poco lontano da
una delle colonne dei separatisti funzionano le attrezzature militari
russe, servita pure dai militari russi. La dichiarazione di Power,
sembra, era basata su una recente intervista al Comandante supremo delle
Forze alleate della NATO in Europa Philip Breedlove, ha detto che negli
ultimi due giorni le colonne di materiale militare russo sono arrivate
in territorio ucraino.
Al Dipartimento di Stato degli
Stati Uniti, queste informazioni "provate" sembra non fossero ancora
giunte. Così il suo portavoce, la favorita del pubblico, Jen Psaki, non
ha potuto confermare la notizia della NATO circa l'invio di armi russe
in Ucraina. Forse si è confusa con la dichiarazione del Ministero della
Difesa russo che ha elogiato i funzionari della NATO per l'uso attivo
dei social network come principale fonte di informazioni.
Dall’Occidente,
nei giorni scorsi, si ode come un mantra l’appello alla “rigorosa
attuazione dell'accordo di Minsk”. Il vice rappresentante permanente
presso le Nazioni Unite della Russia ha ricordato ai suoi colleghi del
Consiglio di sicurezza che: Kiev non nasconde l’intenzione di utilizzare
la tregua per raggruppare le sue forze nel sud-est del Paese. E tutte
le accuse in direzione della Russia sono un tentativo di creare azioni
da "cortine fumogene" da parte delle autorità ucraine, ha sottolineato
Aleksandr Pankin:
A quanto pare, la paura per le milizie è così grande che per giustificare i suoi massicci fallimenti e l’invio al fronte di persone e attrezzature, Kiev inizia a trovare scuse sulle presunte armi russe importate e addirittura sulla presenza dell’esercito regolare russo. Ora, nelle capitali occidentali, la NATO rende ancora più urlate le dichiarazioni circa gli spostamenti virtuali di truppe corazzate sul territorio russo. Ma a sostegno di ciò non esiste alcun fatto reale.
I
politici di Kiev subito dopo la tregua hanno dichiarato ad alta voce:
hanno bisogno di una pausa per inviare nella zona delle ostilità nuove
armature ed assistenza ricevute dall'Occidente. Questo è quello che
stanno facendo ora, sparando ancora sulle tranquille cittadine del
Donbass. Non sorprende che la milizia adotti misure di ritorsione, dice
il professore Aleksandr Mikhaylenko del dipartimento di attività
politica estera dell'Accademia Russa del Servizio di Stato:
Non ci sono lì nostre forze e risorse. Ma il fatto che le milizie si muovano, facendo una delocalizzazione in ragione del massiccio afflusso di forze armate ucraine, è del tutto naturale. Penso che sia più una dichiarazione politica supportata dall’Ucraina e dagli americani.
Washington
continua a mostrare notevole tranquillità. Si scopre che gli Stati
Uniti sono pronti a cancellare le sanzioni introdotte contro la Russia.
Ma con la clausola che in Ucraina cessino le ostilità e il confine con
la Russia venga chiuso, ha detto Samantha Power. Per quanto riguarda la
revoca delle sanzioni, ritiene che tali dichiarazioni possano convincere
solo qualcuno molto ingenuo, osserva il vice direttore dell'Istituto
per la CSI Igor Shishkin:
Questa offerta di resa è un ricatto. Soprattutto perché, come sappiamo, non si parla di qualsivoglia revoca almeno per il prossimo anno se non due. Finché l'Occidente non sarà sicuro che la sua scommessa sulla separazione dell'Ucraina dalla Russia non sarà riuscita e che non subisca una perdita maggiore del previsto, non andrà a concordare un qualsivoglia accordo. Ora l'Occidente sta cercando di parlare con la Russia da una posizione di forza. È una conversazione sul nulla, come ha affermato il Presidente russo in modo chiaro al forum di Valdai.
Si
versa olio sul fuoco della missione dell'OSCE nella zona di conflitto.
Il suo personale segue con attenzione il movimento delle truppe russe
sul territorio della Russia. Ma in nessun modo rispondono al movimento e
al rafforzamento delle posizioni dell'esercito ucraino. Aleksandr
Pankin ha richiamato l'attenzione del Consiglio di Sicurezza che nel
Donbass si concentrano artiglieria pesante e carri armati, sistemi
missilistici, lanciarazzi "Grad", "Uragan" e lanciarazzi "Scad".
L'inviato della Russia ha detto che la mancanza di informazioni nelle
relazioni dell'OSCE su questo argomento creano una immagine falsa.
L’Occidente rifiuta di fornire prove dell’entrata delle truppe russe in Ucraina
Secondo il diplomatico, la parte russa ha chiesto ai
partner dell'OSCE di presentare prove alla riunione, ma come risposta ha
ricevuto un rifiuto.
Kelin ha aggiunto che a sua volta
la Russia ha prove che l'Ucraina concentra attrezzature pesanti nel
Donbass, tra cui carri armati e artiglieria.
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