venerdì 14 novembre 2014

Il dibattito in seno al Consiglio di Sicurezza o i carri armati nelle reti sociali

Il dibattito in seno al Consiglio di Sicurezza o i carri armati nelle reti sociali

“Un falso propagandistico” questa è la descrizione data a Mosca, sulle nuove dichiarazioni di Kiev sul trasferimento delle truppe russe in Ucraina.
 
Anche se le prove della NATO e del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, come sempre, sono formate da alcuni "documenti" ottenuti dalle reti sociali. La parte russa consiglia a Kiev di non infiammare le relazioni o meglio ancora, di smettere di accumulare truppe nel sud-est.

La Russia mantiene una presenza militare sul territorio dell'Ucraina dalla data di entrata in vigore dell’accordo sul cessate il fuoco. Si è espressa con tale certezza Samantha Power ambasciatrice USA al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ritiene che a Washington ci siano prove per cui poco lontano da una delle colonne dei separatisti funzionano le attrezzature militari russe, servita pure dai militari russi. La dichiarazione di Power, sembra, era basata su una recente intervista al Comandante supremo delle Forze alleate della NATO in Europa Philip Breedlove, ha detto che negli ultimi due giorni le colonne di materiale militare russo sono arrivate in territorio ucraino.

Al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, queste informazioni "provate" sembra non fossero ancora giunte. Così il suo portavoce, la favorita del pubblico, Jen Psaki, non ha potuto confermare la notizia della NATO circa l'invio di armi russe in Ucraina. Forse si è confusa con la dichiarazione del Ministero della Difesa russo che ha elogiato i funzionari della NATO per l'uso attivo dei social network come principale fonte di informazioni.

Dall’Occidente, nei giorni scorsi, si ode come un mantra l’appello alla “rigorosa attuazione dell'accordo di Minsk”. Il vice rappresentante permanente presso le Nazioni Unite della Russia ha ricordato ai suoi colleghi del Consiglio di sicurezza che: Kiev non nasconde l’intenzione di utilizzare la tregua per raggruppare le sue forze nel sud-est del Paese. E tutte le accuse in direzione della Russia sono un tentativo di creare azioni da "cortine fumogene" da parte delle autorità ucraine, ha sottolineato Aleksandr Pankin:
A quanto pare, la paura per le milizie è così grande che per giustificare i suoi massicci fallimenti e l’invio al fronte di persone e attrezzature, Kiev inizia a trovare scuse sulle presunte armi russe importate e addirittura sulla presenza dell’esercito regolare russo. Ora, nelle capitali occidentali, la NATO rende ancora più urlate le dichiarazioni circa gli spostamenti virtuali di truppe corazzate sul territorio russo. Ma a sostegno di ciò non esiste alcun fatto reale.
I politici di Kiev subito dopo la tregua hanno dichiarato ad alta voce: hanno bisogno di una pausa per inviare nella zona delle ostilità nuove armature ed assistenza ricevute dall'Occidente. Questo è quello che stanno facendo ora, sparando ancora sulle tranquille cittadine del Donbass. Non sorprende che la milizia adotti misure di ritorsione, dice il professore Aleksandr Mikhaylenko del dipartimento di attività politica estera dell'Accademia Russa del Servizio di Stato:
Non ci sono lì nostre forze e risorse. Ma il fatto che le milizie si muovano, facendo una delocalizzazione in ragione del massiccio afflusso di forze armate ucraine, è del tutto naturale. Penso che sia più una dichiarazione politica supportata dall’Ucraina e dagli americani.
Washington continua a mostrare notevole tranquillità. Si scopre che gli Stati Uniti sono pronti a cancellare le sanzioni introdotte contro la Russia. Ma con la clausola che in Ucraina cessino le ostilità e il confine con la Russia venga chiuso, ha detto Samantha Power. Per quanto riguarda la revoca delle sanzioni, ritiene che tali dichiarazioni possano convincere solo qualcuno molto ingenuo, osserva il vice direttore dell'Istituto per la CSI Igor Shishkin:
Questa offerta di resa è un ricatto. Soprattutto perché, come sappiamo, non si parla di qualsivoglia revoca almeno per il prossimo anno se non due. Finché l'Occidente non sarà sicuro che la sua scommessa sulla separazione dell'Ucraina dalla Russia non sarà riuscita e che non subisca una perdita maggiore del previsto, non andrà a concordare un qualsivoglia accordo. Ora l'Occidente sta cercando di parlare con la Russia da una posizione di forza. È una conversazione sul nulla, come ha affermato il Presidente russo in modo chiaro al forum di Valdai.
Si versa olio sul fuoco della missione dell'OSCE nella zona di conflitto. Il suo personale segue con attenzione il movimento delle truppe russe sul territorio della Russia. Ma in nessun modo rispondono al movimento e al rafforzamento delle posizioni dell'esercito ucraino. Aleksandr Pankin ha richiamato l'attenzione del Consiglio di Sicurezza che nel Donbass si concentrano artiglieria pesante e carri armati, sistemi missilistici, lanciarazzi "Grad", "Uragan" e lanciarazzi "Scad". L'inviato della Russia ha detto che la mancanza di informazioni nelle relazioni dell'OSCE su questo argomento creano una immagine falsa.


Igor Siletskij 



L’Occidente rifiuta di fornire prove dell’entrata delle truppe russe in Ucraina


Gli Stati Uniti e i Paesi dell’UE non sono riusciti a fornire prove concrete sull’attraversamento di specifiche attrezzature russe attraverso il confine con l'Ucraina, ha detto giovedì il rappresentante permanente della Russia presso l’OSCE Andrej Kelin dopo la riunione del consiglio dell'organizzazione.
 
Secondo il diplomatico, la parte russa ha chiesto ai partner dell'OSCE di presentare prove alla riunione, ma come risposta ha ricevuto un rifiuto.

Kelin ha aggiunto che a sua volta la Russia ha prove che l'Ucraina concentra attrezzature pesanti nel Donbass, tra cui carri armati e artiglieria.


 

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