martedì 18 novembre 2014

Koala, diplomazia e miseria dell’anti-putinismo

putin-koalaLe notizie apparse sulla stampa francese sul G-20 tenutosi in Australia presentano un Putin apparentemente isolato dalla comunità internazionale. Questo è un caso da manuale di manipolazione dell’informazione e disinformazione.
Chi isola chi?
Non è la “comunità internazionale” che ha cercato d’isolare Putin, ma Stati Uniti e Paesi collegati come Gran Bretagna, Australia e Francia (in misura minore la Germania). Quindi sì, le relazioni di Vladimir Putin con i capi di tali Paesi sono tese. Ma la posizione di Russia e Putin in particolare, in realtà è molto popolare in Cina, India, Sud Africa e Brasile. Il G-20 segnerebbe la chiara divergenza tra i cosiddetti Paesi “emergenti” e gli altri. Tale divergenza al vertice era voluta dai Paesi della NATO. Ma è un pericolo reale a lungo termine. 


La divergenza effettivamente segna una nuova divisione del mondo, con possibili gravi conseguenze sulla capacità di risolvere le crisi future. Il pericolo è che la politica degli Stati Uniti, essenzialmente si tratta di essa, cristallizzi il divario tra Paesi emergenti, che cercano di organizzarsi attorno a Russia e Cina, e Paesi sotto l’influenza statunitense. È un gioco pericoloso e stupido, perché tutti sanno che gli Stati Uniti, che restano molto potenti, sono comunque una potenza in declino. Non è così che gestiranno il loro declino, ma possono impedire al mondo di risolvere vari problemi. Tale politica porterà, forse, a ritardare l’inevitabile, ma tuttavia non l’impedisce. 

Inoltre, ciò non è ovviamente nell’interesse dei francesi o degli europei in generale. Abbiamo problemi comuni da risolvere, in particolare in Medio Oriente e Africa, problemi militari, sullo sviluppo di queste regioni o di salute, come l’epidemia di ebola, recentemente evidenziata. È necessaria un’ampia cooperazione. Colpisce, a tal proposito, il comunicato finale del G-20 sulla necessità di “sradicare il virus ebola”, ma senza specificare un qualsiasi luogo e mezzi finanziari destinati a tale compito. Allo stesso modo, la questione del terrorismo è più che mai attuale. Le atrocità commesse di recente dal cosiddetto “Stato islamico” ce lo ricordano, come ci ricordano che il terrorismo uccide ogni giorno in Siria, Iraq, Libia e Nigeria. Vi prestiamo attenzione solo quando un “occidentale”, “bianco”, ne è vittima. L’indignazione del presidente statunitense e del presidente François Hollande, appare solo ipocrita.

Isteria anti-politica
In realtà, vi è intensa cooperazione militare con la Russia in Mali e Niger. Potrebbe essere lo stesso in Medio Oriente. Qui si misura l’imbecillità della sistematica opposizione a Vladimir Putin e anche della sua “demonizzazione” sulla stampa. Henry Kissinger ha spiegato molte volte negli ultimi mesi che l’”anti-putinismo” isterico di Stati Uniti e stampa statunitense non sono politica, ma una risposta all’assenza di politica. Non c’è niente di più vero, l’ha detto in un’intervista al settimanale tedesco Der Spiegel, il 13 novembre [1]. 

Il delirio sulla stampa statunitense è stato ben analizzato da Robert Parry, uno dei più grandi giornalisti indipendenti degli Stati Uniti [2]. 

Oggi è tragico che tale discorso, vera e propria guerra di propaganda, invada i media di Francia e Gran Bretagna. L’idea che la Russia avrebbe ripristinato le forze della defunta URSS viene invocata. Ci dovrebbe essere una “diga” a un progetto del genere, per giustificare in realtà la violenta opposizione a Vladimir Putin. E’ un grande, enorme errore. I leader russi, Putin soprattutto, hanno abbandonato l’ex-Unione Sovietica. La vera sfida nei prossimi 30 anni è l’alleanza tra Cina e Russia, e la questione se i Paesi BRICS costituiranno un fronte coerente contro la politica degli Stati Uniti. Tutto il resto è solo paccottiglia.

La questione ucraina
Allo stesso modo sulla questione ucraina la Russia ha sempre ritenuto che l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea fosse un problema ucraino su cui non aveva niente da dire. Invece, e questo è comprensibile, ha detto più volte che se l’Ucraina voleva entrare nella zona di libero scambio con l’Unione europea, non poteva più beneficiare delle particolari condizioni commerciali con la Russia. Il problema è che la dirigenza ucraina voleva entrambe. La Russia ha ricordato che ciò non era possibile. L’integrazione economica dei due Paesi è decaduta con gli eventi di Majdan. 

L’errore della leadership russa è stato credere che la situazione economica pesi notevolmente nel contesto politico, luogo soggetto alle emozioni, al processo di radicalizzazione cui non fa appello la realtà economica. Inoltre, il sistema politico ucraino è terribilmente danneggiato, ciò che i leader russi riconoscono. Nel gennaio 2014 a Mosca, funzionari del Ministero degli Esteri della Russia mi dissero di aver paura del livello di corruzione dei loro omologhi ucraini. 

Tuttavia, il movimento di piazza Maidan, quando iniziò come protesta contro la corruzione del sistema politico ed economico dell’Ucraina, era assolutamente legittima. Nessuno lo contesta negli ambienti ufficiali di Mosca. Ma allo stesso tempo, Mosca ha continuato a negoziare con tali leader corrotti. C’era una contraddizione, ma non è chiaro come poterla superare. Mosca ha probabilmente sofferto perché era in trattative con Janukovich. Tuttavia, quest’ultimo è il presidente legittimamente eletto dell’Ucraina, potrebbe essere altrimenti? Onestamente non credo.

La questione della NATO è un altro problema. C’era un accordo tra Stati Uniti e Russia affinché la NATO non si avvicinasse agli ex-Paesi dell’Europa dell’Est e della CSI senza l’accordo della Russia. L’accordo è stato violato, ed è andata bene nel Kosovo dove la NATO ha coperto ciò che denuncia oggi in Crimea e Ucraina. I russi ne hanno naturalmente tratto le conseguenze e si oppongono a qualsiasi ulteriore allargamento della NATO. La verità è che paghiamo un prezzo salato alle incongruenze dei cosiddetti Paesi “occidentali” verso la Russia. L’uso politico del diritto internazionale a cui gli Stati Uniti s’impegnano con il consenso dei loro vassalli, è un problema reale perché è ben inteso che non ci può essere stabilità e pace se non in un mondo con regole rispettate da tutti.

Jacques Sapir Russeurope

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[1]  Spiegel
[2] Consortiumnews

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/11/17/koala-diplomazia-e-miseria-dellanti-putinismo/ 

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