Giorni fa si è appreso che l’Europa ha promesso
all’Ucraina due miliardi di dollari perché essa possa pagare i debiti
per il metano russo consumato – due miliardi in aggiunta a tre miliardi
già concessi in precedenza. Come si evince dalle dichiarazioni delle
autorità ucraine, questi soldi sono destinati a fungere da garanzia in
caso di eventuali rischi che si producono quotidianamente nell’attuale
realtà politica ucraina.
L’Ue concede malvolentieri
questi due miliardi. I funzionari europei sono scioccati per la
posizione di Kiev che chiede sempre più soldi al Vecchio Mondo. “Sembra
che abbiamo abboccato all’amo! – “una povera piccola Ucraina”, – dicono i
diplomatici europei. La situazione in cui le esportazioni dall’Ucraina
sia verso l’Ue che verso la Russia risultano a dazio zero, illustra con
evidenza la tesi che gli oligarchi ucraini stanno scremando sia “i
nostri” che “quelli di fuori”. Si è arrivati alle denunce da parte delle
aziende europee contro la concorrenza sleale da parte di imprenditori
ucraini. Di conseguenza l’Ue ricorda sempre più spesso la necessità di
difendere i suoi interessi,- dice Grigory Trofimchuk, primo vice
presidente del Centro di modellazione dello sviluppo strategico:
Sono convinto che l’Occidente ha già deciso l’entità della somma da concedere a Kiev. S’indicano diverse cifre, ma l’Ucraina non riceverà più del minimo poiché Kiev non ha dimostrato la volontà politica di riforme sistemiche. In tal modo l’Ucraina continuerà ad elemosinare denaro all’Europa. Il che preoccupa sempre di più l’Occidente, dato che in Europa tutto si basa sui trasparenti rapporti d’affari. Di qui la sua tendenza ad abbandonare sempre di più la concreta problematica finanziaria nei discorsi sull’Ucraina.
Gli aiuti
finanziari, per quanto siano consistenti, che vengono forniti agli
ucraini sempre non bastano, dice stupita l’Europa. Anzi, risulta
estremamente difficile controllare il passaggio e la distribuzione dei
flussi finanziari. È chiaro che una parte degli aiuti europei finisce
nelle tasche di corrotti di alto rango ucraini. Si sta discutendo solo
di quale parte si tratta – minore o maggiore. Va riconosciuto che per un
po’ di tempo Bruxelles ci si rassegnava poiché si poneva lo scopo di
far entrare l’Ucraina nella sua orbita. Ora la situazione è diversa, -
ritiene Vasily Koltashov, dirigente del Centro di studi economici presso
l’Istituto di studi sulla globalizzazione e i movimenti sociali:
Gli europei hanno avuto paura di perdere completamente l’Ucraina. Di qui la decisione dell’Ue di fare delle concessioni ed agevolazioni senza precedenti per i fornitori ucraini. In generale non è un passo caratteristico di Bruxelles. Negli ultimi cinque anni essa ha spolpato il sud dell’eurozona, ha posto delle rigidissime esigenze di fronte ai paesi dell’Europa Orientale. Intanto l’Ucraina ha avuto il libero accesso all’euromercato anche se ciò non ha compensato le perdite derivanti dalle esportazioni verso la Russia. Ora che a Bruxelles sembra che il sistema politico in Ucraina si sia stabilizzato, che ragione c’è di concedere delle ulteriori concessioni ed agevolazioni a Kiev. Bruxelles è pronta a recuperare un massimo dall’Ucraina.
Secondo Vladimir Zharikhin, vice
direttore dell’Istituto di studi sui paesi della CSI, oggigiorno
l’Unione Europea si è trovata al posto della Russia che aveva finanziato
l’economia ucraina per molti anni senza avere particolari vantaggi per
sé, anzi ora è costretta a giustificarsi. In ogni caso l’Europa deve
pensare ad un simile esito per non fare definitivamente una figuraccia.
L’Ue
ammette che l’Ucraina ha abusato della generosità dell’Unione Europea
nella sua decisione di esentare dai dazi doganali le importazioni
ucraine e di sponsare le forniture di metano russo. Ora Bruxelles deve
escogitare un modo per recuperare la situazione con perdite minime per
la propria economia, ancora in crisi, e per la propria reputazione. A
quanto pare, recuperare la propria reputazione sarà un’impresa
particolarmente ardua.
Un amico russo che conosce bene gli Ucraini, mi dice che gli Ucraini sono da tempo immemore ormai conosciuti come soggetti approfittatori e come tali, frequentandoli, ci accorgeremo presto anche noi europei di che pasta sono fatti. Il presente articolo sembra dare conferma alle sue parole.
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