I massoni odierni possono anche negare che una parte del loro culto si
rifaccia alle antiche divinità pagane del Nilo. Tuttavia presso la Freemasons Hall di Dublino, sede della seconda più antica Gran Loggia massonica a livello mondiale, la camera del Santo Arco Reale contiene due grandi sfingi ed altre sculture riconducibili all'antico Egitto.
Il tempio massonico di Philadelphia, USA, possiede "
... uno dei più importanti esemplari di manufatti antichi egiziani al di
fuori dall'Egitto." [1]. Anche il Grande Oriente Hotel di Londra presso Liverpool Street Station dispone di un magnifico tempio egiziano con logge affittabili per la celebrazione dei loro rituali notturni 'fuori casa.'
Ad ogni modo le prove più evidenti dell'ossessione per l'Egitto nutrita
dalla Massoneria non sono celate nei suoi templi; al contrario esse si levano, monumentali, in bella vista nei pieni centri di città come Londra, Parigi, New York e Washington.
Tutto ciò testimonia l'immenso potere goduto dai massoni del XIX
secolo, e la loro 'love story' con il simbolo più suggestivo degli
antichi culti egizi: l'obelisco [2].
Perché l'obelisco? Per gli antichi egizi
l'obelisco rappresentava la sacra forma del Dio Sole Re o Ra; creatore
dell'umanità, fonte del calore e della luce da cui dipendevano le sorti
dell'uomo. Durante la Quinta dinastia dei Re tale divinità era così popolare che fu elevata al ruolo di divinità ufficiale
dello Stato. Il principale centro di culto era presso Heliopolis, ove i
primi re eressero primitivi monumenti a forma di obelischi, dalla forma
rozza e tronca, ma con quell'accenno di 'convergenza' piramidale che
distingue gli obelischi da qualsiasi altra colonna monumentale. Tali prototipi erano noti come pietre 'benben.
"Si supponeva che in determinati periodi dell'anno lo spirito del Dio-Sole penetrasse quelle pietre; tali ricorrenze erano celebrate con offerte di sacrifici umani. Le vittime erano probabilmente prigionieri di guerra, e gente straniera; in assenza di essi è probabile che i sacerdoti attingessero alla popolazione nativa." [3]
Ogni sovrano che si succedette presso Heliopolis eresse delle benben in onore di Ra, di conseguenza già nel 1300 aC la città era letteralmente disseminata di obelischi;
alcuni decorati con oro per raffigurare il fulgore dei raggi solari,
altri ricoperti di iscrizioni che glorificavano il quotidiano passaggio
di Ra attraverso i cieli, ed eventi terreni ascritti alla sua
benevolenza come vittorie, feste e anniversari.
I faraoni delle dinastie successive votarono gli obelischi ad Osiride; dio
della Terra e della Piena del Nilo che aveva dato vita all'Egitto; dio
della Rinascita, ma anche degli Inferi, del Giudizio Universale, della
Vita e della Morte. Dal momento che questo
culto divenne via via sempre più popolare, i sacerdoti di Heliopolis
sovrapposero il suo culto all'antico culto di Ra, affermando che Osiride
fosse il nipote di Ra [4]. Tutto ciò permise ad Heliopolis di conservare il ruolo di più grande centro religioso dell'antico Egitto e del mediterraneo. Anche
l'autore romano Plinio conosceva questa città, teatro di una rivalità
tra culti, e disseminata di lunghi blocchi di pietra - noti come
obelischi - consacrati alla divinità del Sole [5].
Gli antichi egizi trovavano Osiride particolarmente attraente per via del mito agrodolce della sua vita, morte e reincarnazione.
Tutto ciò è stato detto numerose volte e in molti modi, ciononostante
gli storici massonici hanno finito per concordare una versione della
storia che rispondesse con efficienza alle loro esigenze rituali [6].
Osiride era un re d'Egitto che sposò la propria sorella: Iside. Suo fratello: Set,
lo uccise ed usurpò il suo trono. Indusse Osiride ad entrare in una
cassa d'oro, poi lo imprigionò al suo interno e gettò la cassa nelle
acque del Nilo, che la trascinarono fino a Byblos, in Siria.
Iside si diede a cercare il proprio marito. Una visione la condusse a
Byblos, dove recuperò il corpo e lo riportò in Egitto. Tuttavia - ahimè -
Set si impossessò del corpo e lo smembrò in 14 pezzi, che fece spargere
per l'intero Egitto così da impedire che Osiride risorgesse.
Iside riuscì a recuperarli tutti eccetto uno, il suo pene che era stato
mangiato dai pesci. Ricompose il corpo e gli diede una sepoltura
solenne. Il loro figlio: Horus vendicò il padre uccidendo Set. Un altro loro figlio: Anubi, fece resuscitare Osiride con una tecnica chiamata presa del leone.
Dopo avere trionfato sulla morte, Osiride adesso regna come Re e
Giudice della cosiddetta morte. Per sopperire alla parte anatomica
andata perduta Iside "realizzò un organo artificiale attorno al quale
gli egiziani istituirono un culto ed una festa." [7]. Ecco un piccolo indizio a testimonianza del fatto che il benben o
obelisco nascesse come simbolo fallico. In entrambe le sue versioni di
Osiride e Re, rappresentò sempre un simbolo di paternità e più in
generale di fertilità: 'la roccia che genera' [8].
Per i massoni dell'ottocento in cerca
della sacra illuminazione l'obelisco era l'unico simbolo architettonico
di Osiride ancora esistente, e ciò spiega come mai nel mondo moderno
siano stati innalzati obelischi nel cuore di tutte le più grandi città
occidentali. Si tratterebbe anche di simboleggiare Boaz e Jakin, i
due pilastri costruiti fuori dal Tempio di Salomone, secondo il mito
massonico, per imitare i due obelischi posti all'ingresso dei templi
egiziani' [9]. Essi sono menzionati anche nel Libro dei Morti,
il testo che ogni cittadino di rango, nell'antico Egitto, portava con
se nella Tomba per essere sicuro di risorgere nel Regno di Osiride: 'I due pilastri alla porta della sua casa erano Set e Horus' [10].
La mania per gli obelischi aveva inghiottito la massoneria già all'epoca di Napoleone Bonaparte,
quando nel 1798 l'imperatore salpò per l'Egitto. L'appartenenza alla
massoneria di Napoleone non è stata ancora appurata (v. correlati); di
sicuro erano massoni i suoi quattro fratelli. Napoleone inoltre si
circondò di consiglieri massoni, i quali lo
persuasero che in Egitto fossero custoditi i segreti originali della
storia, della filosofia e (ovviamente) della Massoneria. Vi erano
molti massoni tra i 150 studiosi che accompagnarono l'imperatore nel
suo progresso trionfale nella terra del Nilo, saccheggiando piramidi,
templi e tombe in nome della 'ricerca.' In seguito intuirono che la Stele di Rosetta
(riportata alla luce dai soldati francesi) potesse essere la chiave di
decifrazione della lingua perduta d'Egitto. Per decifrare i geroglifici
occorsero ancora molti anni e la genialità di Champollion, il quale si
servì di un obelisco appartenuto a Cleopatra, rimosso nel 1818 - durante
una spedizione inglese - da un avventuriero massone di nome Giovanni
Battista Belzoni [11].
Belzoni fu il 'tombarolo' che aprì il tempio di Abu Simbel e la seconda
piramide di Giza. Iniziò la sua carriera massonica al Cairo presso la
Loggia delle Piramidi e in seguitò si aggregò alle logge di Cambridge e
Norwich. Morì nel 1825, mentre era in cerca di Timbuctù, ma non prima di
rendere alla massoneria un servizio inestimabile, affermando
di avere scoperto un antico tempio massonico a Tebe. Sostenne che le
pitture murali della struttura mostrassero l'iniziazione di Osiride ai
'misteri sublimi' della Massoneria, e lo raffigurassero con indosso un
grembiule massonico nell'atto di promuovere di grado altri massoni [12].
Dopo la morte di Belzoni sua moglie Sarah trascrisse i suoi appunti, tra
i quali spiccava la seguente asserzione: 'Lascia che i fratelli massoni
cerchino, e scopriranno che la chiave massonica sia in grado di svelare
tutti i misteri finora non rivelati della sapienza egiziana.'
La Gran Loggia Unita d'Inghilterra conferì alla vedova Belzoni in
difficoltà economiche una rendita di ben cinquanta sterline per aiutarla
a sopportare la 'perdita irreparabile che lei, così come gli amanti
della scienza e della letteratura' aveva dovuto subire [13]. Poco
conta che il 'tempio massonico' a cui si riferiva Belzoni si dimostrò
essere la tomba del faraone Seti I e che tutto ciò Belzoni (o sua
moglie) aveva scritto erano frottole; i massoni sentono di dovere
molto alle 'scoperte' di Belzoni. Le sue scoperte indussero un mucchio
di massoni ad andare in Egitto in cerca di obelischi da saccheggiare.
Se si escludono gli obelischi romani, trasportati nell'antichità dagli imperatori che si succedettero, Parigi fu la prima grande città moderna investita dal peso di tale moda massonica. Nel 1830 il viceré d'Egitto, Place de la Concorde (originariamente Place de la Revolution,
dove durante la Rivoluzione furono ghigliottinati sacerdoti e nobili
cristiani) Thiers era Presidente del Consiglio. Trentacinque anni più
tardi, nel 1871, Thierse divenne il primo presidente della repubblica
francese.
Mohamed Ali, donò al re francese Carlo X un magnifico obelisco, e i francesi lo rimossero da Luxor, dove era rimasto per 3,500 anni. Essendo lungo 92 piedi e pesando 246 tonnellate, l'operazione non su affatto semplice, né breve. Prima che il dono lo raggiungesse Carlo fu deposto a seguito di una cospirazione massonica, e sostituito con Luigi Filippo. Tra i cospiratori vi era Louis Thiers, all'epoca Ministro dei Lavori Pubblici.
In
quel periodo un obelisco che nel 1819 Mohammed Ali aveva donato
all'Inghilterra era ancora disteso ad Alessandria, dov'era stato
abbattuto secoli prima. E restò in quello stato fino al 1875, quando un
eminente massone, il generale Sir James Alexander, dispose che il
cosiddetto 'Ago di Cleopatra' fosse
trasportato a Londra. L'operazione fu resa possibile grazie
all'intervento di un altro massone: Erasmus Wilson, che accettò di
finanziare la spedizione e la seguente collocazione con 20.000 sterline.
I due ingegneri che progettarono il trasporto, Dixon e Stephenson,
erano anch'essi massoni. Nel 1877 l'obelisco fu racchiuso in un cilindro
di ferro, battezzato Cleopatra, e rimorchiato fuori da Alessandria. Il
viaggio fu una catastrofe. Durante una tempesta nel golfo di Biscaglia
Cleopatra si scatenò. Sei uomini annegarono. L'obelisco non affondò; fu
recuperato e alla fine rimorchiato in Inghilterra. Finalmente il 13
settembre 1878 fu eretto lungo il Tamigi su Victoria Embankment
- sito meno illustre della Piazza del Parlamento, che alcuni notabili
suggerirono senza successo, dato che la struttura era incompatibile con
la rete del gas e le gallerie fognarie sotterranee. Per ripagarlo della
sua spesa enorme Erasmus Wilson fu insignito del titolo di cavaliere.
Nel basamento dell'obelisco Ago di Cleopatra furono racchiusi diversi
oggetti: una scatola di forcine, un ritratto della regina Vittoria, un
rasoio ed il capitolo 3, versetto 16 del Vangelo di San Giovanni,
tradotto in 215 lingue:
'Perché Dio ha tanto amato il mondo da donargli il suo unico Figlio, affinché chiunque creda in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.'Dato che gli oggetti appena descritti furono inseriti all'interno della struttura e occultati alla vista, i posteri ritroverebbero solo l'iscrizione originaria sull'obelisco, la quale racconta del Dio Sole Ra, di Horus ed Osiride: un altro figlio di Dio la cui morte ha donato ai suoi fedeli la vita eterna.
La
notizia dell'innalzamento dell'Ago di Cleopatra degli inglesi, spronò i
massoni americani a trasportare il suo gemello attraverso l'Atlantico.
Entrambi gli obelischi in origine erano appartenuti ad Heliopolis,
finché nel 22 aC l'imperatore romano Augusto ne dispose il trasferimento
ad Alessandria, per adornare un nuovo palazzo, secoli dopo razziato
dall'esercito inglese che si appropriò dell'Ago di Cleopatra, mentre il
suo gemello rimase in piedi. Fu poi donato all'America nel 1877,
tuttavia dovettero passare due anni prima che si facesse avanti un
benefattore che si accollasse le spese di spedizione e ricollocazione.
Per il trasporto si offrì volontario un ingegnere-marinaio. L'anima
dell'iniziativa fu un editor di New York di nome William Hulbert. Il
benefattore (per $75.000) era un certo William J. Vanderbilt, e il
marinaio era il tenente comandante Henry Gorringe. Tutti e tre erano
massoni.
Gorringe dovette affrontare un percorso anche più travagliato dei suoi omologhi britannici. La rimozione del secondo Ago di Cleopatra
suscitò amare obiezioni tra le genti locali. Abbattere e poi caricare
sulla nave le 220 tonnellate di pietra si rivelò un affare delicato e
pericoloso. Inoltre la nave dovette sopravvivere a un semi-ammutinamento
dovuto alle forti tempeste incontrate dopo la partenza da New York nel
luglio 1880. Giunto a destinazione la scelta del luogo di collocazione
ricadde su Central Park, nei pressi del Metropolitan Museum, ed il successivo 9 ottobre si tenne la cerimonia di inaugurazione.
Fu una cerimonia di stampo sfacciatamente massonico. 9.000 massoni
marciarono tra bande e fanfare per le strade fino a Greywacke Knoll,
dove Jesse Anthony, Gran Maestro di New York, pose la prima pietra di 7
tonnellate. Dopo aver lodato l'Egitto in quanto culla della scienza,
dell'astronomia, della letteratura e dell'arte, asserì di fronte a un
uditorio rapito che i massoni avessero bisogno di rivedere il loro
pensiero sulle origini dell'ordine: 'Non
può esserci dubbio che nelle società segrete dell'Egitto si ritrovino
elementi appartenenti ai presidi o al simbolismo della Massoneria.'
Occorsero ulteriori quattro mesi per trascinare l'obelisco dall'arrivo
in territorio USA alla collocazione sul piedistallo di 50 tonnellate,
proveniente anch'esso da Alessandria. Quando infine l'obelisco fu
innalzato nel gennaio 1881 fu intonato l'inno di Martin Lutero Ein Feste Burg, a cui fu appositamente abbinato un testo dal significato massonico:
Gran Dio, per il quale fin dall'inizio dei tempi,
il mondo ha pregato e lottato,
creatore delle stelle, e la terra, e l'uomo -
! A te è data la nostra lode
Con questo antico segno
della tua propria Luce Divina,
Solleviamo fino a Te i nostri occhi ,
Tu Abitante dei cieli -
Ascoltaci, o Dio del cielo!
Per alcune imprese massoniche, un normale benben egiziano originale non andava bene. Nel 1848 fu
costruito un gigantesco obelisco presso Washington, DC per onorare la
memoria del presidente fondatore degli Stati Uniti, George Washington,
anch'egli massone. Il suo funerale nel 1799 era stato celebrato
secondo i riti massonici. La bara era stata drappeggiata con un
grembiule massonico donato da un confratello rivoluzionario, il marchese
de Lafayette, ed i numerosi massoni presenti alla cerimonia vi avevano
gettato sopra rametti d'acacia a simboleggiare la resurrezione di
Osiride e quella di Washington nel regno presieduto da Osiride [14].
La pietra angolare per il monumento di Washington fu una lastra di 10
tonnellate di marmo donata da un massone. A differenza degli antichi
esemplari egiziani, questo obelisco non è composto da una singola pietra
ma da diversi blocchi di marmo del peso di 81.000 tonnellate. La
costruzione subì una interruzione durante la guerra civile, quindi non è
fu prima del 1884 che l'obelisco fu innalzato sul suo basamento, ed
ornato con una copertura in alluminio con la dovuta pompa magna
massonica. Il 21 febbraio 1885 - giorno del compleanno di Washington -
il monumento gli fu consacrato in mezzo ad un'altra dose di
auto-compiacimento massonico. Un confratello di alto grado si riferì ai
massoni come ai 'costruttori della società umana.' Le
loro pietre erano uomini 'dalla mente illuminata di amore divino ed il
cuore raggiante di scoprire la gioia dell'amore puro, le loro anime
erano coltivate con la speranza dell'immortalità - come quelle degli
antichi adoratori egiziani di Osiride.'
Il XIX secolo ha visto sorgere una selva di obelischi in ogni città del mondo massonico. Anche una piccola città come Comber in Irlanda ne ha acquistò uno, e lo inaugurò nel 1844 poco prima che le bandiere di trentacinque alberghi segnalarano il grande raduno pubblico della massoneria irlandese.
In Roma vi sono ben 11 obelischi, ed il più famoso si trova in piazza San Pietro, Vaticano.
"Lo stesso obelisco che nell'antichità sorgeva presso l'antico tempio al centro del paganesimo egizio, ora si trova davanti alla principale chiesa della romanità. Mi sembra più di una semplice coincidenza."
Ralph Woodrow (Fonte)
M. Short
Sintesi di un articolo pubblicato sul sito Freemasonry Watch
Link diretto: http://freemasonrywatch.org/obelisks_freemasonry.html
Traduzione a cura di Anticorpi.info
Traduzione a cura di Anticorpi.info
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