«Nazioni disperate fanno cose disperate». E il governo spagnolo, che «deve fare i conti con un debito asfissiante e con un’economia
debole», lavora sodo per spremere qualche altra tassa. C’è chi crede
che stavolta abbiano sfiorato il ridicolo ancora più dell’anno scorso,
quando provarono a “tassare il sole”, scrive Eric Blair, citando la
legge sulla proprietà intellettuale, appena approvata. Legge che imporrà
una tassa sui siti web e sui blog che “pubblicheranno stralci e/o link a
materiale protetto da copyright”. «Questo significa tassare
direttamente Google, la cui piattaforma è interamente basata su
collegamenti a contenuti esterni». Di fatto, la “Google Tax” iberica
«servirà a tassare anche qualsiasi altro sito web che pubblichi un link
per qualsiasi argomento già pubblicato dai media
spagnoli». Secondo il “Guardian”, «nel tentativo di proteggere l’
industria della carta stampata», l’esecutivo di Madrid «ha appprovato
con successo un nuovo diritto d’autore che impone tasse
su chi aggrega contenuti online come fa, ad esempio, “Google News”».
Chi aggira la legge dovrà pagare una multa fino a 600.000 euro all’Aede,
l’associazione spagnola degli editori di quotidiani.
«La legge è l’ultimo attacco nella guerra
tra i giornali europei e Google», continua il “Guardian”. «Gli editori
accusano la società di ricerca di utilizzare il loro materiale, protetto
da copyright, per fare informazione senza ricorrere a nessuno che si occupi
di fare il giornalista che cerca e scrive articoli; Google si difende
sostenendo che ogni mese sono 10 miliardi i lettori che dopo Google
visitano i siti web dei giornali». Google si dice «delusa» per la nuova
legge spagnola: «Crediamo che servizi come “Google News” servano a
portare traffico ai siti degli editori». Ma, a parte la tassa prevista
dalla legge, continua il quotidiano inglese, «la cosa più preoccupante è
la richiesta che anche tutti i blog e i siti web “rimuovano i link con
qualsiasi materiale che violi i diritti d’autore, anche se i siti stessi
sono gratuiti e non ricavano denaro da questa violazione”. Possiamo
chiamarla censura?». Il “Guardian”, scrive Blair in un post ripreso da “Come Don Chisciotte”,
fa notare che la legge spagnola si applica anche a società terze che
forniscono servizi per un sito web che ospita o che ha un link a
materiale protetto da copyright.
«Se l’esperienza già fatta della Germania
con questa “tassa-protezionista” dell’industria della stampa può essere
un metro di paragone, è probabile che questa legge serva solo a far
perdere altri posti di lavoro e, alla fine, si arriverà solo a minori
entrate per la Spagna». Una legge simile approvata in Germania
– continua Blair – ha visto Google rimuovere i link a tutti i giornali,
come previsto dalla legge, per qualsiasi notizia riportata su “Google
News”, prima che gli editori se ne rendessero conto e, alla fine
chiedessero di essere messi di nuovo nella lista dopo aver visto
crollare il loro traffico. «Questo tipo di applicazione del diritto
d’autore sembra essere il metodo preferito dalle nazioni europee, il che
rende molto più preoccupante le prospettive della proprietà
intellettuale, una volta che sarà regolata dal Trattato Transatlantico
sul Commercio e gli Investimenti (Ttip)».
Gli Usa
infatti adottano metodi drastici per la tutela del copyright, come
dimostra il recente sequestro di siti web che avevano pubblicato link
con materiali coperti da diritti d’autore. La Spagna farà da battistrada
per l’Europa?
«Una legge come questa può offrire una enorme forza alla censura
governativa». Per contro, oltre il 90% di notizie e analisi non passano
più dai siti dei giornali: per scoprire cosa accade nel mondo è ormai
perfettamente inutile consultare le pagine web dei quotidiani.
fonte: http://www.libreidee.org/2014/11/spagna-google-tax-vietati-i-link-gratuiti-sui-blog/
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