Il
mondo, una volta piuttosto ordinato come appariva una decina di anni
fa, è sempre più disordinato. Questo non vuol dire che è caotico perché
il caos è solo l’emergere di nuovi modelli che ancora non comprendiamo.
Questo è disordine, promosso da potenti ridicoli in occidente che si
agitano per cercare di mantenere il potere che si erode sul nostro mondo
e su di noi. Dico ridicoli perché dobbiamo solo guardare le iniziative
che hanno lanciato negli ultimi mesi per far avanzare la loro agenda del
potere.
Prima questi ricchissimi oligarchi drogati di potere,
attraverso le loro reti neo-conservatrici nel dipartimento di Stato
degli Stati Uniti e nella CIA, iniziarono ciò che è stata stupidamente
soprannominata primavera araba, in Tunisia nel dicembre 2010.
A detta di
tutti un fiasco totale e completo della loro pretesa primavera araba,
anche per i calcoli degli oligarchi. Hanno perso l’Egitto soprattutto
con il loro stupido tentativo di strangolate con il mortale culto dei
Fratelli musulmani i cittadini egiziani. Poi la loro guerra in Libia,
dove la foglia di fico della rivoluzione colorata per la “democrazia”
non poteva funzionare, bombardarono Gheddafi e la più stabile e prospera
monarchia tribale dell’Africa rispedendola all’età della pietra e
scatenandovi il disastro totale del continuo disordine. Poi gli stessi
stupidi oligarchi, consigliati dai loro ridicoli think-tank neo-con e
dai neo-con dell’amministrazione Obama, come la cinica consigliera per
la Sicurezza Nazionale Susan Rice, la “Rasputin” psicologica di Obama,
passarono dalla Libia direttamente alla Siria nel gennaio 2012.
Apparentemente per ripetere il fiasco di Gheddafi. Solo che in Siria la
posta in gioco era globale e molto diversa dalla Libia.
Si trattava di
questioni di sicurezza nazionale per la Russia, l’Iran e indirettamente
la Cina. Oggi, quasi tre anni dopo, nonostante gli sforzi di CIA e
Mossad utilizzando la loro creazione, il SIIL o sedicente Stato Islamico
(IS), per terrorizzare un pubblico stanco delle guerre statunitensi e
fargli accettare un’altra guerra in Medio Oriente, dopo il fiasco di
Iraq e Afghanistan con migliaia di miliardi di dollari e di vite di
militari statunitensi distrutti, Bashar al Assad rimane al potere. Certo
presiede una terra devastata da morte e distruzione grazie agli odiosi e
ridicoli oligarchi occidentali. Ma gli oligarchi e il loro complice
Netanyahu, disonorevole figlio di Brooklyn, non hanno avuto quello che
volevano in Siria.
Ultimamente, hanno cercato di spaventarci per accettare la vaccinazione di massa con farmaci non testati e tossici per tentare di giustificare la guerra di Obama a Ebola. Solo che nessuno sembra credergli. La sempre più ridicola Dr.ssa Margaret Chan, direttrice generale dell’OMS, colpevole di condotta criminale cinque anni fa, quando si inchinò ai desideri di Big Pharma dichiarando l’inesistente influenza suina “Pandemia globale di Livello 6″, fa affermazioni terrificanti su Ebola, ma nessuno più gli presta attenzione. Gli oligarchi hanno scatenato gli agenti della distruzione neo-con come Victoria Nuland al dipartimento di Stato, assieme al bugiardo patentato e direttore della CIA John Brennan, per fare dell’Ucraina un branco di criminali neo-nazisti con svastiche tatuate e passamontagna neri, con la speranza che Putin e i russi si facciano massacrare invadendo l’Ucraina mentre la guerra civile contro i russofoni dell’Ucraina orientale imperversa contro donne, anziani, bambini e chiunque cammini.
Anche tale colpo di Stato in
Ucraina è esploso in faccia al dipartimento di Stato quando la Russia
s’è volta a Oriente e a Sud con un emozionante caleidoscopio di accordi
strategici per l’energia e la cooperazione militare con Cina, India,
Brasile e così via. Poi gli stessi ridicoli oligarchi scatenavano i
droni della loro National Endowment for Democracy a Hong Kong, nel vano
tentativo di diffondere disordine in Cina, diventata troppo indipendente
dall’agenda del Nuovo Ordine Mondiale degli oligarchi. Anche qui hanno
floppato.
Vecchia Arabia Saudita contro nuova Arabia Saudita
Ora gli stessi ridicoli oligarchi statunitensi, che girano attorno a personaggi laidi come David Rockefeller, hanno avviato la brillante strategia scatenando la “super-arma” contro la Russia di Putin della guerra totale sui prezzi del petrolio. Sostenuta dal neo-con del Tesoro USA David S. Cohen, il cui titolo è giustamente sottosegretario per il terrorismo e l’intelligence finanziaria, che a settembre avvicinò il dipartimento di Stato di John Kerry con la brillante idea di eseguire nuovamente l’operazione del 1986 del dipartimento di Stato e dell’Arabia Saudita per far collassare la Russia con i sauditi che facevano crollare i prezzi del petrolio.
Ora gli stessi ridicoli oligarchi statunitensi, che girano attorno a personaggi laidi come David Rockefeller, hanno avviato la brillante strategia scatenando la “super-arma” contro la Russia di Putin della guerra totale sui prezzi del petrolio. Sostenuta dal neo-con del Tesoro USA David S. Cohen, il cui titolo è giustamente sottosegretario per il terrorismo e l’intelligence finanziaria, che a settembre avvicinò il dipartimento di Stato di John Kerry con la brillante idea di eseguire nuovamente l’operazione del 1986 del dipartimento di Stato e dell’Arabia Saudita per far collassare la Russia con i sauditi che facevano crollare i prezzi del petrolio.
L’esecuzione del crollo petrolifero è
stata finora tecnicamente ineccepibile. I prezzi del petrolio in media
sono caduti di quasi il 30% da settembre. L’unico problema è che gli
oligarchi drogati di potere e i loro ridicoli pensatori neo-con
trascurano il fatto che, nel processo, si avrà la bancarotta dell’assai
vulnerabile profitto da petrolio di scisto.
Negli ultimi anni, il
governo degli Stati Uniti s’è affidato al mito del profitto da petrolio
di scisto. Le decisioni in politica estera degli Stati Uniti sono
modellate a Washington dalla falsa illusione di poter rischiare di far
saltare il Medio Oriente senza minacciare le forniture di petrolio
mondiali, o l’Ucraina, perché gli Stati Uniti d’America diventano la
nuova Arabia Saudita. Ma ora il coltello taglia al contrario. Il
brillante piano saudita di John Kerry è utilizzato dagli stessi sauditi,
non solo per piegare la Russia, senza riuscirci, ma per paralizzare la
nuova Arabia Saudita basata sul petrolio di scisto.
I sauditi
chiaramente, come si è visto alla recente riunione dell’OPEC, vogliono
far scoppiare la bolla dello scisto petrolifero statunitense per
riaffermare il controllo della vecchia Arabia Saudita sui mercati
mondiali del petrolio. Il 27 a seguito di un incontro inconcludente
dell’OPEC, dove i sauditi rifiutarono vari appelli a cambiare strada e
fermare la caduta dei prezzi a novembre, il prezzo di negoziazione del
greggio da scisto bituminoso è prezzato, al West Texas Intermediate,
a meno 66 dollari al barile, il minimo mai visto in cinque anni.
Il
forte aumento della produzione di petrolio di scisto negli Stati Uniti,
negli ultimi tre anni, ha permesso agli Stati Uniti di avere il ruolo di
leva decisiva, una volta dei sauditi, di produttore centrale. Ciò
significa che se i poteri forti di Washington decidono che i prezzi
mondiali del petrolio sono troppo alti, possono ridurre i rifornimenti
comunque. Se troppo bassi, limitano l’offerta. Che ciò non succeda rende
felici i reali sauditi.
Forse quando Kerry propose al re saudita,
assieme al principe Bandar lo scorso settembre, che l’Arabia Saudita
aiutasse Washington a spezzare la Russia con il crollo delle entrate
petrolifere russe, re Abdullah e Bandar erano felicemente d’accordo. Ma
ora sembra che il fuoco saudita colpisca meno la Russia e più la
concorrenza del petrolio di scisto degli Stati Uniti. Il petrolio di
scisto non convenzionale è più costoso da estrarre rispetto al petrolio
convenzionale. Solo prezzi straordinari, al di sopra dei 100 dollari al
barile negli ultimi cinque anni, ha reso lo scisto redditizio.
Nel 2014 e
le stime per il 2015 sul petrolio di scisto indicano un supplemento di
ulteriori 2 milioni di barili di petrolio degli Stati Uniti a livello
nazionale, il maggiore incremento dal 1970. Ora le banche di Wall Street
che hanno prestato miliardi ai produttori di scisto statunitensi
riesaminano i loro portafogli e considerano se richiamare tali prestiti o
per lo meno non concederne altri a una partita persa. Tuttavia, il
petrolio di scisto, a differenza di quello convenzionale, richiede
investimenti crescenti per perforare nuovi pozzi mentre i vecchi si
esauriscono molto più velocemente rispetto ai convenzionali.
È il nucleo
di Ponzi del miraggio del petrolio di scisto. I costi di produzione del
petrolio di scisto non convenzionale variano da 50 a 100 dollari al
barile. Invece i costi del petrolio convenzionale degli Stati Uniti
vanno da 10 dollari in su. Secondo i calcoli dei principale banchiere
statunitense sul petrolio di scisto, “Se i prezzi vanno a 80 dollari o meno, e credo sia possibile, allora avremo una riduzione delle perforazioni“,
come è stato detto ad ottobre, quando i prezzi oscillavano intorno ai
90 dollari. Questa primavera possiamo aspettarci che numerose compagnie
petrolifere di scisto statunitensi sbatteranno sul muro del fallimento e
dell’insolvenza.
I russi a quanto pare non sono così allarmati come lo furono nel 1986, quando Washington e i sauditi guidarono una simile operazione di caduta dei prezzi. Il comproprietario di Lukoil, Leonid Fedun, ha dichiarato di recente, “Il boom dello scisto è uguale al boom dei dot-com. I giocatori forti rimarranno, i deboli svaniranno“. Secondo un articolo su RT, il ministro dello Sviluppo Economico russo Aleksej Uljukaev ha detto in una riunione dei ministri, dopo la decisione dell’OPEC, che il governo riduceva la stima del prezzo del petrolio, per la finanziaria 2015, da 100 a 80 dollari al barile.
I
prezzi bassi del petrolio non rovinano l’economia, secondo il ministro
dello Sviluppo Economico russo Aleksej Uljukaev, aggiungendo che la
stima del prezzo del petrolio per il bilancio 2015 è stata ridotta a 80
dollari al barile dai 100 dollari. “Non collasseremo“, ha
detto. Questo per quanto riguarda i piani ridicoli degli oligarchi di
fare degli USA la nuova Arabia Saudita e per mandare in bancarotta la
Russia.
William Engdahl New Eastern Outlook
F. William Engdahl
è consulente di rischio strategico e docente, laureato in politica alla
Princeton University è autore di best-seller su petrolio e geopolitica,
in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2014/12/16/la-guerra-del-petrolio-contro-la-russia-figure-ridicole-e-conseguenze-impreviste/
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