mercoledì 3 dicembre 2014

Le Mistificazioni Spirituali

 
La storia del pensiero umano è davvero bizzarra. Sono infatti migliaia di anni che, invano, alcuni lucidi filologi e pensatori di ogni dove sentono l’esigenza di avvertire i loro simili della mistificazione presente nell’interpretazione corrente del testo biblico. Che la bibbia altro non sia che una collezione di annali storici narranti l’interazione tra un gruppo di popoli nomadi pastorali e uno dei numerosi elohim che millenni orsono insistevano su lembi di terra con intenti predatori ed egemonici, non v'è dubbio.

‘La Bibbia non è un Libro Sacro’ avverte Mauro Biglino ma millenni fa gli anonimi autori gnostici scrivevano le stesse riflessioni, definendo il dio biblico come uno degli arconti inviato a terra per mantenere il controllo sul genere umano. Così è stato e lo è stato anche e soprattutto considerando i miliardi di fedeli delle principali religioni monoteistiche che continuano a rivolgere le loro preghiere a quella figura specifica di elohim, ‘il Dio delle Guerre’, di nome Yahweh.
La chiesa cattolica ed apostolica romana furbescamente ha sottratto l’analisi biblica al popolino, mantenuto per secoli con ogni mezzo (anche cruento) nell’ignoranza più abietta, porgendo solo all’attenzione dei fedeli il testo evangelico. Oggi possiamo tracciare liberamente paralleli e divergenze tra i due corposi testi evidenziandone subito una: come è avvenuto per la bibbia, anche il figlio di dio evangelico probabilmente è il frutto di una libera fusione di due o più figure di predicatori/autorità locali che avevano a cuore l’indipendenza del popolo ebraico, gran parte del quale era giunto infatti a patti fruttuosi ma ritenuti ‘impuri’ con l’impero romano ed i suoi emissari.
Anche nei Libri biblici la difficile operazione di riunificazione delle azioni e dei pensieri dei tanti elohim in uno solo ha creato non poche incongruenze e ‘schizofrenie’ comportamentali. Nel testo evangelico il ‘porgitore dell’altra guancia’ non esita ad esortare i suoi adepti all’uso della spada se necessario, evidente frutto incongruente di riunificazione forzata di caratteristiche incompatibili e divergenti.
Il messaggio evangelico è diretto quindi ai soli ebrei di quei tempi, da una figura multipla ebraica di quei tempi per la salvezza e la purezza del solo popolo ebraico di quei tempi. Su questo assunto convergono oggi molti critici contemporanei anche di fede cristiana. Perché quindi il messaggio evangelico si è diffuso ed è stato percepito come valido da miliardi di persone nel mondo e nella storia?
Gran parte dell’opera ha fatto seguito agli editti di Costantino e Teodosio che hanno consegnato alla figura pagana del Pontefice le chiavi delle spoglie dell’impero romano, assieme a tutte le sue poderose reliquie infrastrutturali e culturali a patto di preservarne un’unità sostanziale, utilizzando la forza attrattiva (per quei tempi) del messaggio evangelico.
Dobbiamo certo ricordare l’opera incessante e misteriosa di un intellettuale romano/ebraico, Saul Paolo, che l’impero aveva inviato in palestina come ‘agente segreto/provocatore’ per sedare dall’interno la rivolta delle sette oltranziste ebraiche contro l’impero romano in espansione ad oriente. La sua corposa opera letteraria di altissimo pregio ha dato un decisivo supporto allo sdoganamento prettamente ebraico del pensiero espresso nei vangeli nei confronti dell’intero mondo pagano.
Le analogie imbarazzanti tra la figura del Cristo e quelle di altre divinità contemporanee, come quella di Mitra ad esempio, sono il frutto evidente di una volontà sincretica ed unificante che abbiamo già evidenziato nel testo biblico.
Allorquando il Pontifex, una figura amministrativa nel campo dei culti e dei credi, cominciò la sua azione divulgativa ed esecutiva della sua potestà terrena (usurpata dagli atti della falsa donazione di Costantino) il credo evangelico si diffuse all’unisono con le attitudini predatorie della nascente chiesa di Roma, il cui appetito di anime (e bieca materia) non si è mai purtroppo saziato, sino ad oggi.
Se l’attuale mediatore pagano del cattolicesimo romano fosse davvero un sincero rinnovatore in senso pauperistico dell’istituzione millenaria che comanda, pagherebbe perlomeno le tasse comunali dell’immenso patrimonio immobiliare della curia romana e donerebbe gran parte delle immense riserve auree in suo possesso ai bisognosi ma così non è.
Ricordiamo che il Papa, o meglio il ‘Vescovo di Roma’ come ama definirsi Bergoglio, è il capo assoluto, dotato di poteri giudiziari ed esecutivi, della chiesa di Roma. Sono quindi da ritenersi infondate le voci che lo danno in minoranza rispetto alla sua presunta volontà innovatrice. L’elezione dell’attuale pontifex quindi appare solo come una miserrima operazione di bassa propaganda, in grado di attrarre a se i più sprovveduti, dimentichi di tanta ingordigia passata e presente. 
'La figura del Cristo è uno specchio parabolico in cui ognuno alla fine non scopre altri che se stesso.'
E’ una figura talmente stratificata da ritenere impossibile verificarne la consistenza storica. Sulla figura evangelica del Cristo è stato poi edificato un impero temporale che si è protratto nei secoli sino ad oggi, ed è normale quindi che ogni lettura quantomeno critica ed obiettiva delle vicende narrate nei vangeli sia stata vista con sospetto e, spesso, soffocata letteralmente nel sangue. Di tale attività criminosa giunge eco sino ai nostri giorni tant’è che risulta quasi impossibile parlare liberamente di Gesù o di Yahweh senza incorrere nelle facili ironie dei sedicenti benpensanti o nelle censure stizzite dei bigotti. Un dogma è un dogma ma a parlarne male non si fa peccato, anzi.
Che sia vissuto un personaggio (o più personaggi) carismatico attorno all’anno zero in Palestina credo non ci siano dubbi. Che sia stato definito figlio di dio invece, ha suscitato (e suscita ancora) serie rimostranze. Di tutto il bailamme esegetico sui vangeli compiuto nei millenni, solo un aspetto dovrebbe quindi interessarci: esiste una parte del messaggio cristico in grado di elevarci spiritualmente qui, ora ed oggi? In altre parole, essendo impossibile delinearne i contorni storici, c’è una parte del contenuto evangelico in grado di contribuire alla comprensione reciproca, all’innalzamento felice e consapevole delle nostre esistenze che non siano istanze legate alla mortificazione?
Anche su questi aspetti credo sia unanime il riconoscimento di alcune peculiarità nel messaggio cristico capaci di attraversare i secoli e donare speranza e forza anche oggi a chi sia nelle possibilità di comprenderne il senso ultimo. Le attività terrene del mediatore dei cieli fanno un po’ sorridere anche se rilette in chiave allegorica. Non sono invece prive di interesse le sue brevissime dissertazioni sul senso della vita, sul riscatto futuro extraterreno e sulla necessità di tenere un comportamento altruistico e lungimirante nel rapporto con il prossimo.
Purtroppo l’eccessivo inquinamento di informazioni, negazioni ed interpretazioni ha definitivamente alterato la possibilità di leggere il messaggio evangelico con cuore puro e sereno. Troppe sono state le guerre materiali ed ideali spese in nome di quel predicatore, troppe le censure e le torture commesse in suo nome, decisamente troppo poche le opere di bene, capaci di elevare il livello coscienziale di tutta l’umanità.
Nelle parole del Cristo riecheggiano accenti gnostici, precristiani ovviamente, ed infiltrazioni del più profondo pensiero orientale. Una miscela di luminosa intuizione si mescola quindi con alcuni aspetti oscuri delle vicende narrate, soprattutto relative alla misteriosa fine materiale del protagonista del racconto evangelico, un mistero irrisolto per la storiografia e per la fede.
Occorre quindi sospendere il giudizio per ‘eccesso di prove’. Una traccia storica troppo inquinata è definitivamente perduta nei recessi delle fedi profonde di ognuno di noi. Capisco però l’assunto ‘perché non possiamo dirci cristiani’ di alcune dispute recenti. La nostra storia è scandita da temi dal grande impatto emozionale. Il ritorno di Odisseo, le tenzoni di Achille, ancor prima le avventure di Gilgamesh, le conquiste di Alessandro il grande e le parole del Cristo. Ogni aspetto della nostra storia segna un punto a favore dello sviluppo coscienziale umano ed uno a sfavore. Un gesto compiuto resta un enigma irrisolto, di un fatto non condiviso. Legato non ad ognuno di noi ma al culto della personalità tipicamente pre-moderno e dire, anzi, quasi preistorico.
L’interesse odierno dovrebbe ricadere solo su ciò che risuona con la parte migliore di noi stessi. Abbandonare i dogmi equivale a rischiare la propria stabilità esistenziale per molti di noi. Eppure rielaborare le informazioni dona una gioia sottile. Mettere in dubbio tutti gli assunti contribuisce a diradare le nebbie che in molti si sono prodigati di diffondere per impedire ai più un esame lucido e sereno del nostro passato condiviso.
Anche l’oggi risponde alle stesse esigenze e muove i suoi passi ufficiali con le stesse procedure. Inquinare le informazioni è indispensabile al potere per continuare la sua azione di dominio e controllo. La verità però possiede una forza sua propria che tutto travalica. Nemica della verità è innanzitutto la nostra paura. (...segue)


fonte: http://freeskies.over-blog.com/article-le-mistificazioni-spirituali-1-125082254.html
http://freeskies.over-blog.com/article-le-mistificazioni-spirituali-2-125085968.html 

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