L’energia elettrica viene generata a seguito di
reazione chimica tra idrogeno e ossigeno che avviene senza combustione.
La macchina è a emissioni zero, dal tubo di scarico esce soltanto del
vapore d’acqua. Durante i test di collaudo su ogni 4 km la macchina
scaricava circa 240 ml d’acqua. Con un pieno di idrogeno la “Mirai” fa
circa 650 km.
Entro la fine del 2015 la Toyota intende
vendere circa 700 vetture, di cui 400 in Giappone. La “Mirai” sarà
disponibile anche negli USA e in alcuni paesi d’Europa. In Giappone il
prezzo è di 6 700 000 yen (57 500 dollari). La macchina è acquistabile
anche con un finanziamento ripagabile in 3 anni (rata mensile di circa
500 dollari). Durante tutto questo periodo il proprietario avrà idrogeno
gratuito. Il lancio di Toyota “Mirai” apre una nuova pagina nella
storia dell’automobilismo? Ecco l’opinione di Andrej Toptun, direttore
del Dipartimento analitico della società russa “Avtostat”.
Al momento c’è tutta una serie di problemi che normalmente accompagnano il lancio delle novità tecnologiche: rete di rifornimenti limitata e prezzi elevati. Per giunta è una macchina di tipo nuovo, mentre i consumatori di solito scelgono modelli che già conoscono. Credo che in questo momento la Toyota pensi non tanto al sucesso commerciale, quanto alla propria immagine, vuole essere il leader. Nel passato la casa giapponese è stata la prima a lanciare macchine a propulsione ibrida. Sebbene le prime macchine non fossero perfette, ciò è servito allo sviluppo delle tecnologie ibride da parte di altri costruttori. Infatti, Toyota Prius è oggi tra le dieci vetture ibride pù vendute nel mondo. Sarà così anche in questo caso. Nessuno sa se la tecnologia delle celle a combustibile avrà futuro, ma Toyota continua a investire. Vuole riservarsi una quota di mercato nel caso si riuscisse a ridurre i costi e i prezzi.
La catatteristica principale della
nuova vettura è quella di essere ecologicamente pulita. Quanto al
prezzo, i giapponesi promettono di ridurre fortemente il costo delle
celle a combustibile nel giro di alcuni anni. Tuttavia il problema più
importante riguarda la sicurezza. In alcune circostanze la miscela di
aria e idrogeno diventa esplosiva. D’altra parte, a differenza della
benzina, l’idrogeno evapora rapidamente se viene danneggiato il
serbatoio che tra l'altro è fatto con un materiale multistrato speciale.
Tutto ciò però incide sul prezzo della vettura. Quali altri problemi
potrebbero presentare le auto a idrogeno? Dice Andrej Toptun:
L’idrogeno deve essere prodotto, trasportato e stoccato. Allo stato puro praticamente non esiste, per produrlo si usano apposite tecnologie chimiche. Quanto allo stoccaggio, di solito è stoccato allo stato liquido o pressurizzato. In questo caso i principali problemi riguardano la sicurezza e la redditività. Quindi, una delle maggiori sfide tecnologiche, non solo per l’industria dell’auto ma per tutto il settore energetico, riguarda la creazione di sistemi di stoccaggio sicuri. Un’altra difficoltà deriva dalla mancanza di standard unici. In tal modo, i problemi da risolvere sono parecchi.
Dopo
la Toyota, anche altre case giapponesi hanno annunciato le loro auto a
idrogeno. Il principale concorrente della “Mirai” potrebbe essere la
Honda FCV che sarà lanciata in marzo 2016. La Nissan, invece, per il
momento preferisce concentrarsi su macchine elettriche.
L’idea
non è nuova. Negli anni ’40, durante l’assedio nazista, a Leningrado
esisteva un deficit di benzina, ma l’idrogeno non mancava. Un giorno il
tecnico militare Boris Shelishch ha proposto di usare la miscela di aria
e idrogeno per i palloni da sbarramento. In seguito l’idrogeno esausto
veniva usato come carburante per automobili. Le macchine che andavano a
idrogeno erano circa 500. Durante tutta la guerra soltanto una è
esplosa.
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