Il codice SWIFT è lo standard utilizzato dalle banche di tutto il
mondo per le comunicazioni interbancarie, esso viene concesso da una
società – la Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication
con sede legale in Belgio, ma egemonizzata dagli USA – fondata nel 1973
dai soci delle camere di compensazione Euroclear e Clearstream. Ormai
esso è diffuso in tutto il mondo e l’eventuale esclusione dal circuito
comporta – per la banca esclusa – l’impossibilità assoluta di operare
nel sistema interbancario.
Con il deflagrare della crisi ucraina e con l’annessione della Crimea
alla Russia indiscrezioni autorevoli di stampa hanno ipotizzato che una
delle possibili ritorsioni occidentali nei confronti della Russia era
quella di escludere il sistema bancario russo dal circuito SWIFT. Il
realizzarsi di questa ipotesi avrebbe comportato il completo isolamento
del sistema finanziario del paese euroasiatico dal resto del mondo:
nessuna possibilità di operare nel mercato interbancario e neanche
l’opportunità di ricevere o inviare un semplice bonifico internazionale.
In sostanza, questa ipotesi, comporta il rischio di collasso del
sistema bancario a causa dell’impossibilità di approvvigionarsi di
liquidità presso il mercato interbancario.
In merito a questa ipotesi – che equivale ad una vera e propria
dichiarazione di guerra finanziaria alla Federazione Russa – la
televisione “Russia Today” (1) ha dato notizia che le banche occidentali
si rifiutano di effettuare, attraverso lo SWIFT, pagamenti in dollari
alle banche con sede in Crimea. Come interpretare la notizia?
La
notizia è da considerare, senza dubbio, come un aumento del livello
dello scontro tra Russia e USA. Procedendo per logica verrebbe da
pensare che gli americani, viste le difficoltà di veder aumentare le
sanzioni a causa della contrarietà di alcuni stati europei come
l’Ungheria e la Grecia, abbiano deciso di non desistere ma anzi di
aumentare il livello delle “ostilità” non di uno scalino ma di almeno un
paio aggirando gli ostacoli posti dalla nazioni europee contrarie
all’aumento delle sanzioni. Altra ipotesi possibile è che gli
occidentali abbiano considerato fallimentare la strategia delle sanzioni
e abbiano deciso che il modo più efficace per danneggiare la
Federazione Russa è quello di aggredire il suo sistema finanziario
provocandone se non il collasso almeno la sua paralisi.
Tutta da verificare la risposta a questa nuova mossa che verrà
implementata dalla dirigenza russa: da un lato essa potrebbe essere una
risposta simmetrica (per esempio l’implementazione di nuove sanzioni
contro l’Europa) oppure asimmetrica (per esempio un maggior sostegno
militare alla Syria di Assad). Una cosa è certa: la dirigenza russa è
perfettamente conscia della gravità della disconnessione delle banche
crimeane dallo SWIFT (2) ed è dunque difficile immaginare una strategia
del “pesce in balire” che non preveda alcuna risposta.
Sicuramente – e questo è facile ipotizzarlo – ci sarà un’accelerazione
dell’implementazione del progetto di SWIFT russo in via di
realizzazione da parte della Banca Centrale Russa (3). Ma questo è
evidentemente una risposta valida sul medio lungo periodo che non evita i
rischi nel breve periodo né la necessità di dare una risposta adeguata
alla sfida lanciata dagli occidentali.
(1) http://rt.com/business/253649-crimea-payments-blocked-swift/
(2) http://www.ft.com/cms/s/0/7020c50c-a30a-11e4-9c06-00144feab7de.html#axzz3Yg0ihjY8
(3) http://sputniknews.com/business/20150213/1018240631.html
Giuseppe Masala
fonte: http://www.geopoliticalcenter.com/2015/04/inizia-la-guerra-dello-swift-alla-russia/
Nessun commento:
Posta un commento