La deriva autoritaria e verticistica dei governi centrali degli ultimi decenni è evidente a tutti. Ormai in Italia le parole ‘voto' e 'democrazia’ equivalgono quasi a bestemmie. A Roma, degna Capitale di tanto paese, un Sindaco eletto dal popolo è stato destituito per logiche occulte di palazzi (laici e confessionali) e sostituito con un grigio burocrate dal nome inquietante.
La scusa è sempre quella dell’emergenza. Emergenza terrorismo, emergenza Giubileo, emergenza maltempo, emergenza Expo, emergenza criminalità … prima si creano le emergenze posticce e poi si nominano improbabili Kommissar che dovrebbero risolvere tutto con la forza della loro morale integerrima.
Purtroppo, ciò che osserviamo non è soltanto un’involuzione democratica ma anche il dissesto generalizzato (caos) che tali procedure comportano. Sottrarre al popolo quel minimo di capacità elettiva rimasta procura infatti danni a catena a tutto il sistema, non programmato per rispondere ai voleri volubili di una dittatura .
A Roma vige la restaurazione non solo nel governo centrale ma anche in quello locale. Il potere torna alle mafiette miserevoli ed alla casta oscura degli alti prelati, per ripristinare quel sistema di controllo che coordina la vita e la morte cittadina, appena inficiato dai traguardi democratici post bellici. Il caos di fondo garantisce ai vertici 'neri' impunità ed invisibilità.Un popolo bisognoso e disperato inoltre è molto più mansueto e disposto ad accettare di tutto pur di sopravvivere.
Non si vota più! Incredibile in un paese sedicente demo(N)cratico, no?
Che il voto sia cosa quasi inutile siamo tutti d’accordo. Il voto viene poi spesso e volentieri manomesso. Però dona a tutti la parvenza che in un qual modo sia possibile ottenere un minimo di rappresentanza.
Mi chiedo, e vi chiedo, se in uno Stato che non manda i suoi cittadini alle urne sia ancora possibile e lecito (nonché giusto) pagare i tributi.
Alimentare con le nostre tasche una dittatura ...
cosa ne diranno i nostri posteri … sempre che ci saranno?
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