La
radice ideologica dello SIIL è tra gli alleati degli USA a Riyadh. Una
recente conferenza dei cosiddetti “ribelli siriani” ha avuto luogo in
Arabia Saudita. I partecipanti comprendevano una banda di disomogenei
capi “dell’opposizione” e di vari gruppi armati che operano in Siria,
tra cui Ahrar al-Sham, Jaysh al-Islam e l’affiliata ad al-Qaida Jabhat al-Nusra,
designata organizzazione terroristica dal dipartimento di Stato nel
2012. La BBC nell’articolo, “Il conflitto in Siria: l’opposizione divisa
inizia i colloqui per l’unità a Riyadh” riferiva:
“Più di 100 capi ribelli e politici dell’opposizione siriani si ritrovano a Riyadh, nel tentativo di creare un fronte nei possibili colloqui di pace. All’inizio della conferenza nella capitale saudita, uno dei più potenti gruppi ribelli aveva un tono senza compromessi. Ahrar al-Sham insisteva che il Presidente Bashar al-Assad avrebbe dovuto esser processato, criticando anche la presenza di esponenti dell’opposizione in Siria tollerati da Assad e l’assenza di affiliati di al-Qaida nel Paese”.
In altre parole, Ahrar al-Sham voleva apertamente al-Nusra a Riyadh, e insieme al Jaysh al-Islam,
l’unico altro gruppo terroristico menzionato dalla BBC presente alla
conferenza, rivela che la cosiddetta “opposizione” è completamente
affiliata ad al-Qaida, combattendo al suo fianco sul campo e sostenendola politicamente. Ahrar al-Sham e Jaysh al-Islam
fanno parte del grande gioco delle tre carte di Stati Uniti e Arabia
Saudita, in cui addestrano, finanziano, armano e sostengono i terroristi
di al-Qaida in una miriade di variabili in costante mutamento di alias e gruppi di facciata. Il risultato è l’avanzata di al-Qaida
e SIIL altrimenti inspiegabile sul campo di battaglia, per non parlare
del grande e costante flusso di armi e veicoli degli USA “caduti nelle”
mani di al-Qaida.
L’avanzata di al-Qaida in Siria è solo un vecchio piano
All’origine al-Qaida era un prodotto congiunto delle ambizioni geopolitiche di USA e Arabia Saudita. I Fratelli musulmani, distrutti e dispersi in Siria dal padre del presidente siriano Bashar al- Assad, il Presidente Hafiz al-Assad, furono riorganizzati e inviati in Afghanistan da Stati Uniti e Arabia Saudita per combattere una guerra per procura contro l’Unione Sovietica negli anni ’80. Da allora, il gruppo si è sempre ritrovato in ogni campo di battaglia e in ogni regione che gli Stati Uniti cercavano d’influenzare, nei Balcani e Cecenia, in Medio Oriente e Nord Africa (MENA) e anche nel lontano Sud-Est asiatico.
All’origine al-Qaida era un prodotto congiunto delle ambizioni geopolitiche di USA e Arabia Saudita. I Fratelli musulmani, distrutti e dispersi in Siria dal padre del presidente siriano Bashar al- Assad, il Presidente Hafiz al-Assad, furono riorganizzati e inviati in Afghanistan da Stati Uniti e Arabia Saudita per combattere una guerra per procura contro l’Unione Sovietica negli anni ’80. Da allora, il gruppo si è sempre ritrovato in ogni campo di battaglia e in ogni regione che gli Stati Uniti cercavano d’influenzare, nei Balcani e Cecenia, in Medio Oriente e Nord Africa (MENA) e anche nel lontano Sud-Est asiatico.
Durante l’occupazione statunitense dell’Iraq, al-Qaida si trovò
a giocare un ruolo fondamentale dividendo gli iracheni e confondendoli
ciò che fu in un primo momento il fronte unito sciita-sunnita contro
l’occupazione. I terroristi furono finanziati dall’Arabia Saudita e
diffusi nel MENA, anche dall’ormai famigerata capitale del terrore
Bengasi in Libia, attraverso il membro della NATO Turchia, e con l’aiuto
della successiva opposizione siriana, sul territorio della Siria e
infine in Iraq.
Nel 2007 fu rivelato che Stati Uniti ed Arabia Saudita
cospirarono apertamente per usare di nuovo tali terroristi per
rovesciare i governi di Siria e Iran. Il vincitore del premio Pulitzer,
il giornalista Seymour Hersh, nel suo saggio del 2007 “The Redirection“,
precisava con dovizia di particolari non solo come ciò fosse in fase di
progettazione, ma il bagno di sangue confessionale che avrebbe quasi
certamente precipitato.
Nel 2011, quando i primi colpi del conflitto
siriano furono sparati, chi seguiva con grande attenzione al-Qaida
capì dall’inizio, il rapporto profetico di Hersh finalmente si
avverava. Il bagno di sangue confessionale previsto nel 2007 divenne una
realtà orribile dal 2011 in poi, e non vi era alcun dubbio che
l’occidente volutamente ingannasse sull’opposizione evanescente, da cui
si comprese che si trattava solo di al-Qaida. In realtà,
proprio la dichiarazione del dipartimento di Stato degli USA che
designava al-Nusra organizzazione terroristica, ammetteva dall’inizio
che guidava le operazioni a livello nazionale. La dichiarazione
affermava:
“Dal novembre 2011, Jabhat al-Nusrah ha rivendicato quasi 600 attentati, dai più di 40 attentati suicidi alle operazioni con armi di piccolo calibro ed ordigni esplosivi improvvisati nei principali centri urbani, tra cui Damasco, Aleppo, Hamah, Dara, Homs, Idlib e Dayr al-Zur. Durante questi attentati numerosi civili siriani furono uccisi. Attraverso tali attacchi, al-Nusrah cercava di presentarsi parte dell’opposizione siriana legittima mentre, difatti, era un tentativo dell’AQI di dirottare le lotte del popolo siriano per i propri scopi malvagi”.
L’ultimo punto è particolarmente interessante, dato che non solo il dipartimento di Stato degli USA indicava che al-Nusra
cercava di presentarsi parte dell’opposizione legittima siriana, ma
anche che le affermazioni degli Stati Uniti sull’opposizione legittima
cercavano di ritrarre al-Nusra come tale. L’ascesa di al-Nusra
e SIIL non fu il risultato non voluto della politica estera degli USA
in Siria, ma fu il risultato esattamente previsto. L’articolo di Hersh
affermava che gli sforzi di Stati Uniti e Arabia Saudita per creare
un’opposizione armata con cui rovesciare il governo siriano avrebbe
avuto la prevedibile conseguenza di
“rafforzare i gruppi estremisti sunniti che sposano la visione militante dell’Islam e sono ostili agli USA e comprensivi verso al-Qaida“.
E questo è esattamente ciò che è successo.
Lo SIIL è una colonia wahhabita
Non
essendo riuscito a sopraffare la Siria nelle prime fasi della guerra
per procura nel 2011, “decostruire la Siria” divenne l’obiettivo
successivo. Ritagliando una regione influenzata dal principato
dell’agente curdo di Washington, Masud Barzani, e la sfera d’influenza
saudita-qatariota-turca dominata da al-Qaida apparivano
interessati dalle ambizioni occidentali sulla regione. Una Siria divisa
ed indebolita serve ad isolare e indebolire ulteriormente l’Iran nella
regione. L’Arabia Saudita ha dimostrato per decenni di essere uno
Stato-cliente estremamente flessibile. I tentativi di replicarlo, su
scala più ridotta in Siria e Iraq, sarebbero l’ideale.
Avere un arco
d’influenza saudita-qatariota-turco dal Mar Nero al Golfo Persico
sarebbe ideale per Washington, mentre l’arco d’influenza sciita sarebbe
quello tra Siria, Hezbollah in Libano, Iran e Russia. Lo SIIL
quindi è un mezzo per “colonizzare” regioni di Iraq e Siria con la
stessa ideologia tossica che prevale da così tanto tempo a Riyadh, il
wahhabismo, perversione estrema dell’islam, creata per servire gli
interessi dei Saud fin dal 1700.
Il wahhabismo era un mezzo per
indottrinare e distinguersi dai seguaci dell’Islam tradizionale. Fu
necessario perché i suoi sponsor principali, i Saud, cercarono di usarlo
per raggiungere conquiste e dominio regionali a lungo termine con forme
di barbarie, violenza, guerra e rigorismo islamico colorati di verde,
relativamente assenti tra i vicini dei sauditi. Fu usato da allora per
reclutare estremisti obbedienti ai Saud e desiderosi di combattere per
gli interessi egoistici sauditi, costituendo la pietra angolare su cui i
sauditi e i loro sponsor di Wall Street e Washington mantengono il
potere nei loro confini, e l’influenzano all’estero.
Lo SIIL, quindi, è
l’esportazione di tale ideologia tossica, non nella forma di gruppo
terroristico ombra, ma come esercito in piena regola e “Stato”. Le
somiglianze tra SIIL e Saud, anche superficialmente, sono difficili da
ignorare. L’Arabia Saudita decapita delinquenti di ogni genere, lo SIIL
decapita delinquenti di ogni genere.
L’Arabia Saudita non tollera
opposizioni di alcun tipo, lo SIIL non tollera opposizioni di alcun
tipo.
Donne, minoranze e nemici politici sono spogliati dei diritti
umani in Arabia Saudita, lo stesso con lo SIIL. Infatti, oltre la
posizione geografica, è difficile distinguerli, essendo inesorabilmente
legati politicamente, finanziariamente, ideologicamente e
strategicamente, rendendo tanto più convincente che il cosiddetto “Stato
islamico” non sia niente più che una colonia wahhabita. Ciò che forse è
inoppugnabile in questo esame superficiale, o perfino dalle deduzioni
sulle evidenti linee logistiche tra SIIL e il membro della NATO Turchia e
l’Arabia Saudita, è il fatto che i documenti ufficiali dell’US Department of Intelligence Agency (DIA), redatti nel 2012, ammettono letteralmente:
“Se la situazione si dipana vi è la possibilità di stabilire un principato salafita dichiarato o meno nella parte orientale della Siria (Hasaqa e Dayr al-Zur), e questo è esattamente ciò che le potenze che sostengono l’opposizione vogliono per isolare il regime siriano, considerato profondità strategica dell’espansione sciita (Iraq e Iran)”.
Per chiarire chi siano tali “potenze che aiutano” a creare il “principato salafita”, il rapporto della DIA spiega:
“Occidente, Paesi del Golfo e Turchia sostengono l’opposizione; mentre Russia, Cina e Iran sostengono il regime”.
E’ chiaro che, proprio come previsto dal 2007 sulla nascita di al-Qaida
in Siria, il sorgere di un “principato” (stato) “salafita” (islamico)
fu pianificato e perseguito da Stati Uniti ed alleati, tra cui in
particolare Turchia e Arabia Saudita, con la Turchia che forniva
supporto logistico e l’Arabia Saudita l’ideologia. Coloro che si
chiedono il motivo per cui gli Stati Uniti hanno speso più di un anno a
bombardare la Siria presumibilmente per “combattere lo SIIL” senza aver
ancora fatto alcun progresso, il fatto che gli Stati Uniti abbiano
intenzionalmente creato l’organizzazione per sventrare la Siria e
ritardato la liquidazione dell’esercito terrorista il più possibile,
fornisce una spiegazione valida.
A coloro che si chiedono perché la
Russia e il regime di Ankara siano sull’orlo della guerra quando le
linee di rifornimento dello SIIL al confine turco con la Siria sono
minacciate, il fatto che la Turchia ha creato ed attuato misure
straordinarie per proteggere tali linee, hanno anche loro una
spiegazione valida. E coloro che si chiedono il motivo per cui l’Arabia
Saudita invita i noti complici di al-Qaida nella sua capitale,
Riyadh, per una conferenza sul futuro della Siria, è proprio perché
l’Arabia Saudita ha giocato un ruolo di primo piano nella creazione di al-Qaida
per influenzare il futuro della Siria, iniziando una cospirazione in
cui è ancora molto chiaramente coinvolta, e di cui gli Stati Uniti non
sembrano molto turbati.
Tony Cartalucci NEO 16/12/2015
Tony Cartalucci, Bangkok-based ricercatore geopolitico e scrittore, in particolare per la rivista online “Nuovo Outlook orientale“.
https://aurorasito.wordpress.com/2015/12/17/stato-islamico-o-colonia-wahhabita/
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