martedì 22 dicembre 2015

Se il castello crolla: un alleanza tra Assad, Putin e il Pentagono?

Generale Martin Dempsey
Generale Martin Dempsey
Il Pentagono ha segretamente fornito Intelligence al governo di Assad
Il Pentagono avrebbe deliberatamente sovvertito la politica statunitense verso la Siria, sabotando gli sforzi per aiutare i ribelli siriani e persino inviando intelligence degli Stati Uniti al Presidente siriano Bashar al-Assad, secondo il giornalista Seymour Hersh.
In un articolo di 7000 parole sul London Review of Books, Hersh dice che i Capi di Stato Maggiore, i capi militari statunitensi, decisero di sovvertire deliberatamente la politica estera statunitense e formare un’alleanza segreta con Assad e il Presidente russo Vladimir Putin. Nell’estate 2013, i Joint Chief scoprirono che la Turchia fu “cooptata” nel programma della CIA per armare i cosiddetti terroristi “moderati” in Siria. Ankara decise di riorientare gli aiuti degli Stati Uniti agli estremisti, tra cui SIIL e l’affiliato ad al-Qaida, Jabhat al-Nusra, scrive Hersh. 
I Joint Chiefs scoprirono anche che non esistevano veri ribelli moderati e che l’opposizione consisteva quasi uniformemente di estremisti. Così, nell’autunno 2013, i Capi di Stato Maggiore decisero d’inviare in segreto “intelligence statunitense ai militari di altre nazioni, con l’intesa che venisse passata all’Esercito siriano“, scrive Hersh, inviando intelligence degli Stati Uniti a Germania, Russia e Israele, rinviandola ad Assad. 

L’obiettivo dell’alleanza segreta con Assad era sovvertire gli sforzi di Obama in Siria, sostenere Assad, e aiutarlo a distruggere SIIL e altri estremisti, secondo Hersh. In cambio, lo Stato Maggiore chiese ad Assad di “trattenere” Hezbollah negli attacchi ad Israele; rinnovare i negoziati sulle alture del Golan, territorio che Israele aveva preso da decenni prima alla Siria; accettare qualsiasi tipo di aiuto russo ed indire le elezioni dopo la fine della guerra. Nell’estate 2013, i Joint Chief ingannarono la CIA inviando armi obsolete ai ribelli siriani, scrive Hersh. Il giornalista dice che ciò fu inteso come dimostrazione di buona fede ad Assad, per convincerlo ad accettare l’offerta.
La segreta alleanza dei JCS con Putin e Assad, scrive Hersh, si concluse a settembre quando il suo capo architetto, il presidente del Joint Chief Martin Dempsey, si ritirò.
Sputnik 21/12/2015
Come le critiche al nuovo articolo di Hersh non comprendono cosa sia realmente accaduto
martin_dempseyL’ultimo pezzo di Seymour Hersh sostiene che i Joint Chiefs of Staff (JCS) del Generale Dempsey hanno minato la politica ufficiale della Casa Bianca sulla Siria. La spinta a farlo arrivò dopo un’analisi della Defense Intelligence Agency che scoprì nel 2012 che c’erano pochissimi “ribelli moderati” in Siria, e solo gli islamisti lottavano contro lo Stato siriano. La CIA almeno dall’inizio del 2012 consegnava armi dalla Libia alla Turchia e altre vie. L’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia Chris Stevens fu ucciso l’11 settembre 2012 a Bengasi per questioni sui trasferimenti di armi. Una volta in Turchia, quelle armi, assieme ad altri carichi acquistati da Qatar e Arabia Saudita, furono consegnate ai “ribelli moderati”, portandoli in Siria. Vendettero almeno una parte di tutte le armi e le munizioni in mano alle bande terroriste islamiste, tuttora finanziate dai Paesi wahhabiti del Golfo. Un nuovo rapporto di Peter Oborne, di Radio4 della BBC, spiega in dettaglio il funzionamento di tale piano.
Il JCS di Dempsey era molto disturbato dalle armi trasferite dalla CIA proprio a coloro che avevano combattuto in Iraq e in Afghanistan pochi anni prima. Decisero, secondo la fonte di Hersh, di minare il programma sul cambio di regime della Casa Bianca e della CIA, fornendo intelligence alla Siria da Germania, Russia e Israele. Inoltre convinsero la CIA che era preferibile cedere molte vecchie armi provenienti dalla Turchia, invece di nuove, ma più difficili da trasportare, armi dalla Libia. Come scrive Hersh: 
“’La nostra politica di armare l’opposizione ad Assad non ebbe successo e in realtà è negativa’, ha detto l’ex-consigliere del JCS. ‘I Joint Chiefs credevano che Assad non dovrebbe essere sostituito da fondamentalisti. La politica dell’amministrazione era contraddittoria. Volevano che Assad se ne andasse, ma l’opposizione era dominata dagli estremisti. Allora, con chi avevano intenzione di sostituirlo? Dire Assad doveva andarsene va bene, ma se si va al dopo, non c’era niente di meglio. Fu sulla questione del “qualcuno di meglio” che i JCS si scontrarono con la politica di Obama’. I Joint Chiefs capirono che una sfida diretta alla politica di Obama avrebbe ‘avuto possibilità di successo pari a zero’. Così nell’autunno 2013 decisero di adottare misure contro gli estremisti senza passare attraverso canali politici, fornendo intelligence degli USA ai militari di altre nazioni, con l’intesa che sarebbe stata passata all’esercito siriano e usata contro il nemico comune, Jabhat al-Nusra e Stato islamico”.
Ed Hersh sull’accordo sulle armi: 
Entro la fine dell’estate 2013, la valutazione della DIA fu diffusa ampiamente, ma anche se molti nella comunità dell’intelligence statunitense erano consapevoli che l’opposizione siriana era dominata dagli estremisti sponsorizzati dalla CIA e a cui le armi continuavano ad arrivare, presentando un problema costante per l’Esercito di Assad. Le scorte di Gheddafi avevano creato un bazar internazionale delle armi, anche se i prezzi erano alti. ‘Non c’era modo di fermare l’invio delle armi autorizzate dal presidente’, ha detto il consigliere dei JCS. ‘La soluzione prevedeva il ricorso al portafoglio. La CIA fu avvicinata da un rappresentante dei Joint Chiefs con un suggerimento: c’erano armi di gran lunga meno costose e disponibili negli arsenali turchi che potevano raggiungere i ribelli siriani in pochi giorni, e senza viaggiare su nave’. Ma non era solo la CIA che se ne avvantaggiava. ‘Abbiamo lavorato con i turchi di cui sapevamo non essere fedeli a Erdogan’, ha detto il consigliere, ‘e gli abbiamo fatto inviare ai jihadisti in Siria tutte le armi obsolete degli arsenali, comprese le carabine M1 che non si vedevano dalla guerra di Corea e molte armi sovietiche. Fu un messaggio che Assad poteva capire: “Abbiamo il potere di diminuire l’attuazione della politica presidenziale”‘. 
Il JCS, secondo Hersh, minava il suo Comandante in Capo. Cioè, probabilmente, di tradimenti la storia degli Stati Uniti è piena di esempi, con capi militari che spingevano in direzioni molto diverse da quelle dei loro comandanti civili. Truman contro Douglas MacArthur è solo un esempio. Pensate alla chiusura della prigione di Guantanamo, che i militari attivamente impediscono da sette anni ormai, nonostante promessa, richiesta e ordine di Obama di chiudere Gitmo.
Max Fisher, un critico di Hersh non noto per un giornalismo serio, sostiene che il resoconto di Hersh sia falso perché Dempsey non era contro l’armamento degli insorti, e aveva anche chiesto pubblicamente di dargli le armi: 
Hersh sostiene che la mente di tale complotto sia stato il presidente dei Joint Chiefs Martin Dempsey, che secondo Hersh era inorridito dal piano di Obama di armare i ribelli siriani e cercò di aiutare Assad. Questa affermazione è difficile da credere: Mentre era in carica, Dempsey notoriamente e pubblicamente si scontrava con Obama sulla Siria perché Dempsey voleva dare più armi ai ribelli siriani. I resoconti contemporanei dalla Casa Bianca lo supportano, con Dempsey sostenere che gli USA dovevano armare di più i ribelli siriani, e Obama sostenerli meno. Eppure Hersh afferma, senza alcuna prova, che Dempsey era così contrario ad armare i ribelli siriani che avrebbe commesso un evidente atto di tradimento sovvertendo tali piani. Hersh non fa alcuno sforzo per conciliare tale contraddizione apparentemente fatale, e in effetti non è chiaro se Hersh sia consapevole del fatto che Dempsey sia noto per aver sostenuto piuttosto, che contrastato, gli sforzi per armare i ribelli siriani”. 
Hersh naturalmente sa perfettamente ciò che disse e pensava Dempsey all’inizio del 2013. E non si esentava dal criticarlo. Dempsey sostenne all’inizio del 2013 che il Pentagono doveva dare armi a pochi ribelli attentamente controllati:
Testimoniando alla Commissione del Senato sui Servizi Armati, il segretario alla Difesa Leon E. Panetta riconobbe che lui e il presidente del Joint Chiefs of Staff, Generale Martin E. Dempsey, sostennero un piano lo scorso anno per armare dei ribelli siriani accuratamente controllati.
“… il Pentagono”, McCain continuava, “sostiene la raccomandazione di Clinton e Petraeus “di mettere le armi a disposizione della resistenza in Siria? L’ha sostenuto?”
“L’abbiamo fatto”, aveva detto Panetta.
“L’ha sostenuto”, aveva detto McCain.
“L’abbiamo fatto”, aggiunse il Generale Dempsey”.
Il piano del Pentagono fu liquidato dalla Casa Bianca a favore delle operazioni della CIA. Questo scambio allora non contraddice, ma supporta l’indicazione di Hersh. Spiego meglio il contesto. All’inizio del 2013 Dempsey sapeva perfettamente che la CIA riforniva, direttamente o indirettamente, tutti coloro che in Siria chiedevano armi e munizioni. Tali armi andavano semplicemente ai jihadisti dei gruppi meglio finanziati. Poiché il programma della CIA era segreto, naturalmente Dempsey non poteva dirlo in un’audizione pubblica del Congresso. Ma Dempsey voleva dare le armi ai “ribelli siriani attentamente controllati” sostituendo il programma della CIA con un programma del Pentagono sotto il suo comando. Avrebbe poi potuto dirigere il flusso di armi ed impedire l’ulteriore armamento dei terroristi islamici. 

Dempsey sosteneva un programma del Pentagono per armare i ribelli in modo da poterne controllare l’armamento, che già avveniva nell’ambito del programma della CIA creando problemi a lungo termine. Quando il dirottamento del programma di armamento della CIA fallì, Dempsey e il JCS cercarono di sabotarlo fornendo vecchie armi turche alla CIA. Solo molto più tardi al Pentagono si permise di eseguire il programma di addestramento e armamento dei propri gruppi di ribelli siriani. 
Ma era parallelo al programma della CIA e quindi era inutile per gli scopi che Dempsey aveva inizialmente previsto. Non sostituì il pericoloso programma della CIA. Il Pentagono quindi sabotò il proprio programma addestrando solo pochi ribelli inviandoli in un’area infestata dai jihadisti, che prontamente consegnarono le armi a Jabhat al-Nusra, rivelando pubblicamente la principale critica di Dempsey al lungo programma della CIA: che infine le armi inviate in Siria finivano nelle mani dei vecchi nemici degli Stati Uniti. Capisco che la fonte di Hersh sia piuttosto debole. La sua fonte principale diretta e unica della storia dei JCS è un “ex-consigliere del Joint Chief”, che potrebbe essere militare o civile. Il colonnello Pat Lang, una delle fonti indicate da Hersh su altri punti dell’articolo, pensa che la fonte sia reale e la storia vera. Lang, che a volte si consulta ancora coi militari, ha sicuramente abbastanza connessioni privilegiate per avere un quadro abbastanza chiaro del problema. E’ bene criticare Hersh. 
I suoi articoli si basano spesso su fonti anonime. Ma tutta la sua carriera dimostra che aveva ragione il più delle volte sui suoi critici. Qui la critica Hersh si basa su una visione ottusa di ciò che Dempsey dichiarò a un’audizione pubblica, senza tener conto del contesto della dichiarazione. Dempsey ha voluto sostituire l’allora ancora segreto programma di armamenti della CIA che DIA e altre componenti delle forze armate avevano giustamente trovato una via molto pericolosa. Il Pentagono di Dempsey, temendo che la CIA ripetesse i soliti errori, lottava contro la CIA del neocon Petraeus e del grande amico dell’Arabia Saudita John Brennan. Purtroppo la Casa Bianca ha sostenuto la CIA e, quindi, più o meno volontariamente s’è alleata con lo Stato islamico e le altre varie organizzazioni jihadiste (.pdf) in Siria.
Moon of Alabama 21 dicembre 2015
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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/12/22/se-il-castello-crolla-un-alleanza-tra-assad-putin-e-il-pentagono/

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