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Siria ed intrighi terroristici della NATO in Turchia
Il governo laico della Siria continua a
tenere testa ai tanti intrighi di Golfo e occidente che cercano di
spodestarne a tutti i costi l’attuale leadership. Prima delle ingerenza
estere, non un media o leader politico può indicare un qualsiasi momento
della storia della Siria del Presidente Bashar al-Assad, in cui persone
fuggivano dalle forze armate della nazione. Al contrario, la Siria era
solidamente indipendente e le minoranze religiose come i cristiani
potevano fuggire dall’Iraq trovandovi rifugio.
Tuttavia, dopo la
scomparsa del Colonnello Gheddafi in Libia le potenze di Golfo e NATO
credevano di poter dettare il futuro di Medio Oriente e Nord Africa con
la destabilizzazione e l’ingerenza.
Vergognosamente, i media
internazionali occidentali e dei regni feudali del Golfo, spacciarono
un’enorme disinformazione. Dopo tutto, fin dal primo giorno le
cosiddette forze della democrazia linciarono soldati siriani e uccisero
persone ritenute fedeli al governo. In un tempo così breve, l’esercito
libero siriano (FSA), proprio come l’Esercito di liberazione del Kosovo e
le numerose milizie in Libia, apparve velocemente. Ovviamente, le
ragioni di tutto ciò sono gli intrighi internazionali emanati nei
corridoi del potere ad Ankara, Doha, Londra, Parigi, Riyadh e
Washington.
Il primo ministro Erdogan, oggi presidente, continua a
tirare le fila della NATO in Turchia. In altre parole, SIIL (Stato
islamico), al-Nusra, FSA e una serie di gruppi terroristici e
settari assieme ai singoli terroristi entrati in Siria da una
moltitudine di nazioni, continuano ad avere un santuario al confine tra
Siria e Turchia.
Non solo, l’equipaggiamento militare e logistico dei
terroristi, agenti segreti, mercenari, terroristi, settari e così via,
trovano un amico ad Ankara. Nonostante ciò, in alcun momento la Turchia
viene minacciata di espulsione dalla NATO e allo stesso modo sa che il
presidente Obama non ostracizza le élite politiche di Ankara, nonostante
le evidenti collusioni con i terroristi. In effetti, sembra che Obama
nemmeno prenda nota di ciò che Jobe Biden (vicepresidente degli USA)
dice. Dopo tutto, il vicepresidente dichiarò:
“I turchi sono grandi amici, ho un ottimo rapporto con Erdogan e passo molto tempo con sauditi, emirati, ecc., ma cosa fanno? Erano così decisi ad abbattere (il presidente siriano Bashar) Assad creando essenzialmente una guerra tra sunniti e sciiti”. Biden proseguì: “Cosa hanno fatto? Hanno versato centinaia di milioni di dollari e migliaia di tonnellate di armi a tutti coloro che lottano contro Assad, tranne che chi veniva rifornito erano estremisti jihadisti provenienti da altre parti del mondo, al-Nusra e al-Qaida“.
Il portavoce delle YPG, Polat Can, citato da Newsweek indicava:
“Vi è più di una prova sufficiente a dimostrare che l’esercito turco fornisce ai terroristi dello SIIL armi, munizioni e gli permette di attraversare i valichi di frontiera ufficiali turchi, consentendo ai terroristi dello SIIL di compiere attentati disumani contro il popolo curdo nel Rojava (nord-est della Siria)“.
In un articolo scorso di Modern Tokyo Times si diceva:
“è evidente che i gruppi di al-Qaida come al-Nusra trovano rifugio naturale nei pressi della NATO, in Turchia e Israele. Allo stesso modo, SIIL e il mondo segreto del MIT della Turchia sono coinvolti in molte realtà subdole. Infatti, foto dimostrano l’invio di armi a vari gruppi terroristici e settari. Inoltre, settari militanti di FSA, Nusra, SIIL e altri gruppi terroristici e settari, sono apertamente curati dalla NATO in Turchia dopo essere stati feriti in Siria. Tuttavia, Obama e le altre élites politiche diffondono un falso mantra, perché la minaccia al mosaico del Levante e dell’Iraq deriva dai crimini commessi dalle potenze occidentali e del Golfo, assieme all’agenda geopolitica della Turchia“.
Obama conosce bene la verità dichiarata dal
vicepresidente degli USA sul ruolo della Turchia nell’aiutare i
jihadisti internazionali come lo SIIL. Infatti, il ruolo della CIA è
ugualmente torbido in relazione alle varie ratlines terroristiche.
Tuttavia, anche elementi a Washington prendono le distanze dallo SIIL
che minaccia l’Iraq.
Nonostante ciò, è chiaro che l’attuale
bombardamento statunitense dello SIIL appaia una strana guerra, dopo
tutto la base del potere dello SIIL permane. Inoltre, Kobane ha
evidenziato il carattere limitato dei bombardamenti statunitensi e come
la logistica dello SIIL continuasse ad alimentare l’attacco su Kobane
per diversi mesi. Tornando alla NATO in Turchia, con l’assenza di una
pressione su Ankara dal blocco militare, ovviamente, qualcosa non
funziona. Dopo tutto, se la NATO sarebbe in lotta contro il terrorismo,
allora come è possibile che la Turchia ospiti diversi gruppi
terroristici e settari?
Naturalmente, la debacle libica evidenziò
chiaramente la realtà della NATO che bombardava dal cielo mentre agenti
segreti agivano sul terreno. Più importante, era chiaro che le forze di al-Qaida
e altri gruppi terroristici collaborassero con essa in Libia. In altre
parole, le potenze della NATO sono diventate i bombardieri in appoggio
delle varie milizie affiliate o meno ad al-Qaida. Tuttavia, òa
Turchia, secondo importanti élite politiche degli USA, ormai appare una
potenza della NATO utilizzata e manipolata per sconfiggere il governo
laico della Siria. Il senatore Rand Paul (R-Ky) sottolinea la politica
alienata dell’amministrazione Obama, dicendo:
“Credo che uno dei motivi per cui lo SIIL viene incoraggiato è perché armiamo i suoi alleati. Siamo alleati dello SIIL in Siria”. Rand Paul prosegue: “Abbiamo combattuto al fianco di al-Qaida, che combatte al fianco dello SIIL… lo SIIL viene ora incoraggiato in due Paesi. Ma ecco l’anomalia. Siamo con lo SIIL in Siria. Siamo dalla stessa parte. Quindi, coloro che vogliono fermare lo SIIL in Iraq, ne sono alleati in Siria. È la vera contraddizione di tale politica”.
Nel caso della Turchia, a differenza delle politiche alienate di
Washington, è chiaro che Ankara si concentra solo sulla sconfitta del
governo della Siria e ad evitare che i curdi si rafforzino. Ciò
significa che SIIL e jihadisti internazionali hanno un gradito amico ad
Ankara e questo dovrebbe far vergognare le NATO e l’alienata
amministrazione Obama. A livello internazionale, la Libia fu
estremamente dubbia, perché ovviamente gli affiliati di al-Qaida
e altre forze terroristiche ebbero un obiettivo simile cacciando
Gheddafi. Pertanto, le forze aeree di certe potenze della NATO ne furono
alleate disponibili, ed oggi la Libia è uno Stato fallito dove gli
affiliati di al-Qaida, varie milizie e SIIL l’hanno mutata in
un incubo totale.
Nonostante ciò, le potenze della NATO sostennero di
aiutare le forze democratiche in Libia ma, naturalmente, oggi è chiaro
che non era così. Tuttavia, per la Turchia della NATO, appare chiaro che
i jihadisti internazionali provenienti da tutto il mondo possono
utilizzarla ricevendo notevoli equipaggiamenti militari. In altre
parole, la Siria è il cimitero della NATO, perché in alcun momento la
Turchia viene minacciata di espulsione dall’organizzazione, pur essendo
apertamente condannata dal vicepresidente degli USA e da molti altri.
Nuray Lydia Oglu, Hiroshi Saito e Lee Jay Walker, Modern Tokyo Times, 18 dicembre 2015
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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