Nessuna meraviglia che i seguaci della Full Spectrum Dominance nella Beltway [i circoli del potere di Washington, NdT] ed oltre siano in piena crisi di diniego.
Guardano
alla scacchiera Siriana e, mentre i giochi di potere continuano, vedono
la Russia sistemarsi comodamente, con tutta una serie di basi aeree e
terrestri, per portare avanti, in un prossimo futuro, ogni genere di
operazione in Medio Oriente e in Nord Africa. Chiaramente il Pentagono
non se ne era neanche accorto.
E questo non è che l’inizio. Più avanti,
lungo la stessa strada, ci si può solo aspettare una maggior
collaborazione militare fra Russia, Cina ed Iran in tutta l’Asia
sud-orientale. Il Pentagono considera alla stregua di minacce Russia,
Cina ed Iran, i punti nodali dell’integrazione euroasiatica.
La penetrazione della Russia in Siria
(come in tutto il Medio Oriente e il Nord Africa) va avanti, sempre più
profonda, mentre Mosca, quando tratta con i vari membri della NATO,
continua a parlare di “partners” nella lotta contro l’ISIS/ISIL/Daesh.
Qualcuno, come la Turchia, pugnala Mosca alla schiena. Qualcuno potrebbe
condividere informazioni militari segrete, come la Francia. Altri
potrebbero manifestare il desiderio di collaborare, come la Gran
Bretagna. E alcuni sono un geyser di ambiguità, come gli Stati Uniti.
In mezzo a tutte queste ambiguità,
“partners” è un termine deliziosamente diplomatico nel mascherare
quello che a tutti gli effetti è un fatto clamoroso: con l’attuale
combinazione di sofisticati missili difensivi terra-aria, mare-aria e
aria-aria, dai missili da crociera lanciati dai sommergibili, agli
S-400, la no-fly-zone sui cieli della Siria è stata decisa di fatto da
Mosca, non da Washington e tanto meno da Ankara.
Gli S-400, per inciso, man mano che
l’Esercito Arabo Siriano guadagna terreno, saranno presto spostati a
nord, nel vasto teatro operativo della zona di Aleppo.
Nella prima metà del 2016 dovremmo poter
assistere allo spettacolo degli S-400 in grado di fornire una piena
copertura su tutto il confine turco-siriano. Questo sarà il momento in
cui il Presidente Turco Recap Tayyp Erdogan andrà completamente fuori di
testa. La copertura aerea russa sulle avanzate dell’Esercito Arabo
Siriano (e presto su quelle delle Unità di Protezione Popolare (YPG) dei
Kurdi siriani) sta metodicamente preparando il terreno per la fine di
tutti i complicati piani di Ankara di una no-fly-zone mascherata da
“zona di sicurezza”, tutta pagata dai 3 miliardi di Euro sborsati
dall’EU alla Turchia per dare una sistemazione ai rifugiati siriani.
In questo modo, è chiara la logica dello
scontro che avverrà: i Turcomanni (la quinta colonna di Ankara,
pesantemente infiltrati dagli Islamo-Fascisti turchi, saranno respinti
all’interno del territorio turco, su tutto il fronte. E lo YPG avrà
presto la possibilità di riunire tutte e tre le fazioni dei Kurdi
siriani d’oltre confine.
Quando questo succederà, sarà, per dirla in due parole, la vittoria di una coalizione, la 4+1 (Russia, Siria, Iran, Iraq più Hezbollah) nei confronti di un’altra (una semplice combinazione di NATO-GCC [Gulf Cooperation Council, Concilio di Cooperazione del Golfo, NdT]) in questa guerra surreale di due coalizioni entrambe schierate contro l’ISIS/ISIL/Daesh.
E tutti i seguaci della Full Spectrum
Dominance non accecati dell’ideologia vedranno chiaramente perché la
“4+1” sta vincendo: questo è un caso perfetto di forza aerea piccola ma
altamente motivata e perfettamente inquadrata, al posto giusto, con le
armi giuste e con buona intelligence sul campo. La coalizione a guida
americana, che ho deciso di chiamare la Coalizione dei Disonesti
Opportunisti (CDO) non ha nulla di tutto questo.
Washington è nella palude che si è fatta
da sola. Praticamente tutto è dovuto alla stupefacente mediocrità della
squadra dei cosiddetti “anziani” della politica estera
dell’amministrazione Obama.
Il Team Obama ha sempre negato l’amoroso
legame di Erdogan con Jabhat al-Nusra, alias al-Qaeda in Siria, anche
quando Ankara dava il via libera al loro Jihad-Express attraverso il
confine turco-siriano. E il Team Obama ha sempre fatto finta di non
vedere il treno del petrolio siriano rubato dall’ISIS/ISIL/Daesh
attraverso quella enorme flotta di autocisterne che si poteva scorgere
benissimo anche da satellite.
Il Team Obama è stato incapace di
decodificare l’infida e pericolosa agenda di un alleato della NATO, la
Turchia, e questo perché sono, a tutti gli effetti, ostaggi della Full
Spectrum Dominance, dal momento che per il Pentagono Ankara è la
proverbiale “ancora di stabilità” e la pedina chiave per la Full
Spectrum Dominance nella regione.
Da qui l’incapacità (o l’incompetenza)
del Team Obama nel distruggere quei convogli di autocisterne: Ankara non
potrebbe avere le penne più arruffate.
Il Team Obama ha sempre negato che
Riyadh e Doha, prima direttamente, e poi tramite “donazioni private”,
coordinate nientemeno che dal famoso Bandar Bush in persona,
finanziassero sia al-Nusra che il Daesh.
Il Team Obama ha scelto allegramente di
armare al-Nusra e Ahrar ash-Sham attraverso i rifornimenti della CIA
all’Esercito Libero Siriano (FSA); tutte quelle armi sono poi finite in
mano ad al-Nusra e Ahrar ash-Sham. Il Team Obama, sempre fedele alla
propria miopia, ha doverosamente etichettato al-Nusra & co. come
“ribelli moderati”.
Il Team Obama si è sempre fatto beffe
dell’Iran, considerandolo una nazione “ostile” e una “minaccia” per i
vassalli del GCC ed Israele. Così, chiunque si allei o venga sostenuto
dall’Iran diventa anch’esso “ostile” o una “minaccia”: il governo di
Damasco, gli Hezbollah, le milizie sciite irachene addestrate dall’Iran,
anche gli Houti nello Yemen.
E, a coronamento di tutto, c’è stata
“l’aggressione russa” in Ucraina e poi “l’interferenza” di Mosca in
Siria, che è stata vista dal Team Obama come una rude dimostrazione di
forza nel Mediterraneo Orientale.
In mezzo a tutte queste manfrine, il
vero test per verificare le intenzioni dell’amministrazione Obama sarà
quello di vedere se la coalizione americana combatterà veramente e senza
riserve contro Daesh, al-Nusra e Ahrar ash-Sham (che comprende un sacco
di Jihadisti dalla Cecenia, Dagestan e Uzbekistan).
Questo implicherebbe per il Team Obama
dover dire sia ad Ankara che a Riyad, senza mezzi termini, di fare un
passo indietro. Niente più Jihad Express. E niente più forniture di
armi. Senza questa linea rossa il processo di “pace” siriano, che viene
rimpallato fra Vienna e New York, è meno di una presa in giro.
Non fateci troppo conto. Nessuno
dovrebbe ragionevolmente aspettarsi che quell’anatra zoppa del Team
Obama, mediocre da far paura, abbia le palle per considerare il
Wahabismo come la vera matrice ideologica di tutti i fili del Jihadismo
salafita, “ribelli moderati” compresi.
Il che ci riporta a tutti i malumori che
ribollono al di là della Beltway. Con o senza il Team Obama, rimane il
fatto: niente Siria conquistata (o almeno balcanizzata), niente Full
Spectrum Dominance.
*****
Articolo di Pepe Escobar pubblicato su Counter Punch il 17 dicembre 2015
Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it
Nessun commento:
Posta un commento