Gli attacchi ad Ankara potrebbero essere stati un incidente "False Flag"
A marzo 2014 la registrazione di un nastro di un incontro tra l'allora Primo Ministro turco Davutoglu, il capo del MIT, dell'intelligence turca Hakan Fidan e altri è stata dischiusa al pubblico. Si parlava di attacchi False Flag contro la Turchia da usare come giustificazione per un attacco turco contro la Siria.
Questa notizia è statapressoché ignorata dai media mainstream "occidentali". Dopo l'ascolto del nastro, ecco i punti più rilevanti, secondo il mio punto di vista:
Teniamo in considerazione questi piani del 2014 sulle "false flag" quando ci capita di leggere queste notizie:
- La Turchia ha consegnato 2000 camion di armi e munizioni agli insorti in Siria.
- Esistono piani per attacchi false flag contro la Turchia o contro proprietà turche per giustificare un attacco della Turchia contro la Siria.
- L'esercito turco è consapevole che sta per andare in guerra contro la Siria.
- L'atmosfera che si percepisce tra questi "deciders" è di una indecisione assoluta. Tutti sembrano non aver capito che cosa vuole Erdogan e aspettano chiari ordini dall'alto.
- Appena prima dell'inizio dell'incontro i militari U.S.A hanno presentato dei nuovi piani per una no-fly zone sulla Siria.
Almeno cinque morti in una enorme esplosione di una auto-bomba ad Ankara" Una grande esplosione, che gli agenti hanno definito come "atto di terrorismo" è avvenuta ad Ankara, capitale della Turchia, uccidendo almeno cinque persone e ferendone altre 10.
Il governatore di Ankara, Mehmet Kılıçlar, ha dichiarato che gli agenti ritengono che l'esplosione sia stata causata da una autobomba.
Le notizie riferiscono che l'obiettivo erano gli autobus che trasferivano personale militare, secondo il rapporto, l'esplosione è avvenuta al momento dell'arrivo degli autobus in una struttura ricettiva militare al centro di Ankara.
Ömer Çelik, un portavoce del Partito della Giustizia e dello Sviluppo di governo (AKP), ha scritto su Twitter che l'esplosione è stata un "atto di terrorismo".
...
Il Primo Ministro Ahmet Davutoglu ha detto che le autorità sono state informate dell'esplosione e stanno indagando. Davutoğlu aveva in programma di partire in serata per Bruxelles, ma ha annullato il viaggio e si è diretto al palazzo presidenziale per partecipare ad un vertice di ultim'ora sulla sicurezza.
L'attacco è avvenuto vicino a una sede militare turca di Ankara. Il numero di morti e feriti continua ad aumentare di minuto in minuto.
Probabilmente la Turchia incolperà di questo incidente il partito turco-curdo PKK ed estenderà la colpa anche alla versione curdo-siriana del PKK, il YPG. Ma se questo non dovesse essere un attacco "false flag" gestito dai turchi, potrebbe essere più probabilmente un attacco terroristico dello Stato Islamico, piuttosto che un attacco del PKK.
Per meglio comprendere l'accaduto in questo incidente leggere anche questo:
Per la seconda volta in meno di 24 ore: una telefonata tra il re Salman e il presidente Erdogan.MK Bhadrakumar, che è stato ambasciatore dell'India in Turchia dal 1998 al 2001, ci ha ricordato che i disaccordi tra Turchia e USA - del genere che abbiamo visto nelle ultime settimane - non sono necessariamente quello che sembrano:
Anche se Washington e Ankara sembrano preoccupati e sembra che sia in corso una rissa verbale sull'opportunità di battezzare i curdi siriani come “terroristi” oppure no, c'è una lunga storia alle spalle tra i due alleati nella NATO nel lavorare in tandem, mentre fanno finta di avere opinioni differenti in modo da indurre in errore chi non riconosce. La Turchia ha un consistente record per aver provocato rumors di sfida, ma alla fin ha sempre seguito le linee guida dettate da Washingtons. Di queste situazioni se ne possono contare a iosa. Quindi, è assolutamente plausibile che l'aperto appoggio espresso dal cancelliere tedesco Angela Merkel, lunedì scorso, alla proposta della Turchia di creare una ‘no-fly zone’ sulla Syria avrebbe goduto, in qualche misura, dell'approvazione americana.Il Primo Ministro turco ieri ha detto che il suo paese non rinuncerà all'enclave di Azaz e alla città omonima attualmente in mano dei terroristi sponsorizzati da CIA / Turchia / Arabia contro i curdi siriani appoggiati dai russi.
Le frenetiche comunicazioni degli ultimi giorni, su una probabile caduta di Azaz in mano dei curdi siriani e questo nuovo "attacco terroristico" ad Ankara mi lascia pensare che ci sarà molto presto una seria escalation da parte della Turchia e dei suoi alleati contro la Siria e i suoi alleati.
Fonte: http://www.moonofalabama.org/
Link: http://www.moonofalabama.org/2016/02/todays-attack-in-ankara-could-be-a-false-flag-incident.html
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l'autore della traduzione Bosque Primario
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16248
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Un chiaro messaggio a Erdogan
L’agenzia
di stampa iraniana FARS, vicina al Corpo delle Guardie rivoluzionarie
islamiche (IRGC), ha pubblicato un articolo sul quadro generale dei
drammatici ultimi sviluppi nel settentrione della Siria, al confine con
la Turchia. È il primo chiaro resoconto sui combattimenti nella regione
che fornisce una chiara visione dello schieramento di forze; la Turchia e
i gruppi estremisti ad essa allineati da un lato che disperatamente
cercano di conservare le roccaforti nella provincia di Aleppo contro gli
attacchi concertati delle forze governative siriane e delle milizie
curdo-siriane.
Il resoconto chiarisce che gli attacchi aerei russi ai
gruppi estremisti sono un fattore decisivo nei combattimenti. Gli
aviogetti russi bombardano gli estremisti senza sosta e gli attacchi
terrestri se ne avvantaggiano. Inoltre, la Turchia ha tutt’altro che
rinunciato inviando ancora rinforzi e rifornimenti. (Questo è anche
confermato da altri media).
Il fuoco d’artiglieria da oltre frontiera
mira alle forze curde. Secondo l’articolo della FARS, vi sono crescenti
segnali che un incursione militare turca in Siria sia prevista, ma
appare inverosimile, tanto più che situazione della sicurezza interna
della Turchia peggiora. Sembra che il momento decisivo sia una qualsiasi
mossa curda per catturare la città di Azaz al confine con la Turchia
che, secondo i media russi, è il punto di transito fondamentale per i
rifornimenti dalla Turchia alle roccaforti degli estremisti in Siria.
Il
primo ministro turco Ahmed Davutoglu aveva detto apertamente: “Non lasceremo che Azaz cada“.
Ma fu tre giorni fa. Nel frattempo, la crisi della sicurezza interna
ricorderà alla leadership turca che, quando la casa è in fiamme, le
avventure militari all’estero è meglio evitarle. In effetti, il
massiccio attentato del 16 febbraio, nel cuore di Ankara dove si trovano
il Primo ministro, il Parlamento e il Comando Generale dell’esercito,
potrebbe rivelarsi un punto di svolta. Si è trattato dell’attacco a un
convoglio di autobus militari facendo 28 vittime. In precedenza,
l’esercito turco avrebbe preso la leadership civile ritenendola
responsabile di tale mortale violazione della sicurezza.
I primi commenti del presidente Recep Erdogan sembrano accusare i curdi i quali, secondo lui, agirebbero da “pedine” di forze estere. (Ma poi la Turchia sostiene al solito che il governo siriano ha stipulato un accordo faustiano con i curdi). È interessante notare, però, che il Ministero degli Esteri russo ha rilasciato un’eccezionalmente forte dichiarazione di condanna dell’attentato di Ankara. La durezza (“barbaro crimine”) e l’accento sulla “necessità di unire tutti i Paesi nella lotta al terrorismo internazionale” suggerirebbero che per Mosca certi gruppi estremisti in Siria e in Iraq potrebbero esserne responsabili.
Tuttavia, la ‘notizia flash’ su un
secondo attentato la mattina del 18 febbraio a un altro convoglio
militare turco, questa volta nella città sudorientale di Diyarbakir
(focolaio del nazionalismo curdo, così come base dei combattenti
estremisti in Siria), sottolinea che Erdogan è con le spalle al muro.
Evidentemente, qualcuno gli incendia la casa, con ogni probabilità per
impantanarlo nel tentativo di spegnere le fiamme. I due attentati delle
ultime 24 ore sono un duro monito a Erdogan che la Turchia non ha
semplicemente la capacità di combattere due guerre contemporaneamente.
Quindi, in ultima analisi, cosa può fare Erdogan in Siria? Certamente,
l’esercito turco non farà un’incursione in Siria da solo, senza un”exit
strategy’, e la partecipazione di Arabia Saudita o Emirati Arabi Uniti
sarà scarsa. La Turchia sperava in un pieno intervento occidentale con
essa a svolgere un ruolo fondamentale. La migliore speranza per la
Turchia era la NATO intervenire direttamente. D’altra parte, la Turchia è
esasperata dagli Stati Uniti che si rifiutano di considerare la milizia
curda-siriana “terroristica”. Presso la Casa Bianca, nella
conversazione telefonica tra il premier Davutoglu e il vicepresidente
statunitense Joe Biden, gli statunitensi hanno usato volutamente
l’espressione “forze curdo-siriane”, che non potrebbe essere casuale.
MK Bhadrakumar Indian Punchline, 18 febbraio 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2016/02/18/un-chiaro-messaggio-a-erdogan/
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