lunedì 22 febbraio 2016

Il rapporto dell’intelligence russa sull’aiuto turco allo Stato islamico

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Il reclutamento di terroristi stranieri in Siria, il sostegno all’infiltrazione nel Paese e ai rifornimenti di armi ai gruppi terroristici che operano sul suo territorio

Secondo quanto riferito, i rappresentanti dello Stato islamico dell’Iraq e Levante (SIIL) hanno creato una vasta rete ad Antalya con l’aiuto dei servizi speciali turchi, reclutando turcofoni dei Paesi dell’ex-Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche per coinvolgerli nel conflitto in Siria e inviarli possibilmente in Russia. Il gruppo di reclutatori è composto da: un cittadino del Kirghizistan di nome Abdullah; una persona dalla Repubblica di Adighezia, chiamato Azmet; una persona della Repubblica del Tatarstan, chiamata Elnar; un cittadino russo di nome Ilija; un cittadino azero chiamato Adil Aliev e qualcuno dal Karachaevo-Cherkessia, noto come Nizam, diretti da un cittadino russo di nome Ruslan Rastjamovitch Khajbullov (pseudonimi: Boris Abdul o il “Professore”), nato il 1° aprile 1978 nel Tatarstan. Quest’ultimo vive con la famiglia ad Antalya ed ha il permesso di soggiorno permanente in Turchia. Il reclutamento avviene in presenza dell’amministrazione penitenziaria. Se un detenuto accetta di convertirsi all’Islam e s’impegna nel terrorismo, i reclutatori promettono “un accordo” con le autorità delle forze dell’ordine turche e forniscono il patrocinio gratuito dell’avvocato turco Tahir Tosolar. Sultan Kekhursaev, ceceno con cittadinanza turca, ha visitato per lo stesso scopo i centri di detenzione che ospitano stranieri. 

Nel settembre 2015 un gruppo di combattenti dello SIIL di oltre un migliaio di uomini, provenienti da Paesi d’Europa e Asia centrale, fu inviato in Siria tramite il valico di frontiera di Alikaila (Gaziantep) dal territorio turco. Le vie utilizzate dai combattenti passavano il confine turco-siriano attraverso le città di Antakya, Reyhanli, Topaz, Sanliurfa e Hatay. Nel marzo 2014, il capo dell’Organizzazione dell’Intelligence Nazionale turca (MIT), H. Fidan, coordinava i movimenti di una grande unità dello SIIL guidata dal cittadino libico Mahdi al-Harati [1]. L’invio di combattenti libici in Siria avvenne via mare e fino al valico di frontiera di Barsai tra Turchia e Siria. 

Dalla fine di dicembre 2015, una via aerea è stata organizzata dai servizi speciali turchi per consentire ai combattenti dello SIIL di recarsi dalla Siria allo Yemen attraverso la Turchia, impiegando aerei militari turchi. Un altro mezzo utilizzato dai combattenti per viaggiare era il trasporto marittimo fino al porto yemenita di Aden. Cittadini russi che coltivano contatti con i rappresentanti dei servizi di sicurezza e di polizia del governo in diverse città turche, tra cui Istanbul, sono coinvolti nel reclutamento nelle madrase turche. Sappiamo che centri di cura e convalescenza nelle regioni turche vicine al confine con la Siria sono a disposizione dei combattenti feriti dello SIIL. Non meno di 700 combattenti furono curati a Gaziantep, nel 2014.

Secondo le informazioni disponibili, dal 2015 i servizi speciali turchi hanno fatto trasferire da Antalya a Iskisehir, nella comunità denominata “villaggio tartaro”, base di combattenti e complici del gruppo terroristico Jabhat al-Nusra, di elementi di etnia tatara delle repubbliche di Tatarstan, Bashkortostan e Mordovia. Alcuni con doppia nazionalità, russa e turca. Uno dei principali capi è Timur Maunirovich Bichurin, cittadino russo nato il 15 dicembre 1969 a Kazan, che aiuta i combattenti islamici in Siria dal gennaio 2014. 

Nel dicembre 2014, i servizi speciali turchi fecero insediare campi di immigrati clandestini in Turchia, in particolare nella provincia di Hatay, per organizzare l’addestramento e l’invio di bande di estremisti in Siria. Nel gennaio 2015, il MIT turco fu coinvolto in un’operazione per fondere tre milizie terroristiche, Osman Gazi, Omar bin Abdulaziz e Omar Muqtar, nel gruppo chiamato Liwa Sultan Abdulhamid, sotto il comando di Omar Abdullah. I membri di tale gruppo furono addestrati in un campo a Bayir-Buçak, in Turchia, sotto la direzione di istruttori delle forze d’intervento speciale dello Stato Maggiore dell’esercito turco e di personale del MIT. 

Le attività della Liwa Sultan Abdulhamid sono coordinate con i combattenti di Jabhat al-Nusra nel nord della provincia siriana di Lataqia. Si è stabilito che il 21 settembre 2015 nella città siriana di Tal Rifat, i rappresentanti dell’opposizione siriana addestrati nel campo situato in Turchia, a Kirsehir, consegnarono armi ai combattenti di Jabhat al-Nusra. Secondo le informazioni disponibili, l’invio di armi ai gruppi terroristici che operano in Siria continua tramite le fondazioni Insan Hak ve Hurriyetleri ve Insani Yardim Vakfi (HHI) [2], Imkander [3] e Oncu Nesil Insani Yardim Dernegi che si trovano in Turchia.

I rifornimenti di armi, equipaggiamento militare e munizioni di vario tipo partono da Paesi stranieri e arrivano nel porto turco di Iskenderun. I rifornimenti e le armi vengono trasportati dalla provincia di Hatay (valico di frontiera di Oncupinar) ad Aleppo e Idlib, in Siria, su autoveicoli appartenenti alle fondazioni IHH e Imkander Oncu Nesil dalle seguenti targhe turche: 33 SU 317, 06 DY 7807, 33 SU 540, 33 SU 960, 42 GL 074 e 31 R 5487. In territorio siriano, armi e munizioni sono distribuite alle bande turcomanne e alle unità di Jabhat al-Nusra. Il 15 settembre 2014, i rappresentanti della fondazione IHH inviarono, via autoveicoli, armi e farmaci ai gruppi del SIIL dalla città turca di Bursa alla Siria attraverso il valico di frontiera di Ceylanpinar (quartiere di Reyhanli). Il convoglio fu scortato attraverso la Turchia da veicoli con personale del MIT.

Relazione del 10 febbraio 2016.

Rete Voltaire, Mosca (Russia) 18 febbraio 2016

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[1] Trattasi di Mahdi al-Harati, secondo Rete Voltaire.
[2] Organizzazione umanitaria dei Fratelli musulmani turchi, secondo Rete Voltaire
[3] Questa fondazione sostiene i movimenti separatisti islamici nel Caucaso. Nel 2013 la Russia chiese al Comitato per le sanzioni 1267/1989 del Consiglio di sicurezza di ammettere Imkander nella lista delle organizzazioni legati ad al-Qaida. Regno Unito, Francia e Lussemburgo si opposero. Nota di Rete Voltaire.


Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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