Il
Ministro della Difesa iraniano Generale Hossein Dehghan visitava il 16
febbraio la Russia su invito dell’omologo russo Sergej Shoigu. In una
dichiarazione, arrivando a Mosca, ha detto,
“Siamo seriamente con il governo e la nazione siriani e abbiamo una cooperazione decisiva con la Russia, che ha portato al cambio dell’equilibrio di potere e alla creazione di una nuova situazione in Siria”. Dehghan ha aggiunto: “Rivedere gli accordi passati per avanzare più rapidamente in seguito, e la questione della Siria sarà tra gli argomenti da discutere durante la mia visita in Russia“.
Chiaramente, la cooperazione militare
russo-iraniana e il coordinamento in Siria s’intensificano. Il Cremlino
ha confermato che Dehghan ha incontrato il Presidente Vladimir Putin. La
‘visita di lavoro’ di Dehghan a Mosca va vista sullo sfondo delle
tempeste sulla Siria. Il punto è, spulciando tra le dichiarazioni
iraniane, che Teheran non è più del tutto sprezzante sul dichiarato
intento turco-saudita d’intraprendere operazioni di terra in Siria.
Mentre le precedenti dichiarazioni da Teheran sdegnavano la capacità
saudita d’intervenire in Siria, il tono è cambiato. Il ministero degli
Esteri iraniano ha avvertito esplicitamente Turchia e Arabia Saudita,
dicendo,
“L’Iran ritiene che la crisi si sia complicata per l’ingerenza regionale e internazionale. Ogni nuova misura senza coordinamento con il governo siriano e contro la sovranità del Paese complicherà solo la questione aumentando gli attacchi terroristici… Speriamo che tutti i Paesi prendano in considerazione questi fatti prima d’intraprendere qualsiasi azione militare“.
L’agenzia Fars, vicina
al Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC), aveva anche un
commento che metteva in discussione i motivi della spinta degli Stati
Uniti a “cessare le ostilità” in Siria, dicendo tra l’altro,
“ufficiali e comandanti russi e iraniani hanno già avvertito che l’alleanza con Siria e Hezbollah continuerà la lotta ed interverrà direttamente se Damasco e altre città siriane saranno attaccate dai terroristi e loro sostenitori… Teheran e Mosca non si fidano di chi vuole cambiare il regime, il partito della guerra e i suoi vassalli regionali, a meno che non dimostrino che ci si possa fidare. Il che significa che prima di ogni altra cosa devono interrompere l’invio di armi e mettere da parte l’estremismo. Fino ad allora, Teheran, Russia, Siria ed Hezbollah ricorreranno a tutti i mezzi possibili per proteggere il governo eletto della Siria e la sua integrità territoriale. Questo non dovrebbe sorprendere”.
Teheran è profondamente scettica sulle intenzioni degli Stati Uniti.
Anche se Washington e Ankara sembrano essere occupate dalla rissa
verbale sulla definizione dei curdi siriani come “terroristi” o meno,
c’è una lunga storia tra i due alleati della NATO di collaborazione
dissimulando differenza di opinioni per ingannare gli estranei. La
Turchia ha una storia coerente di voci di sfida, per infine seguire gli
orientamenti di Washington. Tali situazioni possono moltiplicarsi.
Quindi, è del tutto plausibile che l’appoggio aperto espresso dalla
cancelliera tedesca Angela Merkel alla proposta della Turchia di creare
una ‘no-fly zone’ in Siria godrebbe in qualche misura
dell’approvazione degli USA. Il capo del Consiglio della Sicurezza
Nazionale iraniano Contrammiraglio Ali Shamkhani ha detto a Teheran,
“Alcuni Paesi fanno il doppio gioco sulla guerra al terrore. Sostengono di aver formato una coalizione antiterrorismo, ma è lungi dalla verità. Le esperienze passate suggeriscono che falliranno. L’invio di truppe in Siria senza il suo consenso peggiorerà la crisi che diverrà più che mai complessa“.
Anche in questo caso, il noto studioso iraniano di
Princeton, il diplomatico Seyed Hossein Mousavian, ha scritto in tono
esasperato la scorsa settimana che Washington ha una lunga storia di
errori politici in Medio Oriente. Mousavian è considerato vicino al
governo di Teheran. Come diceva,
“Grazie al supporto di un’invasione saudita della Siria, gli Stati Uniti… spingerebbero Iran e Russia a minacciare la sopravvivenza della Casa dei Saud. Sarebbe un errore devastante“.
A dire il vero, la posta in gioco è molto alta per
l’Iran se un’alleanza saudita-turca avviasse le operazioni terrestri in
Siria con il tacito appoggio degli Stati Uniti. Allo stesso modo, una
nuova criticità è sorta sul terreno nel nord della Siria, dove
consiglieri militari iraniani e combattenti di Hezbollah sono
profondamente coinvolti nelle operazioni delle forze governative con
copertura aerea russa. Nonostante Ankara invii nuovi rinforzi nella
della provincia di Aleppo in Siria, fornendogli la copertura
dell’artiglieria, i ribelli sostenuti dalla Turchia non hanno potuto
tenere la città strategica di Tal Rifat, a 12 km dal confine.
Il 15
febbraio, le milizie curde siriane sono entrare a Tal Rifat, roccaforte
di al-Nusra (ramo di al-Qaida), occupandola. Il prossimo
obiettivo probabilmente è Maria, ad est di Tal Rifat, e quindi il grande
trofeo, la città di Azaz sul confine con la Turchia. Gli aviogetti
russi martellano Azaz. Il presidente turco Recep Erdogan vede che le sue
“linee rosse” in Siria sono crollate. Al-Monitor ha citato
“fonti militari ben piazzate ad Ankara” segnalare che “molti responsabili ad Ankara vedono gli sviluppi… come l’ultima possibilità per la Turchia di ridiventare attrice efficace in Siria, temendo che se Ankara non riesce a usare gli eventi ad Aleppo per promuovere gli interessi nazionali, la Turchia sarà messa da parte permanentemente dal gioco siriano”.
Questa è plausibile. Il primo ministro Ahmet Davutoglu, che potrebbe essere uno di quei “molti responsabili di Ankara“, ha promesso, “Non lasceremo che Azaz cada“.
D’altra parte, Mosca ha condannato con forza il tiro dell’artiglieria
dalla Turchia. Una dichiarazione del Ministero degli Esteri ha espresso “seria preoccupazione per le aggressive azioni turche” e ha avvertito contro “la politica provocatoria” della Turchia.
Tutto sommato, l’incontro al Cremlino tra Putin e il Ministro della Difesa iraniano sottolinea che Mosca e Teheran si coordinano sulla Siria in previsione di una probabile acutizzazione nei prossimi giorni o settimane nella provincia settentrionale di Aleppo. La rivista Aviationist ha riferito che un Tu-214R, avanzato aereo-spia russo di nuova concezione dotato di ogni sistema radar e di sensori per l’intelligence elettronica e dei segnali, è atterrato in Siria. Il velivolo ha seguito il corridoio orientale dalla Russia al Mar Caspio e quindi la Siria attraverso lo spazio aereo iraniano.
MK Bhadrakumar Asia Times 17 febbraio 2016
L’ambasciatore MK Bhadrakumar
è un diplomatico di carriera nel Foreign Service da più di 29 anni;
ambasciatore in Uzbekistan (1995-1998) e in Turchia (1998-2001). Scrive
sul blog “Indian Punchline” e per Asia Times dal 2001.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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