giovedì 9 giugno 2016

La moralità dello Stato e delle tasse


Quando parlo di tasse, nella stragrande maggioranza dei casi l’opinione diffusa è la seguente: le tasse sono una cosa buona perché finanziano dei servizi essenziali, come le scuole, gli ospedali, i trasporti, le strade o i mezzi per la difesa del nostro territorio.

Tuttavia la maggior parte delle persone riconosce che in Italia i soldi che dovrebbero essere destinati a questi servizi in realtà vengono dirottati altrove. Altrimenti non avremmo un paese in ginocchio e la Sa-Rc ancora da completare. Questi soldi invece di pagare i servizi vanno a finire in tangenti, sprechi, corruzione e quella che viene generalmente chiamata la casta.

Possiamo infatti semplificare e dire che in linea di principio tutti sono d’accordo su: si alle tasse ma no alla corruzione.

Tuttavia non credo che le persone hanno veramente dissezionato, estrapolato e analizzato il concetto di tassa nei suoi componenti più elementari, pratici e filosofici.

Vediamo allora questo concetto: la tassa è l’obbligo dei cittadini di pagare una determinata cifra della loro ricchezza o stipendio o rendita. Tutto ciò in virtù di una minaccia ovvero l’uso della forza.

Questo è un fatto non è un’opinione: se non paghi le tasse ti vengono a prendere a casa ovvero si rifanno sui tuoi beni.

Tuttavia dire io sono favorevole alle tasse non considera altri due punti il primo è che tu non hai voce in capitolo su quanto lo Stato intende prelevare dalle tue tasche, per esempio nel 1973 l’IVA quando è stata introdotta era al 12% oggi è al 22%.


Il secondo poi è che non hai neanche alcun potere su come vengono destinati questi soldi. Se sei a non sei d’accordo con la TAV o con l’acquisto degli F-35 non ha nessuna importanza.

Quindi ci sono tre aspetti: la volontarietà, la scelta di che cosa comprare e la valutazione se il prezzo è commisurato al valore del bene o servizio che ricevete.

Per quanto riguarda le tasse questi tre aspetti sono interamente fuori dal nostro controllo. Lo Stato decide cosa comprate, cosa ricevete e quanto lo pagate, a noi non resta altro che mettere mano al portafogli.

Ora voi argomenterete che tutto questo avviene perché ci sono delle persone corrotte nella gestione della cosa pubblica e nel parlamento. Quindi il problema è la corruzione.

Quello che continuate a non vedere è che voi non avete mai avuto la possibilità di scegliere se pagare le tasse o no. Allora voi mi direte “se le persone avessero la scelta di non pagare le tasse nessuno le pagherebbe.”

Ma la premessa di tutto questo discorso è che le persone sono d’accordo con le tasse, ma in realtà se potessero non le pagherebbero ed è per questo motivo che le tasse sono obbligatorie. Questa si chiama dissonanza cognitiva: io sono d’accordo con le tasse ma se potessi non le pagherei.

Il pensiero dominante è questo: se lo Stato non costruisce le strade o gli ospedali o le scuole, nessuno costruisce queste cose e siccome ci servono, abbiamo bisogno di uno che ci metta la pistola alla tempia e si prenda i nostri soldi arbitrariamente e contro la nostra volontà. Questa esemplificazione è alla base della filosofia fondante il nostro Stato e di conseguenza la nostra società, questa filosofia si chiama collettivismo.

Secondo il collettivismo gli interessi dell’individuo sono secondi agli interessi della comunità.

L’individuo viene dopo il collettivo. Questo perché l’uomo lasciato a se stesso è una bestia senza controllo. Quindi senza lo Stato, per quanto corrotto e colluso con la mafia, mai gli italiani lasciati a se stessi avrebbero trovato un modo di costruire la Sa-Rc, o gli ospedali o le scuole.

La conseguenza di avere uno Stato collettivista è che l’elemento della coesione sociale, il collante della nostra società è l’uso della forza. E in particolare il diritto dello Stato di iniziare un’azione di forza nei confronti dei propri cittadini. Quindi lo stato che fa? Usa la forza contro di noi per il nostro bene.

Ovviamente, se noi facciamo lo stesso, se noi usiamo la forza lo Stato ci mette in galera. Come dire: riconosciamo che l’uso della forza è sbagliato ma se è lo Stato che usa la forza allora no, va tutto bene.

Se l’uso della forza è sbagliato allora nessuno può usare la forza, se invece è giusto allora tutti dovrebbero poter usare la forza. Lo vedete come la tassazione non solo è ingiusta e immorale ma anche assurda?

Quando hai uno Stato che si basa su un principio immorale, la corruzione ne è la naturale conseguenza. La corruzione non è un incidente di percorso. Se la relazione con il tuo partner non si basa sulla volontarietà ma sulla coercizione, che cosa credi che ne può venire fuori?

Se in italia la pressione fiscale si aggira intorno all’60% e mi tengo basso, perché in realtà poi nessuno lo sa e alcuni parlano di cifre che sfiorano il 90%. Quando tu vai a lavorare vuol dire che il 60% del tempo che lavori stai lavorando per lo stato. Ora se tu non sei proprietario del tuo corpo e libero di impiegare il tempo nel modo che ritieni più opportuno sei veramente libero?

La domanda ovviamente è retorica, la risposta è no.


fonte: http://amagicast.com/la-moralita-dello-stato-e-delle-tasse/

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