Non credete minimamente a ciò che dico. Non prendete nessun dogma o libro come infallibile. (Buddha)
lunedì 4 settembre 2017
Il maestro e Unihipili
Ad oggi sono davvero pochissime le persone che insegnano di cui riesco istintivamente a fidarmi. Trovo che quasi tutti gli insegnanti che ho conosciuto siano infatti più preoccupati di difendere una dottrina, che di dare un messaggio.
Moltissimi di loro sono più occupati a fare proseliti e a vendere un prodotto di quanto non lo siano a occuparsi realmente delle persone. In questo forse c'entra il fatto che ho sempre avuto un problema con l'autorità e quindi proietto continuamente figure di autorità con cui ho delle serie difficoltà... purtroppo non riesco ad essere sempre obbediente e non riesco a non fare e a non farmi domande.
Questo è un po' il vizio ma anche la dote di ogni mago errante che si rispetti e di ogni esploratore che abbia superato i limiti imposti dagli altri, ed è anche la caratteristica della mia vita che mi ha portato i maggiori problemi e le maggiori soddisfazioni. Essere un outsider e un mago errante può richiedere coraggio e soprattutto può richiedere di prendere decisioni che vanno contro il consenso anche di coloro con cui si crede di condividere un cammino.
Credo infatti che ci sia al nostro interno un sistema di guida molto affidabile (più affidabile di qualunque maestro o figura d'autorità) e che questo sistema di guida sia un po' troppo svilito e davvero poco considerato ultimamente.
Quest'estate mi sono trovato per caso (?) a leggere un libro di un certo maestro di una certa forma di Qigong che l'anno scorso ho provato a praticare con un allievo di tale maestro. Durante le lezioni avevo avuto l'impressione che questo allievo fosse un tantino attaccato alla mitizzata figura di questo maestro e ne parlava come di un semidio, di una figura mistica\mitica di inarrivabile bellezza e splendore... sembrava addirittura dipendente da lui. Inutile dire che, come al solito, il seeker in me (che è anche un po' cinico a volte) era piuttosto scettico e piuttosto infastidito dall'atteggiamento di adorazione del discepolo.
Dopodiché leggo questo libro (proprio mentre pensavo di voler ri-iniziare a praticare quel particolare stile) dove per le prime 40\50 pagine questo maestro non fa che parlare di sé in maniera davvero urticante e autoincensante: lui è l'unico depositario di questa particolare forma di energia che è molto elevata e totalmente diversa da tutto ciò che esiste in termini di qigong e lui soprattutto ha un livello di sviluppo tale da poterla passare direttamente e personalmente agli altri discepoli solo con un atto di volontà... lui ha canalizzato direttamente questa particolare forma di qigong senza intermediari da un livello di coscienza altissimo dove nessuno era mai arrivato prima (Star Trek docet). E così via, in un crescendo di complimenti a sé stesso che non facevano che rinforzare in me l'idea che questo stile di qigong non faceva per me e che se i risultati di una crescita spirituale sono questi allora c'è qualcosa che non va.
Ho fatto però un piccolo esperimento, tanto per essere sicuro: ho chiesto al mio subconscio col metodo insegnato al seminario di Ho'oponopono. Hew Len ci disse infatti che il subconscio, se adeguatamente istruito, ripulito e messo in opera, può dirci tutto ciò che abbiamo bisogno di sapere.
Quindi armato di pendolino e dopo l'adeguata preparazione ho chiesto se dovessi ancora praticare quella forma di qigong e la risposta è stata definitivamente un 'lascia perdere e dedicati a quello che già facevi' (che è lo Spring Forest Qigong di cui prima o poi parlerò).
In un'altra occasione invece avevo perso un oggetto e avevo letto che il subconscio poteva ritrovarlo tranquillamente sebbene io ignorassi del tutto dove poteva essere. Allora feci l'esperimento e chiesi per due o tre minuti al subconscio di ritrovarmi quell'oggetto.
Immediatamente ebbi la sensazione di voler guardare in un luogo di casa che avevo già più volte controllato (una scrivania), la sensazione era però così forte e insistente che decisi di dare una ulteriore occhiata, ma alla fine non avendolo trovato mi misi seduto per terra dichiarando sconfitta e prendendomela con tutte queste assurde teorie sul subconscio! E fu lì che lo vidi... era sotto la scrivania non dentro!
Ora tutto questo mi porta ad alcune importanti riflessioni: con tutte le conoscenze che ci sono in giro oggi è davvero difficile farsi fregare tempo, soldi ed energia, eppure ci sono ancora tante trappole che possono fuorviare il ricercatore onesto e portarlo su percorsi che conducono solo ad alimentare l'ego di chi li ha creati.
Per questo la prima regola del mago errante coincide con una delle principali leggi Huna (sciamanesimo hawaiano), imparare a fidarsi di sé stessi.
Se il subconscio può fare queste cose, può anche guidarci attraverso ciò che è meglio per noi, se solo impariamo come farlo. Al nostro interno c'è questo computer che per quanto sovraccarico di informazioni e a volte leggermente capriccioso è pur sempre uno strumento di conoscenza molto vasto, questo computer in hawaiano si chiama 'Unihipili' (il subconscio) e imparare a relazionarci con lui è la cosa migliore che possiamo fare per il nostro sviluppo interiore e soprattutto per acquisire un enorme grado di 'fiducia' e 'potere'.
Unihipili parla con le emozioni oltre che con i simboli e le immagini ed è interrogabile in una grande quantità di modi (pendolino, metodo Silva, programmazione dei sogni, linguaggio simbolico, Maestri Ivisibili, Alpha dinamica ecc ecc). Se impariamo a occuparci di Unihipili, questo amico ci darà moltissime delle risposte di cui abbiamo bisogno senza che dobbiamo per forza ricorrere all'autorità esterna per avere approvazione (di questo parlerò in un prossimo articolo).
Un'altra riflessione fatta in questo periodo è stata questa: proprio perchè non accediamo al nostro potere abbiamo bisogno di qualcuno che rappresenti il potere a cui non accediamo. E' così che funziona il gioco. E' come se la coscienza proiettasse sempre all'esterno tutte le cose che non vediamo di noi, perciò ogni figura di autorità alla quale siamo in un certo senso soggiogati riflette la mancanza di assunzione di responsabilità della nostra realtà.
Mi sono accorto che più abbiamo potere su noi stessi, sui nostri istinti\pulsioni\abitudini, più impariamo a relazionarci a Unihipili e più diminiuiscono le situazioni della vita nelle quali abbiamo bisogno di figure di autorità esterne.
Nel leggere e nell'interpretare un testo spirituale di qualunque portata possiamo affidarci a Unihipili.
Nel capire se un lavoro è giusto per noi o no o se intraprendere un certo percorso di vita o no, possiamo ascoltare ciò che ne pensa Unihipili. E' strano, ma facendo così diventiamo autonomi e sviluppiamo potere e anche se Unihipili non è infallibile ci sono molti modi per allenarlo, perchè non è un qualcosa di statico ma un bambino geniale che va semplicemente sostenuto, amato ed educato.
Andrea Panatta
fonte: http://quantum73.blogspot.it/2011/09/il-maestro-e-unihipili.html
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento