Il governo della Cambogia ha denunciato
ed espulso una rete statunitense che interferiva nei processi politici
della nazione. L’Istituto Nazionale Democratico Statunitense (NDI) ha
avuto l’ordine di porre fine alle attività nel Paese e rimuovere tutto
il personale. Reuters nell’articolo intitolato
“La Cambogia ordina a un gruppo finanziato dagli Stati Uniti di fermare le operazioni e rimuovere il personale“, afferma: “In una dichiarazione, il ministero degli Esteri accusa l’Istituto Nazionale Democratico (NDI) di operare in Cambogia senza registrarsi e afferma che il suo personale straniero aveva sette giorni per andarsene. Le autorità sono “orientate a prendere le stesse misure” contro altre ONG straniere che non rispettano la legge, aggiungeva il ministero”.
L’articolo notava anche: “Il Primo ministro Hun Sen, che ha governato
la Cambogia per più di tre decenni, ha ordinato al quotidiano anglofono The Cambodia Daily
di pagare le tasse maturate durante l’ultimo decennio o di chiudere.
Il
giornale è stato fondato da uno statunitense. Ha anche accusato Stati
Uniti e organizzazioni non governative (ONG) di finanziare gruppi che
tentano di rovesciarne il governo”. The Cambodia Daily di proprietà
statunitense, nell’articolo intitolato
“Al NDI viene ordinato di fermare le operazioni ed espellere il personale straniero“, notava che: “L’annuncio arriva meno di una settimana dopo che documenti sono apparsi su Facebook e diffusi sui media che sembrano mostrare cooperazione politica tra NDI e partiti di opposizione, causando le gravi tensioni nelle ultime settimane tra il governo e le ONG e i media sostenuti dagli Stati Uniti. NDI non è stato immediatamente raggiunto per commentare. Radio Free Asia e Voice of America sono state accusate di non adempiere agli obblighi fiscali e di registrazione. Cambodia Daily, pubblicazione di un cittadino statunitense, è stato accusato di dichiarazione fiscale non autorizzata per 6,3 milioni di dollari e minacciato di chiusura imminente se non paga entro il 4 settembre”.
Reuters citava il sito di NDI per cercare d’informare i lettori del suo ruolo in Cambogia affermando che “NDI lavora con partiti politici, governi e gruppi civili per “creare e rafforzare le istituzioni democratiche”.”
Tuttavia, anche un’indagine attenta su NDI, media e organizzazione
politica nella loro orbita e sulla stessa natura del ruolo proposto nel
processo politico della Cambogia, indica irregolarità e sovversioni che
Reuters non comunica intenzionalmente ai lettori.
Cos’è NDI realmente e cosa fa realmente
NDI è un’organizzazione finanziata da governo e aziende statunitensi, ed è presieduta da rappresentanti delle comunità politica e commerciale statunitensi. Dei 34 membri del consiglio di amministrazione, praticamente tutti hanno legami diretti con aziende e istituzioni finanziarie statunitensi, sono membri di think-tank di politica aziendali o ex-impiegati del dipartimento di Stato degli USA o una loro combinazione. Gli amministratori con particolari conflitti d’interesse sono:
NDI è un’organizzazione finanziata da governo e aziende statunitensi, ed è presieduta da rappresentanti delle comunità politica e commerciale statunitensi. Dei 34 membri del consiglio di amministrazione, praticamente tutti hanno legami diretti con aziende e istituzioni finanziarie statunitensi, sono membri di think-tank di politica aziendali o ex-impiegati del dipartimento di Stato degli USA o una loro combinazione. Gli amministratori con particolari conflitti d’interesse sono:
Madeleine Albright: Albright Stonebridge Group e Albright Capital Management LLC
Harriet Babbitt: Consiglio delle Relazioni Estere
Thomas Daschle: Daschle Group
Robert Liberatore: ex-vicepresidente di DaimlerChrysler, sponsor finanziario di NDI
Bernard Aronson: ex-consulente di Goldman Sachs
Howard Berman: consulente di Covington & Burling
Richard Blum: presidente di Blum Capital Partners
Il direttore del NDI Thomas Daschle, ad esempio, ha effettivamente partiti politici esteri tra i clienti del “Daschle Group“,
come il VMRO-DPMNE in Macedonia, come rivelato da The Hill. NDI è
altrettanto attivo in Macedonia, supportando direttamente il VMRO-DPMNE e
istituendo anche manifestazioni nel Paese secondo gli account sui
social media di NDI. Nel Sud-Est asiatico, Freedom House,
un’altra filiale del NED, fornisce ampi aiuti ai gruppi di opposizione
in Thailandia guidati dall’ex-primo ministro Thaksin Shinawatra, con il
direttore di Freedom House Kenneth Adelman (PDF),
che offre simultaneamente servizi di lobby a pagamento per Thaksin
Shinawatra.
Sembra che tali conflitti d’interesse non costituiscano
un’eccezione, ma la regola indicando che NED e controllate, tra cui NDI,
perseguono gli interessi corporativi e finanziari dei loro consigli di
amministrazione, mera base del “potenziamento delle istituzioni democratiche“.
Un esame degli sponsor di NDI suscita ulteriori dubbi sulla presunta
missione. Gli sponsor finanziari, secondo la relazione annuale 2005 del
NDI (PDF), comprendono:
British Petroleum
Bell South Corporation
Chevron
Citigroup
Coca Cola
DaimlerChrysler Corporation
Eli Lilly & Company
Exxon Mobil
Honeywell
Microsoft
Time Warner
I donatori comprendono inoltre Fondazione Open Society di George Soros, criminale finanziario condannato, nonché National Endowment for Democracy
(NED) a cui è affiliato il NDI, Agenzia degli Stati Uniti per lo
sviluppo internazionale (USAID) e dipartimento di Stato degli USA.
Aziende come BP, Chevron, Citigroup, Coca Cola, Exxon, Honeywell e Microsoft
non sono interessate a promuovere la democrazia, ma ne usano la
promozione come mezzo per creare condizioni favorevoli ad espandere
mercati e profitti.
Ciò comporta minare i governi che impediscono il
controllo aziendale estero delle risorse e dei mercati nazionali, o
rimuovere completamente e sostituire i governi con regimi clientelari
obbedienti. La storia contemporanea delle guerre statunitensi e la
pratica del “cambio di regime” e della “costruzione della nazione”
forniscono la conferma evidente delle motivazioni e dei mezzi utilizzati
per espandere l’egemonia statunitense, illustrando chiaramente dove le
organizzazioni come NDI s’inseriscono nel processo.
Nel caso della Cambogia è in gioco un’agenda di gran lunga più ampia delle risorse e dei mercati nazionali. Le attività statunitensi in Cambogia, per dar cadere o sostituire il governo attuale di Phnom Penh, sono volte appositamente a circondare e contenere la Cina attraverso un fronte di Stati-clienti riuniti dagli Stati Uniti nel sud-est asiatico. La Cambogia, insieme al resto del Sud-Est asiatico, ha iniziato a rafforzare i legami con Pechino economicamente, politicamente e militarmente. Grandi programmi infrastrutturali, acquisizioni di armi, esercitazioni congiunte e accordi commerciali sono sul tavolo tra Pechino e Phnom Penh.
Gli Stati Uniti, viceversa, hanno fornito pochi
incentivi oltre al fallito programma di partenariato trans-Pacifico e
alla coercizione attraverso reti come NDI e la miriade di media e
fantocci politici che finanziano e guidano in Cambogia. Con il NDI
fermato, il suo personale espulso e le organizzazioni e le pubblicazioni
che finanziava che affrontano la chiusura, sembra che il poco che gli
Stati Uniti avevano sia stato spazzato via. La mossa particolarmente
audace della Cambogia può essere replicata nel sud-est asiatico dove
vengono mantenute simili reti statunitensi per manipolare e deviare i
processi politici degli Stati sovrani.
“La promozione della democrazia” in un Paese estero è una contraddizione
La nozione che il NDI “promuova la democrazia” è un’assurdità. La democrazia è un mezzo di autodeterminazione. L’autodeterminazione non è possibile se interessi esteri influenzano il processo. Un partito politico finanziato e diretto da interessi statunitensi attraverso organizzazioni come il NDI, sostenuto da media e facciate che si spacciano da organizzazioni non governative sempre finanziate dall’estero, escludono qualsiasi processo di autodeterminazione e quindi non solo in alcuna forma o modo “promuove la democrazia”, ma è un processo fondamentalmente non democratico.
La nozione che il NDI “promuova la democrazia” è un’assurdità. La democrazia è un mezzo di autodeterminazione. L’autodeterminazione non è possibile se interessi esteri influenzano il processo. Un partito politico finanziato e diretto da interessi statunitensi attraverso organizzazioni come il NDI, sostenuto da media e facciate che si spacciano da organizzazioni non governative sempre finanziate dall’estero, escludono qualsiasi processo di autodeterminazione e quindi non solo in alcuna forma o modo “promuove la democrazia”, ma è un processo fondamentalmente non democratico.
Negli Stati Uniti dove è
ampiamente noto che il denaro domina le campagne e vince le elezioni, è
difficile percepire che versando denaro ai partiti dell’opposizione
all’estero non si fa null’altro che imporre risultati elettorali a
favore degli interessi statunitensi. L’ironia ulteriore è data dal fatto
che se qualsiasi altra nazione tentasse di perseguire programmi
analoghi verso il processo politico negli USA, i soggetti coinvolti
verrebbero rapidamente etichettati agenti stranieri e le loro attività
fermate immediatamente.
Le mere accuse che la Russia abbia interferito
nei processi politici nazionali degli USA hanno portato a sanzioni e
persino minacce di guerra. La Cambogia è una nazione che non può
permettersi né effettivamente imporre sanzioni agli Stati Uniti né
vincervi una guerra, ma è possibile che la Cambogia e i vicini nel
Sud-Est asiatico possano e inizino a chiudere un flagrante esempio
d’interferenza estera nei propri affari politici interni.
L’utilizzo
delle leggi esistenti su tassazione e registrazione di entità estere in
Cambogia avviene per affrontare tali organizzazioni. Le nazioni vicine
potrebbero cominciare ad imporre alle organizzazioni finanziate
dall’estero di registrarsi come lobbyisti stranieri, sottoporle a
tassazione e regolamentazioni più rigorose e togliere la copertura della
“promozione della democrazia” e della “difesa dei diritti” sotto cui
hanno svolgono le proprie attività da decenni.
Joseph Thomas, New Eastern Outlook, 27 agosto 2017
Joseph Thomas è direttore del giornale geopolitico tailandese The New Atlas e collaboratore della rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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