mercoledì 18 giugno 2014

Suono e Coscienza

Il musicista e compositore Capitanata ci spiega come il suono evoca la vibrazione della coscienza

Suono e Coscienza

Sergio d’Alesio: Qual’è la funzione della sua musica?
Capitanata: Serve a raggiungere la pace e lo stato di relax e di meditazione, a rendere fresca e luminosa la mente e a connettersi con il trascendente.

Sergio d'Alesio: In realtà, lei sa bene che non sempre tutto ciò è possibile. Spesso la gente comune è in balìa di emozioni disarmoniche, di agitazione mentale e tutto questo impedisce il raggiungimento dell’armonia…


Capitanata: È precisamente attraverso la musica che si possono sciogliere queste disarmonie, prima di raggiungere la pace. La musica nasce proprio come strumento per agire sulle emozioni, per “guarire” le disarmonie della mente, come primo passo verso l’espansione degli stati di coscienza. Personalmente prima di suonare, non sono mai certo di essere in perfetta armonia con me stesso, ma mi aspetto di esserlo durante e dopo l’esecuzione. I riflessi di quest’armonia si estendono alla mia vita. La musica è piacere: si avverte la sottile felicità data dalla sua azione di scioglimento delle inibizioni che trattengono il fluire delle emozioni, liberando anche il muoversi del corpo. La musica è la magia sinestesica che permette di scoprire in sè altre dimensioni, grazie all’alchimia prodotta dai suoni sulle energie interne all’uomo. Essa richiama l’armonia dell’universo, permette di ricordarsi che questa armonia esiste, anzi è lo stato naturale dell’essere umano.

La musica è guarigione per la sua azione armonizzante sulla psiche. Non è e non si tratterà mai di una “pillola” che ci permette di conservare la nostra beata inconsapevolezza, ma di un’energia in grado di condurci attraverso processi di scioglimento psicofisico, comprensione intuitiva, liberazione. Da qualche tempo la musica di guarigione sta riguadagnando il suo spazio, attraverso la riscoperta dei suoni musicali come rimedio al disagio, là dove la parola non può arrivare, dove non bastano il linguaggio razionale o l’approccio psicologico per raggiungere la profondità delle emozioni e dell’essere nel suo insieme. Ma la musica non è soltanto un rimedio al disagio, e la sua forza è data dal collegamento ancestrale con la nostra essenza, con quell’energia creativa ed evolutiva che, magari addormentata, è presente in ogni essere umano e lo spinge alla realizzazione.

Utilizzando un’antica immagine orientale, i disagi della mente sono soltanto un filtro di nubi che copre e rabbuia il nostro cielo, e la musica è il raggio luminoso in grado di squarciarle, per riscoprire il sole al di sopra, che non smette mai di diffondere la sua luce e il suo calore, anche quando non lo riusciamo a percepire. È questo il vero potere dell’energia musicale: la capacità di evocare l’armonia originale dell’essere, percepibile attraverso l’udito e gli altri sensi, fino a trascenderli e a creare il contatto con il “sesto senso”.

Quest’armonia sinestesica che il linguaggio di un tipo di musica ispirata spiega con il potere del suono di evocare la vibrazione della Coscienza, di creare la connessione con l’essenza, ci induce a ritenere che la musica può essere “anche” terapia, ma che non si tratta “soltanto” di un rimedio, poichè, al di là della guarigione, essa può fornire anche ali per espandere i propri stati di Coscienza fino al contatto con lo spirito. Usufruendo della musica a fini di armonizzare e uscire dal buio, l’obiettivo ultimo non è tanto la guarigione da un sintomo di disagio emotivo, bensì elevare la frequenza vibratoria dell’essere umano per avvicinarla alla vibrazione essenziale della Coscienza.


Sergio D'Alesio 



fonte: http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/suono-e-coscienza.php

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