Il rappresentante del commercio russo in Cina ha
dichiarato che la Russia non esporta grano in Cina dalla metà degli anni
'90, da quando il governo cinese impose un divieto alle importazioni di
grano da un certo numero di Paesi a causa della mancata corrispondenza
dei prodotti alimentari alle norme sanitarie cinesi.
Ora il grano russo è
conforme agli standard cinesi e inoltre "Rosselhoznadzor" (Servizio
federale per il controllo veterinario e fitosanitario) ne garantisce la
sua sicurezza. La Russia, da parte sua, bloccò la fornitura di prodotti
caseari cinesi. È successo nel 2008, quando nel latte artificiale cinese
è stata trovata la melamina, una sostanza velenosa che ha intossicato
più di 6 mila bambini cinesi.
Il dialogo alimentare tra
la Russia e la Cina ha cominciato a guadagnare slancio questa estate
dopo che Mosca ha introdotto il divieto sulle importazioni di alimenti
provenienti dai Paesi che hanno applicato sanzioni alla Russia in
relazione alla situazione in Ucraina. In conformità con la decisione del
governo russo è vietata l'importazione di carne, prodotti
lattiero-caseari, frutta e frutta secca.
Un primo
reciproco passo, Russia e Cina, l’hanno già compiuto. Proprio il mese
scorso la Russia ha revocato l’embargo sulle importazioni di carne suina
cinese. Rosselhoznadzor ha aperto un corridoio "verde" per la carne di
quattro grandi società cinesi. Ulteriori 8 produttori sono in attesa
degli ispettori russi, secondo il presidente del Russian Grain Union
Arkady Zlochevskiy:
La Cina è il più grande produttore di carne suina al mondo. Ci sono numerose imprese di cui alcune sono moderne, altre obsolete. Il nostro compito è selezionare le migliori. Rosselhoznadzor è impegnata proprio su questo tema. Tuttavia le importazioni di carne suina cinese rappresentano un fenomeno temporaneo, più precisamente dureranno fino a quando non si riuscirà a far andare a regime la produzione interna. Soprattutto perché i costi logistici annullano i vantaggi economici della fornitura di maiale cinese alla parte europea della Russia. Non appena il vuoto creato dalle restrizioni alla fornitura di carne sarà colmato dalla produzione interna, le spedizioni dalla Cina saranno economicamente irragionevoli.
Il mercato della
carne suina in Russia nel 2013 valeva 3,7 milioni di tonnellate, di
queste poco più del 16% è rappresentato dalle importazioni compreso il
12% che proveniva dai Paesi che hanno applicato sanzioni alla Russia.
La
Cina come il Paese più popoloso del mondo, ha bisogno di grano. Durante
l'estate gli imprenditori cinesi si sono appellati al governo per
chiedere l'assegnazione di quote sulle importazioni di grano e colza
russi. La Manciuria ha messo in funzione una fabbrica per la
trasformazione della colza, orientata all’utilizzo di materie prime
russe.
Le favorevoli prospettive promettono un'altra
tendenza, ossia, il transito di prodotti alimentari cinesi attraverso i
porti dell'Estremo Oriente russo. Attualmente molte tipologie
merceologiche prodotte nel nord-est della Cina, sono esportate dal porto
di Dalian. Per paragone, il porto russo di Zarubino si trova 3 volte
più vicino. Tra l'altro, il gruppo russo "Summa", cui appartiene
Zarubino, ha già raggiunto un accordo con tre società cinesi per la
movimentazione di 17 milioni di tonnellate di merci attraverso il porto.
Gli accordi sono stati firmati con l'azienda di grano nella provincia
di Jilin per un volume di 10 milioni di tonnellate l'anno, con la
società “Khenda” per la gestione di 5 milioni di tonnellate d’acqua,
così come con la fabbrica di assemblaggio delle automobili della
Volkswagen al fine di importare fino a 1 milione di veicoli e 40.000 TEU
(unità standard di misura dei container secondo le norme ISO) di pezzi
di ricambio. In questa zona, il terminal di Zarubino sarà in grado di
competere con la ferrovia: il trasporto di un container via mare costerà
250 dollari in meno rispetto alla via di terra.
Secondo
gli esperti, i problemi tecnici riguardanti le esportazioni russe di
prodotti alimentari alla Cina e le corrispondenti esportazioni cinesi in
Russia saranno rimossi entro la fine di quest'anno.
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