Oggi può rivelarsi un giorno cruciale nell’evoluzione del conflitto ucraino.
1. Il Consiglio di sicurezza russo si è riunito oggi. Non abbiamo (ovviamente) un resoconto completo, ma il sito web del Cremlino ha fornito alcuni dettagli. Sorprendentemente, Putin ha definito la junta come “Kiev ufficiale” e non “governo ucraino” o “controparte ucraina”, ed ha anche chiamato le due repubbliche ucraino-orientali “Repubblica Popolare di Donetsk” e “Repubblica Popolare di Lugansk”. Questo è il punto estremo cui Putin è giunto dall’elezione di Poroshenko implicando che la junta non è l’autorità legittima nel Donbas e nelle due repubbliche Popolari che vi sono.
2. Putin ha anche sottolineato che “ordini criminali” provengono dalla “Kiev ufficiale”.
3. Putin ha anche avuto un colloquio telefonico con Lukashenko, partner chiave sul conflitto ucraino. Ancora non abbiamo quasi alcuna informazione su ciò che hanno discusso, ma Putin ha voluto assicurare che Lukashenko resta a bordo. Mi aspetto una telefonata di Nazarbaev, a breve.
4. Ora sappiamo dai commenti di Shuvalov a Davos che Pechino è consultata in ogni momento. Il punto chiave di ciò che è successo a Davos è stato quando Shuvalov ha assolutamente chiarito che la Russia non subirà sanzioni e Kostin di VTB ha chiaramente avvertito contro qualsiasi tentativo di escludere le banche russe dal sistema dei pagamenti SWIFT. Il Financial Times ha dato una buona sintesi delle osservazioni di Shuvalov e Kostin.
5. Il Ministero della Giustizia russo nel frattempo ha formalmente vietato una serie di organizzazioni, tra cui Pravij Sektor. Alcuni di noi sono sorpresi che non fossero state già bandite.
6. Zakharchenko ha detto che il Memorandum di Minsk non è più applicabile. Non è lo stesso documento del Protocollo di Minsk, sull’accordo di cessate il fuoco concordato il 5 settembre 2014. Piuttosto, è il documento tecnico che pretendeva di definire la linea di cessate il fuoco e prevedeva il ritiro delle armi pesanti, concordato il 19 settembre 2014. Né il protocollo Minsk, né il Memorandum di Minsk sono mai stati attuati. Dicendo che il Memorandum di Minsk non ha più valore, Zakharchenko ha dato via libero alle FAN per le operazioni offensive, attualmente in corso.
7. Infine Zakharchenko ha ancora una volta detto che la decisione di RPD e RPL di separarsi dall’Ucraina è definitiva.
Ora può essere che tali discussioni, conversazioni e commenti non siano
coordinati e non producano nulla. Forse non vi è alcun cambiamento nella
politica russa. Tuttavia sembrano indurire la posizione e forse
indicare che i russi hanno, almeno per il momento, perso la speranza di
un approccio diplomatico.
Suggerendo anche dei preparativi per reagire
nel caso di altre sanzioni.
Dal Financial Times:
Uno dei principali banchieri della Russia ha avvertito che l’esclusione del Paese dal sistema di pagamento bancario Swift equivarrebbe alla “guerra”. Il suggerimento che la Russia possa essere esclusa da Swift ha allarmato la comunità finanziaria di Mosca, quando fu lanciata dai politici occidentali la scorsa estate. Le banche russe usano molto il sistema dei pagamenti basato in Belgio per i pagamenti nazionali e internazionali. Tuttavia, la mossa era considerata eccessiva e descritta da un consulente come “l’opzione nucleare”. Parlando a Davos Andrej Kostin, CEO di VTB, la seconda banca della Russia, ha detto:
“Se non c’è Swift, non c’è relazione bancaria…, ciò significa che i Paesi sono sull’orlo di una guerra, o sicuramente in guerra fredda. Il giorno dopo, gli ambasciatori russo e statunitense dovrebbero lasciare le capitali“,ha aggiunto. I commenti di Kostin evidenziano come il regime di sanzioni dell’occidente stia creando rabbia e diffida tra l’élite politico-economica russa. “Per quanto si faccia pressione sulla Russia, non credo che la situazione cambierà“, ha detto, sottolineando che il Paese punta a ridurre la dipendenza dai sistemi di pagamento occidentali come Swift. “Abbiamo già creato una alternativa al sistema Swift… e dobbiamocreare alternative internazionali“. Ha richiamato l’attenzione sugli sforzi di Russia e Cina per creare una loropiattaforma fuori dal controllo occidentale.
Igor Shuvalov, viceprimo ministro della Russia, ha fatto eco. “Stiamo sviluppando il nostro vettore orientale“, ha dichiarato Shuvalov, sottolineando anche che gli sforzi per costruire legami con la Cina erano in corso prima della crisi, e si sono drammaticamente intensificati dopo le sanzioni, mentre la Russia cerca alternative all’occidente. Shuvalov ha detto che i Paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), sino pronti ad aiutarsi a vicenda in una crisi finanziaria. “I grandi investitori cinesi si rivolgono a noi“, ha detto. Il “pivot in Asia” è parte fondamentale della politica estera di Vladimir Putin dalla rottura delle relazioni con l’occidente.
Mentre diversi accordi di punta sono stati firmati, come ad esempio il contratto da 400 miliardi di dollari per la fornitura di gas russo alla Cina per 30 anni, dello scorso maggio, pochi politici e uomini d’affari russi credono che la Cina possa salvare l’economia russa dalla recessione. “La situazione attuale sembra meno grave (della crisi finanziaria 2008-09), ma prevediamo una crisi lunga e possibilmente protratta“, ha detto Shuvalov.
Ma ha aggiunto che la pressione estera non riuscirà a cambiare la leadership politica del Paese. “Sopravviveremo a qualsiasi difficoltà, mangeremo meno, useremo meno energia elettrica“, ha detto. Aleksej Kudrin, l’ex-ministro delle finanze predice che la Russia potrebbe vedere deflussi di capitale per 90 miliardi di dollari quest’anno, dopo il record di 151 miliardi nel 2014. “Dobbiamo chiaramente capire il prezzo che paghiamo per le sanzioni“, ha detto.
Alexander Mercouris Vineyard Saker, 24 gennaio 2015
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/01/24/24-gennaio-2015-giornata-chiave-nel-conflitto-ucraino/
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