I riservisti ucraini vengono chiamati alle armi. La
mobilitazione riguarda i maschi di varie professioni all’età compresa
tra i 25 e i 50 anni, ma anche parecchie donne. L’evasione del servizio
militare sarà punità con pene fino a 5 anni di carcere. Nonostante che
il paese non sia ufficialmente in stato di guerra, i suoi cittadini in
età attiva vengono mandati in caserma. Secondo il politologo Pavel
Danilin, direttore del Centro di analisi politica, Kiev sta cercando di
raggiungere alcuni obiettivi.
Il
Ministero della Difesa ucraino cerca di tranquillizzare l’opinione
pubblica: nessuno dei riservisti sarà inviato in trincea, seguiranno
invece un corso di addestramento di due mesi. Soltanto dopo potrebbero
partecipare ai combattimenti. Tuttavia migliaia di famiglie ucraine già
sanno bene il prezzo di queste promesse. Dall’inizio dell’anno è già la
quarta ondata di mobilitazione, dopo le prime tre non tutti i riservisti
sono tornati a casa, sebbene gli fosse stato promesso di fare soltanto
un corso di addestramento. In realtà dopo un paio di settimane venivano
spediti al fronte come carne da cannone. La popolazione dell’Ucraina ne è
molto preoccupata. Ora, con la crisi, molti sono rimastri senza lavoro,
ma la cosa più importante per chi viene mobilitato è poter tornare
vivo.
Gli esperti hanno una visione più ampia. In questo
momento tutti gli sforzi della comunità internazionale sono diretti
verso l’allentamento della tensione nell’Est dell’Ucraina per trovare
delle vie che possano portare al regolamento del conflitto tra Kiev e
Donbass. Sullo sfondo della tregua annunciata ufficialmente, anche se in
realtà non rispettata, la nuova mobilitazione sembra piuttosto un atto
di aggressione da parte delle autorità dell’Ucraina. Con questo
comportamento rinnegano gli accordi che sono stati raggiunti tra Kiev e
Donbass con la mediazione dei paesi europei e approvati dal Segretario
generale dell’ONU, sottolinea Pavel Danilin.
La
settimana scorsa, parlando nella piazza centrale di Kiev, il presidente
Poroshenko ha promesso di vendicarsi con le milizie del Donbass. Nel
contempo sta esortando i paesi europei e le organizzazioni
internazionali a organizzare quanto prima degli incontri per risolvere
la situazione nell’Est dell’Ucraina. Il decreto sulla mobilitazione,
firmato da Poroshenko, dimostra bene a quale tipo di regolamento Kiev
sta aspirando.
Natalja Kovalenko
fonte: http://italian.ruvr.ru/2015_01_20/La-mobilitazione-in-Ucraina-e-in-contrasto-con-il-processo-di-pace-0559/