martedì 20 gennaio 2015

L'attentato di Parigi: occorre ricordare gli esempi della storia e ragionare sul "cui prodest"


Chi conosce la storia d'Italia sa bene che a fine degli anni '60 e negli negli anni '70 (ma non solo) servizi segreti, settori delle istituzioni statali e terroristi hanno collaborato alla creazione della cosiddetta strategia della tensione. Ormai gli atti dei tribunali, le palese opere di intorbidamento delle prove e depistaggio delle indagini da parte dei servizi segreti, l'esistenza della struttura militare segreta "Gladio", gli stessi libri scritti da brigatisti che riflettendo sulle vicende passate scoprono di essere stati manipolati, sono prove che si sommano le une alle altre per darci un quadro fosco e inquietante. 

Chi conosce la storia fa sì che sia la sua maestra di vita, perché sa che la storia si ripete, in quanto certi meccanismi sono sempiterni: un terrorismo creato ad arte da settori delle istituzioni affinché si possa reagire con leggi che limitano la libertà individuale mettendo al contempo in cattiva luce alcuni settori politici che vengono incolpati degli atti terroristici

Ma adesso andiamo ad avvenimenti più recenti, ricordando una dichiarazione del politico francese Jacques Attali il quale nel maggio del 2009,  in occasione della cosiddetta pandemia di influenza suina, scrisse su L'express che sia la pandemia che la crisi economica dell'anno precedente avevano dei risvolti positivi, in quanto forzavano alla costruzione di un unico governo mondiale. Secondo lui la crisi era alla fine una buona opportunità da cogliere. A pensar male possiamo pensare che certa gente influente e potente causi le crisi per cogliere proprio quelle "opportunità". Ma leggiamo le sue testuali parole:
La storia ci insegna che l'umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura (...) Poi, una volta passata la crisi, essa trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale ed iscriverli in una politica di salute democratica.
Il sorgere di una pandemia potrebbe scatenare una di queste paure strutturanti (...)
E, anche se, come bisogna ovviamente sperare, questa crisi non sarà molto grave, non bisogna dimenticare, come per la crisi economica, di impararne la lezione, affinché prima della prossima crisi - inevitabile - si mettano in atto meccanismi di prevenzione e di controllo, come anche processi logistici di un'equa distribuzione di medicine e di vaccini. Si dovrà, per questo organizzare una polizia mondiale, uno sistema mondiale di stoccaggio [delle risorse] e quindi una fiscalità mondiale. Da questo si arriverebbe allora, molto più rapidamente di quanto avrebbe permesso la sola ragione economica, a mettere le basi di un vero e proprio governo mondiale.
Dopo qualche anno abbiamo sentito il presidente del consiglio italiano Mario Monti che faceva simili affermazioni:
Non dobbiamo sorprenderci che l'Europa abbia bisogno di crisi e di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell'Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali ad un livello comunitario.
Sembra proprio una mania vero?

Ed eccoci al famigerato attentato di Charlie Hebdo a Parigi. Iniziano già a levarsi  da parte dei mass media le solite tristi insinuazioni che al terrorismo si dovrebbe rispondere limitando le libertà individuali (come è successo in Italia negli anni '70 con la legge Reale, come è successo nel 2001 negli USA con il Patriot Act).
Una legge che conceda poteri eccezionali per combattere il terrorismo, sul modello del modello del Patriot Act, la controversa legge americana approvata dopo l'11 settembre. E' quella che stanno invocando alcuni deputati francesi, come Valérie Pécresse, esponente dell'Ump, che parla senza mezzi termini di "Patriot Act alla francese" per una "risposta ferma e globale" agli attacchi terroristici
A parte questo arrivano ancora una volta delle dichiarazioni (dei giornalisti di regime questa volta) che vanno nello stesso medesimo senso, e che fanno vedere (a chi ha voglia di vedere al di là delle apparenze) il disegno che c'è dietro e che viene portato avanti da molto tempo dalle élite che dominano questo nostro mondo (un progetto a lungo termine)


Prendiamo ad esempio Eugenio Scalfari, direttore di Repubblica, che afferma quanto segue in un suo editoriale:
La guerra al terrorismo, insieme ai lutti, alle tensioni, alle paure, ha però un aspetto positivo che non va sottovalutato: fa emergere anche a chi finora era indifferente o addirittura ostile, la necessità di costruire l'Europa unita da raggiungere in parte con specifici accordi su temi di sicurezza e di investigazione e in parte con deliberazioni dei 28 Paesi dell'Unione che equivalgono a vere e proprie cessioni di sovranità.



Lo stesso ritornello si legge sull'articolo di Roberto Napoletano sul Sole 24 ore (che pare essersi dimenticato, al pari del collega di cui sopra, di come già la moneta unica abbia affossato l'economia dei nostri paesi):
Risponda piuttosto con la ragione dell'Europa della sicurezza e dell'intelligence, l'allarme deve scattare in casa nostra e negli altri Paesi recidendo i ponti con le anime radicali e i loro sponsor arabi e musulmani. Risponda con gli Stati Uniti d'Europa e la forza politica del più grande mercato di consumo al mondo che decide finalmente di dire la sua non solo con la moneta unica ma anche con un esercito unico. (...)
Senza l'intelligenza e la forza degli Stati Uniti d'Europa non riusciremo a superare il nostro 11 settembre. 
Per convincere ancor di più il lettore che non si tratta assolutamente di coincidenze casuali, riporto altre dichiarazioni consimili riguardo ad attentati e guerre.
“Un altro attacco [simile a quello dell'11 settembre] potrebbe creare sia una giusticazione che un'opportunità, che adesso manca, per vendicarsi contro alcuni noti obiettivi, secondo alcuni funzionari ed ex funzionari del ministero della difesa che sono a conoscenza dei piani.” 
 da un articolo del Washington Post sui “piani antiterrorismo” statunitensi.
“Wolfowitz ritenne che la fonte reale di tutti i problemi e del terrorismo fosse probabilmente Hussein. Gli attacchi terroristici dell'11 settembre hanno fornito un'opportunità di colpire”
da un articolo di Bill Woodward e Dan Balz citato pubblicato sul Washington Post (citato su Alternet)
  
Chiudo l'articolo con una ciliegina sulla torta: il presidente Francese Hollande che cita come autori dell'attentato di Parigi nientemeno che Gli illuminati (Les Illuminés). 


Possiamo discutere un anno intero sul perchè l'ha detto o se lo è lasciato sfuggire, eppure l'ha fatto, e non è certamente un errore, una confusione, un caso, una parola detta al posto di un'altra. Le sue testuali parole sono: 
Quelli che hanno commesso questi atti, questi terroristi, questi illuminati, questi fanatici, non hanno niente a che vedere con la religione musulmana.


Per approfondimenti sul medesimo tema vedi:

http://zret.blogspot.it/2015/01/preludio.html

http://www.ilfarosulmondo.it/oltre-lattacco-terroristico-a-charlie-hedbo-cui-prodest/

http://scienzamarcia.blogspot.it/2008/06/guerre-terrorismo-e-menzogne-part-3.html

http://ilblogdilameduck.blogspot.it/2015/01/apocalypse-tomorrow.html?spref=tw



Leggi la rassegna stampa sull'attentato di Parigi
http://rassegnastampanonwo.blogspot.com/2015/01/attentato-parigi.html



fonte: http://scienzamarcia.blogspot.it/2015/01/lattentato-di-parigi-occorre-ricordare.html

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