Come riportato dalla radio Deutsche Welle,
a Bruxelles, la capitale del Belgio e cuore dell'Europa unita, nei
giorni scorsi è stato dichiarato il terzo livello di allerta
terroristica su una scala di quattro. Giovedi e venerdì scorso in Belgio
è stata effettuata un'operazione speciale, durante la quale due
sospetti sono stati uccisi ed altri quindici sono stati arrestati.
Pianificavano attacchi contro le stazioni di polizia. A seguito delle
perquesizioni condotte, sono stati sequestrati grandi quantitativi di
armi, esplosivi e munizioni, nonché uniformi di polizia, strumenti di
comunicazione, documenti falsi ed ingenti somme di denaro.
Secondo
i media, nella stessa Francia, nel periodo trascorso dopo gli attacchi,
sono state arrestate 12 persone sospettate di preparare nuovi
attentati. In Germania, nella cittadina di Dinslaken-Lohberg, secondo il
quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung,
è stato arrestato un 24enne, membro della cellula islamica "Brigata
Lohberg". Nella città di Wolfsburg è stato arrestato un jihadista
26enne. A Berlino è stato fermato un insegnante di 41 anni, proclamatosi
"emiro", con il compito di persuadere gli studenti ad aderire tra le
fila degli islamici radicali.
Sono degni di nota non gli
stessi episodi di detenzione o uccisione di alcuni fanatici islamici.
Quasi tutti, come noto dai rapporti dei servizi segreti, non erano solo i
seguaci di idee radicali, ma anche combattenti in prima linea tra le
fila dei fondamentalisti islamici, in particolare dello Stato Islamico
(ISIS). La stessa operazione speciale condotta in Belgio, come
riferito, era diretta contro i jihadisti di ritorno dalla Siria e
dall'Iraq. Il canale tv RTBF ha contato fino a 100 di questi “rimpatri”.
In totale, secondo i dati ufficiali delle autorità belghe, combattono
in Siria e Iraq tra le fila di ISIS 184 connazionali.
Secondo altre
fonti, circa 350 giovani belgi hanno aderito all'Islam radicale e sono
partiti in Iraq e Siria per combattere.
Nella "Brigata
Lohberg", dalla cittadina tedesca di Dinslaken-Lohberg, 16 uomini si
erano recati in Siria. Quattro sono rimasti uccisi sul campo di
battaglia, mentre 5 hanno fatto ritorno in patria. Il discorso riguarda
solo un piccolo borgo. E quanti nell'intero Paese?
Secondo i media
tedeschi, il dipartimento a difesa della Costituzione della Germania
conta 100 cellule islamiche, ognuna delle quali composta da 10 ad 80
persone. Secondo Süddeutsche Zeitung,
negli ultimi anni in Siria e in Iraq sono partiti almeno 600 giovani
islamici con passaporto tedesco. Sessanta di loro sono rimasti uccisi,
10 dei quali in attentati suicidi, mentre circa 200 sono ritornati. Che
cosa possiamo aspettarci da queste persone? Sono tante?
Intervenendo recentemente alla Camera dei Comuni britannica, il capo dell'Europol Rob Wainwright, citato dal portale internet europeo EUobserver,
ha dichiarato che in Siria, Iraq ed in altre aree di crisi stanno
combattendo dalla parte dei jihadisti dai 3.500 ai 5mila giovani
europei. Negli ultimi anni non mancano i tentativi di spiegare il
fenomeno del crescente numero di giovani che si uniscono tra le fila dei
fondamentalisti islamici.
Sostanzialmente si tratta di giovani
musulmani. Ma tutti non sono neppure i figli, ma i nipoti degli
immigrati che sono arrivati in Europa dai Paesi musulmani. Qual è il
problema? Due anni fa i politici e gli analisti avevano dichiarato
pubblicamente che il "melting pot" del multiculturalismo si era
incrinato. I valori della democrazia europea non si sono radicati sul
terreno islamico, poco fertile all'arricchimento sociale e spirituale.
Come
sottolineato in un recente studio condotto dagli psicologi
dell'Università di Bonn di Ricerche Sociologiche, "parte della gioventù
tedesca si sente emarginata." Questo sentimento è proprio dei più
poveri, spesso senza istruzione e lavoro. I fondamentalisti danno loro
la possibilità, anche se illusoria, di sentirsi uguali tra gli uguali.
In un'intervista a La Voce della Russia, il vicepresidente dell'Accademia di Geopolitica Vladimir Anokhin ha evidenziato:
L'impegno per la giustizia e verso qualche altro obbiettivo in gioventù è sempre più sentito rispetto alla generazione più matura. E quando l'Europa marcisce ideologicamente, degradata in un diverso tipo di ingiustizia, i giovani iniziano a cercare una via d'uscita. In questo caso l'Islam rappresenta un'ancora di salvezza. E naturalmente, con diverse motivazioni ideologiche, si spingono verso le zone più calde.
Un'altra
sfumatura. Come rilevato dagli analisti, i recenti sforzi dell'élite
politica europea e della maggior parte dei media si sono concentrati
principalmente sulla creazione dell'immagine della Russia come
aggressore e del suo presidente come dittatore. In questi vani tentativi
di colpire un falso obbiettivo si può non notare la minaccia reale, per
far fronte alla quale nessuno da solo in Europa è in grado di farlo.
fonte; http://italian.ruvr.ru/2015_01_23/La-jihad-con-il-permesso-di-soggiorno-europeo-6672/
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