Nonostante l’evoluzione che hanno subito negli ultimi
dieci anni le preferenze materiali e culturali degli abitanti d’Europa,
la principale voce delle spese rimane pur sempre il cibo. Tuttavia la
situazione cambia da un paese all’altro. Nei paesi evoluti, con alto
livello dei redditi e prezzi dei generi alimentari relativamente bassi,
le spese delle famiglie per il cibo di solito non superano il 15% del
budget complessivo. Il resto è destinato all'istruzione, servizi medici,
tempo libero, acquisto di elettrodomestici e abbigliamento, ecc.
Gli
abitanti dei paesi più poveri spendono per il cibo una percentuale più
alta dei loro redditi: essendo questi redditi più bassi, la gente è
costretta a comprare in primo luogo il cibo, rinunciando ad altre spese
che non hanno importanza vitale (viaggi, scuole e università private,
ecc.). In questi paesi il tenore di vita dipende visibilmente dalla
dinamica dei prezzi dei generi alimentari: l’aumento dei prezzi porta
automaticamente all’aumento della quota dei redditi che viene spesa per
il cibo e alla riduzione della percentuale destinata ad altro tipo di
spese.
Le differenze tra i paesi d’Europa, dal punto di
vista della percentuale dei redditi destinata all’acquisto dei generi
alimentari, sono evidenziate dalla classifica preparata dagli esperti
dell’agenzia RIA Rating, basata sulle statistiche ufficiali relative
alle spese delle famiglie nel 2013. Al vertice della classifica sono i
paesi con la percentuale dei redditi più bassa.
Come
anche un anno prima, la classifica è guidata dal Lussemburgo. I
cittadini di questo paese spendono per il cibo (copmrese le bevande
analcoliche) soltando l’8,6% dei loro redditi. Seguono l’Olanda (10,0%) e
la Danimarca (10,6%). Tra i leader figurano anche la Gran Bretagna e la
Svizzera.
Anche quest’anno all’ultimo posto vediamo
l’Ucraina, dove le famiglie spendono per il cibo, in media, più della
metà dei loro redditi. Occorre dire però che i dati relativi all’Ucraina
si riferiscono all’inizio dell’anno, pertanto nel corso del 2014 la
situazione probabilmente è diventata ancora più difficile. La situazione
è abbastanza triste anche in Macedonia, dove al cibo viene destinato il
43,2% del reddito familiare, e in Moldavia (42,8%). In generale, le
ultime 20 posizioni della classifica spettano ai paesi dell’ex area
socialista e all’isola di Malta. Ciò dipende in modo diretto dalla
dinamica del PIL di questi paesi.
In Russia i cittadini
spendono per il cibo il 27,7% dei loro redditi. Ciò la mette al 28°
posto nella classifica (in tutto i paesi sono 40). In un anno la Russia è
salita di un grado, superando tutte le ex repubbliche dell’URRS, nonché
la Croazia, la Bulgaria e la Romania. Secondo gli esperti di RIA
Rating, quest’anno, considerata la complessa situazione economica del
paese, è poco probabile che i russi possano spendere di meno per il
cibo, tuttavia la Russia potrebbe retrocedere soltanto di una posizione,
facendo nuovamente passare davanti la Lettonia, perché il distacco
dalla Romania, che attualmente si trova dietro al paese Baltico, sembra
ormai troppo grande.
Un altro indicatore interessante
riguarda le spese per le bevande alcoliche e le sigarette. Meno degli
altri spendono per questi “vizi” gli abitanti di Svezia, Cipro e
Lussemburgo: non più dell’1,5% del reddito familiare.
Il
livello più alto della spesa per il tabacco e gli alcolici lo stanno
dimostrando gli abitanti della Romania – il 5,9%. Seguono la Serbia
(4,5%) e la Grecia (4,2%). I russi spendono per questi prodotti il 2,6%
del loro budget e occupano il 20° posto. Nella classifica la Russia si
trova accanto alla Polonia e alla Norvegia.
Un altro
indicatore che caratterizza le condizioni di vita delle famiglie nei
vari paesi d’Europa riguarda la percentuale delle spese destinata ai
bar, ristoranti e alberghi. Tuttavia, a differenza dei generi
alimentari, in questo caso possiamo parlare di un legame diretto: più si
spende nei bar, ristoranti e alberghi, e più alto è il tenore di vita
nel paese. Dal punto di vista di questo indicatore la Russia è al 15°
posto dalla fine della classifica con il 3,7% della spesa complessiva
delle famiglie. La percentuale più bassa è stata rilevata in Romania
(1%) e in Bielorussia (2,2%).
Chi spende di più nei
ristoranti e negli alberghi sono gli abitanti del Portogallo – 10,4%.
Seguono la Svizzera (9,9%) e la Grecia (9,6%). Tuttavia nel caso del
Portogallo, e anche di Grecia, Spagna o Cipro, conviene parlare non
tanto di un alto tenore di vita, quanto delle usanze che portano gli
abitanti dell’Europa meridionale a passare il loro tempo nei bar.
Dipende
in maniera diretta dal livello dei redditi anche la percentuale delle
spese per il tempo libero e la cultura. Il livello di spesa più alto
(inteso come percentuale del reddito complessivo) è stato registrato in
Svezia (18,7%), Austria e Danimarca (oltre il 12%). Seguono Gran
Bretagna e Svizzera. In tutti questi paesi la spesa delle famiglie per
il tempo libero supera la spesa per il cibo. In coda alla classifica si
trovano la Moldavia (1,5%), l’Ucraina e la Macedonia (2,3%). La Russia,
con il 7,2%, è in posizione intermedia accanto al Belgio, Malta e
Lussemburgo.
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