Qual è la via più breve che porta alla realizzazione?
Nessuna via è lunga o breve. La questione è che c’è chi è più serio e chi lo è meno. Posso raccontarti di me. Ero una persona qualunque, ma ho dato fiducia al mio guru. Ciò che mi ha detto di fare, l’ho fatto. Mi ha detto di concentrarmi sull’ “io sono” e l’ho fatto. Mi ha detto che sono al di là di ogni cosa percepibile e concepibile, e gli ho creduto. Ci ho messo il cuore e l’anima, dedicandoci tutta la mia attenzione e ogni momento libero, anche se dovevo mantenere la famiglia col mio lavoro. Il risultato della fede e della seria applicazione è stato che ho realizzato il Sé nel giro di tre annni. Tu puoi scegliere la via che più ti si confà, ma sarà la serietà a determinare i tuoi progressi. - Nisargadatta Maharaji, Io sono Quello -
Un mese fa ho scritto la Prefazione all’ultimo
libro di E.J. Gold tradotto in italiano dai tipi di Spazio Interiore: La grande avventura. Mi ispiro a uno
dei capitoli iniziali del suo libro per trattare dell’argomento Risveglio: Una questione di vita o di morte.
In uno di questi capitoli E.J. Gold parla con un malato
terminale, Charlie, a cui resta circa un anno di vita. Un malato terminale è
una persona che possiede un’opportunità unica, quella di sentire l’urgenza del
Risveglio e pertanto l’urgenza di lavorare su di sé.
Le persone di norma pensano e agiscono come se la morte
non fosse mai un loro problema. Domani mattina si alzeranno e andranno a
lavorare come sempre... per sempre. Per l’uomo addormentato la morte è un
problema degli altri. Questo riguarda anche coloro che svolgono un lavoro su di
sé. L’energia con cui si dedicano alla propria crescita interiore è quella di
qualcuno che ha a disposizione un tempo indeterminato, quando invece, nella
realtà, alcuni di loro potrebbero morire molto prima della scadere di un anno, anche
se al momento non lo sanno.
Proprio qui sta la differenza: ognuno di noi potrebbe
morire già domani, forse questa stessa notte, ma non lo sa, mentre il malato
terminale lo sa, ne ha la certezza. Una mucca congelata potrebbe cadere dalla stiva
di un aereo che trasporta carne per i MacDonald e colpirci in testa. Ma non
possiamo sapere né se né quando accadrà. Mentre chi ha una malattia incurabile
potrebbe morire anche fra tre o quattro anni, ma è sicuro che morirà. E questa
sicurezza cambia ogni cosa. Non conosce la data, ma tuttavia può già iniziare una
sorta di conto alla rovescia: “Non posso sapere se morirò a Settembre o a
Ottobre, ma certamente – stando alle statistiche che riguardano coloro che
soffrono della mia patologia – non potrò giungere fino all’anno nuovo.”
Le persone danno il meglio di sé solo quando hanno una deadline da rispettare, una scadenza
improrogabile. Questo vale sia per il lavoro che per il Lavoro. Chi sa di avere
a disposizione un tempo indeterminato non riesce a produrre lo stesso livello
di energia di chi ha una scadenza da rispettare.
Fatevi un paio di domande con quel vostro fottuto
cervello da terricoli medi: “Cosa farei nel corso dei prossimi dodici mesi a
partire da oggi se sapessi di poter vivere per altri trenta o quarant’anni?
Cosa farei nel corso dei prossimi dodici mesi a partire da oggi se sapessi di
poter vivere solo questi dodici mesi?”. Sapendo di avere a disposizione
unicamente i prossimi dodici mesi, riuscireste a raggiungere in un solo anno
obiettivi che i comuni mortali (che però si credono immortali) impiegheranno
vent’anni a realizzare.
Non sono d’accordo con Gold quando dice che è impossibile
per Charlie realizzare qualcosa di serio nell’arco di un solo anno e che quindi
necessita l’aiuto di un gruppo. A mio parere – per quanto sia determinante
l’aiuto di un gruppo o la presenza di una persona già risvegliata (il che
sarebbe l’ideale) – un individuo da solo può ottenere davvero moltissimo. Può
giungere a svegliarsi.
Già. Può giungere a svegliarsi, ma le parole del grande
Nisargadatta Maharaji che ho riportato all’inizio di questo post sono piuttosto
chiare:
Ci ho messo il cuore e l’anima, dedicandoci tutta la mia attenzione e ogni momento libero, anche se dovevo mantenere la famiglia col mio lavoro.
E voi quanto tempo pensate di avere a disposizione? Quanta
energia state impiegando nel tentativo di evadere dalla prigione? È divenuta
anche per voi una questione di vita o di morte? Gurdjieff diceva che chi non si
identifica con l’anima già in vita è destinato a “morire come un cane”. Forse
non avete capito che il Risveglio non solo vi permette di raggiungere la pace
di fronte a qualunque problema, ma vi consente di “restare in vita” anche dopo
il trapasso; altrimenti siete destinati a una comune “vita nell’aldilà” da
trascorrere in semicoscienza (come nei sogni) vagando tra le forme illusorie
del mondo astrale.
Maharaji, hai suggerimenti da darmi?
Stabilizzati fermamente nella consapevolezza dell’ “io sono”. Questo è l’inizio e anche la fine di ogni tuo tentativo. - Nisargadatta Maharaji, Io sono Quello -
Sabato 24 Gennaio a Roma, al Teatro Mongiovino, ore 21:00,
presenterò il libro La grande avventura di E.J. Gold. Per
info e iscrizioni: SpazioInteriore
.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
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