giovedì 29 gennaio 2015

Il caso dell’adesione della Siria alla SCO

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La Siria è al centro della battaglia tra gli Stati multipolari Resistenti e Sfidanti (R&S) e il mondo unipolare, e la risoluzione del conflitto avrebbe quindi enormi implicazioni per entrambe le parti. Finora, tuttavia, gli unici Stati R&S che offrono un sostegno sostanziale a Damasco nella guerra al terrore, sono Russia e Iran, mentre gli altri semplicemente fanno dichiarazioni simboliche che, pur favorevoli alla causa, fondamentalmente lasciano l’iniziativa al fronte unipolare. Il mondo multipolare deve capire che tutti i suoi aderenti hanno interesse ad aiutare concretamente il governo democraticamente eletto e por fine alla guerra in Siria, a suo favore, e includerla nella SCO potrebbe facilitare ciò ed essere un passo deciso verso la multipolarità globale. Di seguito sono riportati gli aspetti militari, strategici e legali dell’adesione della Siria nella SCO:


Legali
La Carta della SCO mostra come sia facilmente possibile far aderire la Siria nel raggruppamento, a condizione di una volontà politica decisa in tal senso. Diamo un’occhiata più da vicino:

Articolo 3:
Questa sezione cruciale indica l’azione della SCO nel promuovere pace, sicurezza e fiducia “nella regione”, ma la ‘regione’ non viene mai definita. E’ volutamente astratta, tanto quanto i concetti di ‘Nord Atlantico’ e ‘Europa’ presso le istituzioni unipolari. Ad esempio, circa il 95% della Turchia si trova in Asia, ma è anche membro della NATO e vuole aderire all’Unione europea. Ciò dimostra che alcune regioni possono estendersi ben oltre i confini geografici attesi. Riguardo la SCO, molti presumono che si limiti all’Asia centrale, ma non è vero. Né la Cina né la Russia sono Paesi dell’Asia centrale, con circa un quarto della Russia in Europa. Non solo, ma guardando a partner e osservatori della SCO, vediamo Stati come Turchia e Sri Lanka, Stati di Medio Oriente e Asia meridionale, rispettivamente. Ciò significa che possiamo trarre la conclusione che la ‘regione’ della SCO, per così dire, è l’Eurasia, e che se la Turchia può esserne interlocutore, anche la vicina Siria certamente ha lo stesso diritto.

Articolo 14:
Questa parte importante della Carta afferma che uno Stato od organizzazione internazionale deve essere partner del dialogo od osservatore per cooperare con la SCO. Utilizzando la Turchia come esempio, la Siria può diventare un partner del dialogo, raccogliendo i dividendi attesi dalla SCO. Tale processo, secondo il documento, è “deciso da un accordo speciale con gli Stati membri“. Anche se le specifiche non sono spiegate, l’articolo 16 può essere citato per ulteriori informazioni sul processo e servire da linea guida.

Articolo 16:
Citando la parte più rilevante dell’articolo: “Qualora uno o più Stati membri non siano interessati ad implementare particolari progetti di cooperazione d’interesse per altri Stati membri, la non partecipazione del suddetto aderenti a questi progetti non impedisce l’attuazione della cooperazione degli Stati aderenti interessati e, allo stesso tempo, non impedisce che i sopraddetti Stati di aderire a tali progetti successivamente”. Ciò può essere inteso nel senso che la SCO non deve essere unanime nell’approvazione dei progetti di cooperazione, e che uno Stato dissenziente non può ostacolare gli altri. Pertanto, guardando al quadro giuridico, possiamo vedere che la Siria ha fondamenti giuridici per poter cooperare con la SCO, se essa lo desidera. Perciò, l’Afghanistan, Stato osservatore, ha legalmente diritto al sostegno della SCO, ma la Siria deve ancora definire il suo rapporto ufficiale con l’istituzione multipolare. Come si vede dai tre articoli della Carta della SCO evidenziati, non vi sono ostacoli giuridici ad una collaborazione con la Siria quale partner del dialogo. L’unica cosa che trattiene la proposta sono i vantaggi non adeguatamente articolati finora, da cui le seguenti due sezioni.

Militari
La Siria affronta tutto il peso che il mondo unipolare applica su quello multipolare (salvo la guerra convenzionale aperta), e il secondo deve aiutare pienamente lo Stato alleato per trarne esperienza. Non vuol dire che truppe cinesi e kirghise, per esempio, debbano impegnarsi direttamente nei combattimenti, ma che tutti gli eserciti degli Stati membri della SCO dovrebbero fornire maggiore consulenza e/o addestramento agli omologhi siriani. Dopo tutto, l’organizzazione si è ufficialmente formata per lottare contro i tre mali del terrorismo, separatismo ed estremismo (come indicato nella Carta), e la Siria è in guerra contro tutti questi, al momento, sintetizzata dalla lotta contro il SIIL. Pertanto, il Paese potrebbe essere un campo di addestramento di vitale importanza per l’organizzazione, in quanto prepara ad affrontare l’obiettivo in modo più chiaro e diretto partecipando agli sforzi per la stabilizzazione afghana, e sarebbe anche una preziosa esercitazione complementare nel difendere gli aderenti alla SCO da qualsiasi destabilizzazione futura modellata sullo scenario siriano (cioè l’ibrido rivoluzione colorata/guerra non convenzionale eterodiretta e supportata da terroristi/mercenari).

Strategici
Ci sono tre principali obiettivi strategici che verrebbero raggiunti se la Siria aderisse alla SCO da partner del dialogo, anche se questo breve elenco non dovrebbe affatto essere considerato esaustivo:

Istituzionalizzazione e multilateralizzazione:
Se la proposta ha successo, il supporto russo alla Siria sarebbe istituzionalizzato nell’ampio quadro multilaterale degli alleati. Ciò creerebbe una contro-coalizione che rispetta la normativa delle Nazioni Unite ed è veramente dedita alla lotta al terrorismo, a differenza della coalizione ‘anti- SIIL’ degli Stati Uniti (correttamente descritta come ‘coalizione del cambio di regime’) e la sua creazione si rivelerebbe strumento effettivo dell’influenza multipolare negli affari mondiali.

Attivo aiuto a un coraggioso e fidato alleato:
La designazione della Siria a partner del dialogo della SCO e il successivo aperto sostegno multilaterale al Paese darebbe agli R&S l’iniziativa nel risolvere il conflitto. Una tale mossa potrebbe mettere i Paesi occidentali e del CCG sulla difensiva strategica, per una volta, costringendoli a un ruolo reazionario e mutando l’agenda delle loro prerogative già date per scontate. L’inversione risultante potrebbe colpire le strategie premeditate degli aggressori e mutare la dinamica della guerra in modo d’aprire la possibilità di un netto prevalere governativo.

Avere una posizione chiara contro l’aggressione unipolare:
L’inclusione della Siria nell’ombrello della SCO sarebbe il riconoscimento che il mondo multipolare ha finalmente compiuto il salto dalla sfida indiretta all’unipolarità con mezzi economici al diretto confronto geopolitico. Dimostrano senza dubbio che le istituzioni multilaterali R&S possono realisticamente difendersi e respingere le controparti unipolari aggressive, mostrando che il multipolarismo non è più una vaga speranza teorica, ma una forza concreta e tangibile nelle relazioni internazionali.

Conclusioni
L’obiettivo dell’articolo è illuminare l’importanza di un’eventuale adesione della Siria nelle strutture della SCO e l’utilità che ciò avrebbe per il movimento globale multipolare. Come è stato sottolineato nella prima sezione, non ci sono impedimenti legali, come la Carta dell’organizzazione evidenzia chiaramente, una tale mossa è possibile e potrebbe attuarsi rapidamente, se c’è la volontà politica. Se ciò avverrà, la SCO e gli Stati R&S associati trarrebbero inestimabile beneficio dalle lezioni militari apprese aiutando l’Esercito arabo siriano nella lotta all’avanguardia della destabilizzazione e distruzione dell’unipolarismo, dato che gli Stati aderenti sono i possibili prossimi obiettivi di tali meccanismi, una volta perfezionati nel teatro siriano. Altrettanto importante, nel frattempo, sono i vantaggi strategici che si avrebbero con l’aiuto della SCO alla Siria, dato che tali misure dimostrerebbero vividamente che gli Stati R&S possono difatti reagire all’unipolarismo. Con gli immensi benefici della suggerita associazione della Siria con la SCO, qui descritti, ora è il momento per l’organizzazione di adottare un passo coraggioso trasformando questa visione in realtà opponendosi definitivamente al mondo unipolare.


Andrew Korybko (USA) Oriental Review
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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/01/27/il-caso-delladesione-della-siria-alla-sco/ 

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