I nazisti terrorizzavano gli abitanti: il raid più
lungo dell’aviazione tedesca durò 13 ore. Allora sulla città caddero più
di 2000 bombe. Tuttavia le bombe non erano la cosa più temibile. I
nemici più grandi erano il freddo e la fame. D’inverno la città sembrava
morta. La gente moriva, uccisa dal freddo o stroncata dalla fame. Nelle
case non c’era acqua, per scaldarsi almeno un po’ si bruciavano libri e
tutto quanto poteva bruciare. La situazione degli abitanti era
disperata. Il documento più drammatico di quel periodo è forse il
diario, di sole 9 righe, di Tania Savicheva, che era soltanto una
bambina ma annotava fedelmente la morte di tutti i membri della sua
famiglia: “I Savichev sono morti. Sono morti tutti. Rimane solo Tania”.
Durante
gli anni dell’assedio Leningrado ha perso circa 1 milione di suoi
abitanti. La razione giornaliera era di soli 125 grammi di pane. La
gente moriva nelle strade, la morte era diventata ormai tanto banale da
non far più paura a nessuno. Eppure, gli abitanti cercavano di aiutare
l’esercito. Per salvare i soldati feriti gli abitanti di Leningrado
hanno donato 144 000 litri di sangue.
Un’altra abitante
di Leningrado, Elena Skriabina, ha scritto sul suo diario che “la gente è
talmente indebolita dalla fame che non cerca neanche di resistere alla
morte. Muore come addormentandosi, e le persone attorno, anche loro
quasi morte, non ci prestano alcuna attenzione”.
L’autunno
e l’inverno del primo anno di assedio furono i più difficili, dice
Irina Muravyova del Museo dell’assedio di Leningrado.
Nel mese di dicembre la fame uccideva gli abitanti al ritmo di 4000 persone al giorno. In alcuni giorni la cifra saliva a 7000.
Tuttavia
già in febbraio 1942 le razioni furono aumentate. Ai minori e ai
familiari a carico spettavano 300 grammi, agli impiegati 400 e agli
operai 500 grammi di pane. Anche questo era tropppo poco, ma la gente
era ormai abituata. Si mangiava tutto quello che poteva essere digerito:
lieviti, grasso, sostanze ricavate dalle vernici, sansa, glicerina.
Sulla base di questi prodotti negli anni dell’assedio a Leningrado
furono prodotti più di 11 000 tonnellate di cibo.
Ciò è
servito a ridurre il tasso di mortalità, ma non poteva certamente
risolvere il problema In gennaio 1942 sono morte circa 130 000 persone,
in maggio 50 000, in settembre 7 000. Della sua storia ci ha parlato
anche Irina Skripatcheva, presidente dell’Associzione dei reduci
dell’assedio.
È una storia di guarigione
miracolosa. Tali storie non sono molto numerose, ma ce ne sarebbero
state ancora di meno, se non ci fosse la Strada della Vita che passava
sul ghiaccio del lago Ladoga, l’unica strada che collegava Leningrado al
mondo. Decine di migliaia di persone – conducenti di automezzi,
meccanici, vigili – percorrevano questa strada rischiando la loro vita
per portare il cibo agli abitanti assediati.
Maria Baliabina
fonte: http://italian.ruvr.ru/2015_01_27/Assedio-di-Leningrado-tra-la-fame-e-il-freddo-8194/