mercoledì 6 maggio 2015

Il Grande Fratello USA guarda l'Italia

© flickr.com/ Jamie Henderson

Nell'Agosto del 2013, le rivelazioni del funzionario della NSA americana, Edward Snowden, sorpresero il mondo e sconvolsero l'Europa. Si scoprì che l'agenzia di spionaggio non solo sorvegliava spostamenti e conversazioni telefoniche di nemici, o potenziali tali, ma anche degli alleati europei compresa la Cancelliera tedesca Angela Merkel.

Anche i giornali e i politici italiani ne parlarono, ma senza scaldarsi troppo.  Non si seppe con chiarezza se anche i vertici del nostro Stato e i rappresentanti dei nostri maggiori partiti erano stati intercettati e controllati. E' certo che, con il senno di poi, possano nascere dei dubbi su come si ottennero e furono divulgate le notizie sulla vita privata di Silvio Berlusconi, informazioni che contribuirono a gettare discredito su di lui e su tutto il governo, fino alla caduta dello stesso.

Edward Snowden

In Germania si alzarono le proteste di rito per la sovranità violata ma, perfino da loro, tutto finì a "tarallucci e vino". Anche se si era scoperto che, sistematicamente, i nostri amici americani si comportavano in Europa come fossero a casa loro, il tempo tutto rimedia e le necessità del realismo politico restano sempre superiori al garbo e al rispetto reciproco. Un po' meno realiste ma senza poter nulla fare furono le aziende europee perché, non contenta di controllare i nostri politici, la NSA praticava anche spionaggio industriale a favore delle grandi corporation USA.

Tutto sembrava, comunque, appartenere al passato salvo che, oggi, si scopre un seguito ancora più inquietante. Il 30 Aprile scorso il giornale tedesco Sud Deutsche Zeitung ha pubblicato la notizia che non solo la NSA praticava lo spionaggio ai danni degli alleati ma, su suo incarico, lo faceva pure il BND, il servizio segreto tedesco, che spiava e spia politici tedeschi, alti funzionari del Ministero degli Esteri francese e dell'Eliseo e perfino della Commissione Europea. Se la scusante allora addotta dagli americani fu che lo spionaggio industriale serviva per raccogliere informazioni su possibili esportazioni illegali verso Paesi sotto embargo, sarà curioso sentire le motivazioni per cui sono state messe sotto "ascolto " anche la Commissione Europea e la politica estera francese.

Non dobbiamo tuttavia stupirci troppo. Ogni servizio segreto fa il proprio mestiere e, a voler essere concilianti, potremmo giustificare gli americani col fatto che non si puo' mai fidarsi ciecamente di nessuno, nemmeno degli amici.

Ma anche se volessimo "comprendere" i servizi d'oltreoceano, ciò che merita una riflessione più attenta è che le spie tedesche hanno agito contro un altro membro dell'Unione Europea e contro l'Unione stessa proprio per conto degli Stati Uniti. Interrogato in merito dalle opposizioni, il governo tedesco ha negato di essere informato di queste pratiche e, tantomeno, di averle autorizzate. Ciò nonostante, la Cancelliera Merkel e la tenuta della sua maggioranza attuale sono messe in discussione perché delle due l'una: o veramente i vertici di Berlino non ne sapevano nulla e quindi si creerebbe un problema di gestione, oppure ne erano perfettamente al corrente e il caso diventerebbe ancora più grave. Ricordiamo che per spionaggio ai danni di concorrenti politici in una campagna elettorale il presidente Nixon fu costretto a dimettersi. Non ci sembra per niente che al di fuori di una competizione elettorale la cosa diventi meno grave, anzi.


Se, comunque, accettassimo per buona l'ipotesi che il servizio segreto tedesco abbia fatto di testa sua, nasce allora una domanda ancora più preoccupante. Come fidarsi di un'istituzione che ha poteri profondamente invasivi nella vita privata e pubblica di alleati e uomini politici se essa, anziché essere a totale disposizione del proprio Paese, si mette al servizio di una potenza straniera, per quanto amica?

La preoccupazione si aggrava se pensiamo che quanto fatto dalla BND non si limiti alla Germania ma possa accadere, nello stesso modo, anche da noi. E' vero che, su molti soggetti, tutte le organizzazioni di spionaggio alleate lavorano insieme e da qui nascono frequentazioni e conoscenze che possono portare, magari involontariamente, a qualche leggerezza. Tuttavia non ci risulta, né si è mai sentito, che fossero i servizi americani a spiare i loro politici per conto di una qualunque organizzazione europea o tantomeno italiana. Siamo sicuri, dopo le rivelazioni del quotidiano tedesco, ripreso anche da Le Monde, che non stia avvenendo la stessa cosa a Roma, oggi?

Considerati i rapporti di forza del nostro paese con l'alleato americano e la nostra tradizionale sudditanza nei confronti di qualunque "suggerimento" in arrivo da Washington, il dubbio resta ed è destinato a crescere.

Il presidente degli USA Barack Obama seguito dal primo ministro italiano Matteo Renzi al G7.
© AP Photo/ Charles Dharapak - Il presidente degli USA Barack Obama seguito dal primo ministro italiano Matteo Renzi al G7.

Mario Sommossa

 


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