Non credete minimamente a ciò che dico. Non prendete nessun dogma o libro come infallibile. (Buddha)
martedì 5 maggio 2015
La seconda Battaglia di Okinawa
A novembre il conflitto s’è intensificato notevolmente tra il governo centrale del Giappone e le autorità locali di Okinawa in relazione al destino della base aerea dell’US Marine Corps di Futenma, evidenziando aspetti importanti della situazione politica in Giappone e dei suoi rapporti con l’alleato chiave Stati Uniti. Una sorta di “seconda battaglia di Okinawa” appare, con la differenza fondamentale dalla grande battaglia alla fine della guerra nel Pacifico, che oggi gli Stati Uniti ne sono interessati, ma da osservatori. In realtà, il problema riguarda i rapporti fra Tokyo e il governo di Okinawa, manifestatosi negli anni ’90 quando ancora tra le “Linee guida nella cooperazione e della difesa” tra le forze armate di Stati Uniti e Giappone appariva la clausola sulla necessità di spostare la base dal centro della città di Ginowan. Non è una cattiva idea prestare maggiore attenzione a origine e sviluppo del problema.
Nell’estate del 1945, dopo la caduta dell’isola, in previsione di assai maggiori battaglie sulle principali isole giapponesi, il comando dell’US Air Force subito costruì una pista aerea presso il villaggio di Ginowan, che in quel momento aveva una popolazione di poco più di 10 mila abitanti. In seguito due processi iniziarono a svilupparsi contemporaneamente, creando infine la situazione descritta nel romanzo “Airport“, l’infrastruttura della base veniva migliorata (fornendo di posti di lavoro ai residenti locali) e la città si sviluppava rapidamente, testimoniata da una popolazione decuplicata.
Così ora la base si trova nel centro cittadino. Qualunque evento sia passato, la base di Futemma crea condizioni assolutamente dannose ai residenti. Al decollo e atterraggio di elicotteri da trasporto pesante e convertiplani, quando i motori sono a pieno regime, nelle scuole a poche centinaia di metri le lezioni sono incomprensibili e porte e finestre vibrano. Senza contare gli incidenti sulla pista. Fortunatamente, questo è il peggio avutosi finora. Inoltre, la permanenza di diverse migliaia di truppe straniere aumenta il tasso di criminalità nella città.
Dal 1972, quando l’arcipelago delle Ryukyu e l’isola principale di Okinawa tornarono sotto la giurisdizione del governo del Giappone, la polizia di Ginowan ha riferito circa seimila reati di varia natura (risse, rapine, stupri) coinvolgenti soldati statunitensi. È importante notare che le frequenti manifestazioni dei residenti per abolire la base non sono antiamericane ma contro il governo centrale. Dal 1972 il terreno su cui si trovano le basi militari statunitensi in Giappone è di proprietà del governo giapponese, che fornisce gli appezzamenti all’alleato per utilizzarli nel risolvere i problemi nella difesa congiunta.
Nel 2006 i governi statunitense e giapponese decisero di spostare la base di Futenma su un’isola artificiale al largo della costa, vicino alla città meno popolosa di Henoko, sempre a Okinawa. Avviati l’anno scorso, i lavori per costruite quest’isola divennero una nuova fonte di problemi nel rapporto tra l’amministrazione della Prefettura di Okinawa con la popolazione dell’isola e il governo centrale del Giappone. Perché gli abitanti di Okinawa vogliono che la base di Futenma sia rimossa totalmente dall’isola. Inoltre, vi è la crescente evidenza che la soluzione (ipotetica) del problema possa divenire un precedente di future richieste per rimuovere tutte le altre basi militari statunitensi da Okinawa, che oggi occupano circa il 20% dell’isola, che potrebbe essere utilizzato per vari scopi economici. Per gli abitanti di Okinawa, queste ed altre considerazioni apparentemente superano gli aspetti positivi della presenza delle basi militari statunitensi, nonostante siano fonte di lavoro per la popolazione locale.
Ma ad Okinawa, che occupa una posizione estremamente strategica, è presente la maggior parte delle forze statunitensi in Giappone. La loro presenza ad Okinawa contribuisce in modo significativo all’attuazione della strategia statunitense dello “schieramento avanzato” per contenere la Cina, principale avversario geopolitico degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, la Cina è anche vista come principale minaccia agli interessi nazionali e della sicurezza del Giappone. Negli ultimi anni, in misura sempre crescente, ciò è stato il motivo principale dell’impegno a rafforzare l’alleanza politica e militare con gli Stati Uniti.
Così, la “testardaggine” degli abitanti di Okinawa verso il governo centrale sulla questione della presenza militare degli Stati Uniti sull’isola, colpisce direttamente aspetti cruciali della politica estera nazionale e delle relazioni tra Giappone e Stati Uniti. Tuttavia, la maggior parte degli abitanti di Okinawa pare non preoccuparsi della “grande politica” e qui non si distingue dalla gente comune in tutti gli altri Paesi. Nel frattempo, il confronto tra le autorità locali e Tokyo subisce un’escalation drammatica dalle elezioni governatoriali di novembre scorso, dopo che Takeshi Onaga, oppositore intransigente della presenza della base di Futenma sul suo territorio, è stato eletto prefetto di Okinawa.
Qui vale la pena notare due punti. Prima di tutto, la vittoria di Onaga è incondizionata e, in secondo luogo, ha avuto il pieno appoggio del Partito Comunista del Giappone, che gradualmente ridiventa il primo partito di opposizione, come negli ’50 durante la lotta acuta per decidere la politica estera del Paese. Questa tendenza (che assume importanza nel valutare gli sviluppi della situazione in Giappone) ha ricevuto piena conferma nelle elezioni locali di aprile. Tuttavia, l’analisi dei risultati merita una considerazione a parte. Dalla fine dello scorso anno, un “tiro alla fune” debilitante si svolge tra i governi centrale e locali (con l’aiuto dei tribunali) sulla questione della costruzione dell’isola artificiale al largo di Henoko, vicino la base di Futenma.
Sotto vari pretesti (tra cui considerazioni sulla tutela dell’unicità di flora e fauna marina nella zona dell’isola) l’amministrazione di Okinawa ha ordinato di fermare i lavori. In risposta, il governo centrale ha annullato il divieto. Nel frattempo, il giorno della visita del primo ministro giapponese Shinzo Abe negli Stati Uniti, il 28 aprile 2015, si avvicinava. Dieci giorni prima Abe aveva incontrato il nuovo governatore di Okinawa, e l’unico risultato positivo è stato il sorriso ottimista del primo ministro giapponese alla conferenza finale con i giornalisti. Tuttavia, l’espressione sul volto del governatore di Okinawa, accanto a lui, indicava di non condividerne l’ottimismo.
Se il Primo ministro aveva parlato della necessaria “comprensione” della popolazione di Okinawa sull'”unica possibile” (cioè, al momento presa) soluzione del problema della base di Futenma, Onaga rispondeva che “non avrebbe mai permesso (al governo centrale) di costruire una nuova base a Henoko“, chiedendo al suo alto interlocutore d’informarne il presidente statunitense al prossimo incontro. A tal proposito, Abe può essere compatito, perché non gli sarà facile parlarne con Barack Obama. Inoltre, la questione del trasferimento della base di Futenma non è l’unico problema nelle relazioni degli alleati nella regione Asia-Pacifico ad avere importanza nella politica mondiale.
Vladimir Terehov New Eastern Outlook
Vladimir Terekhov, esperto della regione Asia-Pacifico, per la rivista online New Eastern Outlook.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/05/04/la-seconda-battaglia-di-okinawa/
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