lunedì 4 maggio 2015

L'ARTE DEL TE'

Si racconta che Bodhidharma, missionario buddhista indiano che raggiunse la Cina nell'anno 526, un giorno, mentre sedeva in meditazione, fu colto dal sonno; al suo risveglio cosa che sarebbe potuta anche non accadere si tagliò le palpebre che caddero a terra, misero radici e germogliarono: la pianta che crebbe da esse fu la prima pianta di tè, il simbolo (e la causa) dell'eterna Insonnia.

La tradizione vuole infatti che la pianta del tè sia stata importata in Cina, nell'anno 543, da un asceta indiano, ma sappiamo con certezza che questa bevanda risale al tardo periodo Han (206 a.C. - 220 d. C ) o addirittura prima, come testimoniato dai riferimenti letterari. Il più antico è quello della biografia di Wei Zhao nella Storia dei Tre Regni in cui ricorre la frase: "Qualcuno segretamente gli diede del tè al posto del vino", che può essere datata entro la decade 264-273.

Un altro accenno da una fonte un po' più tarda ci informa che "bere il vero tè causa alle persone l'insonnia" (la locuzione "vero tè" indica apparentemente che il tè non era ancora chiaramente distinto da altre piante dal nome più o meno simile). Il suddetto passaggio ricorre in un breve capitolo intitolato "Cibi da evitare", suggerendo perciò che la bevanda del tè era considerata all'epoca (III sec.), specialmente nella Cina del nord di cui era originario l'autore, con notevole diffidenza.

Un tè proveniente da Wuyang (nella regione dello Sichuan) è casualmente menzionato ancora prima nel "Contratto con uno schiavo", del 50 a.C. circa : lo Sichuan è compreso infatti nell'area di cui i botanici considerano il tè essere indigeno e la regione dello Sichuan figura insistentemente nelle opere cinesi come il primo centro di coltivazione di questa pianta. L’uso di berlo sarebbe stato introdotto prima nelle province del sud e poi verso il nord, dove divenne abituale e diffuso sotto i Tang (618-907). In principio si usavano le foglie fresche di tè selvatico come bevanda medicinale: dobbiamo dunque agli antichi erboristi cinesi, alla ricerca dell'elisir di lunga vita, anche la nostra familiare tazza di tè.

La pianta del tè coltivata nella Cina centrale è il Thea chinensis, il Thea viridis dei botanici, le cui foglie sono più lanceolate di quelle del Thea cantoniensis o Thea assamica delle regioni del sud.

Esisteva, nella Cina antica, una ricca letteratura, sotto forma di manuali o addirittura interi trattati, sul tè: uno di questi è il Cha Jing ("Classico del tè") il cui autore, Lu Yu, morto nell'anno 804, è addirittura venerato dai coltivatori di questa pianta come la loro divinità tutelare.
"Il tè migliore - scrive Lu Yu - cresce in alta montagna, dove prevalgono la nebbia e la neve, cosa che conferisce un gusto migliore alle foglie". 
La raccolta delle foglie di tè era un'arte altamente sviluppata e Lu Yu afferma:
"Ci si può ammalare se si beve tè che è stato raccolto nella stagione sbagliata o impropriamente lavorato o mescolato con erbacce".


Cerimonia del te' 
Sulla lavorazione del tè i cinesi scrivevano: "... Per fare il tè come bevanda affumicare i pani di foglie fino a che non diventano rossastri, triturarli e metterli in un vaso di terracotta, versarvi acqua bollente e aggiungere cipolla, ginger e arancia. Bere quest'infuso smaltisce la sbornia e tiene svegli".

L’uso di petali di fiore per aromatizzare il tè risale all'epoca della dinastia Ming (1368 - 1644) e sono menzionati, per quel periodo, 50 tipi di tè, tributo della sola regione del Fujian.

Per quanto riguarda l'efficacia terapeutica del tè molte sono le citazioni antiche.

Il "Classico di farmacologia di Shen Nong" racconta che l’eroe mitico Shen Nong, avvelenatosi con delle erbe, fu salvato dal tè. L’Autore dell’opera "Shi Lun" ("Sul cibo"), del II secolo, scrive: "Bere tè amaro costantemente fa pensare meglio". Sul "Cha Pu" ("Manuale del tè"), di epoca Ming, è scritto:
"Bere tè genuino aiuta a combattere la sete e a digerire, controlla il plegma, stimola l’attività renale, migliora la vista e le capacità mentali, caccia via la noia e dissolve il cibo grasso. Non si può fare a meno del tè neanche per un giorno".  
Il tè è descritto nella farmacopea Ming come
"rinfrescante, stimolante, lassativo e astringente al tempo stesso" e ancora: "Preso in grandi quantità per lunghi periodo rende le persone magre e anemiche. Il tè leggero è un ottimo rimedio per sciacquare gli occhi malati e le parti irritate ... I semi di tè recano beneficio a tosse, dispnea e ronzio auricolare." E per concludere: "Il tè è l’ideale per mitigare il calore interno che è la causa di tutte le malattie."



Da: http://www.italiacina.org/cultura/te.htm 
http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/zen/artete.htm

1 commento:

  1. Una delle poche cerimonie che hanno senso a differenza di quelle religiose nell'occidente.

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