MENTE O APOLLO
Ho scritto un libro su Giordano
Bruno “L’Uomo di DIO”. Dovrei quindi con molta facilità scrivere o
sintetizzare in poche righe la vera motivazione che di LUI mi ha
costretto ad occuparmi. Ma sono ormai mesi che rinvio questo
appuntamento, continuo infatti a sentirmi a disagio quando devo farlo.
Vorrei infatti passare al cuore del mio comprendere grazie al suo
sapere, tralasciando ogni passaggio intermedio, ogni aspetto conoscitivo
da me utilizzato come un trampolino verso quell’ultimo salto diretto
verso un mondo, quello di Giordano Bruno, di cui oggi, a pochi mesi
dall’uscita del mio libro, mi sento tremendamente orfano.
Mi dico, “Ma
chi se ne frega di tutti, se non vogliono dedicare qualche attimo della
loro vita alla comprensione di un essere che di umano aveva poco e
tanto”, aggiungo, “Non ho nessuna voglia di ricominciare a spiegare il
come e il perché del mio avvicinarmi al mondo dei sigilli bruniani.” In
fondo, chiosando, penso che il libro ormai c’è, quindi perché dovrei
nuovamente “soffrire” nell’inutile tentativo di chiarirvi e ri-chiarirmi
ciò che ho “scoperto” attraverso la sua Ars Memorandi.
Poi osservo il
sigillo da LUI definito Mente o Apollo e mi rendo conto che forse è il
caso di mettere al corrente più persone possibili di un fatto certo, un
fatto che vorrebbe il Nolano grandissimo conoscitore di un realtà, per
noi oggi, invisibile ma essenziale, in quanto riguardante tutto e tutti.
Si perché di Lui moltissimo si è detto e scritto ma sostanzialmente
nulla si è deciso sul suo vero essere, sul suo vero sapere, sulla sua
vera missione. Davvero, ancora oggi se si lasciasse fare agli “esperti”
avremmo del nolano una camaleontica interpretazione che lo vorrebbe,
forse, filosofo, cabalista, un fenomeno da baraccone, un metafisico
sopraffino, uno precursore del mondo scientifico, un eretico, un epigono
del mondo egizio, un mago, ecc ecc.
Sostanzialmente chiunque si sia
avvicinato al Nolano ha trovato nella sua opera aspetti sempre nuovi e
antesignani. Io che simbolista ora so di essere, e che forse potrei
inutilmente fregiarmi del titolo di esoterista posso o potrei dire che
l’essere in questione camaleontico era nel suo sapere, come nel suo
esprimerlo per un unico e fondamentale motivo che richiederebbe comunque
una spiegazione tremendamente lunga, cosa che mi farebbe ricadere nella
mia non voglia di dire. Ma essendo d’uopo una conclusione, quanto una
spiegazione, potrei completamente riassumere il tutto sconcertando i
leggenti dicendo che semplicemente Giordano Bruno poteva occuparsi e
pronunciarsi su tutto, non per la sua enorme mole di nozioni
incredibilmente stipate nella sua mente attraverso un’arte oggi da noi
solo parzialmente capita, ma soprattutto perché LUI fu forse l’ultimo
vero continuatore di un sapere che ormai da anni definisco dell’Ottava.
A questo
punto voi, constatando, come queste prime righe a nulla sono servite per
chiarirvi e chiarire qualcosa di più sull’enigma Giordano Bruno, forse
vorrete abbandonare il mio scritto visto il, già nullo, effetto creato
dalla mole enciclopedica di “cose” dedicate alla comprensione del
pensiero del suddetto quasi partenopeo. Ma per salvarmi nella storica
zona Cesarini, potrei affannosamente aggiungere: “aspettate un secondo,
solo un secondo, perché qualcosa di sostanzialmente nuovo il
sottoscritto crede e spera di poterla dire”. E per dirla potrei
utilizzare una scienza semiufficiale che molto probabilmente non è
contemplata dagli estimatori del sapere del Nolano. Ma tant’è, e per
parlare di Giordano Bruno quindi, per la prima volta, ricorrerò alla
Cimatica. Adesso, disorientandovi, vi direi che esiste da tempo una
disciplina che ha fatto delle forme nascenti dalla strutturazione della
materia attraverso il suono, il cuore di un ricerca giunta a conclusioni
veramente eclatanti. Oggi infatti presumiamo, come il suono o un suono o
più suoni siano i veri responsabili dell’aggregazione delle
CONFORMAZIONI presenti in natura.
Fondamentalmente, e a livello
scientifico, sappiamo inoltre come tutto nell’Universo sia frutto del
suono, motivo per cui una controversa Teoria delle Stringhe,
multidimensionale, da tempo vorrebbe arrogarsi il vanto di essere TEORIA
di un TUTTO che sostanzialmente non conosciamo ancora come essere
veramente fatto.
Ricordandovi comunque che di Bruno vi sto parlando
aggiungerei che negli anni settanta, sulla scia di una lunga serie di
esperimenti iniziati con il Chandly alla fine dell’Ottocento, proseguiti
e portati a compimento attraverso il Jenny nel 1969, il professore
statunitense Buckminster Fuller mise a punto per i suoi studenti un
semplice esperimento per il quale vorrei, ora, tutta la vostra
attenzione: “Gonfiato un palloncino di plastica, questi veniva immerso
in un liquido piuttosto denso e colorato, quindi posto all’interno di un
luogo dove veniva esposto ad una frequenza sonora ben precisa. In
questo modo il professore, padre delle cupole geodetiche, a lui è stata
intitolata inoltre la molecola del Fullerene, mostrava ai suoi alunni
come il “povero” nell’intento di sfuggire ad uno scoppio sicuro, dovuto
alle intense vibrazioni, permetteva alle stesse di creare sulla sua
superficie colorata un intricato reticolo geometrico.
Tutto ciò avveniva
prima attraverso il concretizzarsi di punti che in brevissimo tempo
venivano uniti da rette e cerchi dalle caratteristiche auree.
Sostanzialmente il suono veniva canalizzato “sulla superficie dello
sferico sventurato” in luoghi di bassa pressione caratterizzati da un
fitto sistema geometrico tipicamente platonico, creando così un
effettivo equilibrio vibrazionale che permetteva allo stesso di …non
esplodere. Vero era che in questo modo il professor Buckminster poteva
dimostrare come il suono potesse manifestare le sue capacità aggreganti
di tipo geometrico. In modo immediato i suoi studenti potevano quindi
assistere alla nascita, in diretta, di un sistema poliedrico conosciuto
da millenni da qualsiasi civiltà terrestre oggi ritenuto ancora
stupidamente …esoterico. Ora vorrei ritornare indirettamente al Nolano .
Indirettamente perché per capire veramente la motivazione di tutta la
sua opera sarà necessario dedicare dello spazio all’opera di Aristocle o
come veniva più comunemente chiamato… Platone.
REMINESCENZA E ANCORA REMINESCENZA
Alcuni secoli prima di Cristo una
diatriba filosofica dai toni piuttosto accesi stava consumando il mondo
del sapere ellenico. In questa intervenne “spalle larghe” da cui il suo
soprannome Platone, il quale mal sopportando la posizione degli Eristi,
che volevano l’uomo perfettamente incapace di perseguire e riconoscere
il sapere, esordì attraverso una sua teoria, non del tutto nuova, devo
dire, secondo la quale, non solo l’uomo era capace di perseguire il
sapere ma soprattutto era in grado di “ricordarlo”. In pratica secondo
il grande pensatore, l’uomo doveva porre al centro di tutti i suoi
sforzi mentali assolutamente quello di acquisire sapere attraverso un
percorso mentale innato in tutti noi, un percorso che vedeva
nell’intuito e l’immaginazione il modo, il metodo principe per ricordare
…DIO. Cos’era DIO all’epoca di Aristocle? Dio era IDEE era archetipi. A
cosa servivano gli archetipi? Semplicemente a… creare. Chi creava? La
Natura.
Quindi ogni forma, qualsiasi, profilo, sagoma, struttura,
formato, utilizzato dalla stessa non era altro che l’interpretazione di
un pensiero perfetto, immobile eterno voluto da un essere divino. In
tale contesto psichico, l’uomo, vi chiederete come potesse ricordare..
..credo. Sempre Platone verrebbe in vostro aiuto dicendo che l’Anima
umana alla morte della parte fisica viene addotta in un luogo
meraviglioso definito dai greci Iperuranio, il nostro paradiso, in cui
di tutto fa e farebbe per rivedere Dio, o meglio le sue IDEE. Tutto ciò
in condizioni non esattamente favorevoli, in quanto, sempre l’anima
umana, in questo tragitto intermedio assumerebbe la forma di una Biga
trainata da due cavalli, uno bianco e uno nero.
Quello bianco senza
titubanza porterà l’anima umana nei pressi della divinità massima,
mentre quello nero molti problemi ci darà e ci da in quanto totalmente
propensa al suo ritorno sulla Terra. Dall’esito di questa diatriba
equestre dipenderà il tempo di esposizione, nostro, agli Archetipi.
Quindi reincarnati, perché di questo stiamo parlando, ogni uomo,
attraverso i sensi, soprattutto la vista, potrà avere più o meno la
possibilità di ricordare la perfezione divina, fonte di ogni sapere,
osservando semplicemente la …Natura. Era quindi il ricordare
…fondamentale e di questo Bruno si occupava.
Questi, inoltre erano i motivi per cui il mondo per Giordano Bruno era trino in quanto fatto da IDEE, destinate a diventare Vestigia delle stesse in Natura, ed infine Ombre nella mente umana dopo l’osservazione delle vestigia presenti in Natura. A questo punto Lui che di memoria si era infervorato fin dall’adolescenza grazie a Pietro il Ravennate, si raccomandava con i suoi ipotetici lettori dicendo che fondamentale era attraverso le Ombre, fare il percorso inverso per poter ritornare nuovamente, questa volta in vita e scientemente, a Dio, poiché “Chi non intende uno non intende nulla”. Quindi attribuiva a tale percorso 4 passaggi mentali caratterizzati dai sensi, l’immaginazione, la razionalità ed infine la memoria. Come il tutto doveva avvenire? In questo modo. L’uomo attraverso i sensi acquisiva una forma appartenente alla realtà, un albero per esempio (tanto vorrei parlarvi della teoria della vista di Leucippo).
Quindi
attraverso l’Immaginazione tale immagine doveva essere elaborata secondo
i canoni più estremi. Questo per un motivo sostanziale, a SUO dire.
Infatti nel momento in cui la Ragione esaminava le immagini essa molto
più propensa era a sposare qualcosa di estremamente bello o brutto
rispetto a qualcosa di terribilmente mediocre. In base a tale metodo
infine interveniva la memoria a stipare il tutto in luoghi mnemonici ben
precisi, classico era l’esempio di più stanze appartenenti ad una casa
mentale costituita da più piani a seconda del numero delle immagini da
ricordare. Allo stesso modo era possibile trasformare dei concetti, che
so, appartenenti ad un discorso, in immagini affinché il tutto
diventasse semplicemente più facile …da ricordare. E sapete perché?
L’uomo senza accorgersene pensa attraverso il susseguirsi velocissimo di
…immagini. Esatto, proiettiamo nella nostra mente costantemente dei
film, non sempre graditi. Tutto ciò era chiaro per Bruno e per i
maggiori pensatori che lo dividevano dal grande Platone, non è affatto
palese per noi oggi. Ma perché LUI voleva per l’uomo un enorme bacino
mentale di immagini? Perché voleva come primo passaggio, nell’uomo molta
memoria formale? Per un motivo semplicissimo. Attraverso il maggior
numero di immagini fantastiche era possibile per la mente umana fare
passaggi analogici, capaci di trasportare lo stesso verso processi
mentali sempre più raffinati di cui l’estremo, il più altisonante, il
più augurabile e blasonato era proprio quello basato sul puro ed
assoluto intuito. E cos’era in tale contesto mnemonico l’intuito?
Semplicemente il risveglio, inteso come la possibilità, questa volta
dell’anima umana di RICORDARE nientedimeno che gli Archetipi. Ma Lui per
primo puntualizzava che “L’opra di intelligenza, sempre era, opra
immobile”, in quanto voleva sia che questi processi mentali intuitivi si
consumassero in luoghi preposti al completo estraniarsi dal fardello
del vivere quotidiano, sia che l’uomo prendesse coscienza che gli stessi
non potevano che coincidere con l’archetipica ed eterna immobilità del
simbolo. Definiva infatti il simbolo, il linguaggio di Dio, ma
soprattutto certi simboli, SIGILLI. Intuire attraverso i Sigilli voleva
dire per LUI ricordare DIO. Erano quindi due le memorie perseguite dal
Nolano, una mortale, ed una …immortale. Semplicemente egli rivoleva dare
a tutti gli uomini in grado di farlo “Abbastanza ali per tornare nel
mondo della perfezione, al mondo della LUCE”.
L’IMPOSSIBILE DIVENTA POSSIBILE
Molto, molto sinteticamente tutto ciò che il Nolano scrisse sulla memoria e volle insegnare si basava su tali dettami. Vi chiederete se ciò era ed è possibile per l’uomo, ebbene vi capisco, e vi dico: “Si è a volte possibile” l’uomo è in grado di intuire e quindi ricordare un sistema archetipico appartenente alla creazione.
Molto, molto sinteticamente tutto ciò che il Nolano scrisse sulla memoria e volle insegnare si basava su tali dettami. Vi chiederete se ciò era ed è possibile per l’uomo, ebbene vi capisco, e vi dico: “Si è a volte possibile” l’uomo è in grado di intuire e quindi ricordare un sistema archetipico appartenente alla creazione.
E’ successo a me e come è successo a me, a molti sta
succedendo e nei millenni si è ripetuto. Come tutto ciò può avvenire?
Bruno spiega anche questo. Attraverso quattro Rectores per la
precisione: Il numero, l’arte, l’amore, e la magia. Io osservando un
Rosone 5 anni fa contemplai tre dei Rectores bruniani e immediatamente
scattò in me quell’impulso, mai sopito da allora, che oggi mi ha
permesso di ri-scoprire una legge universale, quella dell’Ottava, che
per millenni gli umani hanno usato in ogni campo dello scibile e che
oggi non riconoscono nonostante sia contemplata nei campi di grano di
tutto il mondo. Era quindi attraverso il ripercorrere i meccanismi
mentali di DIO, possibile anche per l’uomo, “andare con, attraverso, e
se le esigenze lo richiedevano, contro la natura”. Insomma Bruno
attraverso l’Ars memorandi, quella immortale, in ultima analisi poneva
le basi conoscitive di un uomo in grado di diventare uno sciamano.
E
tutto ciò era contemplato nel suo sapere in quanto tutto perfettamente,
in quel triplice mondo di cui si fregiava di essere l’ultimo e vero
rappresentante, tutto diceva, era vivo, intelligente, simmetrico,
frattale e specchio, in una infinita sequenza analogica necessaria a
giustificare ogni meccanismo mentale di tipo analogico messo in atto
dall’Uomo. Panpsichismo e immanentismo divino erano quindi norma nel SUO
universo tanto da definire egli stesso gli astri “Animali” in quanto
dotati di “Anima”, spesso eticamente superiore a quella umana. In tale
contesto era quindi impossibile negargli la presenza degli DEI negli
affari umani, in quanto un Dio destinato a diventare TUTTO secondo il
corrispondente livello animico, chiaramente non poteva che rispettare
passaggi divisionali in cui ai primi posti non potevano che essere
presenti gli DEI.
Chiaramente tutto ciò oggi è inverosimile per noi …o
no. Siete sicuri, che, per esempio in amore, nella nostra, nella vostra
vita tutto sia spiegabile con estrema sicurezza. Siete sicuri che
qualcosa molto simile alle armi di Cupido, non abbia interagito nel
nostro destino per far si che nasca …il caso? Davvero pensiamo di poter
fare a meno della forza animica di un intero gruppo stellare per poter
giustificare in noi umani determinate caratteristiche caratteriali?
Davvero ancora possiamo permetterci di pensare che la Terra non abbia un
intelligenza in grado di dialogare con un intero sistema solare?
Veramente pensate ancora che la materia ovunque e comunque essa sia non
abbia anima? Fatti vostri, io con Bruno molto mi son chiarito sulla
creazione, soprattutto ho imparato un giochetto appartenente sempre al
mondo greco, ma da lui sapientemente utilizzato quando era il momento di
insegnare ….chi e come si crea.
LA STATUIFICAZIONE
Oltre due millenni fa, quando i greci avevano qualcosa di complesso da spiegare e da non dimenticare, sapete che facevano …statuificavano. Per statuificazione si intende un processo mentale attraverso il quale un concetto di per sé complesso è possibile semplificarlo, pur mantenendo la sua oggettiva complessità, utilizzando per esempio, il mito. Un esempio per tutti. Come posso garantire la comprensione di un fenomeno astronomico complesso come la Precessione degli Equinozi nel tempo e nelle future generazioni?
Oltre due millenni fa, quando i greci avevano qualcosa di complesso da spiegare e da non dimenticare, sapete che facevano …statuificavano. Per statuificazione si intende un processo mentale attraverso il quale un concetto di per sé complesso è possibile semplificarlo, pur mantenendo la sua oggettiva complessità, utilizzando per esempio, il mito. Un esempio per tutti. Come posso garantire la comprensione di un fenomeno astronomico complesso come la Precessione degli Equinozi nel tempo e nelle future generazioni?
Semplicemente
dicendo che: “Mnemosine, dea della memoria, rifiutò Zeus, ma con lo
stesso giacque, nelle mentite spoglie di un bellissimo pastorello, per 9
giorni e 9 notti” Chi avrà la curiosità di sapere quante ore ci sono in
un simile arco di tempo capirà che 216 ore rappresentano un era
precessionale di 2160 anni. Di conseguenza le nascenti 9 muse portatrici
dei Talenti umani, figlie di una coppia precessionale, rappresenteranno
numericamente qualcosa di molto più misterico e consistente in tale
contesto all’apparenza solo mitologico.
Questo è solo un piccolo esempio
di come ciò che è difficile si può rendere facile, statuificando.
Tornando a Bruno vorrei che ora osservaste con attenzione l’unica
immagine da me utilizzata per queste poche righe, da me come al solito
sofferte. Vorrei quindi sapeste che Mente o Apollo come Lui lo chiamava,
faceva parte di una trina di Sigilli considerati il massimo simbolico a
livello ermetico. Ma a differenza di una miriade di altri sigilli
completamente intuiti da Bruno ed utilizzati in alcune delle sue opere
bibliografiche, cosa di cui mi sono occupato nel mio libro, in quanto
ancora oggi completamente senza spiegazione, dicevo a differenza dei
restanti sigilli, in questo caso si tratta di “segni” presenti sulla
Terra da …sempre. Appartengono ad un sistema geometrico definito in
ambito esoterico come “Geometria Sacra”. Nel caso specifico Bruno li
utilizzava nella sua Ars proprio per riattivare in noi quella parte
mnemonica, direi sacra, giacente in ogni essere vivente.
Non credo
sfugga inoltre la simbologia completamente dedicata al numero …OTTO.
Ebbene credo sia chiaro come al suo interno vi siano delle lettere
coincidenti con punti ben precisi, punti uniti da rette e cerchi, in
grado di creare un fitto sistema geometrico in un contesto ben preciso
delineato e finito.
Vorrei sapeste ora che quelle lettere altro non sono
che iniziali di Dei (A = Apollo B = Bacchus C = Charis D = Diana E =
Erigone F = Fortuna G = Ganymedes H = Hermes I = Iovis M = Mars N =
Neptunus, ecc ecc. ), sulla cui presenza e opera così Bruno per la prima
e l’unica volta che lo fece, si espresse:
“APOLLO MOSSO
DAL FURORE DI BACCO, COSTRUISCA I PRIMI FONDAMENTI DELLA DIVINA LUCE”,
facendo intuire che, per ottenere ciò, è necessario tracciare una linea
AB, che va da Apollo a Bacco, poi seguitava aggiungendo che “Apollo
circonda Bacco, il quale rimane fermo al centro.”
Continuava dicendo:
“Quindi,
geometricamente, si crea un cerchio con al centro B (Bacco) e con raggio
BA. La costruzione prevede che il movimento continui, mantenendo come
centro A con raggio AB, da cui la nascita di due cerchi, con due punti
di intersezione, il cui punto più basso viene occupato dalla lettera D –
la venerabile Diana – mentre il più alto, con la lettera C, dalla soave
Charis.
Di seguito, Bacco ruota intorno alle Grazie descrivendo una circonferenza e lo stesso fa Apollo intorno a Diana, si avranno così 2 raggi, CB e DA…”
e via dicendo.
Adesso
tornate per un attimo alla descrizione dell’esperimento del Bukminster
Fuller e capirete che ciò che Bruno sta descrivendo non è altro che un
momento di Cimatica non materiale ma Mentale. Il sigillo in questione
era appunto definito mente in quanto rappresentante la MENTE DIVINA in
piena evoluzione e LUI assolutamente voleva che mnemonicamente
attraverso la statuificazione tutto fosse memorizzato poiché conscio
dell’immenso potere, di quel sigillo ma soprattutto di quel simbolo in
particolare.
State guardando DIO, che pensando, si suddivide
cimaticamente in DEI nello stesso modo in cui un suono costringe la
materia a suddividersi o conformarsi geometricamente al suo impeto.
State osservando la codifica mentale di un atto senziente divino a
livello geometrico. E’ puro suono, destinato a diventare, uomo, colibrì,
pianeta, erba, galassia, virus, elettrone, stella, idrogeno, acqua, ma
per prima cosa …DEI. Soprattutto coprite i vostri occhi poiché Apollo
come dice il Nolano “COSTRUISCE I PRIMI FONDAMENTI DELLA DIVINA LUCE”.
Ora sapete che ogni processo mentale è un suono molto speciale poiché
pura luce, come pura è la luce se risvegliata, della nostra anima, ecco
perché per l’UOMO di DIO “La Luce contiene ogni conoscenza”, ecco perché
la materia altro non è che un pensiero di luce destinato a diventare
materia fra le nostre mani, (Palmieri docet). Si Bruno voleva
risvegliare le nostre anime immortali attraverso la sua Ars solo per un
motivo: risvegliare l’uomo per riconsegnargli il suo vero potere
creativo, riposto assolutamente ed esclusivamente nella forza luminosa
del suo …pensiero immortale.
Di più ora non mi va di dire.
Michele Proclamato
fonte: http://www.visionealchemica.com/luomo-di-dio-giordano-bruno/
Nessun commento:
Posta un commento