Il 4 giugno parte della relazione del generale Martin Dempsey, presidente dell’US Joint Chiefs of Staff,
è stata declassificata, sostenendo che Washington va considerando lo
schieramento di missili da crociera a testata nucleare in Europa in
risposta alle presunte “violazioni” della Russia del trattato sulle
Forze Nucleari a Medio Raggio o INF, a cui Stati Uniti e Unione
Sovietica aderirono nel 1987.
Quattro giorni dopo una dichiarazione
simile è stata fatta dal ministro degli Esteri inglese Philip Hammond,
annunciando la volontà di Londra di accettare ancora una volta missili
nucleari degli Stati Uniti, rimossi dalle basi inglesi nel 2006. In tal
modo il Regno Unito si unisce a coloro che criticano Mosca per una
“violazione” che non ha mai commesso. Il fatto è che il nuovo missile da
crociera tattico russo R-500, di cui si parla nei documenti militari
statunitensi, non rientra in alcuna delle categorie elencate nell’INF.
Quel trattato richiese la distruzione di due classi di missili: missili
balistici e da crociera terrestri a “gittata intermedia e media”, cioè
1000-5500 km e 500-1000 km rispettivamente.
Il nuovo missile da crociera
russo in questione ha una gittata massima di meno di 500 km. I russi
non hanno rilasciato ufficialmente altre informazioni sulla sua gittata.
Né gli statunitensi ne hanno ufficialmente rilasciate. Inoltre, la
delegazione degli Stati Uniti non ha depositato alcuna lamentela
specifica sul missile nelle consultazioni speciali USA-Russia sul
controllo degli armamenti dello scorso autunno e scorsa primavera.
Affermarono solo che i russi avevano testato “un tipo di missile e sanno di cosa abbiamo parlato…” Ma ciò non è un discorso serio. Come il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha osservato il 9 giugno,
“Siamo pronti ad esaminare qualsiasi prova concreta che dia agli statunitensi motivo di pensare che abbiamo violato qualcosa“.
Il missile balistico intercontinentale nucleare russo di nuova generazione, citato dagli Stati Uniti (RS-26 o Rubezh),
ha una gittata superiore a 5500 km e non è soggetto all’INF, dato che
quel trattato non si applica ai missili balistici intercontinentali
nucleari con gittata di oltre 5500 chilometri. Il numero di questi
missili viene ridotto principalmente attraverso altri accordi, come i
trattati per le riduzioni strategiche offensive. Washington ha lanciato
un’ampia campagna propagandistica, pochi anni fa, per screditare la
Russia in risposta a certe “violazioni” dell’INF, ma sempre senza
fornirne alcuna prova. Questa era la situazione a gennaio, luglio e
novembre dello scorso anno, quando funzionari statunitensi espressero
accuse infondate in tal senso contro Mosca. E lo stesso scenario si
gioca anche quest’anno. La domanda sorge spontanea: perché Washington
crea un dramma manifestamente controproducente su alcune
pseudo-violazioni dell’INF dai russi, in particolare ricorrendo a
minacce così roboanti?
La ragione principale è che gli Stati Uniti cercano d’impedire alla Russia di sviluppare due efficaci “antidoti” al sistema d’intercettazione dei missili balistici e da crociera degli USA: Mosca sviluppa un nuovo missile da crociera e un missile balistico intercontinentale nucleare di nuova generazione in grado di sconfiggere le infrastrutture high-tech della difesa antimissile degli USA. Washington vuole poter colpire con un primo attacco nucleare Russia, Cina, Iran e altri Stati senza timore di rappresaglie, puntando a creare un futuro ordine mondiale. Dopo tutto, il Pentagono ha ancora le stesse dottrine offensive che consentono un primo attacco nucleare preventivo.
La seconda ragione del perché Washington ha deciso di uscirsene con
tali accuse improbabili sulle “violazioni” dell’INF della Russia, è che
l’hanno già più volte violato e continuano a violarlo utilizzando
missili balistici e da crociera a “raggio breve, medio e intermedio”
come bersagli per testare i propri sistemi di difesa missilistica. In
particolare, i missili-bersaglio utilizzati sono ERA (con gittata di
1100-1200 km), MRT-1 (1100 km) e LRALT (2000 km). Un altro esempio di
violazione di Washington del trattato saranno i missili da crociera
terrestri installati sui sistemi di lancio dalla difesa missilistica
statunitense in Romania e Polonia (che saranno operativi nel 2015 e 2018
rispettivamente) e che saranno dotati di 48 missili (24 ciascuno).
L’Associated Press
ha giustamente osservato che il possibile ritorno dei missili a medio
raggio statunitensi in Europa, come ha ricordato il generale Martin
Dempsey, richiama i giorni più bui della guerra fredda. Ciò è vero se si
tiene conto del fatto che, come sottolinea AP, la Casa Bianca considera
tre opzioni militari come risposta alle “violazioni” dell’INF della
Russia: sviluppare la difesa, cioè i sistemi antibalistici; lanciare un
“attacco controforza” preventivo contro tutte le armi che violano il
trattato; e uso di “armi nucleari per distruggere obiettivi militari” in
territorio nemico, cioè in Russia. Ma sarebbero violazioni dirette del
trattato da parte degli Stati Uniti.
Come dovrebbe procede la Russia, considerando che sono gli Stati Uniti in realtà a violare l’INF? Dovrà decidere di usare “armi nucleari per distruggere obiettivi militari” in territorio nemico? Come dovrebbe rispondere la Russia se Washington continua a mantenere un significativo arsenale nucleare offensivo strategico e che per preservare il proprio “potenziale” include la Russia nella lista dei Paesi che possono essere sottoposti al primo colpo nucleare? Quale risposta la Russia ha il diritto d’impiegare se gli Stati Uniti si rifiutano di rimuovere le armi nucleari tattiche dall’Europa o di smantellarne le infrastrutture, essendo l’unico Paese al mondo che schiera continuamente armi nucleari tattiche in altri Stati dai primi anni ’50?
Cosa la Russia dovrebbe fare
per rafforzare la propria sicurezza e dei suoi alleati, se gli Stati
Uniti continuano a stendere sul mondo la rete di armi offensive e
strumenti d’intelligence del suo sistema di difesa antimissile combinata
a missili nucleari e armi convenzionali? Come dovrebbe rispondere la
Russia quando il potenziale militare combinato della componente europea
della difesa missilistica degli Stati Uniti è molte volte superiore a
quello necessario per neutralizzare eventuali minacce missilistiche,
esistenti o potenziali, per i Paesi europei? Fin dalla creazione della
difesa missilistica, gli USA violano i trattati INF e New START (2010),
naturalmente la Russia ha il diritto di rispondere schierando nuove armi
che neutralizzino il sistema di difesa antimissile degli Stati Uniti.
Come la Russia deve agire se Stati Uniti ed alleati annullano qualsiasi
iniziativa volta ad impedire l’introduzione di armi nello spazio?
I russi potrebbero legittimamente pretendere risposte da Washington a molte domande del genere. Potrà facilmente presentare almeno un’altra dozzina di lamentele del genere. E’ del tutto evidente che Mosca dimostra la volontà di agire nel caso di violazione dell’INF degli Stati Uniti, oltre che rispondere prontamente e adeguatamente all’approccio distruttivo degli statunitensi, risolvendo molti altri problemi sul controllo degli armamenti. Allo stesso tempo, è significativo che Mosca affermi di essere ancora disposta a un dialogo onesto, non mere parole, dissipando eventuali preoccupazioni sul controllo degli armamenti. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov l’ha ribadito alla conferenza stampa del 9 giugno, “la Russia non ha alcuna intenzione di violare questo trattato“.
Vladimir Kozin (Russia) Oriental Review 19 giugno 2015
Prof. Vladimir Kozin è il principale esperto russo di questioni su disarmo e stabilità strategica, in esclusiva per Oriental Review.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/06/20/i-missili-pershing-ritornano-in-europa/
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